Mira Segal si sveglia di soprassalto, e si lascia sfuggire un grido, notando che il marito Benny è scomparso. Quel che è successo a Benny è riconducibile al sogno di Mira. Passato lo shock iniziale, la donna comincia a cercarlo tappezzando la città con manifesti raffiguranti il volto del marito. Nel frattempo i mesi passano, ma Benny non torna. A poco a poco, Mira sembra trarre qualche soddisfazione dalla situazione.
Il film crea un'atmosfera che assume dimensioni oniriche, in cui i limiti tra sogno e realtà sono talmente labili da essere confusi con i livelli di percezione della protagonista. Gradualmente, l'incubo di Mira si trasforma in un sogno che vorrebbe fosse vero. L'intensità con cui viene percepita la vita di tutti i giorni, le impostazioni quasi bizzarre, le prospettive insolite colte dalla Macchina da presa, l'accelerazione e i rallentamenti nello svolgimento della narrazione e l'uso parsimonioso di una colonna sonora composta appositamente per il film, sono gli strumenti con i quali lavora Idan Haguel, strumenti che trovano nel film la forma d'arte più appropriata per rappresentare ciò che accade nei sogni.