Il Vangelo secondo Matteo Z. Professione Vescovo

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, nominato arcivescovo di Bologna il 27 ottobre 2015, viene seguito nella quotidianità delle sue attività pastorali contrappuntate da un dialogo con l’attore Alessandro Bergonzoni. Viene anche ricordata la sua attività precedente e la sua formazione all’interno della Comunità romana di sant’Egidio.

La scelta di Zuppi quale successore del cardinale Caffarra alla guida della diocesi di Bologna era stata letta da subito come indicativa di un cambiamento sostanziale nell’approccio con la città.

Si passava da uomo di Chiesa pronto a mettersi tra coloro che vedevano i principi come baluardi da difendere a un sacerdote (perché tale rimane un cardinale) che legge questi stessi principi come occasione per confrontarsi con il mondo laico. La sua stessa formazione in una comunità composta di laici come quella di Sant’Egidio ne costituiva un non secondario elemento distintivo.

Il documentario di Marrese riesce nell’intento di porre in rilievo come l’apostolato di Zuppi sia basato su una preghiera che si concretizza in una diuturna ricerca dell’altro e, soprattutto, di chi ha bisogno. Ciò emerge dall’approccio con cui si avvicina alle persone e dalla convinzione con cui fa riferimento a una solidarietà che non può e non deve essere “di parte”.

Molti ricorderanno come un leader politico si dichiarasse di fatto scandalizzato dall’idea che per la festa patronale di Bologna fossero stati preparati anche tortellini con la carne di pollo per permettere ai musulmani di partecipare ai momenti conviviali. Lo faceva mentre negli stessi giorni un alto esponente regionale del suo partito promuoveva il vino analcolico da esportare nei paesi arabi. I tortellini ( momento di contatto) e di aggregazione no, mentre il vino (profitto e attività commerciale) sì.

Zuppi non si lascia però mai andare alla polemica. Si impegna piuttosto nella riflessione e nella distinzione anche terminologica (e qui l’incontro con Bergonzoni fornisce ulteriore materia) che diventa portatrice di senso. Un esempio significativo è fornito dall’azienda FAAC che vede la Chiesa di Bologna come proprietaria. Zuppi distingue tra speculatore e imprenditore e sostiene che solo il secondo abbia un’eticità e che questa sia la linea che la diocesi petroniana deve seguire.

In un documento che ci ricorda anche il rapporto diretto che il non ancora vescovo ha tenuto in passato con alcune regioni dell’Africa, l’unico elemento un po’ dissonante (ma si tratta di un dettaglio) sono gli interventi del sempre bravo Bob Messini che finisce con il costituire l’unico elemento di finzione in un’efficace descrizione di piccole e grandi realtà in cui il Vangelo si conferma Parola viva. 