Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 128 minuti |
Regia di | Mads Brügger |
Attori | Mads Brügger, Göran Björkdahl, Clarinah Mfengu, Saphir Wenzi Mabanza, U Thant Mass, Dag Hammarskjöld, John F. Kennedy, Moise Tshombe, Hilding Björkdahl, Desmond Tutu, Margareth Ngulube, Abraham Kunda, John Ngongo, Custon Chipoya, Safeli Mulenga, Jacob Phiri, Salomon Mwanza, Neddy Banda, Walter Mutukwa, Charles Southall, Norman Kenward, Richard Goldstone (II), Stephen Sedley, De Wet Potgieter, Diane Maxwell, Ibrahim Karolia, Claude Newbury, René Goor, Tienie Groenewald, Henrik Larsen, Kerryn Macauley, Pierre Coppens, Marion Van Risseghem, Simon Hunt, Clive Jansen Van Vuuren, Robert Cedars, Alexander Jones, Karl Feil, Dagmar Feil. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 2,93 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 3 aprile 2019
Il regista racconta e cerca di risolvere il mistero dietro la morte del grande politico danese.
CONSIGLIATO SÌ
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La stanza di hotel in cui lavora Mads Brügger giornalista e filmmaker ha un muro tappezzato di post-it. Sono gli appunti che gli servono per mettersi sulle tracce della risoluzione di un mistero: l'incidente aereo che costò la vita al Segretario Generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjöld nel 1961. La sua indagine, inizialmente focalizzata su questo obiettivo, lo porta a scoperte tanto inattese quanto sconvolgenti.
Come premessa è necessaria una breve nota come memoria storica. Dag Hammarskjöld non è stato solo uno dei tanti, pur importanti, Segretari dell'Onu.
Nel momento in cui accadde l'incidente aereo stava lavorando per evitare la secessione del Katanga dal Congo, ribellione che invece era sostenuta dall'Union Minière che era interessata alle ricchezze del sottosuolo di quell'area. Lo stesso presidente degli Stati Uniti Harry Truman dichiarò letteralmente che Hammarskjöld "era sul punto di ottenere qualcosa quando l'hanno ucciso. Notate che ho detto 'quando l'hanno ucciso'". C'era quindi materia già a priori per tornare ad indagare sul caso e Brügger, che è un giornalista e regista che non si tira indietro di fronte alle provocazioni, anche in questa occasione non si smentisce. Gli appassionati di cinema ricorderanno la prima regia di George Clooney. In Confessioni di una mente pericolosa si portavano sullo schermo le improbabili ma non impossibili azioni da agente sotto copertura della versione made in USA di "La ruota della fortuna".
Brügger in questo suo lavoro di ricerca durato più di 7 anni ci pone dinanzi a dichiarazioni e testimonianze su un individuo a capo di un'associazione sudafricana che, oltre ad essere coinvolto nella morte del Segretario dell'Onu, avrebbe condotto una campagna, sotto la falsa identità di medico, per diffondere l'Aids in Africa. Sembra pura fantasia ma forse è realtà. Brügger però è consapevole della portata delle testimonianze e alleggerisce i toni con stacchi in cui lo si vede dettare a ben due segretarie africane (per ricordarci ironicamente che il colonialismo non è morto) le proprie considerazioni chiedendo loro di batterle rigorosamente a macchina. Anche grazie all'alternarsi di stili narrativi, questa indagine si fa seguire con un interesse a cui finisce per aggiungersi lo sgomento.