il fonta
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giovedì 19 settembre 2019
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test di ammissione
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Tarantino è passato al next level di "responsabilizzazione dello spettatore"...
...puoi amare Inglorious Basterds nonostante tu non abbia mai sentito parlare di Enzo Castellari... può piacerti moltissimo Django Unchained pur non conoscendo affatto Sergio Corbucci e puoi adorare Kill Bill anche ignorando le opere di François Truffaut e Toshiya Fujita...
...ma... secondo me... per entrare completamente nell’ultima pellicola di Tarantino è quasi obbligatorio avere un background cultural-cinematografico di uno spessore abbondantemente superiore alla media.
Se l'obiettivo fosse stato un unanime giudizio positivo sarebbe stato necessario introdurre un "test di ammissione" alle sale.
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Tarantino è passato al next level di "responsabilizzazione dello spettatore"...
...puoi amare Inglorious Basterds nonostante tu non abbia mai sentito parlare di Enzo Castellari... può piacerti moltissimo Django Unchained pur non conoscendo affatto Sergio Corbucci e puoi adorare Kill Bill anche ignorando le opere di François Truffaut e Toshiya Fujita...
...ma... secondo me... per entrare completamente nell’ultima pellicola di Tarantino è quasi obbligatorio avere un background cultural-cinematografico di uno spessore abbondantemente superiore alla media.
Se l'obiettivo fosse stato un unanime giudizio positivo sarebbe stato necessario introdurre un "test di ammissione" alle sale...
Onanismo cinematografico?
Può essere... ma chi altro potrebbe permetterselo?
Il Fonta
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[+] infatti
(di michele voss)
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intothewild4ever
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giovedì 19 settembre 2019
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c'era una volta...tarantino
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Da quando vado al cinema a vedere i film di Tarantino, ovvero dai tempi di Kill Bill, questa è stata la prima volta in cui alla fine della proiezione non c'è stato il solito applauso spontaneo da parte del pubblico occupante la sala.
Il nono e penultimo (a suo dire) film di Tarantino, è incredibilmente, qualitativamente e spettacolarmente parlando, distante da quanto prodotto sin'ora da Quentin. Dove sono le mitiche scene Quentiniane da cardiopalma? Dove sono le colonne sonore che fanno da spalla alle scene più memorabili? Dov'è quella trama travolgente che ti incolla alla poltrona fino all'ultimo secondo del film? E persino, dove sono quei dialoghi da mandare a memoria per la loro originalità?
C'era una volta.
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Da quando vado al cinema a vedere i film di Tarantino, ovvero dai tempi di Kill Bill, questa è stata la prima volta in cui alla fine della proiezione non c'è stato il solito applauso spontaneo da parte del pubblico occupante la sala.
Il nono e penultimo (a suo dire) film di Tarantino, è incredibilmente, qualitativamente e spettacolarmente parlando, distante da quanto prodotto sin'ora da Quentin. Dove sono le mitiche scene Quentiniane da cardiopalma? Dove sono le colonne sonore che fanno da spalla alle scene più memorabili? Dov'è quella trama travolgente che ti incolla alla poltrona fino all'ultimo secondo del film? E persino, dove sono quei dialoghi da mandare a memoria per la loro originalità?
C'era una volta...a Hollywood non sembrerebbe nemmeno essere un film di Tarantino, se non fosse per le infinite citazioni alle serie televisive Americane anni 60-70, agli omaggi a tanti attori iconici come Mc Quinn, Bruce Lee o alle vicende di Sharon Tate e Roman Polański.
Nulla da eccepire sugli ottimi Di Caprio, Pitt e Margot Robbie, nulla da eccepire sulle indiscusse capacità di Tarantino di saper comunque inscenare una sceneggiatura difficile da amalgamare (se non sei Quentin Tarantino)... ma del vero Tarantino, in questo film, si è visto ben poco; persino il tema della vendetta, a lui tanto caro ed onnipresente nei suoi film, occupa a malapena gli ultimi dieci minuti del film ed in maniera indiretta, tentando ancora una volta riscrivere la storia, cambiando gli esiti di vicende ben note.
In questo film Tarantino ci ha forse voluto raccontare di quella Hollywood anni 70-80 che non c'è più, dell'effimera, ipocrita (ed unilaterale) amicizia tra un attore in declino che vive nel lusso, ed uno stuntman che ha legato la propria carriera a quella del presunto amico, ma che vive nella miseria e nell'indifferenza del divo che, com'è giusto che sia, vive solo per se stesso.
Troppo poco per uno come Tarantino.
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frascop
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giovedì 19 settembre 2019
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tarantino non delude mai...chi lo ama
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La Los Angeles del 1969 in questo film si vede senza effetti digitali (il film è girato con la pellicola), con le sue stradone, cadillac, insegne e salite. Tarantino e le sue musiche, citazioni, riferimenti: si ama o si scansa; se il film dura 161 minuti io non me ne sono accorto. Tre personaggi a tutto tondo per Di Caprio, Brad Pitt e Margot Robbie: Leonardo DiCaprio è Rick Dalton, un attore che aveva avuto successo in passato e che ora cerca, tra una serie tv western e qualche film in Italia di spaghetti western, di restare a galla per permettersi la casa con piscina a Cielo Drive, a Hollywood. Brad Pitt è Cliff Booth, il suo stuntman, ma anche il suo autista tuttofare.
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La Los Angeles del 1969 in questo film si vede senza effetti digitali (il film è girato con la pellicola), con le sue stradone, cadillac, insegne e salite. Tarantino e le sue musiche, citazioni, riferimenti: si ama o si scansa; se il film dura 161 minuti io non me ne sono accorto. Tre personaggi a tutto tondo per Di Caprio, Brad Pitt e Margot Robbie: Leonardo DiCaprio è Rick Dalton, un attore che aveva avuto successo in passato e che ora cerca, tra una serie tv western e qualche film in Italia di spaghetti western, di restare a galla per permettersi la casa con piscina a Cielo Drive, a Hollywood. Brad Pitt è Cliff Booth, il suo stuntman, ma anche il suo autista tuttofare. E’ buono come il pane ma forse in passato ha ucciso la moglie. La Robbie è la vicina di casa, Sharon Tate, moglie di Roman Polansky che nel 1969 aveva diretto Rosemary Baby ed era diventato famoso. Ci sono poi gli hippie, la family di Charles Manson, tanti altri attori dell’epoca e tanti spezzoni di film. Viaggi in auto e sigarette che si accendono, spengono e succhiano mentre Tarantino imbastisce i suoi dialoghi e racconta le sue storie. Anche se la prima parte, quando deve introdurre i personaggi, mi è sembrata sgangherata e un pò documentaristica, il film cresce sino ad avviluppare lo spettatore. In fondo Tarantino è un grande perchè è una piovra che ti toglie il fiato. Qui arriva sino all’8 agosto 1969 in cui quell’Hollywood finì. Colonna sonora rigorosamente di quegli anni, con i miei adorati “Mamas & papas” e la favolosa “Out of time” degli Stones (1966).
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enrico_delorenzi
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mercoledì 18 settembre 2019
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una poesia d'amore per il cinema
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Tarantino sfrutta il suo nono (e sembra penultimo) film per scrivere una sceneggiatura che di fatto è una poesia rivolta al suo più grande amore, il cinema. In particolar modo quel cinema che tante volte ha dichiarato di apprezzare, ossia quello degli anni '60 e '70, compreso quello italiano che viene omaggiato in "C'era una volta a Hollywood" con il dovuto rispetto.
Così ecco che attraverso la sua coppia di protagonisti, interpretati da due eccezionali Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, Tarantino illustra i diversi modi di vivere, lavorare, decollare e cadere nella più celebre fabbrica dei sogni, Hollywood.
Il film offre due narrazioni separate, destinate ovviamente a incrociarsi.
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Tarantino sfrutta il suo nono (e sembra penultimo) film per scrivere una sceneggiatura che di fatto è una poesia rivolta al suo più grande amore, il cinema. In particolar modo quel cinema che tante volte ha dichiarato di apprezzare, ossia quello degli anni '60 e '70, compreso quello italiano che viene omaggiato in "C'era una volta a Hollywood" con il dovuto rispetto.
Così ecco che attraverso la sua coppia di protagonisti, interpretati da due eccezionali Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, Tarantino illustra i diversi modi di vivere, lavorare, decollare e cadere nella più celebre fabbrica dei sogni, Hollywood.
Il film offre due narrazioni separate, destinate ovviamente a incrociarsi.
La prima è quella dell’attore-cowboy in decadenza Rick Dalton (DiCaprio) e del suo stuntman Cliff Booth (Pitt): mentre Rick ha una casa lussuosa sulle colline di Hollywood, Cliff vive in una roulotte con il suo cane Brandy; Rick però offre uno scudo a Cliff per difenderlo dal proprio passato con la legge (che sia stato accusato ingiustamente o meno, non ci è dato di saperlo, ma sembra proprio di sì) e questo bisogno reciproco rende la loro amicizia un legame estremamente saldo capace di superare ogni avversità professionale e forse anche qualche invidia.
La seconda storia parallela è invece un episodio di cronaca ben noto: la casa accanto a quella di Rick Dalton è stata infatti recentemente acquistata dall'attrice Sharon Tate (Margot Robbie) e da suo marito, il regista Roman Polanski (per coloro che conoscono la loro storia, quell'indirizzo era 10050 Cielo Drive, il cui cartello stradale viene chiaramente inquadrato nel film). Il 9 agosto 1969, tre seguaci della setta di Charles Manson entrarono nella proprietà e uccisero brutalmente tutti i suoi occupanti: Jay Sebring, Wojciech Frykowski, Abigail Folger e Sharon Tate, che all'epoca era incinta di otto mesi.
Il regista imposta il suo film sviluppandolo nei mesi precedenti il crimine, lasciando che le due storie proseguano parallele e cogliendo nel frattempo l’occasione per illustrare la sua visione della Hollywood dell’epoca, per poi incrociare improvvisamente le due trame nel canonico tarantiniano bagno di sangue finale.
Capolavoro, dunque? In realtà non del tutto…
Ciò che manca in questo film è quel ritmo e quei plot twist che hanno sempre caratterizzato i film precedenti di Tarantino. Sembra quasi che il regista sia stato così preso da coccolarsi nel suo stile cinematografico e nel dipingere il suo quadro, da perdere un po’ di vista ciò che realmente ha fatto funzionare i suoi film migliori e farli apprezzare al grande pubblico. Il risultato è un film che, sebbene godibile, appare rivolto a un pubblico cinefilo un po’ troppo di nicchia e lascia al termine della visione un amaro sapore di occasione mancata.
Non può rimanere deluso invece chi ha sempre apprezzato le colonne sonore scelte da Tarantino. Anche in questo frangente, le musiche scelte sono semplicemente superlative.
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[+] il corso degli eventi e la dimensione cinema
(di antonio montefalcone)
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davide masoero
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mercoledì 18 settembre 2019
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l'effetto notte di quentin tarantino
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Rick Dalton,stella che si trova su una parabola discendente, e Cliff Booth, suo stuntman e grande amico che sprofonda insieme a lui, stanno attraversando una profonda crisi. Tarantino, firmando uno dei suoi capolavori mostra una società, quella di Hollywood a fine anni 60, che rispecchia quella reale. Nel film c'è una classe povera e una d'élite all'interno della società "ricca" e noi seguiremo la prima.
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obi_anto
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mercoledì 18 settembre 2019
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c’ era una volta... e per fortuna c’e’ ancora
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A 4 anni di distanza dal suo precedente film Tarantino torna sul grande schermo per ricordarci nel giro di un paio d’ore chi è, che cosa fa per guadagnarsi da vivere e cosa realmente gli piace di questo mondo: le automobili, dalla lussuosa ed elegante Cadillac panna, alla rumorosa Voskswagen sputa catrame, passando per decine di altri modelli; i piedi femminili, ormai un ossessione conclamata per il regista di Knoxville e che dissemina per tutta la durata del film; la bella musica, gli anni 70 e soprattutto, davanti ad ogni altra cosa tanto, tanto, tanto, tanto cinema.
Il regista infatti ci trascina per la seconda volta dopo Bastardi Senza Gloria nel suo mondo, l’acqua nella quale si sente più a suo agio, il mondo del cinema visto da dentro.
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A 4 anni di distanza dal suo precedente film Tarantino torna sul grande schermo per ricordarci nel giro di un paio d’ore chi è, che cosa fa per guadagnarsi da vivere e cosa realmente gli piace di questo mondo: le automobili, dalla lussuosa ed elegante Cadillac panna, alla rumorosa Voskswagen sputa catrame, passando per decine di altri modelli; i piedi femminili, ormai un ossessione conclamata per il regista di Knoxville e che dissemina per tutta la durata del film; la bella musica, gli anni 70 e soprattutto, davanti ad ogni altra cosa tanto, tanto, tanto, tanto cinema.
Il regista infatti ci trascina per la seconda volta dopo Bastardi Senza Gloria nel suo mondo, l’acqua nella quale si sente più a suo agio, il mondo del cinema visto da dentro. Questo suo “film sui film”, non solo da la possibilità al regista di raccontare storie conosciute e vissute dall’ interno di Hollywood (la carriera in crisi di un attore, l’esordio di una giovane star), ma gli permette inoltre di creare in un universo di fiction (Pulp?) varie parentesi con la quale omaggiare e raccontare chi davvero sta dietro la telecamera. Ne escono quindi splendidi spezzoni di spaghetti western, le più varie scene di film di guerra e polizieschi italiani, per non parlare dei cartoni animati proiettati al drive in e delle locandine dipinte a mano e appese fuori dalle sale.
Insomma una panoramica a 360 gradi del mondo di Hollywood, interpretata da un cast stellare: basti dire che al terzo minuto del film lo spettatore si sia già trovato davanti Al Pacino, Margot Robbie e Michael Madsen, assieme a quegli altri due protagonisti: si perché proprio quei due sembrano essere il motore di quella splendida automobile costruita da Tarantino (vedetela come la Cadillac bianca). La grandezza di Di Caprio e Pitt si rivela nell’ interpretazione dei due ruoli più complessi di tutto il film. Il primo si trova a doversi muovere fra una vasta gamma di personaggi: il Rick Dalton fuori dal set, il Rick Dalton che recita bene e il Rick Dalton che recita male, essendo costretto ad esagerare nella mimica ed a mostrare tutte le sue capacità e la sua volubilità a riguardo. Il secondo invece deve contenere la sua recitazione rappresentando per tutto il film lo stuntman, la spalla, non un grande attore quindi, ma più il secondo di qualcuno al quale non bisogna rubare la scena e che fuoriesce in grande nelle scene in solitaria.
E poi Kurt Russell e Emile Hirsch a condire un cast con una responsabilità importante ovvero raccontare velatamente ed in maniera parallela una tragedia, un fatto di cronaca dei più brutti di sempre che sconvolse non solo il mondo del cinema dell’epoca. E davanti a così tanta qualità tecnica utilizzata per questo tema, allora sorge una domanda: questo finale soddisfa a pieno lo spettatore? Non era troppo annunciato dopo le ultime “tarantinate”? E soprattutto rende giustizia al fatto reale e alle vittime della vicenda?
La risposta è molto soggettiva, ma sarebbe interessante conoscere il giudizio dei superstiti, per poterne trarre le dovute conclusioni.
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deadman
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mercoledì 18 settembre 2019
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noiosissimo
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non vi spoilerò il finale perchè non ce l'ho fatta a vederlo fino alla fine, troppo forte il rischio di addormentarmi sulla poltrona, conoscevo i micidiali dialoghi dei film di tarantino ma qui rasentano il diabolico, ore e ore di chiacchiere inutili senza nemmeno la solita scena di estrema violenza che ti sveglia, certo la fotografia, gli attori bravissimi, le musiche, i vestiti, gli arredi tutto bellissimo ma basta a catturare l'attenzione dello spettatore per quasi tre ore? secondo me no, fossi il montatore ne tirerei fuori al massimo un'ora e scarterei tutto il resto, per la maggior parte inutili sciocchezze messe lì solo per dare un tocco d'autore che affossano un lavoro che poteva essere interessante, l'assassinio di sharon tate da parte della banda di manson vista da un attore di hollywood e dal suo stuntman, io lo sconsiglio assolutamente a parte siate dei fan del regista che godete solo a vedere qualche cameo dei suoi attori feticcio o alle ripetute inquadrature su stivali, tacchi a spillo, sigarette e macchine sgommanti.
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non vi spoilerò il finale perchè non ce l'ho fatta a vederlo fino alla fine, troppo forte il rischio di addormentarmi sulla poltrona, conoscevo i micidiali dialoghi dei film di tarantino ma qui rasentano il diabolico, ore e ore di chiacchiere inutili senza nemmeno la solita scena di estrema violenza che ti sveglia, certo la fotografia, gli attori bravissimi, le musiche, i vestiti, gli arredi tutto bellissimo ma basta a catturare l'attenzione dello spettatore per quasi tre ore? secondo me no, fossi il montatore ne tirerei fuori al massimo un'ora e scarterei tutto il resto, per la maggior parte inutili sciocchezze messe lì solo per dare un tocco d'autore che affossano un lavoro che poteva essere interessante, l'assassinio di sharon tate da parte della banda di manson vista da un attore di hollywood e dal suo stuntman, io lo sconsiglio assolutamente a parte siate dei fan del regista che godete solo a vedere qualche cameo dei suoi attori feticcio o alle ripetute inquadrature su stivali, tacchi a spillo, sigarette e macchine sgommanti.
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no_data
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mercoledì 21 agosto 2019
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sicuramente da vedere, ma
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io l'ho visto la settimana scorsa in Germania e non voglio fare spoileraggio, solo: sara' il film della tarda estate/autunno che salvera' gli incassi (scarsi) dei cinema italiani (soprattutto quest'estate) perche' attirera' un pubblico vasto perche' non e' un tipico Tarantino splatter (un bel po' di violenza naturalmente c'e' - ma concentrato in un unico momento e ci sta) - ma un film quasi riflessivo con tanti momenti simpatici, autentici e una cura per il dettaglio incredibile!
Posso anticipare che non c'entra per nulla Pulp Fiction, Pitt un po' invecchiato e' fascinoso e DiCaprio ha dei momenti intensi da grande attore; le donne non mi convincono al 100% e purtroppo Tarantino ha dato a loro troppo spazio (e tempo) nel film che sarebbe perfetto con un taglio qua e la', questo e' per me l'unico neo.
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io l'ho visto la settimana scorsa in Germania e non voglio fare spoileraggio, solo: sara' il film della tarda estate/autunno che salvera' gli incassi (scarsi) dei cinema italiani (soprattutto quest'estate) perche' attirera' un pubblico vasto perche' non e' un tipico Tarantino splatter (un bel po' di violenza naturalmente c'e' - ma concentrato in un unico momento e ci sta) - ma un film quasi riflessivo con tanti momenti simpatici, autentici e una cura per il dettaglio incredibile!
Posso anticipare che non c'entra per nulla Pulp Fiction, Pitt un po' invecchiato e' fascinoso e DiCaprio ha dei momenti intensi da grande attore; le donne non mi convincono al 100% e purtroppo Tarantino ha dato a loro troppo spazio (e tempo) nel film che sarebbe perfetto con un taglio qua e la', questo e' per me l'unico neo.
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casd51
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domenica 26 maggio 2019
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no spoiler?!
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Inutile l'appello di Tarantino, la signora ci ha voluto spiegare bene bene il finale.
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