Little Fires Everywhere

A Shaker Heights, una cittadina dell'Ohio, arriva la misteriosa Mia Warren con figlia al seguito e la ricca Elena Richardson la scambia inizialmente per una senzatetto. In colpa per i propri pregiudizi verso la donna afroamericana, decide di affittarle a prezzo di favore una sua proprietà immobiliare che si è appena liberata, inoltre propone a Mia di lavorare da lei come donna di servizio. Questa è un'artista che vive girando per gli States da molti anni e inizialmente rifiuta indignata ma, sua figlia Pearl è sempre più affascinata dalla ricca famiglia bianca, e Mia ci ripensa. Non tutto del resto è perfetto nel mondo dei Richardson, dove la più giovane Izzy fatica a integrarsi, così come Mia conosce una donna ai margini della società: l'inconsolabile Bebe Chow, una madre che ha perso la propria figlia.

Si apre con una villa che va a fuoco, Little Fires Everywhere preannunciando l'inevitabile catartica destinazione di una storia sulle costrizioni dei divari etnici, di genere e di classe nell'America degli anni 90.

Siamo dalle parti di Big Little Lies, ma qui è chiaro fin da subito che non basterà la solidarietà femminile a sublimare la diversa esperienza di vita della nera Mia Warren, che sbarca il lunario, e della bianca Elena Richardson, frustrata da una carriera modesta nonostante il "successo" della propria famiglia. L'incomprensione tra loro appare insormontabile, l'orgoglio reciproco non le aiuta a capirsi e poco importa che il patriarcato le marginalizzi entrambe.

Mia è una donna libera, che ha fatto una scelta di vita anticonformista e coraggiosa, ma che in realtà è anche in fuga da un segreto. Sua figlia è frustrata dalla loro esistenza nomade e trova nella abbiente stabilità dei Richardson quello che le è sempre mancato, tanto da accettare anche di essere sfruttata pur di entrare a far parte di quel mondo. Un mondo che è però borghese ed eteronormativo, soffocante per le aspirazioni artistiche e le pulsioni sessuali di Izzy, che arriva già nel primo episodio a darsi fuoco ai capelli.

Sarà lei a dar fuoco alla villa di famiglia come si è visto nel flashforward iniziale, o è forse troppo ovvio e sarà invece qualcun altro? Si consuma vagamente come un giallo la storia dell'implosione di questa famiglia, ma anche Mia sarà messa molto sotto pressione dal difficile rapporto con sua figlia e dalla triste vicenda di Bebe Chow. Tratta dal romanzo omonimo di Celeste Ng e adattata per la Tv da Liz Tegelaar, vede al centro della storia le interpreti e produttrici Kerry Washington e Reese Witherspoon. Come in una soap ad alto budget le due si sfidano ripetutamente, ricorrono a colpi bassi, usano in un certo senso pure la figlia della rivale. Il loro è uno scontro inconciliabile, ritratto patinato di un'America attraversata da conflitti e da una questione "razziale" tutt'altro che superata.

Otto episodi però sono tanti, soprattutto considerato che gran parte della storia è occupata dai molto meno interessanti figli delle due donne, come se si volesse catturare anche il pubblico teen oltre a quello di Big Little Lies. Inoltre finisce per essere davvero poco più di un pretesto il personaggio di Bebe, questo nonostante la scrittrice del romanzo originale - qui anche produttrice - sia una asiatica americana.

Insomma dalla "questione razziale" non c'è modo di uscire, se c'è una totale disparità di peso tra la fama delle attrici in scena, e visto quanto la serie è concentrata tema non si può che considerare fallimentare il trattamento di Bebe. Siamo del resto dalle parti di un mélo di grana grossa, che le due star cercano di sostenere quanto meglio gli riesce ma che si accascia quando loro non sono in scena insieme.

Entrambe le protagoniste sono interpretate in una puntata da un'attrice più giovane: AnnaSophia Robb, reduce da The Act, è Elena da ragazza mentre Tiffany Boone, già tra i cacciatori di nazisti di Hunters, incarna Mia ai tempi dell'università. Nel ruolo del marito di Elena, unico maschio adulto rilevante della storia, c'è poi Joshua Jackson che inizialmente sembra vittima delle fissazioni della moglie ma che in realtà dimostra ben altro carattere. La sua rivelazione è tra le più interessanti della serie, perché mentre le due donne si combattono, il marito sa perfettamente come va il mondo e che in certe situazioni vince sempre chi ha i soldi. Purtroppo anche il suo ruolo, che avrebbe potuto offrire varianti al contrasto tra le due star, è piuttosto sacrificato.

Little Fires Everywhere, nonostante le lodevoli intenzioni, non riesce così mai a sollevarsi da una monotonia di fondo e da uno stile imbellettato ma mai penetrante. 