porco
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martedì 13 novembre 2012
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james ed il fattore m
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M come l'agente capo del MI6 ma soprattutto come macchina del Marketing bondiana... in occasione del suo 50 anniversario James Bond affronta l'ennesima avventura vestita di product placement da capo a piedi ma , se ne hanno fatti cosi tanti, chi siamo noi per dire che non siano bravi nel farli?! Belli gli effetti, bravi gli attori , regia di assoluto livello... l'unico piccolo dispiacere lo si trova nella sceneggiatura, che tende a sembrare tanto un puzzle dei primi due batman della nuova saga...
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jacopo b98
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giovedì 2 maggio 2013
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il miglior bond di sempre,che tiene d'occhio nolan
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James Bond (Craig) è sulle tracce dell’uomo che ha rubato la lista degli agenti infiltrati nelle organizzazioni terroristiche. Scoprirà che dietro tutto questo c’è un ex-agente (Bardem), creduto morto, che vuole vendicarsi uccidendo M (Dench). È il ventitreesimo film della saga 007, il terzo con Craig e il primo diretto da Mendes, premio Oscar per American Beauty e regista del bel Revolutionary Road. Si può dire che è il miglior 007 di sempre, per una lunga serie di motivi, prima di tutto la regia raffinatissima, che sa dosare humor, azione e riflessione, regalandoci alcune sequenze notevolissime: Mendes usa l’inquadratura ferma con discrezione, usa rapide carrellate regolari e controllate e controlla tutto l’apparato tecnico (fotografia da Oscar di Roger Deakins, musiche di Thomas Newman…) con grande perizia, fa perciò venire fuori la psicologia dei personaggi e grazie al grande contributo della sceneggiatura (John Logan, Neal Purvis, Robert Wade) ne disegna alcuni memorabili, su tutti il cattivo Silva, interpretato da un Bardem strepitoso a cui è stata ingiustamente negata una nomination all’Oscar.
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James Bond (Craig) è sulle tracce dell’uomo che ha rubato la lista degli agenti infiltrati nelle organizzazioni terroristiche. Scoprirà che dietro tutto questo c’è un ex-agente (Bardem), creduto morto, che vuole vendicarsi uccidendo M (Dench). È il ventitreesimo film della saga 007, il terzo con Craig e il primo diretto da Mendes, premio Oscar per American Beauty e regista del bel Revolutionary Road. Si può dire che è il miglior 007 di sempre, per una lunga serie di motivi, prima di tutto la regia raffinatissima, che sa dosare humor, azione e riflessione, regalandoci alcune sequenze notevolissime: Mendes usa l’inquadratura ferma con discrezione, usa rapide carrellate regolari e controllate e controlla tutto l’apparato tecnico (fotografia da Oscar di Roger Deakins, musiche di Thomas Newman…) con grande perizia, fa perciò venire fuori la psicologia dei personaggi e grazie al grande contributo della sceneggiatura (John Logan, Neal Purvis, Robert Wade) ne disegna alcuni memorabili, su tutti il cattivo Silva, interpretato da un Bardem strepitoso a cui è stata ingiustamente negata una nomination all’Oscar. Il film si appoggia ad un trio di interpreti perfetto, in cui spicca la Dench, straordinaria, ma anche Craig, che disegna un Bond tormentato e crepuscolare come non mai. Molte le sequenze d’azione notevoli, dal primo inseguimento ad Istanbul, al finale nella brughiera. Evidente il fatto che Mendes e gli sceneggiatori abbiano tenuto d’occhio la grande lezione impartita da Nolan con Il cavaliere oscuro, molte infatti le apocalissi sociali e gli attentati, simili ai giochetti del Joker di Heath Ledger. Il finale è grandissimo. Poche le cosiddette Bond Girl, o forse la vera Bond Girl del film è nientemeno che M? Memorabili titoli di testa. Cinque nomination agli Oscar tra cui colonna sonora, fotografia e sonoro (ma avrebbe meritato anche attore non protagonista, regia e forse attrice [protagonista]) e due statuette: montaggio sonoro (ex-aequo con Zero Dark Thirty) e canzone, Skyfall, bellissima, cantata da Adéle.
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dandy
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sabato 14 giugno 2014
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in nome della patria...
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Dopo il deludente "Quantum of Solace" e la scioccante notizia di un'ipotetica sospensione della serie,il ventitreesimo film della serie passa in mano all'esperto Mendes.Che realizza uno dei migliori episodi della serie e,cosa sempre più rara,un blockbuster introspettivo ed appassionante.Non tralascia l'azione ma si sofferma sulle psicologie dei personaggi e il tormentato rapporto con se stessi e il proprio lavoro.E' di certo l'episodio più tragico dopo l'ingiustamente snobbato"Agente 007-Al servizio segreto di sua maestà" anche se Mendez ha dichiarato di essersi ispirato a "Il Cavaliere oscuro".La cupezza raggiunge livelli inauditi:come in una sorta di seduta psicoanalitica la figura di M viene sondata e sezionata in ogni suo aspetto negativo.
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Dopo il deludente "Quantum of Solace" e la scioccante notizia di un'ipotetica sospensione della serie,il ventitreesimo film della serie passa in mano all'esperto Mendes.Che realizza uno dei migliori episodi della serie e,cosa sempre più rara,un blockbuster introspettivo ed appassionante.Non tralascia l'azione ma si sofferma sulle psicologie dei personaggi e il tormentato rapporto con se stessi e il proprio lavoro.E' di certo l'episodio più tragico dopo l'ingiustamente snobbato"Agente 007-Al servizio segreto di sua maestà" anche se Mendez ha dichiarato di essersi ispirato a "Il Cavaliere oscuro".La cupezza raggiunge livelli inauditi:come in una sorta di seduta psicoanalitica la figura di M viene sondata e sezionata in ogni suo aspetto negativo.Madre putativa di Bond,che non esita a sacrificare in nome di una causa che ormai sembra stare a cuore solo a lei,sebbene logorante e gravida di conseguenze nefaste.Silva(la cui apparizione avviene solo nella seconda parte),ex "protetto" e "figlio adottivo" di M,sacrificato ma sopravvissuto alla morte come Bond finisce per diventare una sorta di Edipo odierno,accecato dall'odio ma incapace come Bond di ribellarsi fino in fondo alla "madre".Più che in ogni altro episodio l'agente viene descritto in modo intimo,sia sentimentalmente sia nell'invecchiamento inesorabile.Non si rade la barba per quasi tutta la prima parte,si ubriaca,soffre le ferite e addirittura per la prima volta beve la birra!Sempre per la prima volta l'inventore Q è più giovane del protagonista,un nerd occhialuto che non risparmia impertinenze su 007(lo paragona alla vecchia nave da demolire nel quadro di Turner).Magistrali le scene di lotta nel grattacielo a Shangai e nella fossa con i draghi di Komodo,e la resa dei conti nella tenuta dei defunti genitori di Bond(la Skyfall del titolo)dove si trova Kincade,vecchio guardiacaccia e unica figura paterna rimastagli.Ma anche il primo confronto tra Silva ed M(dove lui mostra le terrificanti conseguenze provocate dall'unica scelta da lei impostagli)e quello finale non sono meno emozionanti.Torna per la sesta volta la leggendaria Aston Martin DB5(simbolicamente distrutta).L'unica pecca sta in Sèvèrin ed Eve(futura nuova MoneyPenny),purtroppo non alltezza delle bond girl di un tempo.Azzeccato invece il personaggio di Fiennes,ministro solo all'apparenza rigido e burocratico,l'unico che realmente comprende le ragioni di M.Lo splendido brano dei titoli di testa è cantato da Adele.Meritato successone in tutto il mondo.A mio parere tuttavia,direi che questo potrebbe essere un degno capitolo conclusivo,anche la scritta nel finale lascia ben pochi dubbi al riguardo.Si vedrà....
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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il lato psicologico di james bond
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Attualmente la trilogia di James Bond interpretata da Daniel Craig se la cava abbastanza bene : "Casino Royale" è stato il film rivelazione dell'intera saga e punta soprattutto sull'ambiguità dei personaggi, "Quantum Of Solace" è un sequel che punta di più sull'azione mentre "Skyfall" punta sul lato psicologico del personaggio dell'agente 007.
"Skyfall" è stato un grandissimo successo sia per il box-office che per la critica e per i fans.
La trama è intricata in più vicende che coinvolgono tre personaggi principali e i loro rispettivi segreti : James Bond ( Daniel Craig ) e la sua "resurrezione", M ( Judi Dench ) e il suo passato e Raoul Silva ( Javier Bardem ) e i suoi piani.
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Attualmente la trilogia di James Bond interpretata da Daniel Craig se la cava abbastanza bene : "Casino Royale" è stato il film rivelazione dell'intera saga e punta soprattutto sull'ambiguità dei personaggi, "Quantum Of Solace" è un sequel che punta di più sull'azione mentre "Skyfall" punta sul lato psicologico del personaggio dell'agente 007.
"Skyfall" è stato un grandissimo successo sia per il box-office che per la critica e per i fans.
La trama è intricata in più vicende che coinvolgono tre personaggi principali e i loro rispettivi segreti : James Bond ( Daniel Craig ) e la sua "resurrezione", M ( Judi Dench ) e il suo passato e Raoul Silva ( Javier Bardem ) e i suoi piani.
Fantastici tutti gli attori presenti in questo film, cast strepitoso : non solo i già tre menzionati Craig ( convincente ), Dench ( interpretazione fantastica ) e Bardem ( bravissimo ) ma anche Ralph Fiennes ( fantastico nei panni di Mallory ), Naomi Harris ( Eve ), Berenice Marlohe ( Severine ) e Ben Whishaw ( il giovane Q ).
Malinconica ma allo stesso tempo potente la theme song di Adele "Skyfall".
Bellissimo film anche per celebrare il 50° anniversario di questa maestosa saga.
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aristoteles
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venerdì 11 dicembre 2015
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atipico bond
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A dispetto di altri produzioni sull'agente segreto più famoso del mondo,qui sicuramente c'è più introspezione nell'animo "Bondesco".
Basti pensare che il finale si svolge a casa sua,dove affiorano vecchi ricordi e aneddoti sull'uomo e non sul personaggio.
Ma anche "M" Dench ,in questa occasione,ci mostra una fragilità insospettabile.
Il cattivo di turno,il mitico Bardem, è abbastanza inquietante e funziona.
L'azione è coinvolgente,ovviamente eccessiva nel solito "uno contro mille" ma tutto sommato riesce a non sfociare nell'americanata fragorosa.
Qualcuno potrebbe storcere il naso,ma anche no.
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A dispetto di altri produzioni sull'agente segreto più famoso del mondo,qui sicuramente c'è più introspezione nell'animo "Bondesco".
Basti pensare che il finale si svolge a casa sua,dove affiorano vecchi ricordi e aneddoti sull'uomo e non sul personaggio.
Ma anche "M" Dench ,in questa occasione,ci mostra una fragilità insospettabile.
Il cattivo di turno,il mitico Bardem, è abbastanza inquietante e funziona.
L'azione è coinvolgente,ovviamente eccessiva nel solito "uno contro mille" ma tutto sommato riesce a non sfociare nell'americanata fragorosa.
Qualcuno potrebbe storcere il naso,ma anche no.
Le diverse sfaccettature della pellicola possono infatti eccitare o deprimere i fan più accaniti,sorpresi da una certa originalità.
A mio avviso, Il prodotto finale è "più che discreto".
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angelino67
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venerdì 20 maggio 2016
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un mondo nell'ombra
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Due ore del migliore intrattenimento cinematografico. Un film di qualità figurativa altissima, a tratti stupefacente. Denso, ampio e appassionante il film mantiene fino a un grado molto avanzato il mistero. Sam Mendes (del quale in alcune scene traspaiono le sue origini come regista teatrale) dà del suo meglio; anche Daniel Craig é al suo meglio e l'interpretazione di Javier Bardem nei panni del cattivo è fantastica, con la sua estrema e insieme raffinata umoristica cattiveria, un personaggio in definitiva tragico. Quando si avvicina a Bond assume una espressione assurda e la schermaglia tra i due quando si incontrano é intelligente come nella migliore tradizione bondiana. Il film approfondisce M di Judi Dench, che é come il ruolo istituzionale richiede, straordinaria in una interpretazione molto difficile.
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Due ore del migliore intrattenimento cinematografico. Un film di qualità figurativa altissima, a tratti stupefacente. Denso, ampio e appassionante il film mantiene fino a un grado molto avanzato il mistero. Sam Mendes (del quale in alcune scene traspaiono le sue origini come regista teatrale) dà del suo meglio; anche Daniel Craig é al suo meglio e l'interpretazione di Javier Bardem nei panni del cattivo è fantastica, con la sua estrema e insieme raffinata umoristica cattiveria, un personaggio in definitiva tragico. Quando si avvicina a Bond assume una espressione assurda e la schermaglia tra i due quando si incontrano é intelligente come nella migliore tradizione bondiana. Il film approfondisce M di Judi Dench, che é come il ruolo istituzionale richiede, straordinaria in una interpretazione molto difficile. La sceneggiatura, molto intricata, unisce a Neal Purvis e Robert Wade il prodigioso talento del drammaturgo John Logan. I dialoghi sono arguti, eccellenti. Fantastica la fotografia di Roger Deakins, un virtuoso dello stile. Elegantissime le scenografie di Dennis Gassner, robusta la musica di Thomas Newman. Magnifica la sequenza di apertura. La sequenza dei titoli di Daniel Kleinman é la migliore dopo quelle di Maurice Binder. La canzone di Adele é una delle più belle della serie. Un Bond in equilibrio tra il vecchio (cui riesce a a dare una importanza non meramente celebrativa) e il nuovo, tra il classico e il futuristico, con qualche spunto di allucinazione. In alcuni momenti siamo nell'horror, in altri nel fantastico o nel fantascientifico. Il regista suona una tastiera emotiva. Sa come regolare i toni, quando accellerare o frenare, e lavora sulle sfumature riuscendo a non tradire, pur in un film spesso fulgido, un tono dominante piuttosto freddo e scuro. Non che il film sia non avaro di umorismo, ma non è questo il suo tono. Severine, la femme fatale, é una delle più belle donne che si siano viste in Bond. La scena della sua apparizione è degna di ogni lode. Essa, secondo la vecchia lezione del mai troppo lodato Terence Young, dà subito una sfumatura perversa al personaggio. Naomi Harris é adorabile. Bel lavoro della costumista Jany Temime. Mendes oscilla tra il Bond più gigantesco (sconcertando anche qui) e quello più sobrio. Egli dirige ora con finezza sorprendente, ora con pompa e maestosità, con molti riferimenti al Bond tradizionale, prestiti dal tutte le annate precedenti. L'ombra esiste ancora, ancora più profonda e insondabile. Qua è là affiora un sensazione di disincanto, anche se subito dimenticata dalle meraviglie del mondo. Alcune scene di azione sono di una forza sbalorditiva. Bellissimi gli ambienti, specialmente a Shanghai. Estremamente ben montato, secondo l'insegnamento di Peter Hunt di usare il montaggio in modo creativo, anche coi trucchi dove ci vogliono, come intervenire sulla velocità delle immagini. I toni di colore sono vera arte pittorica; certe inquadrature sono dei veri e propri quadri. Le immagini sono un vero godimento. C'è abbastanza per chi vuole trovare quello che amava nei vecchi gloriosi 007. Inatteso e buono Ben Whishaw come giovane “Q”. Forse un po' troppo lungo, ma questo é (quasi) sempre stato il “difetto” dei film di Bond. Comunque il film mantiene il suo altissimo livello per tutto il tempo.Difficile fare di meglio.“Skyfall” é il Bond che ha incassato di più, superando “Thunderball” (tenendo conto della variazione del dollaro nel tempo). Basterebbe questo.
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luca97007
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lunedì 14 novembre 2016
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it's the biggest, it's the best, it's bond!
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Rifacendomi ai titoli del poster pubblicitario della Spia che mi amava do il titolo alla mia recensione, che riassume perfettamente Skyfall. E' il più grande, è il migliore è (semplicemente) Bond, sì perché questo secondo me dopo Goldfinger è il miglior Bond in assoluto. A partire dalla sequenza pre-titoli veramente ben fatta che rappresenta perfettamente la forza visiva di questo film. Questo film racconta di in parte di una parte di Bond mai vista finora in nessun film di 007 (se non in parte in Casino Royale), ovvero un Bond fragile e non invincibile, per questo questo film può essere considerato un nuovo inizio per il franchise. Il Bond portato sullo schermo da Daniel Craig è uno dei migliori in assoluto, Craig da veramente prova di essere perfetto per il ruolo, lui e il personaggio sono ormai un tutt'uno.
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Rifacendomi ai titoli del poster pubblicitario della Spia che mi amava do il titolo alla mia recensione, che riassume perfettamente Skyfall. E' il più grande, è il migliore è (semplicemente) Bond, sì perché questo secondo me dopo Goldfinger è il miglior Bond in assoluto. A partire dalla sequenza pre-titoli veramente ben fatta che rappresenta perfettamente la forza visiva di questo film. Questo film racconta di in parte di una parte di Bond mai vista finora in nessun film di 007 (se non in parte in Casino Royale), ovvero un Bond fragile e non invincibile, per questo questo film può essere considerato un nuovo inizio per il franchise. Il Bond portato sullo schermo da Daniel Craig è uno dei migliori in assoluto, Craig da veramente prova di essere perfetto per il ruolo, lui e il personaggio sono ormai un tutt'uno. Il cattivo Silva, interpretato da Javier Bardem, è da antologia; cinico e spietato, pronto ad usare qualsiasi mezzo per arrivare al suo obiettivo: M. M, il capo dell' MI6 e di Bond interpretato da una Judi Dench magnifica assume un ruolo chiave (finalmente) nel film. M rappresenta la madre di Bond e non solo, rappresenta la guida per 007. Finalmente dopo 2 film ritornano i personaggi di Moneypenny (che non si chiama Jane ma Eve) e di Q che assumuno anche loro un ruolo importante per la riuscita della missione appoggiando Bond non solo nell'ufficio di Londra ma anche fuori dalla sede dell'MI6. A mio parere il film come già detto è il secondo migliore dell'intera saga perché combina in maniera magica l'azione classica dei film moderni dell'agente 007 e il nuovo aspetto psicologico che il regista Sam Mendes ha voluto dare al film. La storia è veramente ben scritta e rappresentata sullo schermo in maniera quasi perfetta, sopratutto il piano del cattivo Silva e la scena della fuga di Silva, fino ad arrivare alla scena del tribunale, da brividi!. La colonna sonora di questo film, finalmente dopo due film una canzone con lo stesso nome del film, Skyfall, di Adele è qualcosa di veramente unico, che si adatta perfettamente al film. Insomma un film che vale veramente la pena di guardare!!!
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tonysamperi
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giovedì 8 novembre 2012
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50 anni di bond
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SULLA SCENEGGIATURA
Sicuramente il titolo porta un certo peso, che ci riporta alle origini del celebre agente di Ian Flemming.
Il terzo film della serie per Daniel Craig, che all'inizio di questa pellicola appare un po' consumato, quasi invecchiato, dipendente da alcool e sesso.
Il film si apre ad un buon ritmo, che vede l'agente 007 all'inseguimento di un criminale per recuperare un prezioso hard disk contenente informazioni sulle coperture degli agenti dell'MI6. Non è chiaro il perchè ma M questa volta sembra non fidarsi del suo agente, appare decisa e accanita, noncurante delle sorti di Bond. Infatti è Bond ad essere colpito dal fuoco amico e viene dato per morto.
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SULLA SCENEGGIATURA
Sicuramente il titolo porta un certo peso, che ci riporta alle origini del celebre agente di Ian Flemming.
Il terzo film della serie per Daniel Craig, che all'inizio di questa pellicola appare un po' consumato, quasi invecchiato, dipendente da alcool e sesso.
Il film si apre ad un buon ritmo, che vede l'agente 007 all'inseguimento di un criminale per recuperare un prezioso hard disk contenente informazioni sulle coperture degli agenti dell'MI6. Non è chiaro il perchè ma M questa volta sembra non fidarsi del suo agente, appare decisa e accanita, noncurante delle sorti di Bond. Infatti è Bond ad essere colpito dal fuoco amico e viene dato per morto.
Una bella occasione, un'uscita di scena grazie a cui ci sarebbero i presupposti per abbandonare la professione di agente segreto.
Ma presto un nuovo nemico attacca l'agenzia e in particolare M (la storica Judi Dench di tutti gli 007 precedenti e non solo).
Così il tema della morte e resurrezione pone 007 nella condizione di rinascita, di distacco dal passato, che lo vede abbandonare la dipendenza dall'alcool (ma non dal sesso). La rinascita viene evidenziata dal continuo ritorno del confronto tradizione/innovazione e allontana i numerosi gadget tecnologici a favore di oggetti più semplici ed ordinari.
Bond non esita a resuscitare dai morti per soccorrere M, con cui è nato nel tempo un reciproco rapporto d'affetto familiare. Pur sapendo cosa significa continuare a fare questo mestiere e sconsigliandolo alla collega Moneypenny (la bellissima Naomie Harris - "28 giorni dopo", la Dea Calipso in "Pirati dei Caraibi")
Raoul Silva (un eccezionale Javier Bardem) è l'opposto dicotomico di Bond in tutto e per tutto, un altro prodotto dell'MI6 di M.
Egli incarna l'uomo tradito, corroso più dalla vendetta che non dall'acido cianidrico ingerito per sfuggire al nemico. Un uomo che quasi allo stile del Joker di "Batman Dark Knight" cerca di distruggere M psicologicamente prima che fisicamente.
L'irruzione improvvisa del pericolo Silva costringe Bond ad un taglio netto col passato, nonostante il percorso di salvezza è connotato da elementi del passato, quali lo stesso skyfall delle radici Bondiane e un'Aston Martin DB5 del Bond-Connery, che riaccende nello spettatore il ricordo delle tante pellicole dedicate all'agente britannico durante gli ultimi 50 anni.
Dovendo dare uno spaccato psicologico di questo tipo il ritmo del plot non poteva che risultare altalenante, rallentando notevolmente in certi punti.
La prospettiva e le atmosfere cambiano quindi rispetto ai due capitoli precedenti con Craig, ritrovando lo stile di Connery e Brosnan.
Ciononostante il risultato si fa apprezzare: l'adrenalina manca un po' ma c'è; la fotografia è sublime, anche se si poteva dare dei tagli più rapidi in alcune scene d'azione mediande l'uso di handycam.
SUL DOPPIAGGIO
Torna Francesco Prando al doppiaggio di James Bond, che calza semper perfettamente; Stella Musy segue le orme del padre, doppia Naomie Harris; ultimo ma non meno importante segnalerei Roberto Pedicini, che per il doppiaggio Javier è stato veramente fenomenale.
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nick castle
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martedì 13 novembre 2012
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ora parliamo di skyfall...
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Dopo i problemi di produzione che affliggevano questo 23° capitolo a cinquant'anni da "Licenza di uccidere", Skyfall vede finalmente la luce, la luce del suo rilascio nel circuito cinematografico, come la luce della resurrezione della saga. Sia ben chiaro che dandogli quattro stelle (anche se in pratica il mio voto sarebbe 3,5) non voglio fare il gioco della critica cinematografica, infatti gliele do, per motivi completamente contrari a quelli della nostra cara redattrice Marzia Gandolfi. Perchè vedete, la Gandolfi forse non si è accorta di guardare uno 007, forse pensava di guardare un buon Kurosawa, dove le parole valgono più dei fatti. Si parla tanto di cambiamenti, di nuovi orientamenti del personaggio, di una nuova caratterizzazione di James Bond, più malinconico e depresso di quanto sia mai stato.
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Dopo i problemi di produzione che affliggevano questo 23° capitolo a cinquant'anni da "Licenza di uccidere", Skyfall vede finalmente la luce, la luce del suo rilascio nel circuito cinematografico, come la luce della resurrezione della saga. Sia ben chiaro che dandogli quattro stelle (anche se in pratica il mio voto sarebbe 3,5) non voglio fare il gioco della critica cinematografica, infatti gliele do, per motivi completamente contrari a quelli della nostra cara redattrice Marzia Gandolfi. Perchè vedete, la Gandolfi forse non si è accorta di guardare uno 007, forse pensava di guardare un buon Kurosawa, dove le parole valgono più dei fatti. Si parla tanto di cambiamenti, di nuovi orientamenti del personaggio, di una nuova caratterizzazione di James Bond, più malinconico e depresso di quanto sia mai stato. Però bisogna una buona volta mettere le cose in chiaro, io davanti a voi mi rivelo come appassionato della saga quale sono, e da appassionato ho visto tutti e 23 i film ufficiali più gli apocrifi (Casino Royale Climax, Casino Royale del '67, Mai dire mai) e lasciatemelo dire, questo Skyfall vuole essere proprio un vero e dichiarato ritorno alle origini, un ritorno al buon vecchio passato, infatti, dimenticata la sbandata alla Jason Bourne quale era "Quantum of solace", o anche il mediocre "La morte può attendere", 007 torna come era come se lo ricordano tutti. Infatti da subito si entra in un atmosfera Bondiana a 24K, in primis la canzone dei titoli di testa (di nuovo creati da Daniel Kleinman, attitvo nella saga dal 1995 eccetto in Quantum of solace) che ricorda palesemente la canzone dei titoli di testa di "007 Una cascata di diamanti" che si chiamava "Diamonds are forever", poi continuiamo con il tema musicale storico scritto da Monty Norman che finalmente possiamo riascoltare anche durante il film (negli ultimi capitoli lo si sentiva solo nei titoli di coda), poi passiamo al più bello, la reintegrazione tra i personaggi di Q, l'addetto alle approvigioni (tecnologia e gadget) qui interpretato da Ben Whishaw, oppure di Moneypenny, tutti personaggi che negli ultimi capitoli, che vanno di pari passo con l'introduzione di Daniel Craig come nuovo Bond, vennero a mancare, poi ovviamente la Aston Martin degli anni di Connery è un fiore all'occhiello ma che onestamente non fa la differenza. Generalmente del film se ne può parlare come di tanti altri film della saga, persino il cattivo, quà non tanto presente nel film (sopratutto come presenza effettiva) si attesta su personaggi che già abbiamo visto nel corso della saga, vista la somiglianza con lo 006 in cerca di vendetta di "Goldeneye", ma a cui ultimamente tendono ad affibiare obbiettivi meno catastrofici, rispetto ai vecchi cattivi. Poi ovviamente non bisogna scordare il nuovo arrivato in cabina di regia, Sam Mendes, ma che contrariamente a quello a cui si può pensare, no fa la differenza, mantenendo la messa in scena a livelli sempre dignitosi ma sicuramente a un livello di stile personale molto pacato, potrebbe essere stato diretto nuovamente da Martin Campbell, o di nuovo da Marc Forster che non farebbe differenza, i registi nella saga, hanno sempre avuto poca voce in capitolo, per quanto riguarda lo stile. Insomma, finalmente James Bond sta tornando sui suoi passi dopo l'ottimo Casino Royale e il capitolo di transizione Quantum of solace e finalmente, Daniel Craig ottiene la sua formale sequenza Gunbarrel (la sequenza in cui l'inquadratura è dal punto di vista di una canna di pistola) dopo quelle innovative e allo stesso tempo disprezzabili dei due capitoli precedenti. La Gandolfi dovrebbe imparare a non inventarsi i significati da due parole del film, infatti non basta dire che il personaggio risparte da zero con le emozioni solo perchè nel film sta sdraiato e abbracciato con una ragazza e contempla quel momento o perchè c'è un vecchio che racconta a M che Bond si rinchiuse in cantina per due giorni quando morirono i genitori. In questa saga è la pratica che conta non la teoria e la Gandolfi questo non lo ha imparato.
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filippo catani
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giovedì 28 febbraio 2013
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un buon film
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L'agente 007 deve cercare di recuperare un file contenente i nomi degli agenti sotto copertura in diversi paesi e che è caduta in mano a un ex membro dell'intelligence che ha cambiato schieramento.
Da Istanbul a Shangai passando per Macao e poi la cara Londra e la Scozia; ecco i luoghi principali in cui si dipana la nuova avventura per James Bond alias Daniel Craig in discreta forma. Il film è diretto da un regista premio Oscar (Mendes) e tiene decisamente un buon ritmo e ha una trama coinvolgente e credibile. Il tutto certo al netto di un paio di situazioni decisamente "impossible" per citare la concorrenza (sia il combattimento in treno e nella galleria e nel finale la lotta sott'acqua con grande resistenza polmonare).
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L'agente 007 deve cercare di recuperare un file contenente i nomi degli agenti sotto copertura in diversi paesi e che è caduta in mano a un ex membro dell'intelligence che ha cambiato schieramento.
Da Istanbul a Shangai passando per Macao e poi la cara Londra e la Scozia; ecco i luoghi principali in cui si dipana la nuova avventura per James Bond alias Daniel Craig in discreta forma. Il film è diretto da un regista premio Oscar (Mendes) e tiene decisamente un buon ritmo e ha una trama coinvolgente e credibile. Il tutto certo al netto di un paio di situazioni decisamente "impossible" per citare la concorrenza (sia il combattimento in treno e nella galleria e nel finale la lotta sott'acqua con grande resistenza polmonare). Non manca il lato playboy del personaggio anche se in questo episodio riveste un ruolo abbastanza marginale. Non che ce ne fosse bisogno comunque il finale suggerisce che ci potrebbero essere altri episodi e, visto il successo planetario di questo episodio capace di incassare un miliardo di dollari nel mondo, sicuramente a breve ci sarà. In chiusura una menzione particolare al sontuoso Bardem che se è vero che si trova sempre perfettamente a suo agio in parti "cattive" o comunque borderline (penso a non è un paese per vecchi e Biutiful giusto per citarne un paio) quì però aggiunge una ulteriore perla di bravura nella sua ottima carriera. Bello anche il tema cantato da Adele e giustamente premiato con l'Oscar.
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