Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 54 minuti |
Regia di | Gianni Amelio, Cecilia Pagliarani |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 dicembre 2015
Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani realizzano un documentario dedicato al mondo della scuola.
CONSIGLIATO SÌ
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Com'era la scuola primaria italiana agli inizi del secolo scorso? Com'era nel Ventennio, nell'immediato dopoguerra, negli anni Cinquanta, agli inizi del boom? Ce lo ricordano Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani che in Registro di classe - libro primo 1900-1960 (cui seguiranno altri capitoli) ripercorrono il passato dell'istituzione scolastica nazionale attingendo a piene mani agli archivi dell'Istituto Luce-Cinecittà (produttore di questo film di montaggio) e di Rai Teche (Rai Cinema e Rai Com collaborano con il Luce alla produzione) ma anche ad altri archivi storici, fra cui quello del M.I.U.R. e la Casa della memoria. Ne emergono servizi giornalistici, cinegiornali, fotografie, sussidiari e sillabari che vanno a comporre un affresco dell'Italia vista all'altezza dei banchi di scuola, e centinaia di visi di bambini, grembiuli stazzonati, maestre piene di buone intenzioni (e di buon senso), genitori intimiditi dall'istituzione scolastica.
Attraverso questa ricostruzione ricordiamo i problemi che hanno ostacolato il percorso della scuola italiana, dall'analfabetismo che nel 1950 riguardava ancora un ottavo della popolazione nazionale, alla comunicazione difficoltosa fra gli insegnanti e i loro alunni abituati al dialetto e incapaci di esprimersi in italiano corretto o, come lo chiama un bimbo nel documentario, "italiano giusto"; dalla disparità fra le scuole del nord e quelle del sud, con quelle del centro a fare da apripista verso il futuro, alle classi differenziali in cui gli studenti con ritardi cognitivi venivano isolati da quelli "normali"; dalla preparazione insufficiente dei docenti in tema di pedagogia al lavoro minorile, il vero "obbligo" per chi doveva "aiutare in famiglia" anche a 10, 12, 14 anni. E Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini fanno due brevi ma memorabili interventi, ricordandoci di quali maestri avrebbe bisogno la nostra scuola per essere davvero "buona".
Il meticoloso lavoro di ricerca di Pagliarani con Nathalie Giacobino estrae documenti importanti come pepite da una miniera, per farci riflettere su come eravamo e come potremmo diventare. Registro di classe tiene il conto dei buoni e dei cattivi, e soprattutto testimonia l'esistenza di un elenco degli esclusi, ovvero tutti coloro che, essendo nati nel "posto sbagliato", si sono visti negare quell'istruzione teoricamente accessibile a tutti, o hanno subìto ritardi imperdonabili nel loro percorso didattico: memorabile la bambina siciliana di nove anni ancora analfabeta, a dispetto del suo sguardo fiero e intelligente. Indimenticabili anche quelle liste che, accanto al nome dell'alunno, indicavano la professione del padre (giacché la madre era sempre casalinga o domestica) e consegnavano i bambini alla serie A, B o zeta, ieri come oggi.