Noah |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ray Winstone, Emma Watson, Anthony Hopkins.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 138 min.
- USA 2014.
- Universal Pictures
uscita giovedì 10 aprile 2014.
MYMONETRO
Noah
valutazione media:
2,79
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una storia vuota come l'impalcatura di un'arcadi Fabian T.Feedback: 16114 | altri commenti e recensioni di Fabian T. |
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martedì 15 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Grande esecuzione produttiva, misera (e spesso imbarazzante) resa narrativa. Questo film è solo vacua forma senza sostanza, puro pretesto - senza reali aperture logiche o interpretative - per un prodotto dai buoni effetti speciali ma drammaticamente priva d'anima. La sceneggiatura sembra scritta da un alunno delle Elementari durante la ricreazione. Rivisitare un personaggio mitico senza averne gli strumenti critici e creativi significa realizzare un prodotto sterile, inutile e mediocre. Quel che sconcerta ancor di più è quanto ha affermato lo stesso regista che ha visto il suo film come un nuovo "Noè" girato alla maniera de "Il signore degli anelli", con la differenza che il suo pseudo-fantasy pseudo-biblico non solo non ha nulla a che vedere con i temi e la grandiosità del fantasy tolkieniano ma non coglie neppure il significato simbolico insito nel racconto originale biblico. Oltre a ciò, nel XXI secolo ci si aspetterebbe anche un minimo di collegamento filologico con tutti gli altri miti (anche antecedenti a quello biblico) che hanno formulato e tramandato lo stesso racconto archetipico dando ai personaggi nomi differenti pur nel medesimo contesto di "Diluvio Universale". Qui allora sarebbe stato interessante innestare il discorso di mondi alternativi dove un unico misterioso evento viene vissuto su diversi piani umani, piuttosto che banalizzare e decontestualizzare un personaggio biblico trasformandolo in una marionetta nelle mani di una storia scialba priva di slancio e profondità. Non basta tanta acqua, tanti morti e tante espressioni truci e contrite di Noè (alle prese con una crisi psicologica piatta e scontata) per far riflettere su qualcosa. Non basta la quantità per fare la qualità. E anche un regista non credente come Aronofsky, che impegnandosi ha dimostrato di saper fare molto meglio, dovrebbe saperlo.
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