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Il re dei mostri

Intervista a Guillermo Del Toro, regista di Pacific Rim.
di Robert Bernocchi

Guillermo del Toro e Rinko Kikuchi alla premiere messicana di Pacific Rim.
Guillermo Del Toro (59 anni) 9 ottobre 1964, Guadalajara (Messico) - Bilancia. Regista del film Pacific Rim.

martedì 9 luglio 2013 - Incontri

È difficile pensare a due prodotti più diversi de Lo Hobbit e Pacific Rim. Il primo prequel di una saga fantasy di straordinario successo, il secondo un prodotto originale che punta su robot e mostri provenienti dal sottosuolo. Tuttavia, sono stati gli ultimi due progetti a cui ha lavorato Guillermo Del Toro come regista, anche se nel primo caso si è dovuto arrendere agli infiniti ritardi della produzione e cedere il posto a Peter Jackson prima dell'inizio delle riprese. E Pacific Rim? Un progetto molto ambizioso e uno dei pochi ultimamente a dare un senso (che non sia solo quello del biglietto maggiorato) al 3D. A spiegarci meglio i suoi obiettivi, Guillermo Del Toro, che inizia proprio dalla terza dimensione.

"Non ho assolutamente dubbi, preferisco il 3D al 2D, credo che questa tecnologia aggiunga qualcosa di importante alle storie che raccontiamo. Ma questo non significa che debba essere usata per tutti i film, credo che in futuro saranno soprattutto i blockbuster a sfruttarla, di qualsiasi genere siano".

Anche per quanto riguarda il modo di raccontare la sua storia Del Toro ha le idee chiare. "È un film politico, come lo sono tutti, in base al loro punto di vista. Per esempio, Pacific Rim si poteva raccontare con un personaggio femminile sexy e con degli eroi patriottici come protagonisti, ma non sarebbe stata la mia versione. Io preferivo mostrare la vicenda in maniera onesta, tanto che possiamo considerarla divisa in due capitoli. Il primo mostra un esercito vincente, con i piloti dei robot che sono delle star. Poi, diventa più dark e i soldati sembrano far parte di una resistenza, più che di un esercito".

Ma come è nato il progetto? "Di base, tutto parte dal mio amore per i mostri. Sono cresciuto in Messico con tanti prodotti giapponesi, come se fossi un ragazzino di Tokyo, che vedeva "Mazinga" e Gamera, poi più tardi "Patlabor", ma anche tanti film sportivi che mi hanno ispirato. Io credo nell'imperfezione e penso che la perfezione sia qualcosa di fascista. Si dice che nessuno è perfetto, io preferisco pensare che tutti siano imperfetti e mi piace esaltare questo aspetto. Per me, i mostri sono i santi dell'imperfezione".

E cosa dire di un cast pieno di attori di valore, ma senza nessuna star? "È stata una decisione consapevole, in questo modo quando il pubblico vede il film, ha di fronte dei personaggi autentici e non le star che li interpretano. Mi rendo conto che per chi deve vendere Pacific Rim questo non aiuta, ma siamo nelle mani di uno dei migliori marketing del mondo e sono veramente fiducioso, anche perché adoro il film. In effetti, stiamo già scrivendo il sequel, anche se ovviamente dipende tutto dai risultati di questo".

Impossibile chiudere senza chiedergli cosa ne pensa de Lo Hobbit, ma la risposta è interlocutoria. "In realtà, non l'ho ancora visto, d'altronde sono stato molto impegnato con questo progetto. Ormai, quando vado al cinema devo soprattutto soddisfare i desideri di mia moglie e mia figlia, ma almeno sono riuscito a vedere il nuovo Star Trek, anche perché adoro Benedict Cumberbatch". Insomma, mostri e fantascienza, Del Toro non è cambiato da quando era un ragazzino. Meglio cosi...

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