Skyfall

Torna dopo ben 5 anni di assenza, il nuovo capitolo di 007 e la domanda sorge spontanea, ne sentivamo la necessità?

Skyfall inizia con un' adrenalinico inseguimento sui tetti di istanbul e prosegue con un combattimento corpo a corpo sui vagoni di un treno passeggeri, poi l'aiutate dell'agente 007 per sbaglio spara al protagonista e qui finiscono i colpi di scena dopo appena un quarto d'ora di film.
Dopo gli elaborati titoli di testa, con in sottofondo la splendida canzone di Adele, va in scena il solito film di james bond, con la differenza che bond beve birra, è un rozzo patentato e i suoi capi sono talmente impantanati nella crisi mondiale da non riuscire a fornirgli un supporto tecnico avveneristico rispetto ai tempi che corrono.
Tornando ad un giudizio prettamente tecnico, la regia è ottima per una film d'azione, non a caso Sam Mendes e Roger Deakins hanno fatto il loro lavoro, gli attori riescono a fare tutti la parte che gli viene assegnata senza nessun difetto e Javier Bardem dimostra ancora una volta il grandissimo talento che lo contraddistingue, però il film non incide, lascia freddi e a volte annoia.
La profondità psicologica dei personaggi è solo un finto artifizio, per poi tornare all' azione e se non fosse per la figura di Bardem ci sarebbe stato riproposto un Quantum of solace, con una regia più maestosa.
Io oserei dire che James Bond è morto e sepolto da anni e la colpa non ricade secondo me su Daniel Craig, personaggio con un fascino maggiore di Timothy Dalton o Roger Moore, ma il problema risiede nella nuova hollywood, quella dei film sui supereroi, quella dei film catastrofici, nella quale si cerca per forza di creare spessore a dei personaggi bidimensionali, personaggi che rappresentano eroi o uomini fuori dal comune, cercando di umanizzarli senza però completare la trasformazione e lasciandola a metà, cercando un film "blockbuster" ma con propositi autoriali.
Il cinema è a volte finzione e in alcuni casi bisognerebbe lasciarlo tale.