Titolo originale | The Little Drummer Girl |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | USA, Gran Bretagna |
Regia di | Park Chan-wook |
Attori | Florence Pugh, Alexander Skarsgård, Michael Shannon (II), Michael Moshonov, Clare Holman Simona Brown, Katharina Schüttler, Amir Khoury, Kate Sumpter. |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,47 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 8 agosto 2019
Un adattamento per la tv dell'omonimo romanzo di John Le Carré, uscito in Italia con il titolo "La Tamburina", pubblicato nel 1983.
CONSIGLIATO SÌ
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Alla fine degli anni 70 un attentato terroristico palestinese elimina il figlio di un diplomatico israeliano. Martin Kurtz del Mossad riesce a farsi affidare il comando delle azioni e ha un ambizioso piano: vuole rivoluzionare lo spionaggio israeliano attraverso la cattura del terrorista, che intende manipolare per ottenere informazioni. Elementi chiave del suo progetto sono il letale e sensuale Gadi Becker, che convince a rientrare in servizio, e Charlie, un'attrice inglese dalle vedute anti-sioniste che Kurtz intende infiltrare facendola passare per la ragazza del fratello del leader dei terroristi. A reclutare Charlie sarà Gadi, che la avvicinerà in Grecia con un mix di seduzione e provocazione dando inizio a un gioco irresistibile e molto pericoloso.
La recitazione come esplorazione dell'altro e dei propri limiti morali è il tema al centro di un complesso gioco di spie magnificamente diretto da Park Chan-wook.
Il regista coreano ha dimostrato da molti anni ormai di non temere sceneggiature barocche ed è quindi perfetto per affrontare una trama così articolata ma in fondo pure improbabile, scavalcando il finto problema del realismo in favore di un thriller tutto psicologico. Un incubo febbricitante dove le identità si confondono, i princìpi si fanno fluidi e le convinzioni sono messe in crisi, dove in sostanza sulla ragione hanno la meglio i sensi. Non a caso il cerebrale piano di Kurtz, che sembra capace di prevedere ogni mossa e rigirare gli imprevisti a suo favore, finirà per ignorare la sua falla più ovvia: i brucianti sentimenti che ha aiutato a scatenare tra Gadi e Charlie. Charlie è una giovane attrice dalle idee chiarissime, ma la sua stessa identità è una messa in scena e così non resiste al fascino di trasformare la sua vita in una sorta di teatro. Allo stesso modo Gadi si rifugia nel silenzio e nel cinico pragmatismo, perché è quello che la sua parte richiede: tutti infatti recitano in La tamburina, che è tanto un gioco di spie quanto una sorta di testo meta-teatrale, dove le messe in scena si accavallano fino a perdere il filo della verità.
Da questa costante incertezza nasce una tensione crescente che Park Chan-wook rende palpabile con una messa in scena caldissima, sensuale e interiorizzata, spesso antinaturalistica, secondo una strategia estetica articolata sulle diverse tavolozze cromatiche adottate. La tamburina è infatti una serie dai colori ricchi, dagli ambienti curati nei minimi dettagli, dai costumi mai casuali. Un produzione sontuosa con cui la BBC ha cercato di ricatturare il successo di The Night Manager. Il merito va in gran parte anche agli attori: se Alexander Skarsgård è perfetto ma per certi versi ovvio nella parte del gelido seduttore, che in fondo però nasconde sentimenti reali, la vera sorpresa è Florence Pugh, attrice inglese lanciatissima dal suo ruolo in Lady Macbeth e poi costretta a un tour de force di emozioni da Ari Aster in Midsommar. Qui Pugh è costretta a recitare all'interno di una recita su più livelli, confusa ma pronta a reagire agli imprevisti, priva della visione complessiva eppure elemento cruciale capace di scelte determinanti. Un ruolo difficile che padroneggia alla perfezione, così com'è al solito impeccabile Michael Shannon nei panni di Kurtz, il maestro degli intrighi che come uno scacchista delle emozioni manipola le proprie pedine. Efficaci anche i fratelli interpretati da Amir Khoury e dall'esordiente Charif Ghattas, ma quando entra in scena la loro sorella c'è un ulteriore salto di qualità grazie alla magnetica Lubna Azabal. Già portato sullo schermo da George Roy Hill in un film omonimo del 1984 con Diane Keaton e Klaus Kinski, il romanzo di Le Carré "La tamburina" trova in questa nuova versione un adattamento più fedele nella lettera e soprattutto nella vertigine hitchcockiana di un intrigo a cui non si può resistere.