Titolo originale | The Mill and the Cross |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svezia, Polonia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Lech Majewski |
Attori | Rutger Hauer, Michael York, Charlotte Rampling, Oskar Huliczka, Joanna Litwin . |
Uscita | venerdì 30 marzo 2012 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | CG Entertainment |
MYmonetro | 3,61 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 aprile 2020
Argomenti: Pittori
Il regista Lech Majewski configura il mondo visionario e senza regole del pittore Pieter Bruegel. Il film è stato premiato a Durres, Il film è stato premiato a Gdynia, Il film è stato premiato a Lume, Il film è stato premiato a Seville, In Italia al Box Office I colori della passione ha incassato 168 mila euro .
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Nel 1564 Pieter Bruegel il Vecchio completa la tela intitolata "La salita al Calvario" in cui rappresenta la Passione di Cristo ambientandola nelle Fiandre del suo tempo, oppresse dalla presenza spagnola. Filippo II (salito al trono nel 1556 alla morte di Carlo V) sta conducendo una feroce repressione contro i movimenti religiosi riformistici che suscitano reazioni negli ambienti colti ispirati dal pensiero di Erasmo da Rotterdam. Il pittore viene mostrato mentre sta concependo l'opera all'interno della quali colloca se stesso e i personaggi che lo circondano nella vita quotidiana.
Carel van Mandel, primo biografo di Bruegel agli inizi del Seicento, definisce Bruegel "pittore dei contadini" intendendo con ciò sottolineare sia le origini che il soggetto preferito dall'artista e questa lettura dell'opera impedirà una sua completa messa in luce sino alla fine dell'Ottocento. Il film di Majevski non si propone di collocare la figura di Bruegel nel filone del cinema biografico. La novità non sta neppure sul piano tecnico. Già Tarkovskij nel 1974 aveva inserito un 'quadro vivente' ispirato proprio a Bruegel e al suo "I cacciatori nella neve" in Lo specchio e due maestri come Kurosawa con Sogni e Rohmer con La nobildonna e il duca avevano compiuto ulteriori passi in questa direzione (grazie ai mezzi sempre più avanzati disponibili).
I colori della passione è e vuole essere al contempo un'occasione di contemplazione e di meditazione. La sofferenza di Cristo è collocata nel qui ed ora di un popolo che, a sua volta, soffre. I persecutori sono spagnoli e il Bruegel di Rutger Hauer osserva la loro protervia denunciandola nel quadro. Mentre traduce in immagini e colori il mistero della Passione il pittore non smette di riflettere sul presente osservandone i più intimi dettagli. Ci si trova così, con Majevski, a contemplare non solo il mistero nascosto nel divino ma anche quello che sottende gli aspetti più oscuri e profondi della concezione dell'opera d'arte.
Sin dal folgorante inizio in cui l'artista colloca gli esseri umani in carne ed ossa sullo sfondo del paesaggio da lui dipinto veniamo fatti partecipi della scelta stilistica del film. Verremo accompagnati in un mondo e in un tempo che forse conosciamo poco. Ne osserveremo la quotidianità e vedremo come questa si traduca in simbolo alto. A partire dal mulino che domina dalla cima di una rupe l'ambiente circostante trasformato in dimora di un Dio che offre la materia prima per un pane che si trasforma in dono di sé. La circolarità dominante nel ritmo della composizione pittorica si riflette nel film e si muove all'interno della dinamica degli opposti Vita/Morte ben rappresentati dall'albero rigoglioso sulla sinistra e il palo su cui si espongono al ludibrio della voracità dei corvi i corpi dei condannati dei quali ci viene mostrata la desolata sorte.
L'artista, ci dice Majevski, può riuscire ad entrare nei più reconditi pensieri della Madre che assiste al martirio del figlio così come è in grado di sospendere il fluire dell'azione rendendo compresente una sofferenza che si fa dono ogni giorno fino alla fine dei tempi. Bruegel esprime così il divino e la sua lettura del senso della vita osservando i bambini, gli uomini e le donne con le loro doti ma anche con le loro bassezze. Solo con un'arte che si rifà al vero del vivere è possibile tentare di comprendere il Mistero nella sua complessità. Senza avere il timore di raffigurare un Gesù che cade sotto il peso della Croce mentre la massa è attenta non a lui ma a raggiungere il luogo in cui assistere al macabro spettacolo della sua morte. Nello stesso istante la Madre, con Giovanni e le due donne, cerca di trovare una ragione a quanto accade e la camera, pennello digitale dei nostri giorni, ne contestualizza il dolore rendendolo universale.
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Meraviglioso! Estasiata dalle immagini e dalla spettacolare fotogafia. Raffinata prova di sperimentazione stilistica cinematografica il cui risultato è un'opera d'arte nel vero senso della parola. Un film visionario e scandito per tavole, pieno di simbolismi che si rivelano attraverso le rappresentazioni sceniche di impianto pittorico, e di tale intensità che coinvolgono al di [...] Vai alla recensione »
decisamente bella la fotografia, le scenografie, la cura dei dettagli, i colori, la luce, le ricostruzioni. Bella l'idea di dar vita ad un quadro, di iscrivere un film nello spazio di una tela. Ma in generale non mi ha convinto. E non per l'assenza quasi assordante di dialoghi o musica (la colonna sonora è data piuttosto dai suoni della campagna, dal rumore degli zoccoli, delle asce [...] Vai alla recensione »
Visivamente notevole soddisfa però più un bisogno di fruizione estetica che altro. Certo l'amore per il dettaglio da cui viene tolto il "rumore" delle parole per farlo emergere in tutta la sua magia e mistero è cosa rara da vedere al cinema ed è anche raro esserne consapevoli fino in fondo nel nostro quotidiano, sommerso da pensieri e parole. Per cui un po'.
Uno dei rari film dove è il linguaggio delle immagini e dei colori a parlare: dallo spunto della composizione della celebre tela di Bruegel "La salita al Calvario", il regista ci catapulta in un mondo antico e rurale alla scoperta della nascita di un quadro, della sua composizione e degli aspetti politico religiosi che dietro questa composizione si celano.
In un'opera d'Arte ci puo' essere un mondo. Sembrerebbe il prologo ideale per questa pellicola che fin dai primi fotogrammi tuffa lo spettatore nel quadro "La salita al Calvario"del pittore fiammingo Bruegel, interpretato da un intenso Rutger Hauer.E' questo il ritratto di un pittore gia' maturo e colto nel periodo piu' fecondo della sua produzione artistica.
Guardare il film è un po’ come osservare, scrutare, studiare una rassegna di dipinti di Bruegel. La pellicola ha come grande sfondo (in senso stretto, perché la roccia centrale e i colori sono proprio quelli del celebre olio) l’opera del maestro fiammingo. Si ha come l’impressione di leggere un libro e di costruire oleografie mentali quali solo la lettura di un testo [...] Vai alla recensione »
Questo non è un bel film come tanti altri. Questo è il frutto di un appassionato lavoro di ricerca che merita un particolare rispetto. Duplice: sia per l’approfondita e diversificata documentazione, spaziando tra storia, arte, filosofia, e, naturalmente, cinema; sia per il risultato ottenuto dominando la tecnica digitale con esiti originali.
I Colori della Passione sono quelli che Peter Brugel Il Vecchio dipinse nel 1564 nel quadro "La Salita al Calvario" un'opera complessa e criptica con più di cinquecento personaggi. E sono quelli che il geniale regista polacco Majewski restituisce in un film capolavoro che è un'esperienza visiva totalizzante ed appagante.
Prima di guardare il film consiglio di gustarsi le opere di Bruegel il Vecchio e di studiare un po' il contesto nel quale egli si è trovato a dipingere in quel delle Fiandre (Carlo V che, non potendo fare il Cattolico nell'Impero, fa l'inquisitore nei Paesi Bassi). Film lento, ma capolavoro.
Se la visione vi ha annoiato..lasciando perdere le stellette della critica e la solita fuorviante traduzione italiana del titolo...almeno informatevi prima di cosa si tratta ovvero di un omaggio al grandissimo pittore fiammingo Bruegel. Per chi andrà a vederlo..l'audio è pressochè assente. Si tratta "solo" di immergersi nelle immagini e nel loro linguaggio.
Magari se l'avessero distribuito anche in 3D l'esperienza visiva sarebbe stata ancora più eccezionale! Perché la distribuzione dei film di qualità è così penosa in Italia?????!!!!!!!
perche i grandi film hanno piccole distribuzioni ? per il momento aspetto ancora di vedere il film in una sala in zona...
Opera cinematografica di rara bellezza, merita la visione. L'autore ci fa entrare nel quadro, ci rende spettatori e partecipi allo stesso tempo. Una fotografia sublime, colonna sonora musiche ci accompagnano in un epoca a noi conosciuta solo tramite la lettura. Peccato....un vero peccato la pessima disribuzione.
E' ispirato a un famoso quadro di Bruegel. Ne prende soprattutto i colori e l'atmosfera, poco lo spirito. Rischia la semplice didascalia. Distoglie l'impressione didascalica con una vera e propria calata nei colori, nella loro intensità. Visivamente è un film stupendo e alla fine il regista non insegue che l'estetica, ovviamente un'estetica di lusso.
Il dipinto è su tavola. Non c'è bisogno di essere degli esperti per sentire nella parola tela parlando di un dipinto di Bruegel il vecchio, quasi un'eresia. Le tele di Bruegel si contano sulle dita di una mano e questo capolavoro famosissimo e conosciutissimo non è tra quelle. Tela non è un sinonimo di dipinto, quadro, opera.
Crudele e visionario, com'é la passione di Cristo e come l'ha vista nel suo immaginario il pittore Bruegel. Splendido dipinto, fedelmente ricostruito dal regista Lech Majewsky che ha curato anche la fotografia e la musica. Si resta incantati dai colori, dalle scene, dalle ricostruzioni di interni ed esterni. Si resta frastornati dal crudele, dalla sofferenza e dalla pietà che [...] Vai alla recensione »
rivoglio 8 euro!! Non guardatelo, una noia mortale......
Una noia mortale, 97 minuti sprecati, majewski ridammi 8 euro!!!!
Lech Majewski è un nome che legittimamente si pone nella storia del cinema. Non è un innovatore, un legislatore, ma col suo I colori della passione ha composto un'opera che traduce l'arte in cinema. Accetta la sacrale prevalenza dell'arte nobile, si pone al suo servizio, e firma un unicum, anzi, come detto sopra lo perfeziona, perché c'erano stati altri autori che si erano applicati a quella formula, grandi autori.
Risparmiando sugli aggettivi che si possono immaginare d’emblée (stilizzato, ieratico, tarkovskjano), «I colori della passione» prospetta un’esperienza particolarissima perché l’autore riesce davvero a far sì che lo spettatore “viva” in un quadro. Che poi sarebbe un capolavoro, «La salita sul Calvario» ispirato alla Passione, realizzato dal maestro fiammingo Pieter Bruegel nel 1564 e investigato con [...] Vai alla recensione »
Lech Majewski ha fatto il miracolo: il regista sperimentale polacco amico di Basquiat e Andy Warhol ha dato vita, o meglio vite, al quadro capolavoro fiammingo La salita al calvario (1564) di Peter Bruegel il Vecchio. Videoarte pretenziosa che non regge la dimensione narrativa? Niente affatto. Siamo alle soglie del capolavoro. Colpito da un saggio critico che indagava le tante storie e misteri dietro [...] Vai alla recensione »
Con uno straordinario slancio immaginativo il film di Lech Majewski combina tecnologie vecchie e nuove per permettere allo spettatore di penetrare nel dipinto del 1564 di Pieter Bruegel il Vecchio, La processione al calvario, una tela epica del maestro fiammingo che ritrae la crocifissione di Cristo, ricontestualizzandola durante la brutale dominazione spagnola delle Fiandre.
Una folgorazione fatta a film. E che purtroppo resterà invisibile alle masse, relegato a quelle poche sale italiane ancora devote al cinema di qualità. Ingaggiato dal critico d’arte M.E Gibson, il cine-artista polacco Malewski si è fatto travolgere dal dipinto di Pieter Bruegel “La salita al Calvario” (1564) e l’ha celebrato in un’opera cinematografica “ibrida”, difficilmente ascrivibile ai generi [...] Vai alla recensione »
Pieter Bruegel il vecchio (1525 ca. – 1569), così chiamato per distinguerlo da Pieter Bruegel il giovane che era suo figlio, è uno dei pittori più importanti di tutti i tempi. Che poi sia, assieme all’inglese William Hogarth, il pittore di riferimento di chi scrive per quanto concerne i rapporti fra pittura e cinema è un fatto «privato», ma non del tutto: serve a voi, cari lettori, per leggere fra [...] Vai alla recensione »
Majewski trasporta lo spettatore all’interno del quadro di Pieter Bruegel «La salita al Calvario», tela che rappresenta la Passione di Cristo ma ambientata ai tempi dell’occupazione spagnola nelle Fiandre. Hauer impersona lo stesso pittore mostrato nel momento del concepimento dell’opera, mentre osserva i personaggi dipinti colti nel loro quotidiano.
Cristo sta nel centro della "Salita al Calvario” di Pieter Bruegel il Vecchio. A lui dovrebbero andare gli sguardi degli uomini e delle donne - circa 150, in abiti cmquecenteschi, tra cui lo stesso pittore - che affollano i 120 centimetri per 170 dell’olio su tela dipinto dal grande Fiammingo nel 1564. E invece, nascosto sotto il peso della croce caduta, l’occhio dell’osservatore fatica a trovarlo [...] Vai alla recensione »
Il blue screen e il 3D a potenziare la pittura. Anzi, un quadro preciso, La salita al Calvario di Pieter Bruegel. Attorno alla rappresentazione della Passione (ritratta dal fiammingo nel 1564), il videoartista polacco, già sceneggiatore e produttore di Basquiat, costruisce per lo spettatore quello che il visitatore del museo è portato a immaginare: i tempi, i dettagli, la vita che ruota attorno a quel [...] Vai alla recensione »
Più che un film, un arazzo digitale nel quale gli spettatori sono invitati ad entrare. Il regista polacco, già coproduttore e sceneggiatore del Basquiat di Julian Schnabel e autore de Il giardino delle delizie, con cui ha vinto il Gran premio al festival di Roma del 2004, si cimenta ora con il capolavoro di Pieter Bruegel La salita al calvario, portando molti passi oltre il discorso cinematografico [...] Vai alla recensione »
XVI secolo, nelle Fiandre oppresse dalla Controriforma, Pieter Bruegel concepisce e dipinge la grande tela La salita al Calvario. Trae ispirazione dalla vita quotidiana delle campagne, prendendo come modelli i contadini, le donne, i bambini di un villaggio. Assistiamo alle fasi della creazione del quadro, che sarà al tempo stesso un grande esempio di pittura sacra e un' allegoria delle sofferenze di [...] Vai alla recensione »
Quattro anni di ossessione, l'uso meticoloso delle nuove tecnologie così da poter rappresentare più punti di vista in ogni inquadratura, una tavolozza fedelissima all'originale: è tutto ciò che è servito per poter «incontrare Bruegel sul suo stesso territorio». Spiega così il regista polacco Lech Majewski il suo nuovo film I colori della passione, audace viaggio in forma fiamminga nel brulicare della [...] Vai alla recensione »