Titolo internazionale | Three Touches |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Regia di | Marco Risi |
Attori | Massimiliano Benvenuto, Leandro Amato, Emiliano Ragno, Vincenzo De Michele Antonio Folletto, Gilles Rocca, Matteo Branciamore, Francesca Inaudi, Jonis Bascir, Luca Argentero, Marco Giallini, Claudio Santamaria, Paolo Sorrentino, Maurizio Mattioli, Massimiliano Rossi, Valentina Lodovini, Gianfranco Gallo, Alessia Alciati, Ilaria Camplone, David Carrozzo, Letizia Ciampa, Martina Codecasa, Ida Di Benedetto, Manuel Ferrarini, Marco Guadagno, Marcello Magnelli, Catrinel Marlon, Tony Ofori, Roberta Procida, Lucia Rossi, Gianfranco Salemi, Evan Stern, Gianluca Valente. |
Uscita | giovedì 13 novembre 2014 |
Distribuzione | Ambi Pictures |
MYmonetro | 2,53 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 6 aprile 2018
La storia della squadra di calcio formata da attori/registi (tra cui lo stesso Risi) e fondata negli anni Settanta da Pier Paolo Pasolini.
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CONSIGLIATO NÌ
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Max ha quarant'anni e aspetta da sempre il ruolo della vita, Leandro interpreta un trans e drammatizza il suo passato politico in un teatro di Napoli, Emiliano è un doppiatore che sogna il cinema e un flirt con Valentina Lodovini, Vincenzo è un miserabile che 'prega' Dio per un provino e poi abusa delle donne, Gilles è un attore di fotoromanzi che vive la vita come in un fotoromanzo, Antonio è un giovane attore teatrale che spende la sua giovinezza con una vecchia attrice dimessa dal palcoscenico e dalla vita. Rivali nella professione ma compagni in campo, i sei aspiranti attori resteranno una promessa non mantenuta.
Qualcosa di importante non funziona nei Tre tocchi di Marco Risi, qualcosa che respinge per tutta la durata del film e che poi improvvisamente una canzone di Francesco De Gregori emerge e chiarisce. Perché "La valigia dell'attore" interrompe lo smarrimento e 'costruisce' un senso sulle rovine di un film e di una città abitata un tempo dalle storie del cinema. Ambientato quasi interamente a Roma e attraversato da un rigor mortis, Tre tocchi fallisce dove riesce De Gregori, cantando il mestiere dell'attore, arrivando a parteciparlo e a comunicarlo "oltre il buio che c'è". Abbozzati, imprecisi, incolori e qualche volta deprecabili (Vincenzo), i personaggi e le situazioni narrative annullano le consuete dinamiche empatiche, privando lo spettatore del tempo e del modo di entrare in ognuno dei micro racconti che abitano. Lo sforzo interpretativo dei protagonisti, tutti ugualmente enfatici, collassa a contatto con un oggetto narrativo difficilmente identificabile e sospeso tra una vita di imprecazioni e un campo di calcio. Ispirato da un'esperienza personale e dall'impegno sportivo di Pier Paolo Pasolini, in quelle occasioni offerte dalle borgate e da un pallone che si faceva volare e correre, senza contrasti e magari senza mai segnare un goal, Tre tocchi è privo degli argomenti (e dall'argomentazione) che si chiama a rappresentare. Manca il calcio che richiama fin dal titolo ma di cui non coglie i rimbalzi, la performance, il territorio, il linguaggio sacro e poetico. Manca ancora la grazia che Risi cerca 'grevemente' senza trovarla come il suo il pusher ballerino, a cui toccano battute discriminanti che sposano il luogo comune che i danseur siano (in)discutibilmente gay. A Vincenzo De Michele e Gilles Rocca spetta invece 'marcare' il ruolo della donna come oggetto sessuale, ignorando qualsiasi capacità intellettuale e riducendola a puro strumento di diletto sessuale. Ida Di Benedetto, Valentina Lodovini, Francesca Inaudi, Alessia Alciati, Martina Codecasa realizzano loro malgrado nei sogni o nell'intimità del quotidiano, le chiacchiere da spogliatoio di un gruppo di camerati disgraziati in cerca di autore. Un autore di forte impegno civile (Fortapàsc), capace di generare scandalo invece che consolazione, e che adesso preclude allo spettatore qualunque immedesimazione, qualsiasi congiunzione emotiva o logica. Quello che resta dopo la visione di Tre tocchi è uno sguardo attonito e carico dell'impossibilità di toccare altro che non sia la superficie delle figure che abbiamo osservato agitarsi sullo schermo. Tre tocchi perde il contatto con l'essenza, non è e con lui finiscono per non essere tutti i personaggi, che girano a vuoto e si affidano alla rappresentazione: una fila di cliché e situazioni standard. A restare è solo la bella canzone di De Gregori, che cattura la bellezza del gesto e l'effimero senso dell'interpretare una possibile alterità "nel camerino già vecchio tra un manifesto e lo specchio".
TRE TOCCHI disponibile in DVD o BluRay |
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ecco un film che non si può ingabbiare in alcun genere e che "genere" lo fa per conto suo. Se volete una trama classica, al sicuro nelle vostre certezze, NON vedete questo film. Era Grace Paley che diceva: “La trama, la linea assoluta tra due punti, roba che ho sempre disprezzato. Non per ragioni letterarie, ma perché non lascia speranze. Chiunque di noi merita un destino aperto nella vita A tutti [...] Vai alla recensione »
I tre tocchi - recensione Un film dove la settima arte si sprigiona in tutta la sua essenza, è lo sguardo di Marco Risi che penetra il Cinema attraverso il Cinema, sfondando le barriere di schemi e logiche che rispondono solo ad un mero e discutibile gioco di un miope mercato. Come Pirandello porta in scena Sei personaggi in cerca di autore, facendo teatro nel teatro, Risi [...] Vai alla recensione »
Tre Tocchi regala emozioni e offre al pubblico qualcosa di assolutamente prezioso ed unico: lo sguardo di un grande regista sul mondo cinematografico dei nostri giorni Ciò si traduce in in un'opera tutt'altro che banale e inevitabilmente intrisa di passione. La qualità della colonna sonora, della regia, della sceneggiatura, offrono al pubblico divertimento e interesse, tenendolo [...] Vai alla recensione »
6 personaggi in cerca d'autore...La dura verità di chi vuol cercare di arrivare a diventare attore, 6 microstorie che hanno un unico punto in comune... 1 parte. Film da vedere assolutamente!
se un film deve mostrare cosa voglia dire sentirsi umani, questo è un bel film .Sono tutti personaggi che cercano la propria identità ,attraverso la recitazione. Essere uomini, non persone. Film elegante, piacerà a chi ha amato Boris. Sopra tutti, l'attore Leandro Amato
E' un film vero dove rivive il Cinema di Pier Paolo Pasolini. Uno spaccato delle realtà sociale attuale che coinvolge i sogni e le speranze di sei tra centinaia di giovani attori che aspirano ad inserirsi nel campo cinematografico. Gravi le difficoltà e le ripercussioni sulla vita di tutti i giorni. Grande Marco Risi e i sei attori protagonisti.
ottimo. finalmente il cinema d'autore ma per tutti.
Un film coraggioso e indipendente profondamente umano. Un film che indagando nel profondo le dinamiche esistenziali di coloro che scelgono di "essere attori" tra frustrazione e senso di incompiuto, rabbia e compromessi, riesce a regalarci momenti di grande cinema.
Marco Risi mette in scena il dolore dei nostri tempi, raccontando la storia di sei attori, le cui vite si intrecciano sul campo di calcio e nella spasmodica ricerca di un provino, di un'occasione. Un film corale mai scontato, diretto e recitato in maniera eccellente. Assolutamente da vedere.
Un film coraggioso e indipendente ma soprattutto profondamente umano, un film che si spinge oltre indagando nel profondo le dinamiche esistenziali di coloro che scelgono di essere attori tra sfrustrazione e senso di incompiuto;, rabbia e compromessi. Sopra tutti la prova di Leandro Amato
Un bel Film certamente dove un giovane attore più riconoscersi nei suo personaggi. Bella anche la musica ma più di ogni latra cosa si vede il tocco del regista Marco Risi. Peccato la fotografia, un pò banale e scontata. Comunque sono contento di averlo visto. Ho desistito dal afre l'attore un pò di anni fa e ora sono contento di fare altro ma, in quei ragazzi mi sono [...] Vai alla recensione »
Una pura riflessione di questa società...si intrecciano le vite..le speranze i problemi...in fondo di noi stessi!!
Che dire di questa opera? Non sono gli attori e la loro bravura che mancano ma registi titubanti di mettersi alla prova. Molti di questi protagonisti li vediamo interpretare ruoli comici, daltronde se hai scelto di fare l'attore devi accettare quello che ti propongono. L'augurio è che trovi la distribuzione all'estero. Risi non fa molti film ma quei pochi sono di eccellenza.
Vita da attore di seconda fila. Provini umilianti. Attese sfibranti. Lavoretti tanto per campare. Amanti sempre sbagliate, troppo anziane, troppo possessive, troppo succubi, troppo superiori. E quando un regista finalmente ti convoca, magari ha altri fini. Per fortuna c'è la passione. I brani celebri recitati a memoria. I sogni di gloria. E poi i colleghi, tutti più o meno sfortunati, con cui ritrovarsi [...] Vai alla recensione »
Risulta evidente che Marco Risi, sempre sorprendente nel suo eclettismo e nella sua curiosità, volesse realizzare un film se non proprio di sperimentazione, libero e agile. A partire dagli appuntamenti in campo con la squadra di calcio degli attori, a un certo punto il regista ha selezionato alcune storie. Ne ha messe in scena sei con uno stile nervoso e frammentato, alternando l'impegno sportivo, [...] Vai alla recensione »
Sei personaggi in cerca d'autore, o meglio, 6 attori sconosciuti in cerca di registi, che almeno uno ne hanno trovato. Alle loro (talvolta strazianti) storie ed esistenze si è infatti appassionato Marco Risi, che tali interpreti alla periferia di notorietà ha incontrato su un campo di calcio, hobby che li accomuna in una squadra dilettantistica. Ne ha ascoltato le vicende, le speranze e le delusioni, [...] Vai alla recensione »