Skyfall |
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Un film di Sam Mendes.
Con Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris.
continua»
Titolo originale Skyfall.
Azione,
durata 143 min.
- USA, Gran Bretagna 2012.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 31 ottobre 2012.
MYMONETRO
Skyfall
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Mendes riscrive Bond seguendo le orme di Batmandi xXSeldonXxFeedback: 4847 | altri commenti e recensioni di xXSeldonXx |
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sabato 3 novembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tornato in servizio dopo esser stato creduto morto, ma non prima di essersi preso una breve, ma intensa, vacanza, Bond deve vedersela con Silva, ex "doppio zero" consegnato da M al nemico in cambio della liberazione di altri sei agenti, il quale ha come unico scopo la vendetta personale sull'irriducibile capo dell'MI6.
Proprio la vendetta muove il villain di turno; sono finiti i tempi degli avversari intenzionati a conquistare o a distruggere il pianeta, forti di qualche marchingegno che nemmeno nei più assurdi sci-fi sarebbe mai stato accettato. Ma d'altronde lo stacco netto con il passato era stato evidente fin dal primo film della "trilogia Craig", e questo terzo film riesce a dimostrare che è possibile continuare sulla linea del realismo senza dimenticarsi di ommaggiare i gli altri film e gli altri Bond che, assurdi o no, hanno segnato un'epoca. Infatti Skyfall arriva nel cinquantenario di 007 e gli omaggi alle pellicole precedenti erano d'obbligo: ed ecco allora Craig dimenticarsi del proprio carattere da ribelle e aggiustarsi con eleganza il polsino della camicia, mentre atterra su un vagone ferroviario sventrato da una scavatrice; torna anche la celebre Aston Martin anni 70, dotata ancora di qualche gadget lasciato in eredità da Sean Connery, che però non mina minimamente l'aspetto realistico della trama ma si rivela una gradevole citazione completamente fine a sè stessa. Perfino l'equipaggiamento fornito dall'agente Q, che qui abbandona l'aspetto del vecchio scienziato in camice per assumere quello di un giovane geek con tanto di occhialoni, segue i dettami dell'austerity del film: "Penne esplosive? Non usiamo quei giocattoli da un pezzo" dichiara il nuovo addetto alle armi.
Lo stesso protagonista viene ridimensionato e portato a livelli più umani, anche rispetto ai precedenti due film, che avevano avuto il merito di inserire l'Amore, quello vero, nella sfera dei sentimenti dell'agente segreto per eccellenza; il Bond che ci troviamo di fronte, di cui finalmente veniamo a conoscere anche il passato, perde colpi, sente su di sè il peso dei numerosi anni di servizio (metaforicamente rappresentati da “La Valorosa Témériere” di W. Turner) e viene messo duramente alla prova, anche sul piano psicologico, da nemici e amici; persino la sua natura da inguaribile seduttore ad un certo punto scompare per lasciare il posto allo spirito di protezione di un figlio nei confronti della madre.
Proprio sul rapporto quasi filiale che lega Bond (e legava Silva) al capo dell'MI6 si concentra il film: scomparse le bondgirls (un po' sottotono in questo film, personaggi interessanti ma inutili nell'economia della trama), ecco che diviene M il fine degli sforzi contrari dei due agenti. Judi Dench è quindi la protagonista femminile di questo ventitreesimo 007, che vede il suo personaggio approfondito, sia per quanto riguarda il suo passato, che la rivela una spietata calcolatrice, che psicologicamente; la madre con la M maiuscola viene messa duramente alla prova dal ritorno del suo ex prediletto e dai sentimenti contrastanti che prova nei suoi confronti. Contrariamente all'interpretazione della Dench, intensa ed espressiva nella sua freddezza, quella del villain Bardem è caratterizzata da una decisa follia e imprevedibilità, almeno per i personaggi del film; agli spettatori invece le mosse e i piani calcolati al minimo dettaglio di Silva, oltre che lo "stile" della sua pazzia, ricordano molto il Joker di Ledger con una sfumatura dello Chigur di Non è un paese per vecchi; se dunque il personaggio di Silva, interpretato egregiamente da Javier Bardem, funziona benissimo come antitesi di Bond nel triangolo di amore-odio con M, sintesi tra i due, risulta poco originale e spesso troppo prevedibile per chi conosce il secondo film della trilogia di Nolan, eccezion fatta per la sequenza finale nella cappela dove l'attore da il massimo di sè e riesce a sorprendere ed emozionare, suscitando sentimenti contrastanti nello spettatore: nessuno è immacolato e nessuno è completamente malvagio.
Troppi sono però le analogie con l'ultima trilogia di Batman sia per quanto riguarda alcuni personaggi (non solo Silva) e situazioni, complici anche alcune sequenze che come regia ricalcano lo stile di Nolan.
Il film risulta comunque estremamente godibile, grazie a ottime sequenze d'azione (in particolare nell'incipit e nel finale), ad una regia sobria ma adatta e all'abilità degli attori. Si pone come stacco definitivo dallo stile dei vecchi 007, che pure non dimentica di omaggiare con citazioni e riferimenti ironici e a volte un po' critici. Sam Mendes dunque riparte da zero, come ha fatto il regista di Memento con la saga dell'uomo-pipistrello, riscrivendo un Bond più umano, realistico, colto ed adulto (il finale del film tutto è tranne che scontato e buonista), modernizzando il mito dell'agente segreto più famoso del mondo, senza temere di attuare grandi cambiamenti. Come emblematicamente sentenzia James, James Bond, nel film: "Qualcuno muore".
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