Anno | 2017 |
Genere | Cortometraggio |
Durata | 20 minuti |
Regia di | Riccardo Antonaroli, Matteo Nicoletta |
Attori | Matteo Nicoletta, Niccolò Senni, Giuseppe Ragone, Antonino Bruschetta, Giorgio Colangeli Marcello Magnelli, Sergio Zecca. |
MYmonetro | 2,97 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 29 maggio 2018
CONSIGLIATO SÌ
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Una coppia di aspiranti registi di cortometraggi, Giulio e Vincenzo, è in cerca, dopo l'ennesimo rifiuto di una sceneggiatura da parte del Ministero, di un''idea vincente. Decidono di affidare regia e ruolo da protagonista a un cugino di Vincenzo, Corradino, uno spastico su sedia a rotelle che verrà spacciato come un aspirante calciatore il cui sogno è ancora vivo.
Antonaroli e Nicoletta non sono degli esordienti nell'ambito del cortometraggio e quindi conoscono bene i meccanismi che, talvolta, possono favorire o meno un finanziamento pubblico.
Prendendo quindi spunto da una realtà non sempre edificante si prendono la soddisfazione di realizzare un corto al vetriolo suggerendo le strategie per ottenere sovvenzioni e premi. Giulio e Vincenzo (con il secondo all'attacco e il primo inizialmente recalcitrante) decidono di portare sullo schermo un disabile ma non solo... gli affidano anche la presunta regia del film. Perché? Perché la falsa coscienza di una società che emargina chi non è normodotato è pronta a commuoversi e a piangere lacrime di coccodrillo dinanzi a storie edificanti sul tema, salvo poi tornare tranquillamente ad emarginare. I due registi (quelli veri) sanno come mettere in scena il cinismo di chi sfrutta condizioni di disagio ai propri fini. Non mancano purtroppo, nell'ambito dello show business, esempi in tal senso mascherati da promozione e sostegno della disabilità.
Antonaroli e Nicoletta vanno anche oltre e, grazie all'autoironica partecipazione dell'interessato, prendono in giro Giorgio Colangeli che viene presentato come il marchio di garanzia per chi voglia farsi approvare la sceneggiatura di un corto. Se c'è lui nel cast il finanziamento è garantito. I due poi, sapendo che non è andata così, si prendono anche un rischio perché aprono il film con Ninni Bruschetta che qualche spettatore malevolo potrebbe vedere come il 'loro' punto di appoggio per la realizzazione del progetto. Ma è proprio grazie a questo mix di strali ben mirati e a un finale che conferma l'assunto che Cani di razza si colloca nella non amplissima categoria dei corti italiani di qualità.