Dal punto di vista formale/estetico è ineccepibile, da quello dello script un po’ meno. Però questa pellicola, pur tra pregi e difetti, riesce a costruire un suggestivo universo fantasy digitale e d’atmosfera, sia all'interno dell'arca (realizzata in modo preciso e maestoso), sia al suo esterno. La sua dimensione spazio-temporale quasi astratta, non identificabile, rende efficace l'universalità del racconto – tratto dalla Genesi, ma spettacolare, apocalittico, epico – le scelte che i personaggi devono compiere, il rapporto controverso dell’Uomo con un Dio comunque imperscrutabile e silenzioso. L’opera, tematicamente vicina a “The Fountain” e “Il Cigno Nero”, non cerca la fedeltà totale al testo biblico, quanto una sua interpretazione che rielabori il senso ultimo dei grandi miti, qualunque sia la tradizione culturale o il credo religioso a cui appartengono.
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Dal punto di vista formale/estetico è ineccepibile, da quello dello script un po’ meno. Però questa pellicola, pur tra pregi e difetti, riesce a costruire un suggestivo universo fantasy digitale e d’atmosfera, sia all'interno dell'arca (realizzata in modo preciso e maestoso), sia al suo esterno. La sua dimensione spazio-temporale quasi astratta, non identificabile, rende efficace l'universalità del racconto – tratto dalla Genesi, ma spettacolare, apocalittico, epico – le scelte che i personaggi devono compiere, il rapporto controverso dell’Uomo con un Dio comunque imperscrutabile e silenzioso. L’opera, tematicamente vicina a “The Fountain” e “Il Cigno Nero”, non cerca la fedeltà totale al testo biblico, quanto una sua interpretazione che rielabori il senso ultimo dei grandi miti, qualunque sia la tradizione culturale o il credo religioso a cui appartengono. Tra scene deliranti, personaggi ostinati, dissociati/tormentati e un cast di grandi interpreti, il film resta comunque dignitoso.
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