Non sia mai che un lungometraggio firmato Pixar vada in sala senza essere accompagnato da un corto inedito. Così è anche per la riedizione in 3D di Alla ricerca di Nemo che ritorna al cinema questa settimana preceduto da Partysaurus Rex, corto che si svolge nell'universo dei giocattoli di Toy story (ormai tutti stabiliti a casa di Bonnie, come si vede alla fine di Toy story 3) e ha come protagonista Rex, il dinosauro timoroso e insicuro.
E proprio sull'insicurezza di Rex e sulla sua volontà di ritagliarsi un "personaggio" differente da quello che solitamente interpreta nella compagnia è giocato tutto il corto diretto da Mark Walsh (intervistato in occasione della ViewConference 2012 a Torino), animatore alla sua prima prova da regista ma in forza alla Pixar dai tempi di A bug's life, che ha fatto tutta la gavetta del caso (animatore, storyboard artist e ora regista).

La Pixar è nota per il suo processo di gestazione lungo e per il modo in cui un'idea venga scritta e riscritta molte volte con il fondamentale contributo della "dirigenza", cioè dei grandi registi e di John Lasseter in persona, è andata così anche per te?
Ovviamente! Avevo proposto a John Lasseter 3 idee e lui ha scelto questa di Rex. Da lì mi ci sono voluti 2 anni per finire il lavoro e questo ha compreso tantissime riscritture, anche se l'idea alla base, cioè la volontà di Rex di non rimanere confinato nel ruolo dell'insicuro e l'espediente comico della situazione che sfugge di mano erano lì fin dall'inizio.

Qual è stato il contributo maggiore di Lasseter?
Lui ha insistito molto sulle motivazioni del personaggio. Mi ha fatto capire che l'essenza di tutto stava in cosa spingesse Rex a comportarsi in quella maniera. Perchè tutti tentiamo di reinventare noi stessi e al tempo stesso ci critichiamo e ci spingiamo ad essere diversi poichè siamo insicuri. Così alla fine ho trovato l'idea della voce di mr. Potato, che ogni volta lo spinge ad osare di più.

E la sua lamentela maggiore?
Appena abbiamo dato il via al corto, cioè appena abbiamo deciso che delle 3 idee avremmo realizzato Partysaurus Rex, John ha subito rilevato ironicamente che sarebbe stato un disastro perchè non c'è quasi niente di già usato, nessun ambiente e quasi nessun personaggio. Abbiamo insomma dovuto modellare e creare tutto senza poterci appoggiare alla grande libreria di Toy story.

Però hai realizzato qualcosa che va ad inserirsi nella grande storia di quella saga, per certi versi cambiando il carattere di un personaggio. C'erano delle regole a cui sapevi di doverti sottomettere nel momento in cui ha realizzato un piccolo nuovo tassello di Toy story?
Fare un corto su personaggi inediti è sicuramente meno stressante, invece utilizzare un mondo preesistente vuol dire potersi muovere liberamente a patto di essere coerente con le sue regole di base e la regola principale alla base di Toy story è: "Cosa fanno i giocattoli quando non sei nella stanza?". Ma è stato proprio partendo da questo principio che mi è venuta l'idea, pensavo a come potesse essere la vita dei giocattoli da bagno, così dipendenti dall'acqua ma quasi sempre privi di mani. Cosa fanno quando non c'è acqua?

Le musiche sono perfette e vanno in armonia con una serie di scelte visive che non avevamo mai visto in produzioni Pixar.
Si anche quella è stata una trovata di John Lasseter, lui mi ha consigliato di ingaggiare BT, un DJ che aveva suonato alla festa della Pixar di Tokyo in occasione dell'uscita di Cars 2. Mentre per la parte visiva volevo ricalcare quel che avevo visto in Groove di Greg Harrison e Go, due film indipendenti che ho amato moltissimo.

In certi momenti Partysaurus Rex ricorda il caos furioso e festaiolo di un altro film americano uscito quest'anno, Project X, l'hai visto?
No. Davvero è uscito un film dal vero che somiglia al mio corto animato? Me lo devo segnare, come hai detto che si chiama?