algernon
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domenica 22 maggio 2011
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film estetizzante e presuntuoso
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un film spiacevole, che per una buona percentuale della sua lunga durata si permette di farci vedere un salvaschermo di belle immagini, astrofisiche, preistoriche o astratte, accompagnate anche da bella musica. e il film dov'è? lo storia è quella di un padre molto severo, della disciplina che impone ai figli, e dei cattivi consigli di farsi strada nella vita a spese del prossimo, il tutto per glorificare il signore. ed è anche quella dei pensieri di ribellione che passano nella testa del ragazzo. ma poi finisce qui, poche scene di vita dei ragazzi, peraltro abbastanza banali, e poi ancora salvaschermo. fino all'applauso finale per la fine del supplizio.
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jensa
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domenica 6 novembre 2011
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un regista decisamente lontano dalla scene cinemat
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Ancora oggi incontro persone che non hanno visto Blade Runner e tantissime altre che non hanno il coraggio di dire che hanno interrotto la visione di 2001 odissea a metà film.Certamente non nomino questi 2 capolavori per un confronto con Tree of Life.Sono convinto che i film che hanno della morale non piacciono, certe tematiche che toccano corde delicate lasciano certamente qualche dubbio a chi non vuole sentirsi dire come stanno le cose. Ora questo film è piuttosto chiaro in proposito e il suo modo frammentario di passare da immagini documentaristiche a una handycam amatoriale rende forse il tutto un pò da mal di testa, ma ben presto durante la visione del film si riesce a capire che è una cosa voluta dal regista.
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Ancora oggi incontro persone che non hanno visto Blade Runner e tantissime altre che non hanno il coraggio di dire che hanno interrotto la visione di 2001 odissea a metà film.Certamente non nomino questi 2 capolavori per un confronto con Tree of Life.Sono convinto che i film che hanno della morale non piacciono, certe tematiche che toccano corde delicate lasciano certamente qualche dubbio a chi non vuole sentirsi dire come stanno le cose. Ora questo film è piuttosto chiaro in proposito e il suo modo frammentario di passare da immagini documentaristiche a una handycam amatoriale rende forse il tutto un pò da mal di testa, ma ben presto durante la visione del film si riesce a capire che è una cosa voluta dal regista. Con i mezzi a disposizione e con qualche accorgimento si poteva rendere il tutto molto omogeneo senza alcuni stacchi molto marcati. Hollywood fa' questo ed altro, ma visto da un ottica di un regista decisamente lontano dalla scene cinematografiche,nutro interesse alla pellicola. Ma mi preoccupa la miseria di chi spara a zero per alcuni commenti dove è chiaro che alle persone non gli piace sentirsi un pugno nello stomaco quando và al cinema. Gli altri vogliono spesso essere registi di loro stessi e del quotidiano, ma mai del proprio viaggio metafisico. Io gli altri non li considero e non mi viene di esprimere un pensiero laico, le cose vanno accettate sia se sono bianche e sia se sono nere. Noi stessi siamo circondati dal cerchio della vita. The tree of life è un film difficile da poter vedere, in esso vi è racchiusa la crisi del mondo cinematografico arrabbattato a dover far lavorare dei super eroi come thor e iron man. Crisi che racchiude in se la miseria di questo mondo e di chi ne fà parte. L'opinione mia personale è che io sono al di fuori da questo parametro, io non ho bisogno di falsi stereotipi e posso digerire un film che non è fatto di convenzione e basta. Sono presuntuoso da poter dire che sono interessato a scoprire quale potrebbe essere il fulcro dell'esistenza. La vita è un progetto divino e facciamo tutti parte di un viaggio, che si concluderà prima o poi. Non credo si possa assegnare un punteggio a questo film. E 'semplicemente un'esperienza. Anche a me e' capitato di ricordare la mia infanzia fatta di frammenti appena qua e là. Un ricordo tira l'altro e via discorrendo, e questo film è altamente raccomandato per questo. Finita la sua visione se avete della nostalgia allora avete compreso il film e apprezzerete ogni cosa già dal giorno successivo. Esistono film di azione, commedie, horror, ed esiste il cinema contemporaneo. Dove in un film sembra ci sia mancanza di struttura dalla parte dello spettatore ce' spesso mancanza di intelligenza! Le cose vanno "Comprese" non "Prese"
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paolopettinato
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sabato 21 maggio 2011
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2011: odissea nello spirito
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2011:Odissea nello spirito. Da palma d’oro e da Oscar, ma anche e soprattutto da Nobel per la letteratura audio-visiva.
Questi i primi pensieri che passano nella mente appena le luci della sala cinematografica si riaccendono. Un impresa di potenza visiva e concettuale di estrema bellezza. Ricco di temi, simboli, musica Malick realizza un film che è riduttivo definirlo come tale. Opera d'arte assoluta in questo arido deserto morale ed artistico che si confonde con i freddi palazzi della moderna architettura. La vita, la Morte, l'Amore e Dio i temi principali di questo viaggio nell’ incredibile (ma reale) armonia del mondo dove viviamo: un viaggio all'interno del nostro universo con le sue galassie vaginali generatrici di energia vitale.
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2011:Odissea nello spirito. Da palma d’oro e da Oscar, ma anche e soprattutto da Nobel per la letteratura audio-visiva.
Questi i primi pensieri che passano nella mente appena le luci della sala cinematografica si riaccendono. Un impresa di potenza visiva e concettuale di estrema bellezza. Ricco di temi, simboli, musica Malick realizza un film che è riduttivo definirlo come tale. Opera d'arte assoluta in questo arido deserto morale ed artistico che si confonde con i freddi palazzi della moderna architettura. La vita, la Morte, l'Amore e Dio i temi principali di questo viaggio nell’ incredibile (ma reale) armonia del mondo dove viviamo: un viaggio all'interno del nostro universo con le sue galassie vaginali generatrici di energia vitale. Ecco dunque che la stessa essenza del tutto viene divisa nel dualismo bianco e nero del tao, due vie distinte e diverse ma uguali come l'uomo e la donna, il padre e la madre, la fine che genera un nuovo inizio (basti pensare all'asteroide ed alle sue conseguenze). Un percorso che ci conduce oltre “Giove e l'infinito”, oltre la porta del tempo dove tutti i protagonisti della nostra esistenza si incontrano nuovamente su una spiaggia di un luogo senza età , "isola style" di "Lostiana" memoria. Un ponte che collega l'eterno che è dentro di noi con quella luce, lo spirito presente in ogni cosa (energia atomica) che ci rende immortali anche di fronte alla morte stessa. Saranno in molti ad accusare Tree Of Life di eccessiva lentezza e pesantezza, nonostante un montaggio dai ritmi serrati. Saranno in molti a liquidare questa pellicola come una semplice sequela di incantevoli immagini documentaristiche ( come se poi fosse facile realizzarle!) Sono certo che comunque lo si accolga ,Il tempo e l'indiscutibile magnificenza di questo sogno ad "occhi chiusi spalancati" è già entrato di diritto nei grandi ed irripetibili film della storia della settima arte.
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elray
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venerdì 1 luglio 2011
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meraviglia, stupore, sguardo nuovo...
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Meraviglia, stupore, sguardo nuovo, innocente, puro, timoroso sulla natura e sul mistero del creato. Il mondo interiore scuro, inesplorato, infinito dell'uomo è l'universo fuori da esso: incontenibile, mai fermo, in eterno mutare. Le forze della natura si combattono e si mostrano all'uomo tramite vulcani, tempeste, cascate, mari...apparentemente senza sentimenti ne indecisioni, dominate da una forza incontrollabile, preistorica, eterna che tutto muove stando ferma.
Un film "emotivo" che parla per sensazioni, allusioni, colori, atmosfere, musiche...e ci parla del "qui e adesso" e del "per sempre", del ciclo, dell'inizio e della fine.
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Meraviglia, stupore, sguardo nuovo, innocente, puro, timoroso sulla natura e sul mistero del creato. Il mondo interiore scuro, inesplorato, infinito dell'uomo è l'universo fuori da esso: incontenibile, mai fermo, in eterno mutare. Le forze della natura si combattono e si mostrano all'uomo tramite vulcani, tempeste, cascate, mari...apparentemente senza sentimenti ne indecisioni, dominate da una forza incontrollabile, preistorica, eterna che tutto muove stando ferma.
Un film "emotivo" che parla per sensazioni, allusioni, colori, atmosfere, musiche...e ci parla del "qui e adesso" e del "per sempre", del ciclo, dell'inizio e della fine. Dell'incomprensibile, dell'ineluttabile, della forza della natura impassibile di fronte alla morte perchè totale, avvolgente, inglobante. Un caos di forze sprigionate in armonia come una melodia che esce da un pianoforte. Spietate come l'innocenza del bambino antico, puro, da cercare, da ritrovare.
Una madre originaria che partorisce nell'acqua. Un terreno paterno fertile nel quale può essere piantato l'albero della vita che germoglia e da frutti anche se a volte questi cadono prematuramente.
Un opera complessa per metafore, richiami, citazioni che diventa semplice, elementare, primaria, essenziale. Personaggi comuni animati da forze stranianti impossibili da gestire in modo totale alle quali si reagisce cercando di domarle oppure di viverle come una danza.Domande che non conoscono una risposta, cadute, sconfitte, guerre di mondi interni. Non c'è aldilà, sogno o vita reale tutto è qualcosa che va oltre la spiegazione, la logica umana, il concetto di tempo e sequenza....è energia, luce, amore infinito(inteso come capacità generatrice).
Ed è qui che ci si ritrova, parti, molecole di un cosmo incantato, dove il significato è quello personale di ognuno di noi, delle nostre vite, delle nostre esperienze, i valori sono quelli che noi attribuiamo alle cose, ai gesti, alle persone.
Un film pieno di vita, sulla vita che merita di essere visto, accolto, accettato. Sincero, ispirato, fecondo. Non esitono giudizi morali sulla forma ma condivisione del contenuto.
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ghismina1
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domenica 22 maggio 2011
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una palma d'oro commovente!!!!!!
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da non perdere assolutamente,esperienza unica,non solo dal punto di vista artistico.smuove sentimenti profondi e fa riflettere sulla vita.un film che piu' passano i giorni piu' ci ripensi.
non privatevene.è un'occasione unica di andare al cinema ed uscirne veramente sconcertati e stupefatti.non siamo abituati a questo,ma che bello!!!!!!
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valerio51987
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domenica 22 maggio 2011
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coraggioso
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beh non c'è che dire, il film di Malick è stato veramente qualcosa di inaspettato. il coraggio di inserire una serie di filmati senza personaggi (la nascita della vita, l'universo, l'epoca dei dinosauri, ecc.) è da premiare. fotografia molto bella e musiche altrettanto suggestionanti. l'interpretazione di Brad Pitt è eccezionale, ed anche quella del figlio primogenito convince. il ritratto dell'infanzia è commovente. mi hanno dato un pò fastidio i pensieri riproposti troppe volte, e nella stessa salsa, che i protagonisti hanno riguardo alla vita ed al suo creatore. d'altra parte devo ammettere che la banalità che solitamente li accompagnerebbe, nel film non trova molto spazio in quanto il regista si avvicina più alla loro natura originale: la domanda "perché tutto questo?" non è più una visione superficiale della vita.
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beh non c'è che dire, il film di Malick è stato veramente qualcosa di inaspettato. il coraggio di inserire una serie di filmati senza personaggi (la nascita della vita, l'universo, l'epoca dei dinosauri, ecc.) è da premiare. fotografia molto bella e musiche altrettanto suggestionanti. l'interpretazione di Brad Pitt è eccezionale, ed anche quella del figlio primogenito convince. il ritratto dell'infanzia è commovente. mi hanno dato un pò fastidio i pensieri riproposti troppe volte, e nella stessa salsa, che i protagonisti hanno riguardo alla vita ed al suo creatore. d'altra parte devo ammettere che la banalità che solitamente li accompagnerebbe, nel film non trova molto spazio in quanto il regista si avvicina più alla loro natura originale: la domanda "perché tutto questo?" non è più una visione superficiale della vita. merita più di un applauso l'evasione riuscita dalla prigione dell'EVITARE QUESTE COSE PERCHE' ORAMAI SONO DEI CLICHé. un film prima da "sentire" e poi da "capire", come del resto avviene con noi stessi, con la propria identità. non il primo del genere ma sicuramente uno dei pochi ad arrivare sul grande schermo con una buona distribuzione, dando così l'occasione di aprire la mente delle persone verso nuove tipologie di cinema. un cinema che in italia è rimasto incollato ai suoi maestri del passato. un cinema che non riesce a guardare avanti perchè stagnante sia nel tema che nello stile: tante parole, tanti discorsi vuoti e puramente di intrattenimento (inoltre il tema della crisi famigliare è diventato il rifugio di molti registi: sicuramente anche per colpa dei produttori).
Malick ha preferito pochi dialoghi e pensieri semplici ma pieni vita per un film che nessun produttore italiano (o comunque pochi produttori) avrebbe mai pensato di prendere in cosiderazione.
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bordata
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giovedì 2 giugno 2011
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il big-bang dello spirito.
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Se volete vedere un film semplice,con una trama compiuta e lineare non andate a vedere questo film,perchè fondamentalmente il film non ha trama.Ma anche se cercate un film di svago ,senza troppo impegno, per passare 2 orette al cinema cercate altrove,perchè dalle parti di mallick non troverete nulla di questo.Ma se invece vi interessa un film epico,monumentale, dove si intrecciano temi filosofici e introspezioni dell'animo umano ,correte a fare la fila del biglietto.Ma nell' opera non troverete solo questo.Avrete di fronte a voi ,anche un film dove le splendide immagini ,accompagnate da musica sublime vi entreranno direttamente nello spirito .P oi esterefatti, uscirete dal cinema consapevoli di aver condiviso grande arte , grande cinema e forse anche un arricchimento interiore ,che di questi tempi è cosa rara.
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Se volete vedere un film semplice,con una trama compiuta e lineare non andate a vedere questo film,perchè fondamentalmente il film non ha trama.Ma anche se cercate un film di svago ,senza troppo impegno, per passare 2 orette al cinema cercate altrove,perchè dalle parti di mallick non troverete nulla di questo.Ma se invece vi interessa un film epico,monumentale, dove si intrecciano temi filosofici e introspezioni dell'animo umano ,correte a fare la fila del biglietto.Ma nell' opera non troverete solo questo.Avrete di fronte a voi ,anche un film dove le splendide immagini ,accompagnate da musica sublime vi entreranno direttamente nello spirito .P oi esterefatti, uscirete dal cinema consapevoli di aver condiviso grande arte , grande cinema e forse anche un arricchimento interiore ,che di questi tempi è cosa rara.
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paolo bisi
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martedì 21 febbraio 2012
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un grande viaggio all'interno della vita
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Tre filoni fondamentali si alternano in una struttura non lineare e totalmente antinarrativa: nella parte iniziale vengono descritti vari momenti della vita di un macrocosmo (l'universo), passando da fenomeni gassosi ad altri di tipo animale (i dinosauri); in quella centrale, la più lunga, prende spazio la storia della famiglia O'Brien, genitori e tre figli, nel Texas degli anni '50; in quella conclusiva, uno dei tre figli, Jack, architetto a New York qualche decennio dopo, compie un viaggio interiore che lo porterà a incontrare i suoi familiari in una strana e irreale dimensione temporale. Il quinto film di Terrence Malick non è semplicemente un'opera cinematografica, è qualcosa di molto più complesso e profondo.
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Tre filoni fondamentali si alternano in una struttura non lineare e totalmente antinarrativa: nella parte iniziale vengono descritti vari momenti della vita di un macrocosmo (l'universo), passando da fenomeni gassosi ad altri di tipo animale (i dinosauri); in quella centrale, la più lunga, prende spazio la storia della famiglia O'Brien, genitori e tre figli, nel Texas degli anni '50; in quella conclusiva, uno dei tre figli, Jack, architetto a New York qualche decennio dopo, compie un viaggio interiore che lo porterà a incontrare i suoi familiari in una strana e irreale dimensione temporale. Il quinto film di Terrence Malick non è semplicemente un'opera cinematografica, è qualcosa di molto più complesso e profondo. E' un grande viaggio, un percorso filosofico e teologico all'interno del mondo e della vita, analizzando le sue forme, le sue creature, i suoi lati positivi e negativi. Il regista sfrutta tutta la sua conoscenza filosofica per rafforzare e completare immagini probabilmente mai viste prima, rese possibili, oltre che dal già celebre talento visivo dello stesso Malick, dall'indimenticabile fotografia di Emmanuel Lubezki. Ottime, seppur non di fondamentale importanza in un'opera del genere, le prove degli attori, specialmente quella di Brad Pitt, che ricalca magistralmente la figura di un padre severo e rigido nell'educazione dei figli, ma allo stesso tempo affettuoso e premuroso. Il contrasto tra la figura paterna, vista come un incubo da parte dei figli, e quella materna, dolce e protettiva, è uno dei temi principali del film. Molte le sequenze impossibili da dimenticare: la lunga parte iniziale con la vita del macrocosmo e l'apparizione dei dinosauri, dove domina un montaggio ossessivo; le lunghe prediche a tavola del padre ai figli; la scena finale, forse la migliore, dove Jack da adulto vaga per la spiaggia popolata dai suoi familiari. Palma d'oro a Cannes 2011, è il lavoro che Malick ha sempre sognato di portare sullo schermo: ambizioso, indecifrabile in alcuni punti, adatto solamente a spettatori attenti e preparati. Uno dei più grandi film del terzo millennio.
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yoklux
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sabato 30 luglio 2011
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un abbraccio alla vita una creatività che commuove
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malick colpisce ancora, non è omologato e non vuole omologare, è poeta ed assoluto indagatore del creato. ha ambizioni ciclopiche, colossali, tenta e crede di spiegare il mondo, la vita, le logiche famigliari. ed infatti le parole scarne e lapidarie si perdono incoscienti in un mare di luce, colore, in immagini potenti, che tentano -una vicina all’altra- di decifrare l’assoluto, la creazione, i sentimenti, la vita. qualsiasi altro artista sarebbe caduto nel ridicolo o avrebbe presto smarrito un senso. qualsiasi altro si sarebbe buttato su dialoghi brillanti, profondi, letterari e sterili sofismi intellettualoidi. ma malick è autore cinematografico colto e sensibilissimo, umile e appassionato e qui ne da un’altra prova intensa e commovente, grazie anche ad una colonna sonora molto variegata, scelta con una partecipazione interiore personalissima, che non lascia spazio ad ambiguità o che forse, al contrario, le amplifica.
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malick colpisce ancora, non è omologato e non vuole omologare, è poeta ed assoluto indagatore del creato. ha ambizioni ciclopiche, colossali, tenta e crede di spiegare il mondo, la vita, le logiche famigliari. ed infatti le parole scarne e lapidarie si perdono incoscienti in un mare di luce, colore, in immagini potenti, che tentano -una vicina all’altra- di decifrare l’assoluto, la creazione, i sentimenti, la vita. qualsiasi altro artista sarebbe caduto nel ridicolo o avrebbe presto smarrito un senso. qualsiasi altro si sarebbe buttato su dialoghi brillanti, profondi, letterari e sterili sofismi intellettualoidi. ma malick è autore cinematografico colto e sensibilissimo, umile e appassionato e qui ne da un’altra prova intensa e commovente, grazie anche ad una colonna sonora molto variegata, scelta con una partecipazione interiore personalissima, che non lascia spazio ad ambiguità o che forse, al contrario, le amplifica. allora è inevitabile perdersi in questa visione del creato, come d’altro canto succede nella vita di tutti noi. il tentativo, la suggestione, la potenza della visione poetica dell’opera affascinano non poco. malick ha uno sguardo profondo e personalissimo, non compiace e non distrae. bisogna solo avventurarsi, senza guide, programmi e preconcetti, nella sua esaltante visionarietà, nel suo straripante amore per la vita.
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lhoss
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mercoledì 25 maggio 2011
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microfilm macroesperienza: malick esplora l’ignoto
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Quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo si provano sentimenti contrastanti. Da un lato la paura del non conosciuto e il suo rifiuto, che nascono dalla perdita di alcune certezze (per esempio: un film deve avere una trama, deve seguire una logica di causa-effetto…), dall’altro la nascita di un’emozione potente (un brivido di piacere, una curiosità irrefrenabile…).
Malick riesce a dar vita a questa lotta di impulsi ostili e quindi la sua creazione non può che essere interessante.
Già l’idea alla base del film colpisce. È una vera e propria sfida: relazionare la storia intimistica di una famiglia americana degli anni ’50 alle tematiche mistiche e metafisiche che da sempre generano nell’uomo domande senza risposta.
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Quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo si provano sentimenti contrastanti. Da un lato la paura del non conosciuto e il suo rifiuto, che nascono dalla perdita di alcune certezze (per esempio: un film deve avere una trama, deve seguire una logica di causa-effetto…), dall’altro la nascita di un’emozione potente (un brivido di piacere, una curiosità irrefrenabile…).
Malick riesce a dar vita a questa lotta di impulsi ostili e quindi la sua creazione non può che essere interessante.
Già l’idea alla base del film colpisce. È una vera e propria sfida: relazionare la storia intimistica di una famiglia americana degli anni ’50 alle tematiche mistiche e metafisiche che da sempre generano nell’uomo domande senza risposta.
L’impresa sembra impossibile e forse in parte lo è davvero. Tuttavia Malick ci prova e il risultato è immenso. Quello che stupisce maggiormente è la capacità del regista di trovare legami tra micro e macrocosmo, tra particolare e universale. In questo senso episodi comuni della vita umana come la nascita di un fratello, il primo contatto con la morte da parte di un bambino, i sentimenti di una madre per i propri figli, la durezza di un padre e il suo disincanto verso un mondo crudele e indifferente, diventano occasione per raccontare la storia della genesi dell’universo, la morte di una stella, l’importanza della grazia e dell’amore che invadono ogni cosa, il concetto del male, il senso di colpa, la grandezza e la potenza della natura, la fragilità della condizione umana, la presenza o meno di un Dio che ci osserva (e ci ama?). Attraverso immagini bellissime e piene di incanto Malick riesce a fondere il piccolo con l’immenso, riesce a trovare punti di contatto tra realtà distanti e apparentemente inconciliabili con salti di scala impressionanti (dai microrganismi e alle nebulose).
Inoltre, la grandezza di questa “esperienza visiva” sta proprio nella capacità del regista di esprimere concetti e quesiti profondissimi nella maniera più diretta e libera possibile, attraverso il linguaggio universale delle immagini. Nessun altro linguaggio sarebbe stato capace di arrivare a tanto. Le domande nascono spontanee nella mente dello spettatore, il quale, con lo scorrere dei fotogrammi, è chiamato ad uno sforzo verso la ricerca di una risposta. Le immagini evocano qualcosa che si insinua senza chiedere il permesso. Un concetto, per esempio, che sembra di non aver compreso fino in fondo, ma che comunque è interiorizzato in un qualche substrato della mente.
Malick non dà risposte, ma si limita a descrivere la situazione, a fornire le linee guida per non perdersi nei meandri dei pensieri, per chiarire i punti focali di un discorso infinito. Si limita a segnalare i contorni di un disegno che solo lo spettatore può completare, con la sua personalità e intelligenza.
Nonostante ciò, qualcosa del suo pensiero emerge, in particolare la sua visione positiva verso un mondo dove, a dispetto della presenza del male, è l’amore a vincere (per esempio la scena del dinosauro o quella della richiesta del perdono).
Questo è l’augurio del regista, la sua speranza, che lascia un senso di pace a fine visione, che stordisce un po’. Questa la sua fede, così abituale, da risultare sconvolgente: “Ama perché se non ami la tua vita passerà in un lampo”.
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