corrado
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lunedì 24 aprile 2023
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penoso
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Trattasi di Noè.
Il film più brutto che ho visto negli ultimi anni.
Se Dio avesse visto il film prima del diluvio, mica lo salvava Noè.
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giovanni
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domenica 7 novembre 2021
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videogame
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Sembra un videogame, e come tale potrebbe anche essere bello, però si prende tremendamente sul serio, cosicché finisce pere essere ridicolo.
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great steven
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martedì 26 novembre 2019
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il diluvio universale secondo aronofsky.
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NOAH (USA, 2014) di DARREN ARONOFKSY. Interpretato da RUSSELL CROWE, JENNIFER CONNELLY, EMMA WATSON, ANTHONY HOPKINS, RAY WINSTONE, LOGAN LERMAN
La macchina da presa percorre il Creato, lanciata in carrellate su lirismo ad archi. Il punto di vista non è quello dei serpenti o degli uccelli, bensì di voce che li richiama all’Arca, alla salvezza, alla vita. Aronofsky è il creatore, e come Creatore non può rispettare il senso della misura, il limite umano, la rinuncia alla sovrabbondanza nella sua messa in scena d’una parte della Genesi. Delirio di onnipotenza? A tratti potrebbe sembrare di sì, ma i punti in comune col cinema di Mel Gibson, che molti critici hanno notato, si riducono perlopiù all’assunzione di quel già citato punto di vista che vorrebbe dedurre codici, postulati, forme, sottotesti e grammatiche per reinventarsi il linguaggio cinematografico o addirittura comporlo secondo una vera e propria Genesi.
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NOAH (USA, 2014) di DARREN ARONOFKSY. Interpretato da RUSSELL CROWE, JENNIFER CONNELLY, EMMA WATSON, ANTHONY HOPKINS, RAY WINSTONE, LOGAN LERMAN
La macchina da presa percorre il Creato, lanciata in carrellate su lirismo ad archi. Il punto di vista non è quello dei serpenti o degli uccelli, bensì di voce che li richiama all’Arca, alla salvezza, alla vita. Aronofsky è il creatore, e come Creatore non può rispettare il senso della misura, il limite umano, la rinuncia alla sovrabbondanza nella sua messa in scena d’una parte della Genesi. Delirio di onnipotenza? A tratti potrebbe sembrare di sì, ma i punti in comune col cinema di Mel Gibson, che molti critici hanno notato, si riducono perlopiù all’assunzione di quel già citato punto di vista che vorrebbe dedurre codici, postulati, forme, sottotesti e grammatiche per reinventarsi il linguaggio cinematografico o addirittura comporlo secondo una vera e propria Genesi. Il regista dimostra prolissità e autocompiacimento nell’elaborazione di un contesto che pecca per pacchianeria ed effetti speciali fuori luogo per la loro debordante insistenza, ma non lo si può calunniare per la scelta di un cast in cui brillano ottimi attori, che regalano ciascuno una performance di incredibile pregio. Quanto all’atmosfera da rilevare loro attorno, vi sono più rimandi alla cosmologia contemplativa di Terrence Malick (osservata in The Tree of Life) o agli universi naturalistici tolkieniani che non a riferimenti biblici di tipo schietto: è un peccato, infatti, che Hollywood debba sempre soggiacere alle sue personali interpretazioni dei testi sacri e di quelli mitologici quando intende mirare alto con un’opera colossale, e problemi di questo genere s’erano già verificati negli anni addietro a causa di Troy e Alexander, e con risultati alquanto imbarazzanti per la fedeltà all’originale. Ma Noah punta sulla recitazione di base, che parte senz’altro col piede giusto, per raccontare il Diluvio Universale: l’assassinio di Abele; la nascita dei tre figli maschi di Noè; l’arrivo sull’Arca di mammiferi, uccelli e rettili; l’incantesimo compiuto da Matusalemme per rendere fertile la figlia adottiva di Noè e sua moglie; la nascita delle due gemelle; gli episodi che ebbero luogo quando le immani piogge cessarono. Crowe potente e convincente, Connelly intensa, Winstone perfetto nei panni del mefistofelico capo-bracconiere Tubal-cain, Watson e Lerman adattissimi ad incarnare i giovani Ila e Cam. E poi c’è il Matusalemme di A. Hopkins: un omaggio che l’attore ha fatto alla sua maturità di interprete navigato. Le immancabili differenze dall’originale ecclesiastico sono arrivate come ci si aspettava e purtroppo la colonna sonora riesce affastellata e sgargiante, ma in compenso la tensione narrativa che si accumula sequenza dopo sequenza è degna dei miglior thriller degli ultimi tempi, e non solo. Non funziona a dovere, tuttavia, la dialettica del discorso sull’uomo: già dopo la prima metà si intravedono e percepiscono drastiche morali ecologistiche e politiche, che favoriscono la Natura e guardano con occhio cattivo e ottuso all’uomo (Noè salva i fiorellini e preserva gli animaletti, mentre i suoi simili è disposto a ucciderli a sangue freddo). Questa interpretazione, che privilegia il Dio punitivo del Vecchio Testamento, è il motivo principale di una sceneggiatura che sviluppa una storia a tratti logorroica e monumentale. Come ribadito, si salvano gli attori, e insieme a loro parte dei contributi tecnici (montaggio e fotografia soprattutto).
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vittorioso
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domenica 4 agosto 2019
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ridicolo
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Ho riso dal'inizio alla fine del film, non credo ci siano pellicole più idiote di questa. Stravolgere malamente una favola religiosa per soddisfare l'ignorante attenzione dei cowboys. Patetico.
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stefanocapasso
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mercoledì 2 gennaio 2019
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tra il bene e il male c'è l'amore
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Darren Aronofsky traspone una parte della Bibbia, l’episodio di Noè fino al Diluvio Universale usando un linguaggio fantasy, interpretando in alcuni tratti con libertà pur rimanendo sostanzialmente fedele al testo.
Noè si trova, ultimo discendente della sua stirpe, in un mondo ormai caduto in disgrazia, governato dai discendenti di Caino che sono interessati solo all’immediato, alla conquista e al potere. Per questa ragione riceve dal Creatore l’indicazione di un imminente cataclisma che attraverso l’acqua purificherà la terra, e a lui spetta il compito di salvare coppie di esemplari di animali che ripopoleranno la terra. Il dilemma sorge quando i suoi stessi familiari capiranno che l’uomo è escluso e quindi non potranno avere discendenza.
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Darren Aronofsky traspone una parte della Bibbia, l’episodio di Noè fino al Diluvio Universale usando un linguaggio fantasy, interpretando in alcuni tratti con libertà pur rimanendo sostanzialmente fedele al testo.
Noè si trova, ultimo discendente della sua stirpe, in un mondo ormai caduto in disgrazia, governato dai discendenti di Caino che sono interessati solo all’immediato, alla conquista e al potere. Per questa ragione riceve dal Creatore l’indicazione di un imminente cataclisma che attraverso l’acqua purificherà la terra, e a lui spetta il compito di salvare coppie di esemplari di animali che ripopoleranno la terra. Il dilemma sorge quando i suoi stessi familiari capiranno che l’uomo è escluso e quindi non potranno avere discendenza.
Il tema centrale del film è l’eterna battaglia tra il male e il male, esposti in due estremi evidenti, gli uomini che pensano esclusivamente all’oggi e a soddisfare le proprie necessità immediate e Noe che al contrario è totalmente assorto nel suo intento spirituale di pulizia e redenzione. In entrambi i casi l’eccesso porta a dimenticare ciò che è più importante per gli uomini: l’amore. Rinunciando a ideali per ascoltare il sentimento permette cosi agli uomini di ricominciare il percorso di crescita e sviluppo
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danielmcloud
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lunedì 24 dicembre 2018
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allarmante questo film
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Filmato completamente lontanto dall'insegnamento Biblico, si passa da angeli cacciati dal regno celeste per essere stati punuti perchè volevano aiutare l'uomo, quando la Bibbia dice chiaramente che scelsero la forma umana per estrema lussuria, data la loro infatuazione per le belle donne umane, ad altri enormi errori temporali, nonchè, e cosa più grave, una visione e posizione di Dio Onnipotente che rimane incerta e molto dubbia.
Angeli cacciati dal cielo, ovvero demoni, demoni in forma di elementale di terra, che aiutano Noè a costruire l'arca.
Confusione totale, che toglie una gran fetta di moralità biblica per rimpiazzarla con idee assurde.
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Filmato completamente lontanto dall'insegnamento Biblico, si passa da angeli cacciati dal regno celeste per essere stati punuti perchè volevano aiutare l'uomo, quando la Bibbia dice chiaramente che scelsero la forma umana per estrema lussuria, data la loro infatuazione per le belle donne umane, ad altri enormi errori temporali, nonchè, e cosa più grave, una visione e posizione di Dio Onnipotente che rimane incerta e molto dubbia.
Angeli cacciati dal cielo, ovvero demoni, demoni in forma di elementale di terra, che aiutano Noè a costruire l'arca.
Confusione totale, che toglie una gran fetta di moralità biblica per rimpiazzarla con idee assurde.
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elisarenaldin
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lunedì 17 aprile 2017
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che c'entra con la bibbia?
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NOAH, un film non facile da realizzare, per una tematica scivolosa come una saponetta. Ogni tema biblico pone di fronte al dilemma se creare una rappresentazione realistica e attinente ai racconti, o se creare una rappresentazione ideale, a tratti onirica, sulla base delle proprie suggestioni personali. Ed è quello che il regista credo abbia voluto fare. Di drammoni biblici se ne sono già visti, e ci vuole un po' di intraprendenza per creare qualcosa di nuovo. I "Vigilantes" rappresentano in realtà gli Elohim, giganti di cui parla il vecchio testamento, figure misteriose e ben poco definite che vengono qui raffigurate come una sorta di enormi androidi robotizzati.
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NOAH, un film non facile da realizzare, per una tematica scivolosa come una saponetta. Ogni tema biblico pone di fronte al dilemma se creare una rappresentazione realistica e attinente ai racconti, o se creare una rappresentazione ideale, a tratti onirica, sulla base delle proprie suggestioni personali. Ed è quello che il regista credo abbia voluto fare. Di drammoni biblici se ne sono già visti, e ci vuole un po' di intraprendenza per creare qualcosa di nuovo. I "Vigilantes" rappresentano in realtà gli Elohim, giganti di cui parla il vecchio testamento, figure misteriose e ben poco definite che vengono qui raffigurate come una sorta di enormi androidi robotizzati. Le intuizioni di Noè trovano espressione in bellissimi e originali sogni, frutto del suo inconscio che parla in simboli. Le ragioni che giustificano il diluvio trovano origine in qualcosa di profondamente malato, che è andato storto, rappresentato da un'umanità già marcia nei valori a distanza di pochissimo tempo dalla creazione dell'uomo.
A tratti lento, decisamente poco credibile nella seconda parte, dove sfiora il B movie hollywoodiano tra lotte, massacri e ammazzamenti tra umani e non umani. Spettacolari le scene del diluvio. Ne esce un Noè ottuso e rigido sulle sue posizioni, addirittura un po' stupido, una figura tutt'altro che amabile e ispiratrice, degna rappresentante di qualsiasi integralista religioso. Verso l'agognato finale (ancora lontano) c'è un capolavoro di computer grafica che riassume in brevi momenti la nostra desolante storia millenaria, dalla genesi: è l'unica ragione per cui valga la pena di vedere il film. È durissima resistere fino al finale, intriso di drammi personali stupidi, insensati e perfettamente inutili. Nel complesso non è certo un film da rivedere: uno spreco e un peccato (anche per la bravura degli interpreti), poteva durare un'ora in meno ed essere veramente maestoso, e invece è un poema soporifero e mortale.
E.R.
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aristoteles
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venerdì 5 febbraio 2016
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gradevole spettacolo
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Da un punto di vista grafico ,anche grazie a inquadrature davvero sapienti,il film è davvero spettacolare.
Ambientazioni, volti, costumi,animali,maremoti,etc.,tutto fa brodo per l'occhio ammaliato dello spettatore.
Di contro, almeno per i miei gusti,vi sono troppe esagerazioni.
Lo stregone "Matusalemme",il quasi "Gladiatore" Noè, battaglie che ricordano "Il Signore degli Anelli",vicissitudini familiari portate all'estremo, etc.etc.etc.
Insomma si vira troppe volte verso l'americanata lussuosa.
Non che mi sia dispiaciuto, ma di biblico ho visto molto poco,compresa una spiritualità di fondo(sopratutto da parte di Crowe) che tende decisamente verso il fanatismo religioso.
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Da un punto di vista grafico ,anche grazie a inquadrature davvero sapienti,il film è davvero spettacolare.
Ambientazioni, volti, costumi,animali,maremoti,etc.,tutto fa brodo per l'occhio ammaliato dello spettatore.
Di contro, almeno per i miei gusti,vi sono troppe esagerazioni.
Lo stregone "Matusalemme",il quasi "Gladiatore" Noè, battaglie che ricordano "Il Signore degli Anelli",vicissitudini familiari portate all'estremo, etc.etc.etc.
Insomma si vira troppe volte verso l'americanata lussuosa.
Non che mi sia dispiaciuto, ma di biblico ho visto molto poco,compresa una spiritualità di fondo(sopratutto da parte di Crowe) che tende decisamente verso il fanatismo religioso.
Comunque,ripeto,per gli occhi è un piacere ed esorta lo spettatore a dare una rilettura alla storia originale.
Va bene così, anche se si poteva sviluppare un prodotto molto più interessante.
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paolin57
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sabato 9 gennaio 2016
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per esprimere un'opinione si può citare fantozzi.
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Questo polpettone, un mix tra una liberissima interpretazione biblica e il genere post-apocalittico di Mad Max, farebbe riconsiderare anche Fantozzi sulla corazzata Potemkin.
La prima parte è una specie di propaganda vegana dove ci sono i cattivi che sono i cacciatori, e i buoni che invece mangiano...beh non mangiano quasi mai nulla, qualche bacca o qualche seme che non si capisce da dove arrivi. Sì, perché il mondo descritto è un mondo arido, senza alcun tipo di vegetazione, dove gli uomini hanno tagliato anche tutti gli alberi (cattivissimi), anche se non si capisce per farne che cosa, visto che si vedono solo grotte e tende. Non ci sono campi né allevamenti, solo rocce. Ciò nonostante i cattivi (i carnivori) sono ben pasciuti e mangiano animali che evidentemente si nutrono di terra e sassi.
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Questo polpettone, un mix tra una liberissima interpretazione biblica e il genere post-apocalittico di Mad Max, farebbe riconsiderare anche Fantozzi sulla corazzata Potemkin.
La prima parte è una specie di propaganda vegana dove ci sono i cattivi che sono i cacciatori, e i buoni che invece mangiano...beh non mangiano quasi mai nulla, qualche bacca o qualche seme che non si capisce da dove arrivi. Sì, perché il mondo descritto è un mondo arido, senza alcun tipo di vegetazione, dove gli uomini hanno tagliato anche tutti gli alberi (cattivissimi), anche se non si capisce per farne che cosa, visto che si vedono solo grotte e tende. Non ci sono campi né allevamenti, solo rocce. Ciò nonostante i cattivi (i carnivori) sono ben pasciuti e mangiano animali che evidentemente si nutrono di terra e sassi. Non solo questi peccatori discendenti da Caino mangiano animali, ma quando vedono un altro umano lo ammazzano, così, per sport. Per giunta sono una quantità immensa di persone, migliaia o decine di migliaia di uomini che si dedicano allo stupro e al commercio di ragazze in cambio di quarti di pecora.
Insomma, lo stile della buona vecchia Gomorra, dove regnava il vizio ma anche il commercio, l'agricoltura e l'allevamento pare che non bastasse e qui nasce un sottotipo di peccatore totale che sgozza animali innocenti (sì, perché qui gli animali sono sempre innocenti, mentre i neonati meritano la morte) che appaiono dal nulla.
Vabbè, ma è la Bibbia, direte!
Nemmeno per sogno, la narrazione biblica è totalmente stravolta per far spazio ad una quantità di violenza gratuita che porta Noè a replicare i combattimenti di Frodo & C. contro gli orchi della terra di mezzo (poteva mai mancare il cattivone che vuole l'arca per sé?). Nella Bibbia il padre di Noè muore di morte naturale quando il figlio ha 595 anni; nel film, all'inizio del film, Lamech muore con Noè ancora bambino, ammazzato dall'antagonista che salirà sull'arca con lui e la sua famiglia (anche questa cambiata rispetto alla Bibbia) per non perdere il finale da thriller.
La seconda parte del film si reinventa la Bibbia a proprio piacere (come la prima) e non migliora certamente il livello di banalità del risultato.
Unica nota positiva: Russel Crowe e Ray Winstone sono all'altezza delle loro parti.
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ultimoboyscout
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sabato 8 agosto 2015
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il tempo del castigo è arrivato.
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Direttamente dalla Bibbia, è la storia di Noè che prepara, assieme alla sua famiglia, l'arca per affrontare l'imminente diluvio universale. Crowe e la Connelly, ovvero Noè e Emzara, tornano ad essere marito e moglie oltre dieci anni dopo "A beautiful mind" in un film a metà tra il fantasy e il cinecomic biblico, una storia apocalittica ambientata in un mondo di cui nessuno sa niente ed in cui il regista mette in scena quello che c'è immaginando il resto. Mette al centro la figura del Noè uomo più che del profeta e Crowe ha la stazza ed il carisma necessari per indossarne la barba oltre alla ruvidezza paterna e un po' selvaggia necessaria per evitare il deja-vù e reinventare una storia epica e colossale in un' esplosione di effetti speciali utili ad avvicinare i giovani al prodotto che molto probabilmente non piacerà ai cattolici di ferro ma non disturberà affatti i buoni cristiani.
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Direttamente dalla Bibbia, è la storia di Noè che prepara, assieme alla sua famiglia, l'arca per affrontare l'imminente diluvio universale. Crowe e la Connelly, ovvero Noè e Emzara, tornano ad essere marito e moglie oltre dieci anni dopo "A beautiful mind" in un film a metà tra il fantasy e il cinecomic biblico, una storia apocalittica ambientata in un mondo di cui nessuno sa niente ed in cui il regista mette in scena quello che c'è immaginando il resto. Mette al centro la figura del Noè uomo più che del profeta e Crowe ha la stazza ed il carisma necessari per indossarne la barba oltre alla ruvidezza paterna e un po' selvaggia necessaria per evitare il deja-vù e reinventare una storia epica e colossale in un' esplosione di effetti speciali utili ad avvicinare i giovani al prodotto che molto probabilmente non piacerà ai cattolici di ferro ma non disturberà affatti i buoni cristiani. Film complicatissimo da realizzare per il regista più anticonvenzionale di Hollywood, un misto di action e catastrofe che racconta paura e incanto della distruzione col tocco chiarissimo di Aronofsky che carica la pellicola grazie alla sua visionarietà e tentazioni indipendenti con un gusto assolutamente chiaro per la grandeur hollywoodiana che esplode nettissima negli scenari da urlo del film. Tutto questo casrico però, può diventare un fardello, trasformando il fantasy in un fantasy kitsch, un blockbuster ecologista più dalle parti di Tolkien che da quelle della Bibbia. Certo, Aronofsky cade in ipotesi impossibili e a tratti fuori luogo e c'è più verità in una sola immagine de "Il cigno nero" che in tutti "Noah", ma almeno ci risparmia la voce di Dio e comunque realizza un film coraggioso, ambizioso, visivamente e tecnicamente imponente e impeccabile che per apprezzare fino in fondo occorre che ci si lasci sorprendere dall'imprevisto.
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