enzo70
|
sabato 3 gennaio 2015
|
malick prosegue nel suo originale percorso
|
|
|
|
The tree of life è l’ennesima dimostrazione della complessità narrativa di Malick; è un film dominato dagli interrogativi, non ci sono risposte, solo domande, l’intero percorso evolutivo del mondo viene posto come un mistero. E così la storia di una normale famiglia americana diventa il pretesto per affondare l’obiettivo nei sentimenti dell’uomo, l’amore, l’odio, i dubbi, il dolore, l’amore, che vengono ricondotti nell’alveo della forza della natura. La sovrapposizione dei ricordi del protagonista, il primo dei tre fratelli, con l’evoluzione della terra fa da sfondo ad un percorso narrativo, a dir poco, insolito.
[+]
The tree of life è l’ennesima dimostrazione della complessità narrativa di Malick; è un film dominato dagli interrogativi, non ci sono risposte, solo domande, l’intero percorso evolutivo del mondo viene posto come un mistero. E così la storia di una normale famiglia americana diventa il pretesto per affondare l’obiettivo nei sentimenti dell’uomo, l’amore, l’odio, i dubbi, il dolore, l’amore, che vengono ricondotti nell’alveo della forza della natura. La sovrapposizione dei ricordi del protagonista, il primo dei tre fratelli, con l’evoluzione della terra fa da sfondo ad un percorso narrativo, a dir poco, insolito. Lo spettatore rimane spesso disorientato ed il rischio di perdere la bussola è sempre altissimo nel delirio narrativo di questo film. La straordinaria interpretazione di Brad Pitt aiuta Malick a rendere più fluida la trama di un film che fluido non è. The tree of life è un film unico ed originale dove l’unico appunto è nella difficoltò che lo spettatore medio trova nell’orientarsi tra le storie che vengono sovrapposte come in un domino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
killbillvol2
|
martedì 3 marzo 2015
|
the film of life
|
|
|
|
Difficile, se non difficilissimo parlare del quinto film del leggendario Terrence Malick, la cui carriera è ormai oggetto di ammirazione da parte di tutti: inizia negli anni 70 con due film usciti uno in seguito all'altro e poi, proprio quando la carriera era sul punto di decollare, si ritira. Non per due anni, ma per venti. Poi arriva La Sottile Linea Rossa e The New World.
[+]
Difficile, se non difficilissimo parlare del quinto film del leggendario Terrence Malick, la cui carriera è ormai oggetto di ammirazione da parte di tutti: inizia negli anni 70 con due film usciti uno in seguito all'altro e poi, proprio quando la carriera era sul punto di decollare, si ritira. Non per due anni, ma per venti. Poi arriva La Sottile Linea Rossa e The New World. Ma per comprendere appieno The Tree Of Life è più importante sapere che Malick è laureato in filosofia, che ha anche insegnato per molti anni prima di diventare cineasta. Al contempo, è anche un cristiano convinto. E nell'Albero della Vita le due anime della persona convivono pacificamente, anzi: nessuna delle due può esistere senza la presenza dell'altra. Ed è così che un epilogo onirico e religioso che a molti ha fatto storcere il naso (ne riparlerò dopo) e un'intera sequenza dedicata alla nascita della Terra e all'evoluzione della natura e degli esseri animali, perciò in contrasto con la teoria creazionista cristiana, diventano in realtà due immagini speculari e ugualmente pacifiche: il miracolo della vita e quello non dell'accettazione, come molti hanno frainteso, ma del rispetto e dell'inno verso di essa. Perché The Tree Of Life è, prima di tutto, un film sulla vita, sulle sue difficoltà, sulle sue ingiustizie, e anche sulle sue contraddizioni, come quelle di Dio: persino in un cristiano convinto come Malick, l'ombra del dubbio è presente, non tanto riguardo l'esistenza della divinità, ma sul raziocinio di essa. In pratica, i personaggi, come noi in sala, si chiedono più di una volta "Perché a me? Perché lasci che venga compiuto del male?". E così discorrendo per una miriade di frasi fatte e reiterate continuamente, che però nelle mani del cineasta-filosofo (per quest'opera il confine tra le due cose è davvero labile) riacquistano il loro valore e il loro significato primitivo.
Si è tanto frastornati dalla moltitudine di immagini, di movimenti di camera (sempre inusuali, sempre efficaci e geniali), di voci fuori campo, di musica classica (si va da Brahms a Smetana) e contemporanea (oltre all'evocativo score di Alexandre Desplat, la Lacrimosa di Preisner, utilizzata in uno dei punti più alti dell'intera pellicola) e dall'esaltazione di ogni piccolo gesto quotidiano, che è praticamente impossibile parlare esaustivamente di ogni singolo tema, di ogni simbolo e simbolismo (la maschera che sprofonda nell'acqua) anche solamente citato durante tutto l'arco della pellicola. Maestro nel filmare la natura in tutte le sue declinazioni, Malick la elegge a indiscussa protagonista, punto di partenza e di arrivo. Ci mostra il suo nascere, e ci mostra come, in futuro, sarà nuovamente distrutta, ridotta a polvere. Come dice Morandini, dentro The Tree Of Life ci sono tre film: 1) quello con al centro la creazione dell'universo e la nascita della vita; 2) la vicenda di una famiglia nella periferia america 3) l'esperienza (mistica?) del più grande dei tre fratelli, che accetta religiosamente i dolori e le ingiustizie della vita. Quest'ultima pellicola è quella che molti non hanno digerito perché spudoratamente cristiana e idilliaca. Ma è, in realtà, l'ennesimo inno che il regista compie nei confronti della vita, in questo caso, del futuro: soltanto con la riappacificazione con il proprio passato si riesce ad andare avanti. Soltanto in questo modo, si possono di nuovo apprezzare le cose che ci circondano (e qui ritorna il tema della "grazia" e della "natura" espresso all'inizio del film), il creato o la natura. Non a caso l'inquadratura che chiude la sequela infinita di immagini è un ponte che deve essere attraversato, chiudendo con ciò che c'è stato prima, senza dimenticarlo, ma, al contrario, accettandolo, nel senso più laico del termine. E poi, chi non desidera di ritrovarsi in un paradiso simile a una spiaggia, dove ci si rincontra con tutte le persone che hanno fatto parte della nostra vita?
Secondo me, è questo The Tree Of Life, uno dei film più ambiziosi dei nostri tempi (e dalla cui ambizione viene più volte schiacciato) che mette lo spettatore "in contatto con l'essenza stessa di una forma d'arte" (Emilio Ranzato).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a killbillvol2 »
[ - ] lascia un commento a killbillvol2 »
|
|
d'accordo? |
|
salvatore vivenzio
|
domenica 9 agosto 2015
|
un film immenso.
|
|
|
|
The Tree of Life di Terrence Malick è un film immenso. Probabilmente è il film più grande che io abbia mai visto. Ma cosa vuol dire grande? In questo caso grande sta per complesso, esteso, pesante. The Tree of Life è l'unico film (tra quelli che ho visto) che sia riuscito a dipingere la complessità umana. Dalla nascita, alla crescita, alla formazione, all'educazione, ai rapporti umani tra coniugi, genitori, figli, fratelli. The Tree of Life è un capolavoro dimostrativo, perchè è capace di spiaccicare come un'esplosione su tela l'instabilità, il caos, della personalità umana.
[+]
The Tree of Life di Terrence Malick è un film immenso. Probabilmente è il film più grande che io abbia mai visto. Ma cosa vuol dire grande? In questo caso grande sta per complesso, esteso, pesante. The Tree of Life è l'unico film (tra quelli che ho visto) che sia riuscito a dipingere la complessità umana. Dalla nascita, alla crescita, alla formazione, all'educazione, ai rapporti umani tra coniugi, genitori, figli, fratelli. The Tree of Life è un capolavoro dimostrativo, perchè è capace di spiaccicare come un'esplosione su tela l'instabilità, il caos, della personalità umana. Il carattere, le emozioni, i pensieri, la mente stessa dell'essere umano è sostanzialmente illogica. E' mostruosa, un fluido che gira e si arrovella su sé stesso cercando inutilmente una condizione stabile. Malick mostra alla perfezione il disordine della mente umana e la sua complessità. Tra l'infanzia e la fase adulta ci mostra la mente nel suo periodo di massima instabilità : la crescita. La terribile formazione di una mente. Il peso di questo film è colossale, l'importanza che assume nel rinarrare la nascita dell'universo paragonandola alla formazione di una famiglia, nel mostrare il fallimento dell'uomo che insegue i soldi, il successo, la realizzazione egoistica dimenticandosi dello splendore che ha intorno, nel ribadire ancora una volta che l'unico modo di vivere è attraverso le emozioni. Malick racconta la storia di una vita, di molte vite, di una famiglia, di una società, di una razza intera. Il rapporto dell'uomo con Dio, la sfiducia che sorge con il passare del tempo. L'incombenza della morte, tanto lontana ma troppo vicina, anche per un bambino. Le scelte, giuste o sbagliate, che ci segnano in eterno. La ricerca malata di un senso in mezzo a questo sommo caos, che forse non riusciremo mai a trovare. Lo spaesamento di chi si ritrova a vivere senza sapere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, di chi viene gettato in mezzo al mondo, accecato dalle luci, ostacolato dalle ombre, e non sa cosa fare. Un'opera mastodontica, una Bibbia cinematografica, un albero della vita che tiene ben salde le sue infinite radici, che si espande solido ed infine trema con i suoi molteplici rami, che rappresentano le troppe storie che questo film vuole raccontare, le molteplici sfaccettature di una vita, di un'esistenza, troppo grande da afferrare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salvatore vivenzio »
[ - ] lascia un commento a salvatore vivenzio »
|
|
d'accordo? |
|
rustincohle
|
lunedì 24 agosto 2015
|
capolavoro privo di significato
|
|
|
|
Dopo un lungo ragionamento per capire se tree of life fosse veramente un capolavoro oppure un film discreto e noioso, sono arrivato alla conclusione che la seconda teoria è quella giusta. Un film che si avrebbe potuto essere un capolavoro, ma per essere veramente sinceri dico che malick ha esagerato rendento il film noiosissimo e a tratti frustante. Ci sono scene, peraltro lunghe, che, a mio modo di vedere, sono completamente sconesse con il film. Va bene mostrare scene per comprendere il rapporto filosofico tra uomo e natura ma queste non possono durare dieci venti minuti di fila. Per il resto tree of life è comunque un film interessante che inquadra le vicende di una famiglia come una piccola parte dell'intera umanità rapportata con madre natura.
[+]
Dopo un lungo ragionamento per capire se tree of life fosse veramente un capolavoro oppure un film discreto e noioso, sono arrivato alla conclusione che la seconda teoria è quella giusta. Un film che si avrebbe potuto essere un capolavoro, ma per essere veramente sinceri dico che malick ha esagerato rendento il film noiosissimo e a tratti frustante. Ci sono scene, peraltro lunghe, che, a mio modo di vedere, sono completamente sconesse con il film. Va bene mostrare scene per comprendere il rapporto filosofico tra uomo e natura ma queste non possono durare dieci venti minuti di fila. Per il resto tree of life è comunque un film interessante che inquadra le vicende di una famiglia come una piccola parte dell'intera umanità rapportata con madre natura. Resto lo stesso troppo noioso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rustincohle »
[ - ] lascia un commento a rustincohle »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
domenica 7 aprile 2019
|
esperimento riuscito di una totalità
|
|
|
|
THE TREE OF LIFE (USA, 2011) di TERRENCE MALICK. Interpretato da BRAD PITT, SEAN PENN, JESSICA CHASTAIN, HUNTER MCCRACKEN, FIONA SHAW, LARAMIE EPPLER
Jack O'Brien lavora come architetto a New York fra le vertiginose prospettive dei grattacieli. Gli è rimasta impressa in mente l’infanzia, come anche l’adolescenza, trascorse negli anni ’50 a Waco (Texas) in compagnia dei fratelli (entrambi maschi) più giovani, del padre (uomo estremamente autoritario, ingegnere progettista di aerei che viaggiava il mondo e aveva al suo attivo 27 brevetti) e della madre (casalinga ingenua e remissiva, ma ciononostante brava nel dimostrare il suo affetto alla prole). Divenuto adulto, Jack ripensa a quel turbolento periodo e rivive nei ricordi il rapporto conflittuale con suo padre, il quale, con metodi molto severi e pretendendo il meglio da lui, gli aveva instillato nell’animo un odio che lo conduceva a mostrarsi competitivo in tutte le situazioni con coetanei e soprattutto ribelle al fatto che il genitore intendesse sottometterlo pur di farne un uomo coraggioso e di successo.
[+]
THE TREE OF LIFE (USA, 2011) di TERRENCE MALICK. Interpretato da BRAD PITT, SEAN PENN, JESSICA CHASTAIN, HUNTER MCCRACKEN, FIONA SHAW, LARAMIE EPPLER
Jack O'Brien lavora come architetto a New York fra le vertiginose prospettive dei grattacieli. Gli è rimasta impressa in mente l’infanzia, come anche l’adolescenza, trascorse negli anni ’50 a Waco (Texas) in compagnia dei fratelli (entrambi maschi) più giovani, del padre (uomo estremamente autoritario, ingegnere progettista di aerei che viaggiava il mondo e aveva al suo attivo 27 brevetti) e della madre (casalinga ingenua e remissiva, ma ciononostante brava nel dimostrare il suo affetto alla prole). Divenuto adulto, Jack ripensa a quel turbolento periodo e rivive nei ricordi il rapporto conflittuale con suo padre, il quale, con metodi molto severi e pretendendo il meglio da lui, gli aveva instillato nell’animo un odio che lo conduceva a mostrarsi competitivo in tutte le situazioni con coetanei e soprattutto ribelle al fatto che il genitore intendesse sottometterlo pur di farne un uomo coraggioso e di successo. Palma d’oro a Cannes 2011. Tre film in uno, e già qui potrebbe avviarsi una feroce disputa tra chi reputa un capolavoro il quinto film di Malick, chi al Festival lo ha fischiato e chi lo accusa di megalomania in bilico fra il sacro metafisico e la banalità New Age. Il meglio sta senza dubbio nella lunga storia di questa famiglia piccolo-borghese, composta dai genitori e i tre maschietti che, però, ha inizio quando il secondogenito 19enne muore tragicamente. L’altro film è breve e ruota intorno alla figura del Jack cresciuto che vive con placidità indifferente la sua esistenza lavorativa pianificando i suoi giorni. Tra i due sopracitati c’è il terzo film, caleidoscopio al tempo stesso cosmico e poetico di cinema espanso nel quale vediamo l’evoluzione dell’interazione fra i quattro elementi primordiali (acqua, aria, terra, fuoco) finché non si verifica il Big Bang e sulla Terra compaiono i dinosauri. È forse quantificabile il numero di mesi che il solitario e introspettivo regista ha dedicato alla postproduzione insieme a collaboratori prestigiosi – in particolar modo il direttore della fotografia messicano Emmanuel Lubezki e il compositore francese della colonna sonora Alexandre Desplat –, otto produttori (fra cui tre donne e lo stesso B. Pitt), cinque montatori, trentaquattro brani musicali di nove compositori celebri dove si spazia fra Bach, Berlioz e Gorecki? Quanti gliene sono occorsi per costruire un’opera che passa dal biblico Giobbe ad un’onirica contrapposizione Freud-Jung, dalla violenza alla grazia, dall’anima all’inconscio, da Dio alla Natura? Potente e sconnesso, è un film-mondo, magari non totalitario ma di sicuro totale, fragoroso ma in fondo pure sottile. Vale a tutti i costi la pena di vederlo (più al cinema che a casa) anche soltanto per la storia/non storia degli O'Brien, in cui ha ogni licenza d’esprimersi la fulva, lentigginosa, aerea Chastain, così capace di non interferire mai coi sistemi didattici del marito, ma non di nascondere la sua forza reattiva: il più commovente personaggio di madre visto sul grande schermo dal 2000 a questa parte. Quanto ad un ottimo Pitt, possiamo lodarne la recitazione concentrata di un padre che non risparmia al suo figlio maggiore neanche i rimproveri all’apparenza più sconvenienti per la sua educazione (proibendogli ad esempio di zittirlo e costringendolo a chiamarlo signore), un energumeno dei sentimenti perennemente alla ricerca di una vittoria che non ne scalfisca la patina da campione che sbandiera con notevole fierezza, ma dopotutto pur sempre un uomo bisognoso d’affetto che non affronta le proprie fragilità e realizza troppo tardi di non aver amato abbastanza ed essersi visto passare innanzi allo sguardo i suoi giorni in un lampo. Un papà come nessun bambino vorrebbe avere, eppure le riflessioni di Jack bambino, maturate dopo una fase iniziale in cui il senso di inferiorità si mescola ad una veemente impotenza, gli fanno comprendere che, dietro a tutto ciò, non v’è cattiveria: la vera chiave di lettura di comportamenti così aggressivi – un’aggressività non intesa in senso stretto, bensì inquadrata come una voglia di far primeggiare affinché l’allievo (figlio) non giunga ultimo – sta nel rifugio che ogni essere umano vittima delle proprie insicurezze si crea per non mostrare di aver necessità di uno sconfinato amore che travalichi le soglie dell’autosufficienza. Immaginifico e sfaccettato all’infinito, è un capolavoro imperdibile della settima arte che assurge al vertice di prodotto interessantissimo sia in qualità di inno alla vita e alle dinamiche/dimensioni famigliari, sia in veste di manufatto figurativo che sa sfoggiare un prestigio travolgente e torrenziale. Nonostante l’esiguità della sua presenza davanti alla macchina da presa, S. Penn è il motore che anima una vicenda fatta di luci e suoni anziché di vere e proprie parole proprio perché la sua memoria va indietro ai giorni che gli han permesso di sormontare le illusioni e l’innocenza dell’infanzia per trasformarsi in un soldato della vita che combatte ringraziando di giorno in giorno un’entità superiore per essere venuto al mondo. Una lettera spedita al fulcro del cuore che lo conquista a pieno titolo e afferma che, ai nostri tempi, c’è ancora spazio per il trionfo del Bene malgrado le inquisitorie diaboliche che quotidianamente minacciano una bellezza a cui non va d’essere sfigurata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
sergio marchetti
|
venerdì 27 maggio 2011
|
il trionfo della noia
|
|
|
|
The tree of life è un'opera che non merita sicuramente alcun premio e forse neppure la fatica di recensirla. Penso la si possa, senza voler troppo infierire,definire un'opera calligrafica, schematica , banale e sommamente noiosa.
Brad Pitt, e non per colpa sua, è la macchietta di un padre severo che condivide la visione pedagogica praticata all'accademia di West Point:" chiamami padre e non papà,rispondi si signore".
Le belle immagini, che vorrebbero forse trasmetterci il brivido della piccolezza dell'uomo e delle sue ambizioni confrontate all'immensità dell'universo, sarebbe stato meglio lasciarle rimanere nel mondo scientifico e documentaristico che le hanno prodotte e non mescolarle con altre che paiono tratte da uno di quei caleidoscopi con cui giocavamo durante la nostra infanzia.
[+]
The tree of life è un'opera che non merita sicuramente alcun premio e forse neppure la fatica di recensirla. Penso la si possa, senza voler troppo infierire,definire un'opera calligrafica, schematica , banale e sommamente noiosa.
Brad Pitt, e non per colpa sua, è la macchietta di un padre severo che condivide la visione pedagogica praticata all'accademia di West Point:" chiamami padre e non papà,rispondi si signore".
Le belle immagini, che vorrebbero forse trasmetterci il brivido della piccolezza dell'uomo e delle sue ambizioni confrontate all'immensità dell'universo, sarebbe stato meglio lasciarle rimanere nel mondo scientifico e documentaristico che le hanno prodotte e non mescolarle con altre che paiono tratte da uno di quei caleidoscopi con cui giocavamo durante la nostra infanzia. Che dire poi dei terribili dinosauri: quello più grande avrà voluto schiacciare oppure accarezzare il più piccolo? Che dilemma! Che profonda emozione!
Stendiamo un velo di pietoso silenzio sull'infanzia di quei poveri tre bambini: il primo è particolarmente antipatico e, udite, udite, forse s'è masturbato con la camicia da notte della mamma.Il regista raggiunge con questo episodio il disvelamento del segreto più intimo che ogni uomo cela nelle profondità del proprio animo.Potremmo dire che l'autore ci conduce con somma leggerezza ed eleganza da Euripide al Reader's Digest.
Teniamoci Sorrentino e Moretti molto meno presuntuosi del texano Malick e incomparabilmente più profondi. I premi si sa, raramente toccano a chi li merita.
[-]
[+] film pretenzioso e improponibile
(di melania)
[ - ] film pretenzioso e improponibile
[+] il cinema deve essere arte!
(di lovingarts)
[ - ] il cinema deve essere arte!
[+] arte!
(di lovingarts)
[ - ] arte!
|
|
[+] lascia un commento a sergio marchetti »
[ - ] lascia un commento a sergio marchetti »
|
|
d'accordo? |
|
agatheia
|
lunedì 13 giugno 2011
|
un guazzabuglio di tutto e niente...
|
|
|
|
Texas anni '50. Il piccolo Jack, primo di tre fratelli, vive la propria infanzia circondato dall'affetto e dalla complicità dei fratelli minori e dalle attenzioni dei genitori.sembra condurre una vita apparentemente tranquilla, ma in realtà è in lotta con se stesso, con la sua parte buona e con la sua parte cattiva che altro non sono se non il riflesso di due diverse forme d'amore in contrasto nella sua anima, l'amore del padre autoritario e severo, che cerca di temprare il figlio con severità per prepararlo ad affrontare tutti i problemi della vita e la cattiveria del mondo, e dall'altra parte l'amore dolce e protettivo della madre.
[+]
Texas anni '50. Il piccolo Jack, primo di tre fratelli, vive la propria infanzia circondato dall'affetto e dalla complicità dei fratelli minori e dalle attenzioni dei genitori.sembra condurre una vita apparentemente tranquilla, ma in realtà è in lotta con se stesso, con la sua parte buona e con la sua parte cattiva che altro non sono se non il riflesso di due diverse forme d'amore in contrasto nella sua anima, l'amore del padre autoritario e severo, che cerca di temprare il figlio con severità per prepararlo ad affrontare tutti i problemi della vita e la cattiveria del mondo, e dall'altra parte l'amore dolce e protettivo della madre. 30 anni dopo Jack (interpretato,nel ruolo di adulto, da Sean Penn) si troverà ancora a dover affrontare il suo passato, a fare i conti con esso, con il suo dolore, che è anche quello della madre, per la scomparsa del fratello, un dolore irrisolto, che si carica di rimorsi, di rimpianti, di domande. Perchè questa morte, questo dolore?qual'è il suo significato? quale Dio può avere decretato una tale tragedia?
Con una narrazione faticosa e a tratti insostenibile, che si articola attraverso immagini, talvolta confuse che ripropongono la storia ab origine mundi volendo richiamare la potenza della natura e di quel Dio che ne è stato l'artefice e attraverso lunghi e angoscianti silenzi, interrotti qua e là da frasi sussurrate dalle due voci narranti, da musiche sacre che irrompono impetuose quasi a voler colmare quel profondo senso di vuoto, di desolazione e di impotenza, il regista Terrence Malick prova a rispondere, a mio parere fallendo nel proposito a tali interrogativi.
L' impressione che se ne ricava nel complesso è quello di un calderone di mille concetti proposti e semplicemente accennati ma non approfonditi, quello della fede in Dio, della forza dell'amore, come unico mezzo per raggiungere la felicità, un insieme di concetti tratti dalla Bibbia, dalla filosofia gettati lì a creare un guazzabuglio di idee in una sequenza disordinata e caotica di immagini sconnesse tra di loro e di questioni irrisolte, proposte ma lasciate in sospeso, senza una precisa presa di posizione da parte del regista. Ed è proprio questa difficoltà di gestione lo scoglio più grande in cui si arena lo svolgimento del film e la sua godibilità da parte dello spettatore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a agatheia »
[ - ] lascia un commento a agatheia »
|
|
d'accordo? |
|
lollomoso
|
venerdì 6 ottobre 2017
|
il capolavoro dell'estetica
|
|
|
|
Il film risulta un capolavoro visivo, puó risultare pesante per la sua lentezza ma un film non deve solo intrattenere, questa è arte.
The tree of life tocca intimamente le corde della sensibilità di chi lo visiona, stuzzica la riflessione più intima, fa scaturire le domande ridondante che un uomo nel corso della sua esistenza si deve porre.
Malick si riconferma nuovamente uno tra i grandi maestri dell'immagine, con fulminanti inquadrature di vita vissuta e dello spettacolo della natura, raffigurando il potere e l'energia vigorosa della suddetta.
Film assolutamente da guardare, senza partire dal presupposto che una carrellata di immagini potenti ma inutili al fine della trama siano inutili in senso lato.
[+]
Il film risulta un capolavoro visivo, puó risultare pesante per la sua lentezza ma un film non deve solo intrattenere, questa è arte.
The tree of life tocca intimamente le corde della sensibilità di chi lo visiona, stuzzica la riflessione più intima, fa scaturire le domande ridondante che un uomo nel corso della sua esistenza si deve porre.
Malick si riconferma nuovamente uno tra i grandi maestri dell'immagine, con fulminanti inquadrature di vita vissuta e dello spettacolo della natura, raffigurando il potere e l'energia vigorosa della suddetta.
Film assolutamente da guardare, senza partire dal presupposto che una carrellata di immagini potenti ma inutili al fine della trama siano inutili in senso lato. Esse infatti ci vogliono spingere in alto e cullare per lunghi momenti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lollomoso »
[ - ] lascia un commento a lollomoso »
|
|
d'accordo? |
|
danielepodda
|
domenica 12 giugno 2011
|
l'albero della noia
|
|
|
|
Sono certo di compiere una scorrettezza intellettuale nell'interpretare l'intento del film “The tree of life”, semplificando molto rispetto alla sua durata.
Il regista Terrence Malick forse sostiene che quel che siamo stati, siamo e saremo, tutto il mondo conosciuto e pure lo sconosciuto non sono da concepire come elementi separati tra loro, neppure in linea temporale. L'intero universo dalla notte dei tempi è da intendersi come un unico albero di cui noi siamo foglie eternamente appese.
[+]
Sono certo di compiere una scorrettezza intellettuale nell'interpretare l'intento del film “The tree of life”, semplificando molto rispetto alla sua durata.
Il regista Terrence Malick forse sostiene che quel che siamo stati, siamo e saremo, tutto il mondo conosciuto e pure lo sconosciuto non sono da concepire come elementi separati tra loro, neppure in linea temporale. L'intero universo dalla notte dei tempi è da intendersi come un unico albero di cui noi siamo foglie eternamente appese.
L'ecto-diaframma tra le varie scene altro non è che il Divino.
Ognuno scelga poi il suo? Personalmente ne dubito, i riferimenti ad uno specifico credo sono troppo presenti.
Confesso che pure armato delle peggiori intenzioni nei confronti di questo film (dopo averlo visto ovviamente), penso che se fosse corretta una simile interpretazione, unitamente alla sfolgorante bellezza delle immagini proposte, si potrebbe infine trarne pure una buona impressione nel suo insieme. Senonché la fatica imposta allo spettatore nel trovare un nesso, cosa peraltro normale ed indispensabile per un essere umano, è veramente insostenibile. La tentazione di abbandonare la sala alla fine del primo tempo è da combattere con l'ostinazione di chi non molla mai e confida nel secondo tempo, dove avrà il premio di un un senso compiuto.
In questo Malick è spietato negando fino all'ultimo una simile soddisfazione. E il dotto integralismo cinefilo avrebbe già in questa perfidia la ragione per premiarlo.
Ma allora sorge il dubbio che il regista riesca facilmente a comprendere e pure a rappresentare le leggi che governano il creato ma alla fine si scorda dei suoi umili simili.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a danielepodda »
[ - ] lascia un commento a danielepodda »
|
|
d'accordo? |
|
salvatore vivenzio
|
domenica 9 agosto 2015
|
un film immenso.
|
|
|
|
The Tree of Life di Terrence Malick è un film immenso. Probabilmente è il film più grande che io abbia mai visto. Ma cosa vuol dire grande? In questo caso grande sta per complesso, esteso, pesante. The Tree of Life è l'unico film (tra quelli che ho visto) che sia riuscito a dipingere la complessità umana. Dalla nascita, alla crescita, alla formazione, all'educazione, ai rapporti umani tra coniugi, genitori, figli, fratelli. The Tree of Life è un capolavoro dimostrativo, perchè è capace di spiaccicare come un'esplosione su tela l'instabilità, il caos, della personalità umana.
[+]
The Tree of Life di Terrence Malick è un film immenso. Probabilmente è il film più grande che io abbia mai visto. Ma cosa vuol dire grande? In questo caso grande sta per complesso, esteso, pesante. The Tree of Life è l'unico film (tra quelli che ho visto) che sia riuscito a dipingere la complessità umana. Dalla nascita, alla crescita, alla formazione, all'educazione, ai rapporti umani tra coniugi, genitori, figli, fratelli. The Tree of Life è un capolavoro dimostrativo, perchè è capace di spiaccicare come un'esplosione su tela l'instabilità, il caos, della personalità umana. Il carattere, le emozioni, i pensieri, la mente stessa dell'essere umano è sostanzialmente illogica. E' mostruosa, un fluido che gira e si arrovella su sé stesso cercando inutilmente una condizione stabile. Malick mostra alla perfezione il disordine della mente umana e la sua complessità. Tra l'infanzia e la fase adulta ci mostra la mente nel suo periodo di massima instabilità : la crescita. La terribile formazione di una mente. Il peso di questo film è colossale, l'importanza che assume nel rinarrare la nascita dell'universo paragonandola alla formazione di una famiglia, nel mostrare il fallimento dell'uomo che insegue i soldi, il successo, la realizzazione egoistica dimenticandosi dello splendore che ha intorno, nel ribadire ancora una volta che l'unico modo di vivere è attraverso le emozioni. Malick racconta la storia di una vita, di molte vite, di una famiglia, di una società, di una razza intera. Il rapporto dell'uomo con Dio, la sfiducia che sorge con il passare del tempo. L'incombenza della morte, tanto lontana ma troppo vicina, anche per un bambino. Le scelte, giuste o sbagliate, che ci segnano in eterno. La ricerca malata di un senso in mezzo a questo sommo caos, che forse non riusciremo mai a trovare. Lo spaesamento di chi si ritrova a vivere senza sapere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, di chi viene gettato in mezzo al mondo, accecato dalle luci, ostacolato dalle ombre, e non sa cosa fare. Un'opera mastodontica, una Bibbia cinematografica, un albero della vita che tiene ben salde le sue infinite radici, che si espande solido ed infine trema con i suoi molteplici rami, che rappresentano le troppe storie che questo film vuole raccontare, le molteplici sfaccettature di una vita, di un'esistenza, troppo grande da afferrare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salvatore vivenzio »
[ - ] lascia un commento a salvatore vivenzio »
|
|
d'accordo? |
|
|