alessio c.
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lunedì 12 novembre 2012
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gioco di specchi.......
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Signore e signori, dimenticate "Quantum of Solace" e abbracciate il nuovo Bond.
Quello che vi aspetta è un ritorno nudo e crudo all'essenza del personaggio: carisma, adrenalina, potenza e malcelata vulnerabilità tornano ad essere di legittima proprietà del tanto amato (e discusso) 007. Se riuscite a passar sopra a tutti gli inserimenti pubblicitari all'interno del film ( ben si sa che 007 muove un mercato di merchandise come pochi altri eventi cinematografici), avrete di che godere in più di due ore di azione, adrenalina, sarcasmo "british-style", personaggi più che mai all'altezza il tutto contornato da un'infinita serie di omaggi ai precedenti capitoli ( da Sean Connery ad oggi - gli appassionati proveranno un doppio divertimenti nel notarli tutti! ).
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Signore e signori, dimenticate "Quantum of Solace" e abbracciate il nuovo Bond.
Quello che vi aspetta è un ritorno nudo e crudo all'essenza del personaggio: carisma, adrenalina, potenza e malcelata vulnerabilità tornano ad essere di legittima proprietà del tanto amato (e discusso) 007. Se riuscite a passar sopra a tutti gli inserimenti pubblicitari all'interno del film ( ben si sa che 007 muove un mercato di merchandise come pochi altri eventi cinematografici), avrete di che godere in più di due ore di azione, adrenalina, sarcasmo "british-style", personaggi più che mai all'altezza il tutto contornato da un'infinita serie di omaggi ai precedenti capitoli ( da Sean Connery ad oggi - gli appassionati proveranno un doppio divertimenti nel notarli tutti! ).
La trama è avvincente, semplice per carità, lineare quanto volete, ma è gestita dalla coppia/trio Craig, Bardem e Dench in maniera s-u-b-l-i-m-e: ancora una volta il conflitto "fraterno" la fa da padrone in ambito cinematografico e J.Bardem ne è stato maestro in questo capitolo tanto da assumere ruolo di "materia oscura" di Bond e, a allo stesso tempo, guida e mentore contro gli intrighi e i tradimenti di cui Bond stesso potrebbe essere vittima. L' uno splende della luce dell'altro, in un gioco di specchi che fa da spina dorsale a tutto il film e tiene lo spettatore incollato allo schermo.
Menzione particolare alla fotografia: alcune scene sono da lasciare senza fiato.
Insomma, uno 007 in grande spolvero.
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE ! !! !!!
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albruno
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martedì 20 novembre 2012
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incipit di 007
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Bellissimo film pieno di azione, d'altronde è 007, sceneggiatura impeccabile, per chi è amante del genere non potrà non far caso ad i continui rifermenti e battute a tutti gli altri films, ASTON MARTIN db5 tanto per dirne una!
La visione è comunque da consigliare a chi vuole vedere un ottimo film d'azione senza avere mai visto James Bond. Il cattivo di turno, interpretato da Javier Bardem,è stato lasciato molto libero nell'interpretazione del personaggio.
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alex2044
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domenica 4 novembre 2012
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ben tornato james bond
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Un bel film . Daniel Craig si dimostra un ottimo attore . I coprotagonisti tutti bravi con una menzione speciale per Judy Dench e Xavier Bardem. Sam Mendes è un regista di primordine. Il film scorre veloce alternando intelligentemente l'azione, i dialoghi ed anche una certa introspezione, anche J.B. invecchia. Le riprese sono magnifiche . I paesaggi maestosi. I richiami al Cacciatore ed a Apocalipse now delle vere chicche da cinefilo insieme a un ricordo delle ombre cinesi . Le scene nelle highlands scozzesi un doveroso omaggio al grande Sean Connery. Insomma ben tornato James Bond. Cinquantanni ma non li dimostra.
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ampio
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domenica 18 novembre 2012
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quattro e mezzo
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Il primo commento e per marzia gandolfi Secondo me appartieni alla categoria di quelli che al liceo ( classico ? ) aveva 9 in italiano Che invidia !
passiamo a sam mendes : la speranza che il ciclo di bond possa continuare ! Dopo 50 anni era una scommessa . Per me vinta alla grande . Un regista diverso da lui , che non avesse alle spalle i film che ha firmato avrebbe rischiato di fare un film peggiore di "quantum....." Avrebbe dovuto cercare effetti speciali ancora più eclatanti di quelli qui impiegati in un film comunque non "tutto da buttare" (scena di Tosca di buon livello ! )
invece il bagno di umiltà imposto a Bond che dopo mezzo secolo accetta di essere ferito ( manco un graffio , invece, durante l'improbabile fuga con l'hydrofoil dal campo coreano nell'improbabile film che comincia in quella sede ) lo riporta a dimensione umana o quasi
poi la scelta del più cattivo dei cattivi da quando il ciclo ha avuto inizio .
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Il primo commento e per marzia gandolfi Secondo me appartieni alla categoria di quelli che al liceo ( classico ? ) aveva 9 in italiano Che invidia !
passiamo a sam mendes : la speranza che il ciclo di bond possa continuare ! Dopo 50 anni era una scommessa . Per me vinta alla grande . Un regista diverso da lui , che non avesse alle spalle i film che ha firmato avrebbe rischiato di fare un film peggiore di "quantum....." Avrebbe dovuto cercare effetti speciali ancora più eclatanti di quelli qui impiegati in un film comunque non "tutto da buttare" (scena di Tosca di buon livello ! )
invece il bagno di umiltà imposto a Bond che dopo mezzo secolo accetta di essere ferito ( manco un graffio , invece, durante l'improbabile fuga con l'hydrofoil dal campo coreano nell'improbabile film che comincia in quella sede ) lo riporta a dimensione umana o quasi
poi la scelta del più cattivo dei cattivi da quando il ciclo ha avuto inizio . Credibile perché anche lui umano . Mosso dall'umano desiderio di vendetta ( ben diverso da quello del dr..No di licenza di uccidere ) e, a suo modo, "affezionato" ad una M come sempre impagabile , ed anche a lei mortale Bardem semplicemente insuperabile
un film come questo potrebbe esser uscito come il quinto , dopo operazione tuono o al massimo sesto dopo si vive solo due volte e quindi garantire che se ne possa fare una nuova bella serie per arrivare al. Xxxxxx.mo della serie senza passare attraverso titoli talmente improponibili da esser dimenticati ( vivi e lascia morire ??? Indegno di Bond )
E speriamo !
Sicuramente ciò che propongo c'è già ed io non lo so
ma perché non apriamo una classifica dove gli estimatori vengono chiamati a stilarla con una scala da uno a dieci per eleggere il,migliore ?io mi sentieri di puntare sungoldfinger e tunderball come film
e sull' interprete . Qui , escludendo Connery , credo che il degno successore sia Craig
E smettiamo la di accusarlo di essere troppo KGB e troppo poco british !
aspettiamomfiduciosi il XXIV della serie , con Mendes alla regia
qmpic
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owlofminerva
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mercoledì 7 novembre 2012
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50 anni e non sentirli
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Sono trascorsi 50 anni, e James Bond torna al cinema con uno stile impeccabilmente english. Sam Mendes riporta alla cruda e dura realtà un eroe al servizio di Sua Maestà, che siamo abituati a veder saltare da elicotteri illeso, lanciarsi da auto in movimento, schivare colpi e cazzotti senza un graffio, colpire bersagli per niente al tiro. Daniel Craig, poco simpatico per il broncio con cui si imposta, dà il meglio di sé, ha rughe evidenti che gli solcano il viso, sta invecchiando, ha ferite non guarite, non è infallibile, affronta la morte e vince ma inevitabilmente perde colpi.
Il ritmo è lo stesso, l’azione è pane e le scene imprevedibili, le bellissime e pericolose Bond girls che si spogliano dopo uno scambio di sguardi non mancano anzi la vera femme fatale lo spinge sul filo del rasoio e, come una nota stonata non si concede, ma lascia profilare un continuo insolito quanto interessante.
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Sono trascorsi 50 anni, e James Bond torna al cinema con uno stile impeccabilmente english. Sam Mendes riporta alla cruda e dura realtà un eroe al servizio di Sua Maestà, che siamo abituati a veder saltare da elicotteri illeso, lanciarsi da auto in movimento, schivare colpi e cazzotti senza un graffio, colpire bersagli per niente al tiro. Daniel Craig, poco simpatico per il broncio con cui si imposta, dà il meglio di sé, ha rughe evidenti che gli solcano il viso, sta invecchiando, ha ferite non guarite, non è infallibile, affronta la morte e vince ma inevitabilmente perde colpi.
Il ritmo è lo stesso, l’azione è pane e le scene imprevedibili, le bellissime e pericolose Bond girls che si spogliano dopo uno scambio di sguardi non mancano anzi la vera femme fatale lo spinge sul filo del rasoio e, come una nota stonata non si concede, ma lascia profilare un continuo insolito quanto interessante. Non troveremo scene di sesso e gadget hi-tech ma l’eterna lotta tra il nuovo e il vecchio scorre e domina l’intera pellicola. “L’età non è sinonimo di efficienza, né la gioventù di innovazione”. L’agente riuscirà a coniugare vecchie maniere e nuova tecnologia. Porterà fuori dal garage la vecchia Aston Martin DBS vista per la prima volta in “Goldfinger”. Non manca il brutto e cattivo: il tenace biondo posticcio Javier Bardem che però nel suo attacco non sarà mosso da interessi economici o sadici fini di calcolo ma da pura e semplice vendetta personale. Restano i paesaggi mozzafiato, dalla bizantina Istanbul alla lussureggiante Scozia ma a partire dalla voce di Adele c’è una vena di nostalgia, una tensione che percorre tutta la pellicola, d’altronde l’attacco arriva dritto al cuore del MI6 e quella faccia di bronzo sempre impeccabile ha una barba incolta e una mano tremante, dovrà intervenire per il paese e per la donna che più assomiglia a una madre per lui, Judi Dench, l’icona M, instancabile e algida, sempre più bella, che vorrebbero ritirata ma “Al diavolo la dignità, me ne vado quando il lavoro è finito”.
Il 50° celebra così un James Bond sobrio, senza orpelli all’ultimo grido, e ne mette in luce le ombre della personalità.
La pellicola viene svecchiata dai prototipi, maggiore dose di realismo e veridicità degli eventi, credibilità, umanità e finisce per piacere di più perché non fai che chiederti: “Ce la farà?”. Introspettivo e puntellato di sarcasmo. Non delude, andate a vederlo e restate fino alla fine.
Unico neo il bombardamento di pubblicità, dall’orologio alla birra. Sicuramente un motivo in più per non comprarli.
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alcoholfueledtommy
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giovedì 15 novembre 2012
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"skyfall is where we start"
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Uno 007 "caduto" ci introduce nella sua 23esima avventura (ufficiale) sul grande schermo: ai 50 anni cinematografici può ancora fare la differenza o è un cimelio del passato pronto per il pensionamento?
Sente il peso degli anni, è fallibile e vulnerabile, sbaglia la mira più volte e beve un po' troppo ma la sua specialità è la resurrezione, garantisce lui! Tra un prologo impressionante (titoli compresi) e un finale cupo e fatalista, due ore e rotti di azione, dialoghi brillanti, tensione, personaggi eccellenti, location di grande impatto visivo e qualche piccola pecca per un film in equilibrio tra il ritorno alle origini e il rinnovamento, che decostruisce coscientemente il personaggio (merito della sceneggiatura di Purvis/Wade e soprattutto dell' interpretazione di Daniel Craig, che porta alle estreme conseguenze l'umanizzazione del suo 007) per ribadirne il mito.
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Uno 007 "caduto" ci introduce nella sua 23esima avventura (ufficiale) sul grande schermo: ai 50 anni cinematografici può ancora fare la differenza o è un cimelio del passato pronto per il pensionamento?
Sente il peso degli anni, è fallibile e vulnerabile, sbaglia la mira più volte e beve un po' troppo ma la sua specialità è la resurrezione, garantisce lui! Tra un prologo impressionante (titoli compresi) e un finale cupo e fatalista, due ore e rotti di azione, dialoghi brillanti, tensione, personaggi eccellenti, location di grande impatto visivo e qualche piccola pecca per un film in equilibrio tra il ritorno alle origini e il rinnovamento, che decostruisce coscientemente il personaggio (merito della sceneggiatura di Purvis/Wade e soprattutto dell' interpretazione di Daniel Craig, che porta alle estreme conseguenze l'umanizzazione del suo 007) per ribadirne il mito.
La trama è semplice e lineare ma è sicuramente il Bond meno schematico di sempre: un villain ambiguo e drammatico (inquietante Javier Bardem, fastidiosi e fuori luogo i paragoni col Joker di Batman), una M (Judi Dench, alla settima puntata) quasi protagonista e dalla valenza materna, discorsi sul segno dei tempi (nemici invisibili, tecnologia opprimente, insicurezze tipiche del primo Ventunesimo secolo),sul tradimento e sulla vendetta. La regia di Sam Mendes è finissima e incalzante (di grande virtuosismo la scena a Shangai, tra ricordi di Blade Runner e Orson Welles) e le autocitazioni (specialmente alla fine!) non stonano mai, in una unione ideale col passato. Cambiano i tempi, i nemici, la tecnica e cambia il cinema, ma l'agente segreto al servizio di Sua Maestà c'è sempre. God save 007.
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phileas fogg
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giovedì 15 novembre 2012
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finalmente un bond realistico
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La storia non è particolarmente originale, e nemmeno troppo verosimile. Inoltre ci sono alcune scene e alcune battute a effetto tipiche degli action movie che si potevano risparmiare. Tuttavia questo Bond in tono minore, arcigno, triste e insicuro, ma allo stesso tempo determinato a venire a capo della situazione e battere il nemico di turno, ti rimane dentro. Inoltre, i continui rimandi al passato della saga (l'infanzia, piuttosto che la Aston Martin), all'età di Bond (nel film si fa spesso riferimento al fatto che Bond ormai è vecchio e dovrebbe lasciare il campo a forze più giovani), il tentativo di rinnovare la serie inserendo nuovi personaggi nei ruoli tradizionali del mondo di 007, un bel nemico che con la sua omosessualità mette Bond in una posizione quantomeno originale dato il tipo di film, delle scene d'azione mozzafiato, compensano ampiamente gli aspetti negativi.
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La storia non è particolarmente originale, e nemmeno troppo verosimile. Inoltre ci sono alcune scene e alcune battute a effetto tipiche degli action movie che si potevano risparmiare. Tuttavia questo Bond in tono minore, arcigno, triste e insicuro, ma allo stesso tempo determinato a venire a capo della situazione e battere il nemico di turno, ti rimane dentro. Inoltre, i continui rimandi al passato della saga (l'infanzia, piuttosto che la Aston Martin), all'età di Bond (nel film si fa spesso riferimento al fatto che Bond ormai è vecchio e dovrebbe lasciare il campo a forze più giovani), il tentativo di rinnovare la serie inserendo nuovi personaggi nei ruoli tradizionali del mondo di 007, un bel nemico che con la sua omosessualità mette Bond in una posizione quantomeno originale dato il tipo di film, delle scene d'azione mozzafiato, compensano ampiamente gli aspetti negativi. L'unico appunto è che questo film si stacca, come storia, nettamente dai due precedenti di Craig che avevano invece una loro continuità. E' come una rinascita della saga di cui non so se il personaggio, dopo la nuova veste che gli ha dato Daniel Craig, aveva bisogno.
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venerdì 23 novembre 2012
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questo bond un po' wayne in tempo di crisi
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Orfano e nascosto in un cunicolo il nostro 007 assomiglia un po' al batman di Nolan, eccezione fatta per tutti i suoi armamenti e lasciato con una pistola a impronta termica e qualche bombola di gas!
Mascherato dalla regia e dalla sceneggiatura il film regge, anche grazie ad attori come Javier Bardem che stupisce sempre e ai super effetti ed è bene equilibrato
Resoconto: questo "ultimo capitolo" ha poco da essere criticato se non per la trama un po' cadente molto simile per l'appunto all'ultimo batman...
La crisi, il tradimento, questi super-nonsuper eroi tradizionalisti che si danno all'alcool e ai fallimenti.
L'agente 007 si evolve insieme ai tempi mantenendo però la sua impronta da latin lover e lasciandoci la voglia di guardarlo.
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pensionoman
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domenica 4 novembre 2012
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bellissimo, tra luci e ombre
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splendido Bond movie, che incarna gli archetipi classici e tutti gli elementi essenziali del personaggio mitico di 007.
azione, ritmo, spy story, humour, tradizione e innovazione, un nemico formidabile e la forza di un eroe a tutto tondo,
patriottico, ma non cieco, granitico e determinato, ma umano, forte, ma con sentimenti, e si potrebbe continuare...
un gran pregio questo film ce l'ha. ha ricostruito, si potrebbe dire "recuperato", un personaggio che negli utlimi exploit cinematografici
si era decisamente appannato, riducendosi a un mero gadget di mercato, restituendolo agli antichi splendori.
torna in grande spolvero l'eroe che tutti amavamo (e che amiamo ricordare come quello, diciamolo, di Sean Connery, e in parte, Roger Moore, per il graffiante umorismo inglese).
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splendido Bond movie, che incarna gli archetipi classici e tutti gli elementi essenziali del personaggio mitico di 007.
azione, ritmo, spy story, humour, tradizione e innovazione, un nemico formidabile e la forza di un eroe a tutto tondo,
patriottico, ma non cieco, granitico e determinato, ma umano, forte, ma con sentimenti, e si potrebbe continuare...
un gran pregio questo film ce l'ha. ha ricostruito, si potrebbe dire "recuperato", un personaggio che negli utlimi exploit cinematografici
si era decisamente appannato, riducendosi a un mero gadget di mercato, restituendolo agli antichi splendori.
torna in grande spolvero l'eroe che tutti amavamo (e che amiamo ricordare come quello, diciamolo, di Sean Connery, e in parte, Roger Moore, per il graffiante umorismo inglese).
la prima parte del film (fino alla cattura di Bond) è pressochè perfetta, serrata, incalzante e credibile, godibilissimo racconto di uno scontro spionistico, mai lento e sempre agguerrito.
il finale poi è splendido, con un ritorno alle origini del mito, che sembra suggerire solidità e certezza, un timone con la barra a dritta, in un mondo sempre più incerto e privo di riferimenti.
qualche ombra però c'è. nel mezzo. la storia sembra perdersi (dalla cattura di bond in poi) diventando quasi forzata e poco credibile.
sembra quasi che, creato un problema da cui non si sa come uscire, ebba per forza andare avanti in qualche modo, perdendo quell'effetto "incollato allo schermo" che l'aveva caratterizzata fino a quel punto
(qualche spunto: come fa Bardem a liberarsi nella tana dell'MI6? era in una teca di crstallo senza armi.. anche se la cella si schiude perchè craccata dal suo virus, come ha scavalcato tre guardie armate di pistola?
avendo programmato la sua finta cattura da anni per vendicarsi di M, come faceva a sapere che la stessa M si sarebbe presentata dinanzi alla commissione ministeriale per raggiungerla li?
nonostante l'inscenato attentato, preparato con cura per depistare le forze dell'ordine, come può affrontare un edificio ministeriale e le forze che lo presiedono con appena due uomini armatI?
e ancora, invece di tutta questa sceneggiata, non sarebbe stato più facile, mooooolto più facile, vendicarsi di M, presentandosi in casa sua nottetempo come fa lo stesso Bond?)
solo alcune delle evidenti assurdità che rivelano la natura forzata della storia... meglio sarebbe stato continuare sul regime iniziale in cui lo scontro tra M, Bond e i servizi segreti si impernia sull'inseguimento per il mondo della lista segreta di agenti sotto copertura, da far culminare nello scontro finale...
inoltre diciamolo, l'evidente scimmiottare il Batman di Nolan (attacchi terroristici del cattivo stile Joker, lo scontro finale alla magione avita, il dualismo luce/tenebre dei due agenti, l'eroe invecchiato e provato, e così via)
toglie pregio a quello che poteva essere "IL" Bond Movie per eccellenza...Peccato!
cmq un bellisimo film di 007 che ritorna in grande spolvero per la gioia degli amanti dell'inimitabile James Bond...
fa sperare che la lezione venga ripresa e portata avanti.
dimenticavo, tre chicche da saltare di gioia col cuore gonfio...
un Craig "da urlo" nel ruolo... finalmente!
il nuovo M, Ralph Fiennes, simply perfect.
il recupero della mitica Aston Martin.
ad majora Bond.saluti
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donni romani
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domenica 4 novembre 2012
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un bond dolente rinasce più uomo e meno mito
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Difficile per i fans di James Bond non rimanere spiazzati dal nuovo ruolo dell'eroe britannico che in apertura di film viene colpito dalle pallottole di una collega, perde il prezioso dischetto che potrebbe salvare degli agenti infiltrati del MI6 e viene addirittura dichiarato morto. Il suo riapparire non stupisce, ma il suo aspetto dimesso, dolente, forse stanco delle storture del mondo è lontano anni luce dall'elegante ed ironico Bond cui diede vita Sean Connery esattamente cinquant'anni fa. E' un difetto questo? un peccato di lesa maestà da parte di Sam Mendes, o piuttosto un bisogno di rendere più umano e quindi più credibile un agente che nella realtà contemporanea risulterebbe quasi macchiettistico se lasciato al suo destino di eterno vincente.
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Difficile per i fans di James Bond non rimanere spiazzati dal nuovo ruolo dell'eroe britannico che in apertura di film viene colpito dalle pallottole di una collega, perde il prezioso dischetto che potrebbe salvare degli agenti infiltrati del MI6 e viene addirittura dichiarato morto. Il suo riapparire non stupisce, ma il suo aspetto dimesso, dolente, forse stanco delle storture del mondo è lontano anni luce dall'elegante ed ironico Bond cui diede vita Sean Connery esattamente cinquant'anni fa. E' un difetto questo? un peccato di lesa maestà da parte di Sam Mendes, o piuttosto un bisogno di rendere più umano e quindi più credibile un agente che nella realtà contemporanea risulterebbe quasi macchiettistico se lasciato al suo destino di eterno vincente. Naturalmente l'impianto narrativo rimane quello classico, con scena iniziale al fulmicotone, con un cattivo cattivissimo di grande fascino, Silva - un Javier Bardem biondo ed effeminato - una M apparentemente rigida e un Q nuovo di zecca ma sempre pronto a fornire gingilli geniali, ma ciò che cambia è la percezione che noi abbiamo di Bond, che scopriamo dipendente da droga e alcool, incapace di superare il test fisico e psichico per il reintegro in servizio, eppur mandato allo sbaraglio per necessità superiori. Ma è proprio in questo quadro un po' desolato che il vecchio agente ha un guizzo d'orgoglio e mette in campo tutte le sue abilità, e tutta l'umanità che ne ha fatto il mito che è. Di sicuro fa bene Mendes a non ignorare ciò che la saga di Bourne ha insegnato, e cioè che gli agenti segreti non sono dei terminator tutti muscoli e niente sentimenti, ma altrettanto bene ha fatto a dare a Bond, James Bond, il re di tutti gli agenti segreti una chance per sconfiggere la decadenza, la vecchiaia, la sensazione di essere fuori dai giochi. Stilisticamente impeccabile e attento a non tralasciare la giusta dose di scene d'azione e di glamour ha però un passo in più, ascoltare per credere il discorso di M a superiori e politici quando confessa, citando Tennyson (M che cita Tennyson, ve lo immaginate nei leggiadri film Anni Sessanta?) che "Noi non siamo più ora la forza che nei giorni lontani muoveva la Terra e il cielo, noi siamo ciò che siamo... infiacchiti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà di combattere e cercare, trovare e non cedere mai..." mentre sullo sfondo corrono le immagini di Bond che cerca di impedire una carneficina, e fallendo almeno all'inizio, altro coraggioso distacco dall'eroe che tutto può e tutto risolve. Un Bond nuovo quindi, ma decisamente più vicino ad un modello di uomo moderno, fatto di dubbi, dipendenze e fallimenti, e per questo capace di rinascere dalle proprie ceneri. E di tornare al volante della mitica Aston Martin DB5 guidata niente meno che nei terreni di famiglia dove Bond ed M si rifugiano in attesa dell'attacco finale di Silva e dove scopriamo il passato tragico del piccolo James e conosciamo il vecchio guardacaccia di famiglia che si permette di trattare il grande 007 come un moccioso incapace di sparare (risate assicurate). Un paio di annotazioni final: lo spazio riservato alle Bond girls e alle loro scene di seduzione è decisamente ridotto rispetto al passato, il che alza ulteriormente il livello di maturità del film e Silva, il villain di turno, questa volta è un collega di Bond, un ex agente tradito che vuole vendetta, metafora ulteriore di un mondo dove la minaccia è sempre più spesso annidata all'interno di noi stessi.
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