Titolo internazionale | Chefurs Raus! |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Slovenia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Goran Vojnovi |
Attori | Benjamin Krnetic, Dino Hajderovic, Ivan Pasalic, Jernej Kogovsek, Emir Hadzihafizbegovic Mediha Musliovic, Zoran Cvijanovic, Polona Juh, Daria Lorenci, Milan Pavlovic, Vesna Trivalic. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 maggio 2022
CONSIGLIATO SÌ
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Cresciuti in un quartiere periferico di Lubiana, Marko, Adi, Aco e Dejan provano sulla loro pelle le conseguenze di essere figli di emigrati del Sud della Jugoslavia, spregiativamente chiamati "efurji". Mentre un'integrazione appare, di fatto, impossibile, si misurano, ciascuno a suo modo, con i problemi dell'ingresso nella vita adulta. Marko, invaghitosi di una presentatrice TV che abita nel suo stesso stabile e pare non notarlo, smette di giocare a basket, attirando su di sé i rimproveri del padre, innescando così una frattura che lo spingerà ad un cambiamento radicale.
Ispirandosi al suo omonimo romanzo, tradotto in sei lingue e trasformato anche in una pièce teatrale di successo, Goran Vojnovi dirige un film dove la riflessione sulle problematiche relative alle differenze etniche si fa specchio di una condizione di crescita anomala e dolorosa. Attraverso la presentazione di un quartetto di giovani amici, efurji raus! riesce a ritrarre una sospensione che è ugualmente emotiva e sociale, uno stallo d'identità in cui le regole si decidono in una "strada-mondo esterno" che preclude il loro ambiente famigliare, tant'è segnato da costumi e usanze senza validità al di là della stessa soglia di casa.
Il punto di vista del diciassettenne Marko, forse ancora più esterno perché maggiormente sensibile e insicuro, fornisce un'ottica privilegiata mediante la voce off o, in alcuni casi, la messa in visione diretta dei suoi disagi: famigliari, vicini, la ragazza che non potrà mai avere baluginano davanti ai suoi e ai nostri occhi. Se nelle sequenze di strada oppure in quell'incontro notturno con la polizia che è inoltre punto di svolta, il regista non riesce a dare un particolare marchio di originalità stilistica, la mano dello scrittore emerge negli scontri famigliari, trattati con finezza psicologica e altrettanta sottigliezza di dialoghi: più che dalla divisione in giornate della storia tramite didascalie, il precipitare dei fatti trapela, infatti, dall'inasprirsi delle tensioni tra padre e figlio, dal silenzio ad un resa dei conti inevitabile.
Nonostante qualche compiacimento nella scelta della colonna sonora e dei viraggi, efurji raus! affonda le sue radici in una dolorosa concretezza che il volto del giovane Benjamin Krnetic restituisce in tutta la sua vulnerabilità. È il secondo lungometraggio dello scrittore-regista dopo Piran-Pirano (2010).