Titolo originale | Das Ende ist mein Anfang |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Jo Baier |
Attori | Bruno Ganz, Elio Germano, Erika Pluhar, Andrea Osvárt, Nicolò Fitz-William Lay . |
Uscita | venerdì 1 aprile 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 marzo 2014
Giunto al termine della propria vita, Tiziano Terzani racconta al figlio Folco la sua storia, le sue esperienze spirituali e come si sta preparando ad affrontare la morte. In Italia al Box Office La fine è il mio inizio ha incassato 838 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Mancano poche settimane alla fine. Tiziano Terzani, da tempo malato di cancro, sta per morire. Mentre raccoglie i suoi ultimi pensieri, tra salutari risate e umane preoccupazioni, decide di richiamare il figlio Folco da New York per trascorrere con lui, nella sua casa di campagna, un momento di confronto confessionale. Quei dialoghi, registrati con devoto impegno dal figlio, diventeranno il libro "La fine è il mio inizio".
Il film di Jo Baier è un atto di coraggio che sfida le dure leggi dell'intrattenimento perché è un'opera fatta di parole, silenzi e sguardi, pochi movimenti agitati e tante inquadrature delicate. Chiusi, e allo stesso tempo liberi, nella casa di campagna del giornalista, i protagonisti sono in burrasca, attendono con controllata pacatezza un dolore annunciato. Ma il desiderio di ribellarsi ad un programma stabilito di sofferenza viene incanalato in un senso più ampio di pace. La confessione arguta di un uomo che ripercorre, episodio dopo episodio (l'incontro con la moglie Angela, gli aneddoti sui due figli), paese dopo paese (Cina, Vietnam, Singapore), tutte le più grandi esperienze della sua vita, investe il figlio della responsabilità di registrare tutto perché, mentre il corpo se ne va, l'animo continui a vivere nella memoria di chi rimane.
Lo spettatore deve predisporsi all'ascolto, deve calibrare i propri istinti emotivi, lasciarsi andare alla commozione ma allo stesso tempo rimanere vigile di fronte al pensiero finale di un uomo che potrebbe sembrare esoterico (il contatto stretto con la natura, la predisposizione a riflessioni sull'universo, e l'abbigliamento da 'santone'), ma che invece evita qualsiasi tentazione new age. Anche quando racconta del volo di una coccinella sull'Himalaya o delle cavallette che ricordano primavera, il suo personale panteismo naturalistico non rappresenta mai un punto d'arrivo ma un passaggio che chiama altro sapere. E così, anche alla fine della vita corporea, non smette di curiosare tra le profondità dell'anima, tentando - e infine trovando - un modo umanamente altissimo di andarsene.
Ridere per poter morire in pace, seppur con rabbia. E morire ridendo. Abbandonarsi a ciò che accomuna tutti gli uomini con accettazione, dimostrando che si può volgere lo sguardo al passato, ripensare a ciò che si è fatto e riconoscersi: fare la vita che si desidera è fattibile, dice il padre Tiziano al figlio Folco. Bruno Ganz e Elio Germano dimostrano di aver compreso la profondità del suo pensiero e, con dedizione e rispetto, rappresentano, il primo l'ingombrante ombra di un padre straordinario ma difficile da raggiungere, il secondo l'intelligente volontà di essere diverso dal genitore, pur ammirandone lo spirito da esploratore. Un'eredità aggraziata che, in tempi di distrazione cronica e rumore generalizzato, dimostra di essere un gioiello preziosissimo.
Dopo essersi sottoposto alle cure contro il cancro e dopo averne subito l'inumana e inefficace ferocia, Tiziano decide di rinunciare alle terapie e di compiere un viaggio interiore alla scoperta della sua vera essenza. Un cammino per imparare a fare quello che miliardi di esseri hanno fatto prima di lui: morire. L'isolamento serve a fare silenzio, ad ascoltare la voce della [...] Vai alla recensione »
Non si puo fare un film a basso costo su un liibro come quello di Folco/Tiziano Terzani.!! Per chi ha letto il libro,i dialoghi fra padre e figlio che devono per forza seguire tempi cinematografici vengono sminuiti. il senso di una serie di aneddoti fondamentali per capire il personaggio Tiziano Terzani viene tralasciato. Dal libro traspare un ego piuttosto forte del giornalista.
Gli ultimi giorni di vita del giornalista Terzani ritiratosi a morire sulle montagne di Pistoia, piccolo Tibet racccolto dopo le sue tante frequentazioni d'Oriente. Terzani affronta serenamente la morte e si piega solo al dolore che il corpo gli rimanda senza però che la mente ceda alla tentazione dell'autocommiserazione. Il dialogo tra un padre spesso assente durante la sua vita avventurosa e il [...] Vai alla recensione »
E' un film per chi ama meditare. Per chi sa che la vera rivoluzione è quella interiore. E' la storia vera, tratta dal libro omonimo. L'incontro fra Tersani ormai malato terminale che vive in una baita sui monti della Toscana, in prov, di Pisotia, con la moglie Angela che lo assite, che chiede con un telegramma a suo figlio, che lavora in America, di tornare per poterci parlare e scrivere l'ultimo libro. [...] Vai alla recensione »
Il film di Jo Baier racconta gli ultimi momenti della vita di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore italiano. In questo contesto che il protagonista decide di chiamare il figlio Folco per trascorrere gli ultimi istanti della vita insieme a lui e insieme alla moglie Angela. Il film è formato da un insieme di dialoghi ,di racconti e di esperienze passate che il protagonista racconta [...] Vai alla recensione »
film interessante, confessioni in forma di intervista di Tiziano Terzani al figlio Folco, nella casa rifugio nell'Appennino pistoiese. si vede un uomo, prossimo alla morte e felice di aver vissuto, raccontare con grande fervore le sue grandi esperienze di giornalista e scrittore in giro per il mondo, nel Vietnam dei Vietcong, nella cina della rivoluzione culturale, da eremita nell'Himalaya.
buon film,bravo soprattutto il regista che sembra raccontarci il libro per piu di un'ora senza mai stancare lo spettatore,coinvolgendolo nonostante tutto il film venga girato nel giardino dell ex giornalista..mi aspettavo cmq un film che rivivesse davvero il passato di Terzani cioe che inscenasse davvero il suo passato,non limitandosi solo a raccontarlo..
Un film bello da vedere, ma splendido da ascoltare. Terzani che racconta al figlio la propria vita, tutte le idee i ricordi emozionanti di ogni piccolo/grande momento goduto al massimo della sua emozionante storia. Mentre il suo corpo lo sta per abbandonare, con la sua lucidità è capace di emozionare e commuovere.Un film assolutamente da vedere.
Un film più da ascoltare che da vedere, una lunga e profonda riflessione sulla vita e sulla morte attraverso le parole di Terzani.
Terzani è un personaggio troppo particolare per trovare una verosimiglianza con qualunque suo simile. Ganz fa del suo meglio ma non può riuscire nel miracolo... Troppo anche per lui.
Film più da ascoltare che da guardare, quindi da un punto di vista cinematografico mi appare un'operazione senza peso, e leggere il libro da cui è tratta la sceneggiatura è sicuramente più interessante. Forse più che altro può essere utile a far conoscere la figura del protagonista e il suo pensiero a chi ancora non lo conosce.
La trama del libro "La fine è il mio inizio" è molto bella e toccante ma la trasposizione ,abbastanza fedele, nel linguaggio cinematografico è,a mio parere,azzardata.Si richiede allo spettatore un'attenzione che,mediamente,egli non può dare,la lentezza e l'assoluto predomino del dialogo,per quanto interessante,non cattura l'attenzione ma'anzi,pian [...] Vai alla recensione »
Da intendere come un omaggio alla memoria e per questo motivo INGIUNDICABILE. Da guardare e BASTA.
Questo film non ha rispecchiato minimamente quello che mi aspettavo. Bruno Ganz manca del tutto di quel guizzo di indomabile curiosità che animava lo sguardo e la parola del grande Terzani. E' un film basato molto di più sulla morte che non sulla vita (ma Terzani sarebbe stato d'accordo?). Gli episodi salienti che fanno emozionare leggendo il libro,scritti [...] Vai alla recensione »
Riduzione PESSIMA di un libro straordinario, aggravata da un DOPPIAGGIO che snatura il senso della sua fonte IN MODO SMACCATO. Chi ha curato la sceneggiatura non ha capito NIENTE di quello che ha letto ed il fatto che ci sia anche la mano del figlio è grave perché non può non aver capito quello che stava venendo fuori da questo coraggioso, niente da dire, esperimento. [...] Vai alla recensione »
Perchè non è stata pubblicato il mio commento di ieri ? Era troppo negativo ? Per questo è stato censurato ? Non sono capace io di visualizzarlo ? Non sono gradite le persone che hanno una propria opinione ? Beh, se mi devo cancellare ditemelo (non rispondendomi) e toglierò il disturbo. Gianni Tosin
LA CHIUSURA DEL CERCHIO Lo sappiamo bene come anche gli “inarrivabili”, una volta incappati nella malattia o nella vecchiaia, peggio ancora in tutte e due, indulgendo nell’umana debolezza di identificarsi con le proprie viscere fanno sì che la loro malandata carcassa diventi prepotentemente l’io che li rappresenta al mondo.
Il coraggio del regista, non volendo fare una cronistoria delle avventure giornalistiche di Tiziano Terzani, ma più della sua crescita spirituale, è stato nel dire e non dire, e più con sguardi, sonore risate e arrabbiature, descrive l'animo del grande scrittore mentre si avvicina al punto di morire. Grande è stata l'interpretazione di Bruno Ganz, che è riuscito [...] Vai alla recensione »
Niente immagini,solo parole,ma quanta commozione in quelle parole. Bravissimo Bruno Ganz! Peccato che si sia visto poco in quest'ultimi tempi. Per quanto riguarda i commenti sprezzanti e disfattisti dei vari "vervain" o "marezia devo dire che sono ben contento di aver visto il film senza leggere il lbro. Che provino a giudicare il film in quanto tale e basta.
chiunque ognuno di noi sia stato in vita.di fronte alla morte non è più nessuno..........
Non lo so, Nicoletta Dose l'ha VISTO? L'ha SENTITO? O ha notato solo i bei paesaggi? Non ho parole...
E` sempre cosi` decisivo lo sguardo da cinefilo smaliziato ? E` fondamentale intrattenersi a parlare di scenografie povere e persino obiettare sull'origine geografica degli attori ? Se ci si diletta a giocare al "piccolo critico" evitare la visione del film ; se altresi` si ricerca emozione, coinvolgimento, spiritualita` ed altre anticaglie, retaggio di diversi decenni fa`, beh allora [...] Vai alla recensione »
Quando il (protagonista-narratore Terzani afferma: "Non sono un intellettuale", forse riusciamo a cogliere il senso di questo film(etto); innocuo, a tratti proprio noioso, per fortuna ben interpretato. Inserendo la frase nel contesto, infatti, Terzani non appare un qualsiasi Celentano "Re degli ignoranti", che elogia demogagicamente la "semplicità"; né la [...] Vai alla recensione »
Devo dire che il filmè ben girato, con una bella fotografia e scenografie, ma è lentoe a volte ci si addormenta con il suono della voce di Terzani. Trasporre un libro su film non è facile soprattutto quando si tratta di libri come questo. Comunque si parla di argomentazioni interessanti, che vi faranno pensare e domandare a voi stessi sul senso della morte.
Un film per meditare sulla vita e sulla morte. Non conosco l'opera di Terzani ed il film è un ottimo modo per incuriosire lo spettatore - lettore. Bravi gli attori, meno del solito Germano (anche per il pessimo doppiaggio), regia televisiva.
Ammetto di non conoscere approfonditamente la figura di Terzani se non per averne sentito parlare, ma tanto mi è bastato per avere la curiosità di andare a vedere il film. Curiosità che si è trasformata in desiderio di saperne di più su Terzani ed il suo libro. Già solo per questo il film sarebbe da apprezzare. Si sa che, per chi ha prima letto il libro da cui un film è tratto, le immagini e l'interpretazio [...] Vai alla recensione »
tiziano non avrebbe voluto ma sono uscita dalla sala tristissima con le lacrime agli occhi. 4 stelle per gli attori e l'uomo 3 x il film.
E' SCONCERTANTE che a rifilare questo pacco sia stata la Fandango. Io ci sono andata SOLO per stare in compagnia perché già il trailer mi aveva DISGUSTATA ma, dico io, quello che IO ho visto in 1' di tv non è stato notato da nessuno durante le fasi del casting, della stesura del copione? Nessuno ha capito l'italiano? Il libro aveva anche le illustrazioni...
Una storia reale che spesso vogliamo non vedere e sentire, un argomento, la morte che spaventa ma che è il fatto più naturale che vi sia. Miliardi di esseri prima di noi vi sono passati e come dice il protagonista siamo su un enorme cimitero sul quale grazie la natura vive. Dalla cicala all' elefante, tutto e tutti. E gli eventi, gli ideali che crollano e che si ridimensionano sono la realtà.
Il libro è veramente stupendo!! E' un vero peccato che il film non possa competere minimamente con questo perchè con un ritmo eccessivamente lento! Era da tanto che non mi capitava di sbadigliare al cinema, stavolta l'ho dovuto fare. Elio Germano sarà pure un bravo attore ma nè in questo film, nè ne "La nostra vita" di Daniele Lucchetti ho apprezzato [...] Vai alla recensione »
Poteva durare mezz'ora ! Chi ha visto il film ma non ha letto i libri di Tiziano non sarà certo spinto a farlo; chi ha letto i libri e poi ha visto il film, come me, ha sofferto un po'. Un'operazione che, fatta salva la buona fede degli organizzatori, farebbe pensare ad un malriuscito tentativo di speculazione economica...Controproducente, mi pare.
Parla svelto, Folco Terzani, senza accento, e sembra un fiume in piena. Ha 41 anni ma ne dimostra dieci di meno, con i capelli lunghi e i jeans da ragazzino, questo adulto bambino che spende fiumi di parole su suo padre ma di sé dice soltanto di esser venuto al mondo «in una valigia». A due settimane di vita era già su una nave che dall’America lo portava in Italia, poco dopo era a Singapore, e ancora attraverso l’Asia, infine in Cina, dove a 12 anni di giorno faceva l’alzabandiera e di sera piangeva di nascosto per non deludere il padre Tiziano.
Dopo tanti film sulla scomparsa del Padre, eccone uno che mette in scena il suo tramonto celebrando al contempo un delicato ma vittorioso passaggio di testimone. Delicato perché a andarsene non è un padre qualsiasi ma una figura imponente, Tiziano Terzani, grande giornalista e instancabile viaggiatore, approdato dopo un’avventurosa vita da corrispondente in Asia per i più grandi giornali europei a [...] Vai alla recensione »
Una casupola dove ritirarsi in solitudine e, accanto, l’edificio principale di severa austerità toscana in cui intrattenersi con i familiari: è qui, nel rifugio di Orsigna sul selvatico Appennino pistoiese, che ha vissuto i suoi ultimi giorni il giornalista Tiziano Terzani, scomparso nel luglio del 2004 causa un cancro che prima aveva combattuto, salutando infine la morte come l’avventura più grande [...] Vai alla recensione »
Gli ultimi mesi di vita di Tiziano Terzani, grande giornalista e scrittore, che dopo essere stato condotto dalla sua professione quasi in tutto il mondo, spesso dove infuriavano le guerre, colpito da un male incurabile si era ritirato con la moglie nella sua casa in Toscana facendosi presto raggiungere dal figlio Folco, trapiantato a New York, per trasmettergli le sue più personali e profonde esperienze [...] Vai alla recensione »
Chiudere una vita - dice all’inizio del film la voce fuoricampo del protagonista - è come chiudere un cerchio. Lo si può fare con il compasso, oppure con un gesto della mano. Forse una cosa analoga la si può dire anche dei film: ci sono quelli fatti con il compasso, come chiusi nella loro algida e meccanica perfezione, e ci sono quelli disegnati a mano.
All' ombra della campagna toscana, Folco Terzani riceve le ultime volontà letterarie dal padre malato Tiziano, reporter d' eccellenza, testimone del mondo che cambia. Dal bestseller Longanesi, un film di pacatezza, misura, pudore straordinari, con Ganz mattatore e Germano che si sobbarca il meccanismo dell' «odi et amo». Ma al di là del meccanicismo drammatico, un film così cecoviano spinge alla meditazione [...] Vai alla recensione »
L’errore fondamentale di questo film è quello di essere troppo «detto» e poco «visibile»: tratto dal romanzo omonimo di Tiziano Terzani il film ripercorre gli ultimi giorni di vita del giornalista-scrittore, trascorsi in campagna insieme al figlio Fulco e alla moglie, narrando al primo le sue memorie. L’azione dunque è ridotta al minimo e grande spazio viene lasciato alla parola.
Tratto dal bestseller omonimo di Tiziano Terzani, giornalista e scrittore fiorentino, profondo conoscitore dell’Asia, inviato di guerra divenuto col passar del tempo assiduo indagatore dell’animo umano, La fine è il mio inizio è la pellicola che omaggia l’opera uscita postuma di un intellettuale inusuale e non sempre limpidissimo, divenuto saggio con la vecchiaia ma stroncato da un tumore all’intestino [...] Vai alla recensione »
A tre anni di distanza dal dramma militare Nella valle di Elah, Paul Haggis, lo sceneggiatore e regista premio Oscar (c’è la sua inconfondibile firma sia in Crash - Contatto fisico, come regista, che nel capolavoro eastwoodiano Million dollar baby, come sceneggiatore), torna con un remake di un film francese del 2007 adrenalinico e coinvolgente: Pour Elle (2007), diretto da Fred Cavayé.
Poco prima di morire, un uomo decide di raccontare la propria vita a suo figlio. Sono Tiziano e Folco Terzani. Il celebre inviato che per tre decenni ha raccontato le profonde lotte e il profondo pensiero dell’Asia, e un ragazzo che in quel mondo si è immerso fino a risultare troppo ascetico e inconcludente agli occhi del padre. Bruno Ganz indossa con garbo solenne la barba, l’abito bianco e la prosa [...] Vai alla recensione »
Verba volant, scripta manent. Le immagini. forse. Rievocare cinematograficamente un gigante come Terzani è un’impresa encomiabile quanto folle. Il tedesco Jo Baier ci prova, complici due attori deluxe come Bruno Ganz (nei panni di Tiziano) ed Elio Germano (Folco Terzani), la benedizione della famiglia (che ha prestato la tenuta come location) e la sceneggiatura composta dal figlio Folco sulla base [...] Vai alla recensione »
Temeraria sfida italo-tedesca: un film dall’ultimo libro di Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio. Girato in Val d’Orsigna, Toscana, rievoca gli ultimi giorni del romanziere scomparso nel 2004, mirabilmente interpretato da Bruno Ganz, il volto incorniciato da una lunga barba bianca. È il figlio fotografo Folco (Elio Germano) a farsi raccontare dal padre, nei momenti in cui non era tormentato dal [...] Vai alla recensione »
Tiziano Terzani, morto nell' estate del 2004 a sessantasei anni, è stato un giornalista e scrittore famoso e importante, soprattutto per come ha intensamente vissuto e raccontato l' Asia, la Cina in particolare. Per capire il peso del suo modello, la forza di attrazione e suggestione esercitata sui colleghi più giovani, è illuminante la testimonianza di Raimondo Bultrini, che oggi scrive da Bangkok [...] Vai alla recensione »
Dal suo letto di morte, impeccabile nel casaccone da guru in tinta con la barba bianca, Tiziano Terzani spiega il grande cerchio della vita, il giornalismo come riscatto dalla povertà, “lo straordinario esperimento di ingegneria sociale” avviato dal presidente Mao. Lo fa con voce roboante che poco si addice a un moribondo, ancor meno a chi vorrebbe invitarci alla meditazione, per nulla a chi spiega [...] Vai alla recensione »