Recensione ***
Tiziano Terzani, uno dei più grandi giornalisti e scrittori italiani degli Anni Sessanta-Settanta, è giunto al limite del suo viaggio nel mondo e deve "lasciare il suo corpo" per un tumore all'intestino. Ritiratosi all'Orsigna, un paese in provincia di Pistoia, decide di passare gli ultimi tre mesi della sua vita raccontando a suo figlio Folco la sua esistenza e le sue riflessioni: dall'infanzia fiorentina al comunismo sfegatato di suo padre, dalla passione per i libri e per la conoscenza all'esigenza di evadere continuamente dalla città nella quale viveva, dai viaggi in America fino a quelli in Vietnam, dalla magnificenza della Cina al grigiore del Giappone. In "La fine è il mio inizio" (ed. Longanesi, 2006) l'esistenza del giornalista diventa un pretesto narrativo per raccontare il mondo con i suoi occhi, la sua visione anti-statunitense con una forte propensione per il mondo asiatico, per le sue regole e le sue culture, contando su un buon bagaglio culturale e su un narratore che è stato protagonista delle migliori pagine della carta stampata europea. Ciò che più emoziona nel lungo libro è proprio il rapporto che questo personaggio ha con tutti i Paesi con i quali è entrato in contatto ed è su queste relazioni che il romanzo-confessione regge. Terzani si cimenta nella spiegazione del perché la sua vita optò, quasi sentimentalmente, per quel mondo così lontano dalle ideologie occidentali, troppo inappuntabili secondo la sua ottica. Certo, non basta questo libro a comprendere ciò che l'Asia è stata in quei decenni, esistono sue testimonianze molto più brillanti ("Pelle di leopardo", "In Asia" o "La porta proibita", ed. TEA, 2008), ma di questi tempi, per cominciare a conoscere Terzani, potrebbe essere un buon inizio. A fine lettura, non si rimpiange il tempo passato sul divano a leggerlo.

In sintesi
Tiziano Terzani lascia all'Italia il suo ultimo libro, pubblicato postumo dal figlio Folco. Dopo innumerevoli viaggi in Asia come giornalista, dopo aver abbracciato le più alte filosofie orientali, uno dei più importanti giornalisti italiani torna in patria e in una casa immersa nella provincia di Pistoia, chiama suo figlio per raccontargli tutta la sua vita e cerca di spiegarne il senso, l'assenza di paura nel "lasciare il corpo", la possibilità di una vita diversa dove si possa fare ciò che si vuole e non ciò che si è costretti a fare.

L'autore
Tiziano Terzani è stato un giornalista e scrittore italiano. Nato il 14 settembre 1938 a Firenze, muore a Orsigna il 28 luglio 2004. Figlio di un meccanico e di una casalinga, sono i suoi insegnanti a spingere i suoi genitori perché lo facessero studiare fino a raggiungere la laurea in giurisprudenza. I suoi viaggi cominciano fin da giovane, in Svizzera, poi grazie alla Olivetti si sposta come venditore e reclutatore di personale all'estero in molte aree del mondo come il Giappone e il Sud Africa, dove entra in contatto con il problema razziale dell'apartheid. Desideroso di fare un mestiere diverso diventa giornalista per l'Astrolabio, Il Giorno, il settimanale tedesco Der Spiegel, il Corriere della Sera e La Repubblica, nei quali è corrispondente in Asia. Racconta la guerra del Vietnam, la rivoluzione culturale post Mao, la vita a Singapore, Hong Kong, Bangkok, Nuova Delhi e Tokyo e parallelamente scrive libri: "Pelle di leopardo" (ed. TEA, 2008); "Un altro giro di giostra" (ed. TEA, 2008); "Un indovino mi disse" (ed. TEA, 2008), fino a "La fine è il mio inizio" (ed. Salani, 2008). Muore per un tumore all'intestino.

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