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fabian t.
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martedì 15 aprile 2014
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una storia vuota come l'impalcatura di un'arca
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Grande esecuzione produttiva, misera (e spesso imbarazzante) resa narrativa. Questo film è solo vacua forma senza sostanza, puro pretesto - senza reali aperture logiche o interpretative - per un prodotto dai buoni effetti speciali ma drammaticamente priva d'anima. La sceneggiatura sembra scritta da un alunno delle Elementari durante la ricreazione. Rivisitare un personaggio mitico senza averne gli strumenti critici e creativi significa realizzare un prodotto sterile, inutile e mediocre. Quel che sconcerta ancor di più è quanto ha affermato lo stesso regista che ha visto il suo film come un nuovo "Noè" girato alla maniera de "Il signore degli anelli", con la differenza che il suo pseudo-fantasy pseudo-biblico non solo non ha nulla a che vedere con i temi e la grandiosità del fantasy tolkieniano ma non coglie neppure il significato simbolico insito nel racconto originale biblico.
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Grande esecuzione produttiva, misera (e spesso imbarazzante) resa narrativa. Questo film è solo vacua forma senza sostanza, puro pretesto - senza reali aperture logiche o interpretative - per un prodotto dai buoni effetti speciali ma drammaticamente priva d'anima. La sceneggiatura sembra scritta da un alunno delle Elementari durante la ricreazione. Rivisitare un personaggio mitico senza averne gli strumenti critici e creativi significa realizzare un prodotto sterile, inutile e mediocre. Quel che sconcerta ancor di più è quanto ha affermato lo stesso regista che ha visto il suo film come un nuovo "Noè" girato alla maniera de "Il signore degli anelli", con la differenza che il suo pseudo-fantasy pseudo-biblico non solo non ha nulla a che vedere con i temi e la grandiosità del fantasy tolkieniano ma non coglie neppure il significato simbolico insito nel racconto originale biblico. Oltre a ciò, nel XXI secolo ci si aspetterebbe anche un minimo di collegamento filologico con tutti gli altri miti (anche antecedenti a quello biblico) che hanno formulato e tramandato lo stesso racconto archetipico dando ai personaggi nomi differenti pur nel medesimo contesto di "Diluvio Universale". Qui allora sarebbe stato interessante innestare il discorso di mondi alternativi dove un unico misterioso evento viene vissuto su diversi piani umani, piuttosto che banalizzare e decontestualizzare un personaggio biblico trasformandolo in una marionetta nelle mani di una storia scialba priva di slancio e profondità. Non basta tanta acqua, tanti morti e tante espressioni truci e contrite di Noè (alle prese con una crisi psicologica piatta e scontata) per far riflettere su qualcosa. Non basta la quantità per fare la qualità. E anche un regista non credente come Aronofsky, che impegnandosi ha dimostrato di saper fare molto meglio, dovrebbe saperlo.
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(di stefano mantini)
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flaminia72
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martedì 15 aprile 2014
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poteva essere un kolossal ma è uno scempio!
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Questo è quello che la Bibbia tramanda:
Genesi 7
1 Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto».
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Questo è quello che la Bibbia tramanda:
Genesi 7
1 Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto». 5 Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
6 Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. 7 Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8 Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9 entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
10 Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; 11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 12 Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. 13 In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: 14 essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. 15 Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. 16 Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
17 Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. 18 Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. 19 Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. 20 Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
21 Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. 22 Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
23 Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.
24 Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.
C'è molto poco di questo nel film
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[+] brava
(di stefano mantini)
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marco fassari
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martedì 15 aprile 2014
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un diluvio di bugie
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Il film non è fedele alla Scrittura nel modo più assoluto. Il regista ha inventato di sana pianta per costruire una storia fantastica sfruttando un maniera oscena la Scrittura per farne un prodotto commerciale fantasy da dare in pasto agli ignoranti. La Scrittura non è un libro come un altro e se si attinge ad esso per raccontare la storia dell'uomo, bisogna avere il rispetto che merita e tenere in conto l'aspetto trascendente che contiene. Consiglio di leggere i capitoli 7/8/9 del libro della Genesi , così ci si renderà conto delle invenzioni assurde che sono state raccontate. Attori così bravi non dovrebbero accettare di partecipare a porcherie del genere , e proprio vero che per i soldi si venderebbe anche la madre !!!
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ferdinando
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martedì 15 aprile 2014
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lo spirito non è materia.
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L'occasione per un grande rappresentare che si allineasse con il robonte del colossal moderno sarebbe stata grande e allettante per qualunque regista hollywoodiano (la catastrofe addirittura universale, gli animali e la natura in generale, l'uomo che combatte per il suo sopravvivere), ma, al contrario, nel film domina una dimensione del narrato che definisce il senso di un silenzio metafisico. Un silenzio che apre alla percezione dello spirituale che il film sa trasmettere nella splendida cornice delle immagini nuove e straordinarie, nell'appropriato commento sonoro e nel recitato degli interpreti, tutti grandissimi (a mio parere Russel Crowe raggiunge l'inarrivabile John Huston del sontuoso "La Bibbia" del 1966 dello stesso John Huston), gli attori evidentemente coinvolti nell'ispirato del regista.
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L'occasione per un grande rappresentare che si allineasse con il robonte del colossal moderno sarebbe stata grande e allettante per qualunque regista hollywoodiano (la catastrofe addirittura universale, gli animali e la natura in generale, l'uomo che combatte per il suo sopravvivere), ma, al contrario, nel film domina una dimensione del narrato che definisce il senso di un silenzio metafisico. Un silenzio che apre alla percezione dello spirituale che il film sa trasmettere nella splendida cornice delle immagini nuove e straordinarie, nell'appropriato commento sonoro e nel recitato degli interpreti, tutti grandissimi (a mio parere Russel Crowe raggiunge l'inarrivabile John Huston del sontuoso "La Bibbia" del 1966 dello stesso John Huston), gli attori evidentemente coinvolti nell'ispirato del regista. Il contenuto è quello del Genesi biblico ed è ben noto, anche attraverso il trascorso della filmografia biblica, perciò lo taccio, anche se esso in questo film viene riscritto vestendosi di nuovo intuito (il doppio tronco dell'albero dell'Eden, il mango pulsante invece della mela, i primi Adamo ed Eva vestiti di luce, il bosco che sorge miracolosamente dalla cenere vulcanica per dare legna alla costruzione dell'arca, il re della terra che penetra furtivamente nell'arca tentando di corrompere il cuore del figlio di Noah Cam affinché uccida il padre, gli animali addormentati da un fumo oppiaceo, gli angeli caduti pietrificati ma dal cuore di luce che aiutano a costruire e poi a proteggere l'arca dall'assalto degl'uomini imbestialiti così redimendosi al loro cielo dell'origine, ecc. ecc; le novità sono davvero molte e lascio allo spettatore il piacere di scoprirle). Lo spirituale non è materia e colmi di questa verità si esce silenziosi dalla sala cinematografica, silenziosi per non turbare il fermentare della traccia che il film ha segnato nell'interiore. Sono i registi come Darren Aronofsky che aprono la speranza del perpetursi del cinema come arte del rappresentare (nel senso letterale dell'immagine immediata e non soltanto intellettiva, cioè nel senso che Fellini e Kurosawa seppero dargli) oltre che del puro dire per rappresentare (per questo sono ben più efficaci i libri e, in un certo senso, anche il teatro).
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[+] tutto nell'universo è materiale
(di vapor)
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verdiso
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lunedì 14 aprile 2014
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missoni
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Mi sembra un incrocio tra Robin Hood e il signore degli anelli, i vestiti una sfilata di moda tra Missoni e Armani, una ennesima Americanata, mieloso e una occasione sprecata
[+] giusto
(di stefano mantini)
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trugia
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lunedì 14 aprile 2014
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bah
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Deludente.
Effetti speciali scadenti, copione scadente e rimprovero a Russell,perchè una star deve garantire ai propri fans, un certo standard di qualità.
Bocciato.
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nerone bianchi
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lunedì 14 aprile 2014
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polpettone ben fatto
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L'ultimo film che avevo visto di Aronofsky era “Il Cigno Nero”, visionario e coinvolgente. Mi aspettavo, nonostante l'argomento, un percorso simile o nelle immediate vicinanze. Noha invece è tutt'altra cosa, un enorme colossal polpettone, fatto benissimo ma che alla fine lascia molto amaro in bocca. L'elemento che ha liberato i primi germi della delusione è stato l'incrocio tra due imput, la presenza di Emma Watson mi ha immediatamente rincondotto alla saga di Harry Potter, per carità mi sono detto, è un retaggio del mio immaginario.
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L'ultimo film che avevo visto di Aronofsky era “Il Cigno Nero”, visionario e coinvolgente. Mi aspettavo, nonostante l'argomento, un percorso simile o nelle immediate vicinanze. Noha invece è tutt'altra cosa, un enorme colossal polpettone, fatto benissimo ma che alla fine lascia molto amaro in bocca. L'elemento che ha liberato i primi germi della delusione è stato l'incrocio tra due imput, la presenza di Emma Watson mi ha immediatamente rincondotto alla saga di Harry Potter, per carità mi sono detto, è un retaggio del mio immaginario. Quando poi ho visto i cosiddetti Vigilanti allora ho capito che l'accostamento non era più casuale e il rimando inevitabile. Questa sorta di giganti di pietra che di fatto costruiscono l'arca, tolgono dall'imbarazzo di spiegare come altrimenti un uomo, una moglie e tre piccoli figli sarebbero mai riusciti a mettere in piedi un' imbarcazione di quelle dimensioni, ma la maniera con cui vengono presentati è davvero kitch, una sorta di ibrido tra un trasformer e un gigante del Signore degli Anelli, in sintesi una cosa inguardabile e per di più con una voce tutta da dimenticare. Colpisce anche come il cattivo di turno utilizzi con disinvoltura, nell'era antidiluviana, la polvere da sparo ed esibisca un preistorico fucile, le prime testimonianze storiche sul'uso della polvere nera la collocano subito dopo l'anno mille, qui siamo un bel pò indietro. A supporto delle due palline date nel giudizio complessivo va detto che gli attori sono tutti convincenti, che la scena del diluvio vale da sola il prezzo del biglietto, che il ritmo è ben studiato e supportato da un montaggio serrato e calibrato. Troppe ed infinite invece sono le prediche del patriarca. Risultato un film che è costato un mucchio di soldi, che ne incasserà di più e che verrà presto dimenticato.
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pascale marie
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lunedì 14 aprile 2014
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il colossal di aronofsky
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Darren Aronofsky con il suo film ha portato sullo schermo un grande colossal. La storia di Noè, del diluvio, della cattiveria e della bontà degli uomini e dell'ubbidienza e del castigo divino sono conosciuti, ma credo che Aronofsky abbia veramente marcato di suo alcuni eventi regalandoci uno spettacolo grandioso, mi riferisco ai giganti di roccia guardiani dell'arca, alla moltitudine di animali di ogni specie verso l'arca della salvezza ed alla pioggia ed al mastodontico mare in burrasca. Russell Crowe nel ruolo di Noè è perfetto, come tutti gli altri attori ed attrici che interpretano con passione i loro drammatici ruoli. Emma Watson è ormai avviata ad una, le auguro, carriera sempre più di successo.
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Darren Aronofsky con il suo film ha portato sullo schermo un grande colossal. La storia di Noè, del diluvio, della cattiveria e della bontà degli uomini e dell'ubbidienza e del castigo divino sono conosciuti, ma credo che Aronofsky abbia veramente marcato di suo alcuni eventi regalandoci uno spettacolo grandioso, mi riferisco ai giganti di roccia guardiani dell'arca, alla moltitudine di animali di ogni specie verso l'arca della salvezza ed alla pioggia ed al mastodontico mare in burrasca. Russell Crowe nel ruolo di Noè è perfetto, come tutti gli altri attori ed attrici che interpretano con passione i loro drammatici ruoli. Emma Watson è ormai avviata ad una, le auguro, carriera sempre più di successo. Anche questo film firmato Aronofsky mi ha soddisfatta e non dovete perderlo.
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az123bcd
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lunedì 14 aprile 2014
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film non convincente
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Cast eccezionale e un RUSSEL CROWE come sempre magistrale.buona la scenografia,a parte le pietre parlanti che non mi sono piaciute( non si parla di film fantascientifici ma delle bibbia),il film non mi ha convinta.
molte sono le sceneggiature che hanno proposto una sana e dettagliata trasposizione della bibbia dal testo al film,ma questa per quanto sia stato bravo il cast non mi ha proprio entusiasmata.
l'unica cosa certa è il messaggio d'amore a rispettare il creato e tutte le sue creature,per il resto mi aspettavo qualcosa di più.
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melvin ii
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lunedì 14 aprile 2014
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un fantasy biblico
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“Noah” è un film del 2014 diretto e prodotto da Darren Aronofsky, sceneggiatura di Darren Aronofsky e Ari Handel. Con:Russel Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth.
“Noah” ha sicuramente un merito, spinge lo spettatore,tornato a casa, a rispolverare gli studi del catechismo per capire quali e quante licenze artistiche si è preso il regista.
Facciamo subito chiarezza, “Noah” non è un film biblico tout court. Aronofsky parte dalle Sacre Scritture , ma poi crea e in qualche maniera reinventa il personaggio di Noè.
Vedendo Noah, confesso che ho rimpianto “I Dieci Comandamenti” del 1956 di Cecil B.
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“Noah” è un film del 2014 diretto e prodotto da Darren Aronofsky, sceneggiatura di Darren Aronofsky e Ari Handel. Con:Russel Crowe, Jennifer Connelly, Anthony Hopkins, Ray Winstone, Emma Watson, Logan Lerman, Douglas Booth.
“Noah” ha sicuramente un merito, spinge lo spettatore,tornato a casa, a rispolverare gli studi del catechismo per capire quali e quante licenze artistiche si è preso il regista.
Facciamo subito chiarezza, “Noah” non è un film biblico tout court. Aronofsky parte dalle Sacre Scritture , ma poi crea e in qualche maniera reinventa il personaggio di Noè.
Vedendo Noah, confesso che ho rimpianto “I Dieci Comandamenti” del 1956 di Cecil B. De Mille.
Il Mosè di Charlton Heston rimane ancora oggi, un’ interpretazione straordinaria e unica nella storia del cinema.
Il Noè di Russuel Crowe, nonostante l’impegno e il carisma, non sfiora neppure l’intensità interpretativa e la forza magnetica di Heston.
Non voglio tediarvi, come una maestrina dalla penna rossa, sugli errori storici del film.
Personalmente ritengo che la creatività di un artista può spingersi a riscrivere la storia, rimanendo però credibile e dando un anima e un senso al film.
Aronofsky prima con The Wrestler e poi con il Cigno Nero ha convinto prima la critica e poi il pubblico, sentendosi così pronto per un kolossal. Ha alzato la posta, raccontando il tema del Diluvio Universale e offrendo allo spettatore il suo punto di vista su temi assai complessi e delicati come libero arbitrio e Creazione.
Noah è in vero un ibrido non riuscito tra fantasy e opera biblica.
Dopo che Il Creatore(cosi viene definito nel film) ha cacciato Adamo ed Eva dal Paradiso Terreste, gli uomini sono costretti a vivere con il sudore della propria fronte sulla Terra, divisi tra gli eredi di Caino, Abele e Seth.
Il Mondo è impregnato di odio e malvagità e corruzione. Il film inizia con il giovane Noè che assiste impotente al brutale assassinio del padre Seth Anni dopo, Noè(Crowe), vive una vita ascetica con la famiglia, quando una notte in sogno il Creatore gli affida il compito di creare l’arca per salvare gli innocenti dalla sua ira, che si manifesterà sotto forma di diluvio.
Chiesto il sostegno a suo nonno Matusalemme(Hopkins), Noè inizia la costruzione dell’Arca con la collaborazione dei Vigilanti, giganti di pietra, ovvero Angeli Caduti che hanno deciso di seguire Adamo sulla Terra.
Gli uomini impauriti dall’imminente Diluvio guidati da Tubal-Cain(Winstone), erede di Caino, tenteranno d’impadronirsi dell’Arca e si consumerà una violenta battaglia.
Noè spietato, seguirà fino in fondo il volere del Creatore e negherà a chiunque di salvarsi sull’arca, deludendo anche il figlio Cam(Lermam) che sperava di portare con sé l’amata.
Il Diluvio spazzerà via tutto e tutti. Noè sarà chiamato a una drammatica scelta tra seguire il volere del Creatore o l’istinto di sopravivenza quando la figliastra Ila(Watson) partorirà due gemelle
nell’Arca.
L’approdo sulla terra ferma dopo lungo e faticoso navigare e l’inizio della ricostruzione chiude il film, come è scritto anche nella Bibbia, ma ancora una volta il regista inserisce il suo tocco personale non convincendo però alla fine il pubblico in sala.
Scrivere di Noè non era semplice. Gli autori compiono delle scelte artistiche cercando, probabilmente, di non irritare nessuno, ma il risultato resta modesto.
Anche se originale e scritta bene, la sceneggiatura non emoziona e coinvolge.
I dialoghi sono scontati e retorici, anche se ben interpretati dal cast, con discreta forza emotiva ed partecipazione.
Il film ha all’inizio un buon ritmo e vivacità, ma lentamente si spegne, chiudendosi con lentezza e opacità.
La regia è sicuramente sontuosa, elegante visionaria e coraggiosa. Unire più generi non è da tutti, ma fallisce l’appuntamento con il kolossal, non emozionando il pubblico fino in fondo.
Russel Crowe , nonostante il tempo, è sempre un attore carismatico e di forte impatto fisico.
Ci mette cuore e talento, dando al suo Noè una buona intensità, mostrando al pubblico il travaglio dell’uomo diviso tra la chiamata del Creatore e il suo istinto di padre. Un Gladiatore sull’Arca.
La Connelly si conferma la moglie ideale per Crowe(vedi a Beautiful Mind). Riescono a dare intensità e veridicità alla coppia, nonostante il testo non aiuti.
Sir Anthony Hopkins sembra Odino in libera uscita, ma anche “i Grandi”devono pagarsi il mutuo.
Convince Ray Winstone nel ruolo del “cattivo atipico”ovvero l’uomo condannato dal dono del libero arbitrio.
Senza lode e senza infamia il supporto del resto del cast.
“Noah” non rimarrà nella memoria del pubblico come “I 10 Comandamenti”, ma stimola a confrontartsi e riflettere sul valore e importanza del libero arbitrio. Non poco per un “libro”che ha qualche millennio.
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[+] assolutamente d'accordo.
(di igorbru73)
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