cossarello
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sabato 18 gennaio 2014
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un mix mal riuscito di sesso, sfarzo e droga.
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Ho visto il film ieri sera (17/01/2014). Sono rimasto basito dall'inizio alla fine. Con questo film, Ridley Scott a mio avviso dimostra una volta per tutte di aver perso per strada molte delle perle che in passato lo hanno reso una colonna portante del cinema. Si sgretola. Ribadisco "a mio avviso", vorrei evitare incidenti diplomatici di fan e discepoli del buon vecchio Scott. In fin dei conti, non sto dicendo che non vale niente - chi sarei io per dire una cosa simile? - , dico solamente che siamo stati abituati diversamente. Già dall'uscità del film "Body of Lies-Nessuna verità" dovevamo accorgerci che qualcosa non andava, che quell'incantesimo si era come spezzato.
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Ho visto il film ieri sera (17/01/2014). Sono rimasto basito dall'inizio alla fine. Con questo film, Ridley Scott a mio avviso dimostra una volta per tutte di aver perso per strada molte delle perle che in passato lo hanno reso una colonna portante del cinema. Si sgretola. Ribadisco "a mio avviso", vorrei evitare incidenti diplomatici di fan e discepoli del buon vecchio Scott. In fin dei conti, non sto dicendo che non vale niente - chi sarei io per dire una cosa simile? - , dico solamente che siamo stati abituati diversamente. Già dall'uscità del film "Body of Lies-Nessuna verità" dovevamo accorgerci che qualcosa non andava, che quell'incantesimo si era come spezzato. La mazzata è arrivata con Robin Hood - sempre a mio avviso eh -, con una scelta discutibilissima di casting, con Russel Crowe troppo "Massimo Decimo Meridizzato" per poter raffigurare l'eroe gentile e "senza macchia" impersonato da Kevin Costner. Ma sono altri discorsi. Ciò che mi preme dire su The Counselor è: come mai così tanti riferimenti sessuali? Ce n'era forse bisogno? Non voglio credere che regista e scenografo e chi più ne ha più ne metta volessero veramente abbindolarci con tutte queste sequenze "sex and money" a volte sparse qua e là senza alcun senso apparente. Rimane il fatto che il cast è eccezionale, Michael Fassbender si dimostra ancora una volta un personaggio ecclettico e propenso ai vari ruoli che gli vengono proposti. Su Javier Bardem non "spreco" parole, mi dovrei sciacquare la bocca per parlare di lui. Un punto in meno a Penelope Cruz, forse perché come attrice non mi ha mai ispirato fiducia. E due punti in meno alla Diaz, non adatta al ruolo a mio avviso (se solo la Jolie non avesse rifiutato...). In linea di massima, è un film che a tratti maggioritari si perde in discorsi confusionari - a volte basati sul tema dell'amore - considerando la semplicità della trama. E proprio perché semplice, poteva assolutamente essere reso più vivibile al pubblico. Ma, è ovvio, de gustibus. Da rivedere solo per avallare la mia opinione.
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[+] angelina jolie
(di moghi)
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pisa93
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sabato 18 gennaio 2014
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non è un paese per avvocati
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Un avvocato decide di mettersi in affari con la mala per una grossa partita di droga, ma presto gli eventi prenderanno una brutta piega.
Ridley Scott vorrebbe costruire un tributo agli anni Venti del Noir, con rimandi spudorati a film come "La Fiamma del peccato" di Billy Wilder, ma il risultato è deludente. Non basta avere un cast stellare per costruire un grande film, infatti servirebbe una maggiore attenzione alle varie sfaccettature del plot. La storia sembra essere a tratti lacunosa, prediligendo la tecnica del "non detto" rispetto alla classica trasposizione dei fatti.
I dialoghi fin troppo minimalisti cercano di colmare ciò che è abbandonato all'immaginazione dello spettatore, riuscendo quasi a far dimenticare ciò che si sta guardando.
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Un avvocato decide di mettersi in affari con la mala per una grossa partita di droga, ma presto gli eventi prenderanno una brutta piega.
Ridley Scott vorrebbe costruire un tributo agli anni Venti del Noir, con rimandi spudorati a film come "La Fiamma del peccato" di Billy Wilder, ma il risultato è deludente. Non basta avere un cast stellare per costruire un grande film, infatti servirebbe una maggiore attenzione alle varie sfaccettature del plot. La storia sembra essere a tratti lacunosa, prediligendo la tecnica del "non detto" rispetto alla classica trasposizione dei fatti.
I dialoghi fin troppo minimalisti cercano di colmare ciò che è abbandonato all'immaginazione dello spettatore, riuscendo quasi a far dimenticare ciò che si sta guardando.
In un film così sottile da sembrare quasi evanescente non mancano, però, forti riferimenti pulp, con sprazzi di violenza e di puro erotismo che, per nulla, sono lasciati al puro e semplice "intendere".
Una banda di eccentrici ed istrionici personaggi ci accompagnerà, quindi, nel non ben definito mondo dei cartelli messicani, in cui il look e l' apparire sono l'elemento principale.
In conclusione "The counselor" vorrebbe essere una metafora sull'avidità e sull'ineluttabilità di una fine che è quasi vista come una liberazione. La morte è la sola punizione per chi rimane e la vita è un momento di passaggio fin troppo breve per chi non vorrebbe andarsene. Purtroppo il tutto gestito in maniera fin troppo blanda per risultare incisivo.
La sceneggiatura è degna di nota perchè, senza di essa, la pellicola si fonderebbe su una base fin troppo debole per reggere la mole di una tale struttura .
Ridley Scott avrebbe voluto costruire il suo personale "Non è un paese per avvocati", ma neanche parafrasando i fratelli Coen si riesce ad ottenere un risultato che si discosti dalla parola "deludente".
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arciduca
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sabato 18 gennaio 2014
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violenza solida
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Per lo stesso motivo per il quale lasciai a metà la lettura di "Meridiano di sangie" di Cormac McCarty, esprimo riserve sul suo primo lavori di sceneggiatore, La violenza come normale criterio di vite e di comportamento lascia raggelati. Sesso. droga, violenza. Un cocktail probabilmente usurato.
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irene
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sabato 18 gennaio 2014
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ridley non tradisce
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Se un film mi avvolge sin dall'inizio, con la sua atmosfera man mano sempre più tesa e minacciosa; se è girato in maniera magistrale, come sempre fa Ridley Scott; se gli attori seguono il gioco del regista - persino la Diaz - e sono spersi o famelici o disincantati o esagerati; se i dialoghi hanno uno spessore raro e a volte sembrano aver poco a che far con il resto, ma appunto, sembrano; se tutti i nodi vengono al pettine e tutte le rotelle degli ingranaggi vanno al loro posto ... bèh, io esco dal cinema più che soddisfatta. E, in questo caso, anche abbastanza scossa.
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angela65
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sabato 18 gennaio 2014
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non andate a vederlo
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Soldi buttati per un film dove volgari scene di sesso, violenza e dialoghi assurdi si mescolano senza dar vita ad alcuna storia con un filo logico.
NB. Ho letto alcune recensioni prima delle mie. Si vede subito chi sono i "professionisti" dei forum (pagati per sostenere un film) e chi scivere in modo "genuino". Non fatevi ingannare!!
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san93
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sabato 18 gennaio 2014
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veramente pessimo
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Era tanto tempo che avevo intenzione di cominciare a scrivere recensioni su film ma per ora mi ero limitato a vederli e leggere quelle degli altri. Ora sento però il bisogno di dare il mio parere su questo dato che a giudicare dai pareri altrui sto per scrivere cose che in molti non condividono. Finita la premessa voglio iniziare dicendo che il film non mi è piaciuto perchè pretenzioso, insensatamente lento, nebuloso su molti aspetti dei personaggi e della trama. Per fare un esempio da dove viene fuori l'avvocato messicano? Un personaggio completamente insensato che fa la sua comparsata nel film e che non si dispensa a dare le sue grandi perle di filosofia spicciola.
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Era tanto tempo che avevo intenzione di cominciare a scrivere recensioni su film ma per ora mi ero limitato a vederli e leggere quelle degli altri. Ora sento però il bisogno di dare il mio parere su questo dato che a giudicare dai pareri altrui sto per scrivere cose che in molti non condividono. Finita la premessa voglio iniziare dicendo che il film non mi è piaciuto perchè pretenzioso, insensatamente lento, nebuloso su molti aspetti dei personaggi e della trama. Per fare un esempio da dove viene fuori l'avvocato messicano? Un personaggio completamente insensato che fa la sua comparsata nel film e che non si dispensa a dare le sue grandi perle di filosofia spicciola. Oppure come fa Cameron Diaz a scovare Brad Pitt a Londra quando lui é scappato appena iniziato il casino con documenti falsi e senza dire a nessuno dove andasse l'hanno dotata di una sfera di cristallo? Comunque la cosa che mi da particolarmente fastidio non è una di quelle già citate e non è neanche le scene di sesso o di violenza gratuita (cameron sulla macchina, cadavere nel barile a fare avanti e indietro tra USA e messico tra liquami destinato poi ad essere venduto [A chi?????] etc...) inserite giusto per stuzzicare gli istinti dello spettatore. La cosa che più mi irrita è che non si capisce che ruolo abbia il protagonista in tutto ciò. Se il cartello ci mette la droga, Brad Pitt fa da intermediario e Javier Bardem ci mette i soldi, lui cosa fa nello scambio il pollo?
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jimmi_d
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sabato 18 gennaio 2014
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sai perché gesù non è nato in messico?
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Ho dimenticato per un momento tutto quello che conoscevo del grande Ridley Scott. All'apparenza solita trama trita e ritrita, macchinoni sfolgoranti, signori della droga, feste in piscina, corpi da urlo e sangue, tanto sangue. Script molto complesso, richiama lontanamente quel "Non è un paese per vecchi", carico di dialoghi molto spesso evanescenti ma che il regista sa cogliere sempre al momento giusto non facendo scadere tutto nel vacuo. Personaggi molto convincenti nei loro abiti ma non nella persona. La famelica Cameron Diaz riesce ad emergere da sola tenendo a bada altre 4 leggende del cinema spesso perse in loro stessi e con poco da trasmettere. Tutto ruota attorno al potere, alla droga, all'avidità, al denaro.
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Ho dimenticato per un momento tutto quello che conoscevo del grande Ridley Scott. All'apparenza solita trama trita e ritrita, macchinoni sfolgoranti, signori della droga, feste in piscina, corpi da urlo e sangue, tanto sangue. Script molto complesso, richiama lontanamente quel "Non è un paese per vecchi", carico di dialoghi molto spesso evanescenti ma che il regista sa cogliere sempre al momento giusto non facendo scadere tutto nel vacuo. Personaggi molto convincenti nei loro abiti ma non nella persona. La famelica Cameron Diaz riesce ad emergere da sola tenendo a bada altre 4 leggende del cinema spesso perse in loro stessi e con poco da trasmettere. Tutto ruota attorno al potere, alla droga, all'avidità, al denaro. Ottimo Montaggio e Musiche, scenografia preparata alla perfezione. Pregio il low cost di produzione che frutterà tanto per l'acclamato cast.
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xxseldonxx
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sabato 18 gennaio 2014
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passo falso №3: ridley, il filo al collo stringe!
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L'avvocato, che, giusto per dare al film l'aspetto di una vicenda che potrebbe capitare a tutti, non viene mai chiamato per nome, si butta da un giorno all'altro nel pericoloso business della droga, non per avidità, ma per potersi permettere di comprare un diamante da troppi carati per fare suo il cuore dell'amata (che, per altro, non sembra avere poi tante pretese); insieme ad un ricco proprietario di discoteche ed un cowboy dalla battuta sempre pronta (i quali, nonostante siano nel giro da un pezzo, non sono in grado di dargli nessun consiglio) finirà inevitabilmente col mettersi nei guai con il cartello messicano, nemico invisibile e spietato che finirà col distruggere i mondi dei tre americani imprudenti.
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L'avvocato, che, giusto per dare al film l'aspetto di una vicenda che potrebbe capitare a tutti, non viene mai chiamato per nome, si butta da un giorno all'altro nel pericoloso business della droga, non per avidità, ma per potersi permettere di comprare un diamante da troppi carati per fare suo il cuore dell'amata (che, per altro, non sembra avere poi tante pretese); insieme ad un ricco proprietario di discoteche ed un cowboy dalla battuta sempre pronta (i quali, nonostante siano nel giro da un pezzo, non sono in grado di dargli nessun consiglio) finirà inevitabilmente col mettersi nei guai con il cartello messicano, nemico invisibile e spietato che finirà col distruggere i mondi dei tre americani imprudenti. Il succo è, se ancora nessuno ve lo aveva fatto presente, che il mondo oggi è crudele e bastardo, che non c'è scampo e che l'unico punto fermo dei nostri tempi è, per assurdo, l'imperante nichilismo. Oh, e che le donne finiscono sempre per costare all'uomo un occhio della testa!
Con un cast del genere (Fassbender, Cruz, Bardem, Diaz e Pitt) e i due nomi altisonanti di Sir Ridley Scott e del premio Pulitzer Cormac McCarthy rispettivamente alla regia e alla sceneggiatura, ci si aspettava un po' di più. Molto di più! Il ritmo del film è di una lentezza inutile e si arriva a metà pellicola che ancora su schermo non è accaduto niente o quasi: il montaggio ci sballotta in maniera troppo frammentaria da un personaggio all'altro, con scene inutili e altezzose, incapaci di creare tensione, di farci affezionare ai personaggi o tantomeno di strapparci qualche risata (rileggete la trama e pensateci: se la buttavano in black-comedy in stile Pain & Gain, poteva venire fuori qualcosa di carino...). Scott punta tutto sulla vita sfarzosa dei protagonisti, sulla violenza e sul sex-appeal delle due star (in particolare di Cameron Diaz), stuzzicando così le invidie e i desideri del pubblico con scene decisamente gratuite e deleterie per il ritmo del film.
Sei anni dopo la proficua alleanza con la raffinata abilità dei fratelli Coen, McCarthy porta al cinema un soggetto molto simile al suo Non è un paese per vecchi, tornando a battere gli stessi ambienti e le stesse tematiche, ma lasciando da parte il ruolo determinante dell'indeterminabile Caso. La domanda che viene spontanea è: "ce ne era bisogno?" Rispetto al fratello maggiore, questo film non dice nulla di più e, per giunta, ciò che dice lo dice davvero male. Alla fine delle quasi due ore dello "spettacolo" cosa rimane? Né il ricordo di qualche momento divertente, né qualcosa su cui riflettere. A parte, ovviamente, i molteplici modi per ammazzare usando il fildiferro!
Ridley Scott si limita a seguire a testa bassa la storia che gli è stata data (sperando non la abbia scelta personalmente), senza mai far riconoscere la propria mano dietro la macchina da presa, sottomettendosi totalmente allo sceneggiatore, come purtroppo ha fatto anche con Helgeland (Robin Hood, 2010) e, soprattutto, Lindelof (Prometheus 2012): come mai da tre anni a questa parte un regista come Scott, che, lo ricordiamo, ha firmato capolavori come Alien (1979) e Blade Runner (1982), solo per citarne alcuni, non riesce a fare un film che possa anche solo ricordare i bei tempi andati? Se vuole riscattarsi ha poco tempo: il filo attorno al suo collo si è già stretto abbastanza.
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[+] recensione poco costruttiva
(di paolocaglio)
[ - ] recensione poco costruttiva
[+] non sono d'accordo
(di p.curtiss)
[ - ] non sono d'accordo
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andrea giostra
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venerdì 17 gennaio 2014
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niente è più crudele di un vigliacco
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Ridley Scott e Cormac McCarthy sono indiscutibilmente due autentici fuoriclasse del racconto, e la loro classe cristallina, ancora una volta, emerge in questo bel film che si avvale di un cast veramente stellare. Il film è crudo e crudele al contempo, e per la capacità che dimostra di trascinare lo spettatore in questo vortice emozionale, è da ritenersi un film imperdibile. Prede e predatori - i protagonisti del film - fanno a gara per mostrare le loro debolezze e le loro insicurezze, la loro fragile arroganza e la loro pudica vigliaccheria: “niente è più crudele di un vigliacco… e il massacro che ne deriverà supera ogni immaginazione”.
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Ridley Scott e Cormac McCarthy sono indiscutibilmente due autentici fuoriclasse del racconto, e la loro classe cristallina, ancora una volta, emerge in questo bel film che si avvale di un cast veramente stellare. Il film è crudo e crudele al contempo, e per la capacità che dimostra di trascinare lo spettatore in questo vortice emozionale, è da ritenersi un film imperdibile. Prede e predatori - i protagonisti del film - fanno a gara per mostrare le loro debolezze e le loro insicurezze, la loro fragile arroganza e la loro pudica vigliaccheria: “niente è più crudele di un vigliacco… e il massacro che ne deriverà supera ogni immaginazione”. E’ la morte, o il pericolo della morte, che dà il giusto valore alla vita dei protagonisti. Il dolore, invece, non ha alcun valore. Ed è il cacciatore che agisce come il ghepardo, simbolo del più elegante e raffinato dei predatori, che ha cuore, grazia, e non fa distinzione tra quello che è e quello che fa. In fondo per conoscere qualcuno basta sapere quello che vuole: è lì il segreto di ogni uomo e di ogni donna. Ed è lì che il vero cacciatore colpisce la sua preda impietosamente, con sicurezza ed eleganza quasi commovente.
The Counselor, del duo Scott-MaCarthy, è ambientato in un Messico corrotto e spietato, affascinante e sporco, cinico e violento, dove tutto è possibile, e dove non è che non credano alle coincidenza, sanno che esistono, ma solo che non ne hanno mai vista una.
E’ geniale ed ironico, ma al contempo glaciale, come Brad Pitt in due battute descriva il Messico in un breve dialogo con il sempre più confuso e frastornato Fassbender:
- “Lo sai perché Gesù non è nato in Messico?”
- “No”
- “Non c’erano né tre saggi né una vergine”.
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[+] il film più deludente che abbia mai visto al cinem
(di rocky981)
[ - ] il film più deludente che abbia mai visto al cinem
[+] è un polpettone senza capo nè coda
(di pnet10)
[ - ] è un polpettone senza capo nè coda
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mart4
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venerdì 17 gennaio 2014
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decisamente un capolavoro
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un film non adatto a chi si aspetta sparatorie elicotteri e inseguimenti non aspettatevi di rivivere il ridley scott del gladiatore, ma preparatevi ad un film bello e crudo che racconta la spietatezza e l'avidità dell'animo umano... la messa in scena è curata in ogni minimo dettaglio, una regia raffinata ed una splendida fotografia, un montaggio incalzante.
[+] un cast sprecato
(di mad�a)
[ - ] un cast sprecato
[+] un capolavoro di noia
(di saint loup)
[ - ] un capolavoro di noia
[+] de gustibus...
(di erciccio)
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[+] ma abbiamo visto lo stesso film???????
(di frangi49)
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[+] messa in scena curata..ma ci manca tutto il resto
(di lisetta2014)
[ - ] messa in scena curata..ma ci manca tutto il resto
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