jacopo b98
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giovedì 26 giugno 2014
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un noir incredibile!
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Un avvocato (Fassbender) che si trova economicamente con le spalle al muro decide di entrare nel giro del traffico di droga per fare un po’ di soldi. Chiede perciò aiuto a Reiner (Bardem) che lo mette in contatto con Westray (Pitt), intermediario dei trafficanti. Naturalmente l’affare farà una brutta fine e tutto il mondo del protagonista, la vita di coppia con la fidanzata (Cruz), la sua casa, ecc. verranno distrutti. La cosa che più colpisce quando si vede la locandina di The Counselor è quella scritta fatale: “sceneggiatura di Cormac McCarthy”. A quel punto qualsiasi amante della letteratura andrà in estasi: uno dei più grandi romanzieri americani esordisce come sceneggiatore.
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Un avvocato (Fassbender) che si trova economicamente con le spalle al muro decide di entrare nel giro del traffico di droga per fare un po’ di soldi. Chiede perciò aiuto a Reiner (Bardem) che lo mette in contatto con Westray (Pitt), intermediario dei trafficanti. Naturalmente l’affare farà una brutta fine e tutto il mondo del protagonista, la vita di coppia con la fidanzata (Cruz), la sua casa, ecc. verranno distrutti. La cosa che più colpisce quando si vede la locandina di The Counselor è quella scritta fatale: “sceneggiatura di Cormac McCarthy”. A quel punto qualsiasi amante della letteratura andrà in estasi: uno dei più grandi romanzieri americani esordisce come sceneggiatore. Ed infatti a suo tempo era stata una notizia-bomba: Cormac McCarthy sceneggerà il nuovo film di Ridley Scott. Una vera chicca avere uno sceneggiatore del genere per il buon vecchio Scott, e allo stesso tempo credo che neanche a McCarthy sarà dispiaciuto quando uno dei più grandi registi viventi ha accettato di dirigere il suo script. E Ridley Scott sembra il regista perfetto per questo film. Scott negli ultimi anni ha cominciato a realizzare opere di una certa sperimentalità (vedi Prometheus, eccezionale sci-fi non molto amato dal pubblico, forse proprio per il suo essere “diverso” e sperimentale), e questo The Counselor non fa eccezione. È la storia di un illuso che si allea con un idiota e un altro illuso per cercare di far soldi. Perché è proprio questo che è sono i tre personaggi principali: l’avvocato (senza nome) Fassbender, il Reiner di Bardem e il Westray di Pitt. Sono uomini che non riescono a capire davvero il mondo e la loro posizione personale nel mondo. Fassbender è un imbecille, che per far soldi si mette in affari con chi è più forte e ben più cattivo di lui; Reiner si comporta in modo irresponsabile, non pensa al futuro e forse non si rende nemmeno conto di quanto male c’è nel mondo; e infine c’è Westray, l’unico dei tre ad aver capito davvero con chi ha a che fare, la sua illusione risiede nella sua convinzione di poter scappare, ma nessuno può scappare. Nessuno può sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. E difatti sarà proprio lui a fare la fine peggiore nella terrificante scena del bolito, in cui viene decapitato. Ma la sperimentalità del film non risiede tanto nella sua trama, piuttosto nel modo in cui viene sviluppata: attraverso una immensa serie di dialoghi, monologhi, conversazioni telefoniche. Parole, parole, parole. E non parole qualsiasi: parole di Cormac McCarthy, piene di angoscia, fatalità, dramma, violenza. E proprio qui che sta la forza nel film, in questo fiume in piena di raffinati dialoghi, che sono un preludio alla fine di tutto, alla fatale distruzione di ogni cosa. E, se prima abbiamo parlato dei tre illusi, dobbiamo parlare di quell’unico personaggio che ha davvero capito il suo mondo: Malkina (Cameron Diaz). Ella è la fidanzata di Reiner, nonché colei che manda al diavolo l’affare del procuratore, ed è l’unico personaggio che ha davvero compreso a fondo la sua posizione e la sua funzione: quella di distruttrice, femme-fatale. Ed è lei infatti a distruggere tutti quegli illusi, tutti quei pidocchi che credono che il mondo sia facile, sia buono, sia bello. E alla fine è l’unica a sopravvivere (se si fa eccezione per il procuratore, di cui parleremo ancora) e a vincere. E, come ho detto sopra, alla fine a sopravvivere è il procuratore, che dovrà fare i conti con i propri peccati e con i suoi fantasmi. È un quadro desolante e cinico quello di McCarthy, ma è assolutamente realistico ed avvincente. The Counselor non annoia un attimo e questo è senza dubbio merito anche di Scott. Il regista lavora in sottrazione, la sua messa in scena è scarna e semplice come non mai, del tutto priva di eccessi o inutili cliché. E realizza anche due delle sequenze più eccezionali della sua carriera: la vicenda parallela del camion che parte dal Messico per finire a Chicago che Scott mette in scena con precisione documentaristica e immagini di straordinaria crudezza, un vero capolavoro di regia e inventiva; e la morte di Westray, di tensione, violenza e perfezione nell’uso delle inquadrature, raramente vista prima. Visivamente perfetto in tutto: dai costumi (Janty Yates) che sembrano usciti direttamente da un negozio di Gucci o Versace, alle scenografie (Arthur Max) kitsch e raffinate, alla fotografia perfetta di Dariusz Wolski. Attori in gran forma: dal sempre grande Fassbender, a un eccellente Pitt, al sempre più spettinato Bardem. Ma è la Diaz che confeziona l’interpretazione migliore: un ruolo di femme-fatale da Storia del Cinema! Insomma: The Counselor è uno dei noir più incredibili del nuovo secolo! Eccellente!
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liuk!
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domenica 22 giugno 2014
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veramente pessimo
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Senza dubbio il peggior lavoro di Ridley Scott e di tutto il cast presente.
Una carrellata di nomi prestigiosi sprecato in una pellicola dalla trama mancante, un groviglio di dialoghi mal legati tra di loro che seguono una amoralitá fine a se stessa.
Difficile commentare oltre perché il nulla non si presta né a critiche né ad elogi.
Da evitare assolutamente.
ps: il titolo The Counselor - Il Procuratore non ha nessun legame con il resto, visto che nel film non ci sono procuratori... La partenza é emblematica.
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tuko benedicto
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mercoledì 4 giugno 2014
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deludente a tratti imbarazzante
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È il terzo film che vedo scritto da McCarthy. Il primo (non è un paese per vecchi) mi piacque con sospetto. Il secondo (the road) mi piacque. Il terzo... una vicenda poco comprensibile e poco (e male) raccontata fa da amalgama ad una serie di siparietti in cui si snocciolano dialoghi che è difficile definire (filosofici?!... bah!) si cerca l'inquietante, certo non mostrato direttamente, ma a forza di ripeterlo quando poi arriva non inquieta nemmeno più. La scena della Ferrari- pesce gatto è francamente imbarazzante, nemmeno ridicola. Pura stupidità. Lo stupido poi dovrebbe essere il protagonista, che pecca di sufficienza nell'accostarsi alle attività del Cartello senza ponderare quanto pericoloso sia.
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È il terzo film che vedo scritto da McCarthy. Il primo (non è un paese per vecchi) mi piacque con sospetto. Il secondo (the road) mi piacque. Il terzo... una vicenda poco comprensibile e poco (e male) raccontata fa da amalgama ad una serie di siparietti in cui si snocciolano dialoghi che è difficile definire (filosofici?!... bah!) si cerca l'inquietante, certo non mostrato direttamente, ma a forza di ripeterlo quando poi arriva non inquieta nemmeno più. La scena della Ferrari- pesce gatto è francamente imbarazzante, nemmeno ridicola. Pura stupidità. Lo stupido poi dovrebbe essere il protagonista, che pecca di sufficienza nell'accostarsi alle attività del Cartello senza ponderare quanto pericoloso sia. Ora: va bene che è stupido... Molti momenti sono davvero troppo macchinosi (il delitto del motociclista, la scena del quarto barile) troppo studiati, troppo pensati e poi alla resa finale... imbarazzanti appunto. È il secondo film deludente del grande (grandissimo) Scott (dopo Prometheus). Spero trovi la forza di ritornare se stesso.
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ashtray_bliss
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lunedì 26 maggio 2014
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troppi cliche' per il procuratore di scott.
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Inutile girare troppo attorno al sunto del racconto: Chiunque si definisca un cinefilo avra' avuto delle aspettative piuttosto alte sapendo che il film 'The Counselor' avrebbe portato la firma del maestro del cinema Scott, e del formidabile romanziere McCarthy. Aspettative che purtroppo non vengono soddisfatte. Non c'e' una via di mezzo per questo film, purtroppo ci ritroviamo davanti alla solita pellicola, al solito trito e ritrito argomento della corruzione e delle inevitabili conseguenze che ne conseguono. Temi come la corruzione, la violenza, l'onesta', la gloria, la sete di potere, si fanno di nuovo presenti nella pellicola che suo malgrado non riesce a portare innovazione e originalita' sul campo ed evoca inevitabilmente altri film che si muovono sullo stesso stile narrativo e registico (primo film che mi ha ricordato: Le Belve, di O.
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Inutile girare troppo attorno al sunto del racconto: Chiunque si definisca un cinefilo avra' avuto delle aspettative piuttosto alte sapendo che il film 'The Counselor' avrebbe portato la firma del maestro del cinema Scott, e del formidabile romanziere McCarthy. Aspettative che purtroppo non vengono soddisfatte. Non c'e' una via di mezzo per questo film, purtroppo ci ritroviamo davanti alla solita pellicola, al solito trito e ritrito argomento della corruzione e delle inevitabili conseguenze che ne conseguono. Temi come la corruzione, la violenza, l'onesta', la gloria, la sete di potere, si fanno di nuovo presenti nella pellicola che suo malgrado non riesce a portare innovazione e originalita' sul campo ed evoca inevitabilmente altri film che si muovono sullo stesso stile narrativo e registico (primo film che mi ha ricordato: Le Belve, di O.Stone).
Certamente, il film vanta di attori famosi, glorificati e premiati che nel suddetto, vengono mal sfruttati e non riescono a sollevare il film con le loro interpretazioni: blande o statiche, in alcuni tratti adirritura grottesche o caricaturali che risultano poco convincenti. Per non parlare dello spessore psicologico o stilistico dei personaggi che ruotano attorno alla storia del Procuratore: Partendo dai personaggi femminili, Cruz e Diaz che vengono esposte agli estremi opposti della stessa riga: La prima e' una donna passiva, statica, remissiva, silenziosa. Un personaggio rassegnativo, quasi piu' negativo di quello della Diaz. Quest'ultima invece incarna (pittosto male) la consueta femme fatale degli action movie. Una donna sensuale, brutale, una assassina nata, una business woman che si destreggia abilmente nel difficile mondo dei cartelli, dei boss e della mala. Unico punto in comune dei due personaggi femminili e' la loro strumentalizzazione, da parte della regia, cadendo negli imbarazzanti stereotipi sessisti: La donna, o e' dolce, remissiva, silenziosa, poco appariscente, sempre premurosa verso l'uomo che ama (proprio come la Cruz del film) oppure sara' una manipolatrice stronza, una gelida esecutrice, senza cuore ne' sentimenti umani, un'avida arrivista nel mondo fruttifero della droga (come la grafica Diaz). Gli altri personaggi non migliorano molto: a meta' tra il grossesco, il caricaturale e l'ironico ci troviamo un Javier Bardem poco convincente come proprietario di nightcub nonche' commerciante di droga che aiuta il piuttosto superficiale Fassbender, il Procuratore che vuole entrare nel losco business.
I risvoli della trama (prevedibilmente) saranno sfavorevoli per tutti i personaggi: Una quantita' di droga capitera' nelle mani delle persone sbagliate e una catena di eventi si scatenera' sui tre personaggi maschili, ognuno dovra' confrontarsi con la propria nemesi.
Certamente, non mancano le scene d'azione: poche e ben confezionate verso la seconda meta' del film. O le scene sensazionalistiche e gore (forse un tributo ai film pulp, e -leggi tra le righe- anche alla maestria Tarantiniana) come quella della decapitazione del motociclista e quella della morte del cowboy-Pitt. E non mancano all'appello neanche quelle grottesche, vedi le scene con i leopardi di Reidner-Bardem.
Il film, in sintesi, propone un argomento che sicuramente sa' di gia' visto e osa cimentarsi con diversi stili registici per catturare l'attenzione dello spettatore. Impresa nella quale riesce, forse grazie al fatto che mescola dialoghi banali con dialoghi ricercati e filosofici, sulla pesantezza delle nostre scelte, sul destino, su come una singola azione scatena una reazione a catena che non lascia illeso nessuno. La morale e' sempre una: la disonesta' paga bene ma dura poco. Il prezzo da pagare per le conseguenze e' troppo altro e non vale la pena sporcare la propria integrita' morale, per un pugno di dollari in piu'.
Il contenuto sara' stato pure valido. Ma e' stato mal confezionato, poca maestria e tanta disattenzione, per un film che prometteva molto.
Consigliato. Tutto sommato e' valido, ma non incisivo.
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khaleb83
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lunedì 19 maggio 2014
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una piccola perla
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Davvero interessante un film che parte senza creare grosse aspettative, se non per i grossi nomi coinvolti nella sceneggiatura, nella regia e nel cast.
E nessuno di questi delude, anzi: il film è un crescendo di coinvolgimento, mantenendo la tensione anche su un finale letto (non scontato, ma semplicemente volutamente annunciato). Ogni attore è impeccabile al suo posto, le dosi perfettamente bilanciate al punto tale che ci si arriva a chiedere chi ne sia davvero il protagonista; una storia corale come non se ne riescono più a fare.
Menzione speciale per i dialoghi: profondi e interessanti, mai noiosi, riescono nel difficilissimo compito di suonare realistici anche quando divagano sui "massimi sistemi".
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Davvero interessante un film che parte senza creare grosse aspettative, se non per i grossi nomi coinvolti nella sceneggiatura, nella regia e nel cast.
E nessuno di questi delude, anzi: il film è un crescendo di coinvolgimento, mantenendo la tensione anche su un finale letto (non scontato, ma semplicemente volutamente annunciato). Ogni attore è impeccabile al suo posto, le dosi perfettamente bilanciate al punto tale che ci si arriva a chiedere chi ne sia davvero il protagonista; una storia corale come non se ne riescono più a fare.
Menzione speciale per i dialoghi: profondi e interessanti, mai noiosi, riescono nel difficilissimo compito di suonare realistici anche quando divagano sui "massimi sistemi".
Un film sicuramente non per tutti i palati perché piuttosto impegnativo, ma molto più che soddisfacente se si ha voglia di prestargli la dovuta attenzione.
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no_data
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venerdì 16 maggio 2014
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incomprensibile
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Incomprensibile e banale sul versante sesso droga e rock'n roll, con un Bardem che sembra la caricatura di sé nel ruolo interpretato in Non è un paese per vecchi". E' un film che ti lascia sperare in un improvviso capovolgimento dei ruoli e quindi in un colpo di scena finale a sorpresa e invece crolla nell' anonimato più stucchevole. L'avvocato che fin dal primo fotogramma pensi "non sarà così scemo come sembra che pensa solo a… sicuramente fa il doppio gioco, ha un piano, una strategia…no,no sbagliato…come dice Bardem "sanno che sei stupido,ma non Quanto sei stupido"; la Cruz che sembra la suorina della porta accanto, pensi anche lei sicuramente rivelerà il suo gioco,no no ".
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Incomprensibile e banale sul versante sesso droga e rock'n roll, con un Bardem che sembra la caricatura di sé nel ruolo interpretato in Non è un paese per vecchi". E' un film che ti lascia sperare in un improvviso capovolgimento dei ruoli e quindi in un colpo di scena finale a sorpresa e invece crolla nell' anonimato più stucchevole. L'avvocato che fin dal primo fotogramma pensi "non sarà così scemo come sembra che pensa solo a… sicuramente fa il doppio gioco, ha un piano, una strategia…no,no sbagliato…come dice Bardem "sanno che sei stupido,ma non Quanto sei stupido"; la Cruz che sembra la suorina della porta accanto, pensi anche lei sicuramente rivelerà il suo gioco,no no "..Bardem, pettinato con la trifase scivola in monologhi senza senso….senza che il film chiarisca il suo rapporto con la Diaz….Di tutto il film, onestamente, mi sento di salvare solo i ghepardi!
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tagliacozzo
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domenica 11 maggio 2014
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una ferrari gialla violentata da una bionda!
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Un avvocatino fessacchiotto, che ride continuamente per una buona oretta, per poter pagare un anellino con diamante donato alla sua amata Penelope, si avventura in un affare di droga, con personaggi un po' pericolosi, ma la faccenda torbida ed intricata finisce male, non per colpa sua; e comunque per colpa non si capisce di chi.
Non si capisce per la verità molto della trama sanguinolenta e morbosa come le perdite di un caco maturo, l 'impressione e' che sceneggiatore e montatore, ignaro il povero R. Scott (ma lo ha visto il polpettone prima di distribuirlo?) fossero obnubilati dai fumi della tequila.
Si gira in Messico amigos.
Quando finalmente si sveglia, il nostro avvocatuncolo comincia a frignare e non si ferma più, la speranza nostra e' che lo facciano fuori il prima possibile, o meglio che una epidemia tolga di mezzo tutti quei pazzi ricchi e lussuriosi, di mezza eta', e soprattutto la ninfomane orfana da piccola C.
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Un avvocatino fessacchiotto, che ride continuamente per una buona oretta, per poter pagare un anellino con diamante donato alla sua amata Penelope, si avventura in un affare di droga, con personaggi un po' pericolosi, ma la faccenda torbida ed intricata finisce male, non per colpa sua; e comunque per colpa non si capisce di chi.
Non si capisce per la verità molto della trama sanguinolenta e morbosa come le perdite di un caco maturo, l 'impressione e' che sceneggiatore e montatore, ignaro il povero R. Scott (ma lo ha visto il polpettone prima di distribuirlo?) fossero obnubilati dai fumi della tequila.
Si gira in Messico amigos.
Quando finalmente si sveglia, il nostro avvocatuncolo comincia a frignare e non si ferma più, la speranza nostra e' che lo facciano fuori il prima possibile, o meglio che una epidemia tolga di mezzo tutti quei pazzi ricchi e lussuriosi, di mezza eta', e soprattutto la ninfomane orfana da piccola C. Diaz: da sbudellarsi la scena in cui sotto gli occhi da pesce lesso stonato di un Bardem rammollito, ha un rapporto sessuale con ...il parabrezza di una.Ferrari!!
Una sola spiegazione: giravano il film in Messico, e hanno propinato a tutti, di nascosto, per gioco, mentre già erano sbronzi di tequila, qualche ettogrammo di peyote!!
Vale comunque la pena sorbirai il minestrone, per il ricordato struscio di parabrezza e, soprattutto , perché si apprezzano, dopo, anche i film più scarsi del mondo.
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ultimoboyscout
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lunedì 14 aprile 2014
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stai attento a quello che desideri.
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Ridley Scott è un super regista e per l'occasione assolda un super cast da mettere a disposizione del super sceneggiatore e premio Pulitzer Cormac McCarthy, alla sua prima sceneggiatura originale. La pellicola racconta della progressiva caduta negli inferi dell'avvocato Fassbender, coinvolto in un pericolo traffico di cocaina assieme a due uomini senza scrupoli, Bardem con capigliatura in stile Brian Grazer e Pitt con pizzo e Stetson, che non si capisce bene chi sia, cosa voglia e a che gioco stia giocando. Scott rivisita il genere classico delle dark lady e dei cattivi che in realtà sono cattivissimi e degli avvocati corrotti, l'inizio hot è solo apparenza perché il film precipita da subito in un mondo spietato in cui regnano narcotrafficanti e gente senza peli sullo stomaco (giusto per usare un eufemismo.
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Ridley Scott è un super regista e per l'occasione assolda un super cast da mettere a disposizione del super sceneggiatore e premio Pulitzer Cormac McCarthy, alla sua prima sceneggiatura originale. La pellicola racconta della progressiva caduta negli inferi dell'avvocato Fassbender, coinvolto in un pericolo traffico di cocaina assieme a due uomini senza scrupoli, Bardem con capigliatura in stile Brian Grazer e Pitt con pizzo e Stetson, che non si capisce bene chi sia, cosa voglia e a che gioco stia giocando. Scott rivisita il genere classico delle dark lady e dei cattivi che in realtà sono cattivissimi e degli avvocati corrotti, l'inizio hot è solo apparenza perché il film precipita da subito in un mondo spietato in cui regnano narcotrafficanti e gente senza peli sullo stomaco (giusto per usare un eufemismo...e non ripetere senza scrupoli!). E dove, più della psicologia contano l'apparire e i look posticci e tarocchi dei protagonisti. La violenza è al centro del film, reso incandescente dalla performance carica di sensualità esplosiva di Cameron Diaz, è quello che più si avvicina, almeno per atmosfere, al romanzo cult di McCarthy "Non è un paese per vecchi", portato al cinema dai fratelli Coen. Il film di Scott potrebbe quindi diventare "Non è un paese per avvocati" in cui il regista si interroga sulla natura del male e sulle conseguenze inevitabili e imprevedibili delle nostre scelte, è il racconto di una dinamica dove non c'è salvezza ma solo sconfitta, dove contano parole taglienti e i rapporti malati tra i figuranti di questo gioco al massacro. La curiosità per quello che è considerato il più grande romanziere americano vivente era forte, fortissima, ha oscurato persino quella dell'ingombrante super regista e del cast all star, il suo script è fatto di dialoghi serrati, humour nerissimo, personaggi ambigui e violenza come se piovesse, tra decapitazioni e mutilazioni varie. Era comunque lecito attendersi di più, tre stelle sono anche troppe. Dedicato a Tony Scott, morto suicida durante le riprese. R.I.P. Tony.
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melvin ii
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lunedì 24 marzo 2014
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un grande cast per una grande flop
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The Counselor - Il procuratore è un film del 2013 diretto e prodotto da Ridley Scott, con protagonisti Michael Fassbender,Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz e Javier Bardem.
La pellicola è basata sulla prima sceneggiatura originale dello scrittore Cormac McCarthy, qui anche produttore, scritta nel dicembre 2011[1].
Il film è dedicato alla memoria di Tony Scott, fratello del regista Ridley, suicidatosi mentre il film era in produzione.
A volte le ciambelle non escono con il buco-
Ridley Scott stavolta manca il bersaglio.
Ambientato in Messic il film racconta come un ‘ambizioso avvocato cerca d’entrare in un grosso giro di droga e di come invece la sua vita viene travolta drammaticamente dagli eventi
Il procuratore interpretato da Fassbender lascia lo spettatore freddo e deluso.
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The Counselor - Il procuratore è un film del 2013 diretto e prodotto da Ridley Scott, con protagonisti Michael Fassbender,Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz e Javier Bardem.
La pellicola è basata sulla prima sceneggiatura originale dello scrittore Cormac McCarthy, qui anche produttore, scritta nel dicembre 2011[1].
Il film è dedicato alla memoria di Tony Scott, fratello del regista Ridley, suicidatosi mentre il film era in produzione.
A volte le ciambelle non escono con il buco-
Ridley Scott stavolta manca il bersaglio.
Ambientato in Messic il film racconta come un ‘ambizioso avvocato cerca d’entrare in un grosso giro di droga e di come invece la sua vita viene travolta drammaticamente dagli eventi
Il procuratore interpretato da Fassbender lascia lo spettatore freddo e deluso.
La sceneggiatura volutamente complicata ed ambiziosa, risulta confusionaria e noiosa
I dialoghi sono retorici e poco coinvolgenti
La regia di Scott, appare prevedibile e scontata
Due le scene che rimangono impresse nella mente dello spettatore
La scena amorosa iniziale tra Fassbender e la Cruz, dove vengono esaltate “doti fisiche” degli attori.
Altrettanto forte e riuscita “l’amplesso” della Diaz sul cofano di una cabrio davanti ad esterrefatto Bardem.
Cameron Diaz nel ruolo della cinica, ambigua , sensuale”bad girl” merita una menzione.
The Counselor ha l’ambizione di raccontare l’avidità e crudeltà dell’uomo, ma resta appunto un’ambizione.
È la conferma che non sempre un grande regista ed un’ ottimo cast non danno garanzia di sfornare una ciambella di qualità..
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claudiofedele93
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lunedì 24 marzo 2014
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ridley scott messo in difficoltà da un avvocato!
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Cormac McCarthy è riuscito a raggiungere la fama a livello internazionale grazie ai romanzi legati alla così detta “Trilogia della Frontiera”, La Strada (Premio Pulitzer 2007) e alla trasposizione dei fratelli Coen del libro Non è un Paese per Vecchi. I suoi racconti, nel bene o nel male, sono stati per ben tre volte trasportati sul grande schermo ed hanno riscosso un ottimo successo, così tanto che il suo nome è stato subito inserito tra quegli autori che servono a richiamare l’attenzione del grande pubblico una volta che un film o una serie tv si basa su una sua produzione scritta.
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Cormac McCarthy è riuscito a raggiungere la fama a livello internazionale grazie ai romanzi legati alla così detta “Trilogia della Frontiera”, La Strada (Premio Pulitzer 2007) e alla trasposizione dei fratelli Coen del libro Non è un Paese per Vecchi. I suoi racconti, nel bene o nel male, sono stati per ben tre volte trasportati sul grande schermo ed hanno riscosso un ottimo successo, così tanto che il suo nome è stato subito inserito tra quegli autori che servono a richiamare l’attenzione del grande pubblico una volta che un film o una serie tv si basa su una sua produzione scritta. Il caso vuole che McCarthy abbia scritto, recentemente, anche una sceneggiatura, fino ad oggi rimasta celata ad Hollywood e mai presa in considerazione. Ci ha pensato Ridley Scott, regista di Alien, Blade Runner, Il Gladiatore a prendere in mano un lavoro realizzato unicamente per essere messo nero su bianco sul grande schermo. Cosa sarà mai uscito fuori da questa collaborazione?
Un lanciatissimo Avvocato (Micheal Fassbender), di cui non viene mai pronunciato il nome, in cerca di fortuna e ricchezza, dopo aver chiesto alla sua fidanzata, Laura, (Penelope Cruz) di sposarlo, accetta la proposta di un conoscente (Javier Bardem) legato alla malavita messicana, di portare un carico di cocaina del valore di 20 milioni di dollari dal Messico negli Stati Uniti. Credendo di poter uscire quando vuole dal mondo della droga, vede il suo successo e la sua vita andare progressivamente in pezzi.
The Counselor - Il Procuratore è un thriller altamente sofisticato, un’opera che pretende di essere vista con tanta attenzione da parte dello spettatore e che però non riesce, nel complesso, ad appagare e soddisfare appieno. La sceneggiatura realizzata da McCarthy stesso rileva ancora una volta tutte le tematiche e le fondamenta sulle quali si basa la sua filosofia di vita. Sotto questo punto di vista, l’ultima fatica di Scott, non si discosta molto dall’essere coerente con gli altri lavori già proposti al cinema che hanno come base delle storie dello scrittore americano; siamo messi ancora dinnanzi alla frontiera, questa volta però il confine rappresentato tra Messico e U.S.A. è quello dei giorni nostri riempito di colori saturi e sfumature ocra che ricordano il deserto e le aride pianure; vengono proposti personaggi ambigui e privi di qualsiasi virtù, che vivono i loro giorni in mezzo ad un’esistenza fatta di eccessi e affari loschi, tra sesso, perversione e alcool, guidati ciecamente dalla avidità e dall’arroganza; e inoltre c’è ancora un forte valore morale alla fine dell’opera che serve sia da monito che da specchio nei confronti della società di oggi. Tuttavia il problema principale dell’intera produzione è che ancora una volta una grande regia come quella di Scott non viene supportata da una sceneggiatura non tanto poco interessante, quanto macchinosa e troppo elaborata (per non dire astratta) che mal si adatta al grande schermo. Lo stile dello scrittore americano è supportato da una prosa tanto incisiva quanto arida, aspetti che magicamente riescono ad essere fusi in modo perfetto da McCarthy nelle sue storie scritte a macchina, mentre, sul grande schermo, qui le tante frasi e situazioni a volte non coinvolgono e appaiono troppo articolare, ricche di dialoghi che non riescono affatto ad esprimere concetti concreti e non portano ad un pathos che sappia attirare l’attenzione dello spettatore riguardo ciò che viene narrato.
Eppure, grazie ad un cast di primo ordine a volte sprecato ed in altre occasioni ben sfruttato come nel caso della femme fatale Malkina, interpretata strepitosamente da Cameron Diaz, The Counselor è un film che gode di una messa in scena notevole, una regia impeccabile ed una fotografia di gran lunga suggestiva, ma comunque, come è stato ammesso dal regista, con delle discrepanze e delle situazioni troppo poco chiare che purtroppo non giovano alla pellicola. I tanti tagli e le tante sequenze scartate in post produzione ne hanno fatto un lavoro che a volte nella sua vaghezza trova la sua massima debolezza, un lungometraggio che non conquista l’emotività di chi lo guarda e che sul finale riserva ben poche sorprese.
The Counselor - Il Procuratore poteva essere un ottimo film, ma ancora una volta Scott si ritrova tra le mani una sceneggiatura debole e difficile, obiettivamente, da gestire. Quel che ne esce fuori è un lavoro sempre ben curato sotto il profilo tecnico (dopo tutto stiamo parlando di un cineasta che ha sfornato capolavori, e non stiamo esagerando, del calibro di Blade Runner, Alien e cult movie altrettanto ottimi quali American Gangster o Thelma & Luise) ma che non trova una sua personalità ed incisività sul grande schermo, complice stavolta una trama tanto macchinosa quanto vaga che appare come uno dei peggiori lavori di Cormac McCarthy, il quale, forse, se l’avesse proposta come romanzo avrebbe quasi certamente portato alla luce una storia indubbiamente interessante ed appassionante date le sue ottime capacità di scrittore. Con un cast che non delude, ma nemmeno più di tanto riesce a convincere (sopratutto Fassbender che non sembra essere al top con una Penelope Cruz lontana anni luce dalle sue migliori performances) Il Procuratore probabilmente sarà ricordato come uno dei film minori del filmaker americano, magari anche ingiustamente perché sotto certi aspetti, nel complesso, è un film che merita di essere visto almeno una volta. E' dunque iniziare con altre pellicole se volete: capire ed apprezzare il grande cinema di Scott e avere una chiara idea delle ottime storie che McCarthy riesce a creare.
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