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Ultimo aggiornamento martedì 14 febbraio 2017
Il regno di Nicola III è crollato e una tempesta blocca la viabilità aerea. Da Istanbul il re deve rientrare in Belgio a piedi. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, In Italia al Box Office Un re allo sbando ha incassato 150 mila euro .
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Il Re Nicola III è una persona sola, che ha la netta sensazione di vivere una vita non sua. Insieme ad un regista inglese, Duncan Lloyd, incaricato dal Palazzo di ravvivare l'ingrigita immagine della monarchia, parte per una visita di Stato a Istanbul. Proprio mentre si trova in Turchia arriva la notizia che la Vallonia, la metà meridionale del Belgio, si è dichiarata indipendente. Il Re non si perde d'animo e decide di tornare di tornare rapidamente in patria per salvare il suo regno. Proprio mentre si sta organizzando il rientro, si scatena una tempesta solare che mette fuori uso le comunicazioni e il traffico aereo. I telefoni non funzionano più, gli aerei restano a terra. A peggiorare le cose, la sicurezza turca respinge seccamente la proposta del Re di tornare via terra. Ma il Re non demorde e inizia un viaggio avventuroso attraverso l'est Europa.
Se domandaste in famiglia il nome dell'attuale re del Belgio è facile immaginare che non ci sarebbe un coro di risposte esatte. Lo stato dell'Europa centrale è purtroppo stato al centro dell'attenzione mondiale per gli attentati dell'Isis e, in un passato abbastanza recente anche se in misura meno accentuata, anche per un'altra ragione.
Per 541 giorni, dopo le elezioni del 2010 Bruxelles non ha avuto un governo. È quindi interessante che, dopo Dio esiste e vive a Bruxelles, da quel Paese ci giunga un film che lavora sul filo del surreale.
I due registi (che nascono come documentaristi) hanno dimostrato di ben conoscere la gestione di materiale allegorico con La quinta stagione e ora si misurano con un on the road turco-balcanico al cui centro mettono un re che non intendono esporre alla berlina, preferendo andarne a leggere, anche nelle situazioni più comiche o grottesche, la solitudine di essere umano e di esponente politico.
Lo fanno con la giusta dose di leggerezza anche se, la loro rappresentazione della Turchia è ormai purtroppo superata dagli eventi estivi. Tra una fuga in abiti femminili e l'incontro con un cecchino serbo giocano sul tema della messa in scena, affidando a un regista che conosce le frustrazioni professionali, il compito di raccontare un re (immaginario ma non troppo).
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Se questa era la pellicola più divertente in mostra a Venezia, non oso immaginare le altre. Avrò riso due volte, sorriso tre; gli sbadigli invece non si contano. Una storia surreale con cui era difficile fare un film noioso è invece una lenta sequenza di riflessioni mollicce e dialoghi scialbi, tra personaggi sballottati in un viaggio assurdo, ma reso banale e fiacco da una regia [...] Vai alla recensione »
Una commedia ironica , che induce al sorriso e al buon umore ,più che alla riflessione sulle condizioni descritte nel film, dell’Europa e degli stati appartenenti all’unione di fatto, come il Belgio e a quelli aspiranti ad entrarvi come la Turchia. Quando un film affronta tematiche più complicate di quelle che il regista voleva affrontare con [...] Vai alla recensione »
Non sono un critico e non sono belga non mi permetto di analizzare in profondità il film che a me è piaciuto. Finalmente si può ridere con arguzia e semplicità. Un bel film che consiglio anche a coppie e famiglie con bambini perchè si esce dalla sala con il buonumore e la soddisfazione di aver speso bene soldi e tempo.
IL COMMENTO DI UN PENSIONATO AL CINEMA La coppia d registi i belgi Peter Bronsens e Jessica Woodwoorth, non devono avere molto a cuore la monarchia del loro paese, per cui hanno deciso di girare un simpatico film, in cui si divertono a mettere alla berlina il loro attuale Re Filippo del Belgio (Il titolo originale della pellicola è infatti King of Belgians).
Film delicato e intelligente. Mai banale, mostra il contrasto interiore di un sovrano al posto sbagliato nel momento sbagliato attraverso lo spassoso racconto delle vicissutini che vive insieme alla sua variegata compagnia. Ci è piaciuto! A quando il sequel???
Dopo aver apprezzato LA QUINTA STAGIONE, confermo e ribadisco il mio amore per quest'attore e per i due registi che con questo piccolo gioiello mi hanno riscaldato il cuore.
Il film è davvero simpatico, pieno di idee originali. Riflette sull'attualità senza mai prendersi sul serio. Battute memorabili e attori strepitosi. A Venezia ha fatto divertire moltissimo il pubblico! Da vedere!
Ho visto questo film a Venezia e l'ho trovato molto carino. Spassoso e divertente, trovo abbia una comicità delicata e mai sguaiata, cosa spesso rara da trovare nelle commedie. Alla proiezione a cui ho partecipato era inoltre presente il cast che si è rivelato simpaticissimo e molto disponibile con il pubblico. Commedia assolutamente consiglia!!
Un film naif che non diverte e non convince, la noia la fa da padrone.
Un film paradossale, lento e noioso, per chi ama il naif.
Una commedia geniale e fresca. Il cinema belga sta vivendo davvero un bel momento. Si ride con intelligenza, da non perdere!
Premetto che ho visto solo la prima metà del film, in quanto inguardabile sia per la qualità in sè, sia per la telecamera in spalla, da mal di testa assicurato. Che dire?.. Regia pessima, attori insiginificanti o almeno insignificanti sicuramente per le inquadrature, sceneggiatura banale, fotografia zero.. Indubbiamente uno dei peggior film che abbia mai visto
Nicolas III, sovrano del Belgio, è a Istanbul in visita ufficiale accompagnato da un regista inglese incaricato di documentare il viaggio e di restituire del re un ritratto rassicurante per il suo popolo. Nel bel mezzo degli appuntamenti turchi, giunge notizia che i Valloni hanno dichiarato l'indipendenza e il Paese è in preda al caos. Il monarca deve rientrare immediatamente ma una tempesta solare [...] Vai alla recensione »
A prima vista Un re allo sbando (King of the Belgians, in concorso l'anno passato nella sezione Orizzonti di Venezia) è soltanto una stravaganza pura e semplice. Uno scolorito monarca europeo, Nicolas terzo del Belgio, si reca in visita di stato in Turchia: svogliato e assente, pura rappresentanza senza alcuna voce in capitolo, ammaestrato dal capo del protocollo reale e dalla responsabile delle pubbliche [...] Vai alla recensione »
Ma il palazzo siamo noi», protesta Carlos DeVos (Titus DeVoogdt), valletto personale di re Nicolas III del Belgio (Peter Van den Begin). Dalla corte cli Buxelles è appena giunta la notizia, anzi l'ordine: "il palazzo" ha deciso che non si faccia più niente del film commissionato a Duncan Lloyd (Peter van der Houwen). Compito del regista inglese sarebbe stato documentare e asseverare ai belgi la maestà [...] Vai alla recensione »
Prima allo sbando va una nazione, il Belgio: i valloni hanno deciso di separarsi dai fiamminghi. Ecco perché c'è pure Un re allo sbando, come dice bene il titolo: è Nicolas III, mentre in Turchia si attarda in una visita di Stato che non ha più senso. Il senso sarebbe quello di rientrare subito nell'ex-Paese per tentare di salvare la corona. Ma ci si mette contro pure l'atmosfera: gli aerei non possono [...] Vai alla recensione »
Il Belgio è come un bottone che tiene unita una camicia». A parlare è Duncan Lloyd, regista del documentario, anzi del mockumentary su cui è fondato il geniale Un re allo sbando (King of the Belgians) interpretato dall'ottimo e dolente Peter Van der Houwen. Non ci crederete, ma mentre lo fa è alla deriva su una barca serba, sta per arrivare in Albania perché ha sbagliato strada e sta interrogando il [...] Vai alla recensione »
Per migliorare l'immagine pubblica del marito, Nicolas III, la regina del Belgio ingaggia un documentarista britannico per realizzare un film su di lui. L'obiettivo? Mostrare al mondo la magnanimità del re, la sua spontaneità e il suo sorriso. Faccia davanti alla cinepresa, circondato dalla sua corte di valletti, ciambellani e uffici stampa, quest'uomo un po' semplicione fa il suo lavoro.
II Re dei Belgi, come recita il titolo originale di questo esilarante finto documentario scoperto a Venezia (più commedia "on the road" che mockumentary), è uno spilungone con l'aria assente di chi ha perso di vista il proprio vero Io da molti anni. E si vedrà costretto a riscoprirlo durante una fuga surreale attraverso l'Europa, quando un colpo di stato spacca in due il Belgio proprio mentre lui, [...] Vai alla recensione »
Zero soldi, idee geniali. La corda pazza dei belgi, che spiegano ai turchi la democrazia in regalo, un modellino dell'Atomium, Expo 1958. I valloni dichiarano l'indipendenza - "siamo stufi". Non partono gli aerei, il sovrano dovrà farsi tutti i Balcani per risolvere l'emergenza. Prima tappa: gonna e riccioletti da Sirena del mar Nero, gruppo di folclore bulgaro. da Il Foglio, 5 settembre 2016
«Voi in Belgio, non avete saputo tenere insieme un paese così piccolo». «Parlate voi dei Balcani». Un ex criminale di guerra serbo e un re belga in fuga, entrambi ubriachi, tirano una riga tra l'Europa di oggi e di ieri. Di venti-venticinque anni fa, quando la guerra di etnia e religione sembrava confinata ai Balcani post Guerra Fredda, quando l'Europa rimase a guardare quel genocidio e tentò il [...] Vai alla recensione »
Il film più pazzesco (e pazzescamente divertente) di tutta la Mostra c'è già. S'intitola "King of the Belgians", Re dei Belgi, di Peter Brosens e Jessica Woodworth e, benché sia fuori concorso (nella sezione Orizzonti), si aggiudica già fin d'ora il Leone d'oro del paradosso. Si inizia a Istanbul dove Nicolas III, Re dei Belgi, è in visita di Stato accompagnato dal consigliere diplomatico, dall'addetta [...] Vai alla recensione »
In visita in Turchia il re belga Nicolas III apprende che il suo paese non esiste più. La Vallonia ha dichiarato la sua indipendenza e per il monarca urge far ritorno a casa. Causa tempesta solare, però, gli aerei sono fuori uso e, in più, la sicurezza turca non lo vuole far partire. Occorre fuggire, iniziando un viaggio grottesco, insieme al suo entourage e a un regista britannico che sta girando [...] Vai alla recensione »
Re del Belgio, silenzioso e scettico, immaginario quanto il protagonista Van den Bogen è però somigliante al vero Filippo, in visita in Turchia resta vittima di un blocco aereo. Con il seguito affronta il ritorno via Balcani per soccorrere la sua nazione, dove la Vallonia è in rivolta. Il punto di vista è nella cinepresa del documentario che sta girando un fotografo.