Quasi amici |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet.
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Titolo originale Intouchables.
Commedia,
durata 112 min.
- Francia 2011.
- Medusa
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
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Dr. Fitoussi
di gianmarco.diromaFeedback: 7173 | altri commenti e recensioni di gianmarco.diroma |
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martedì 7 agosto 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dr. Fitoussi è il personaggio interpretato da Anne Le Ny ne La guerra è dichiarata. In Quasi amici interpreta Yvonne, colei che assiste giorno dopo giorno il protagonista Philippe/François Cluzet (insieme a Driss/Omar Sy) insieme ad un équipe di medici infermieri nella sua convivenza con la tetraplegia. Le due parti (o interpretazioni) della dr. Fitoussi e di Yvonne differiscono sia per la durata del ruolo, che per la sua natura o funzione. Se la dr. Fitoussi ricopre un ruolo marginale in termini di durata nella pellicola di Valérie Donzelli, in Quasi amici, Yvonne è elemento stabilizzatore (e quindi anche catalizzatore, come dimostrato dai suoi problemi intestinali) delle tensioni che s'instaurano tra Phlippe e Driss. Una perfetta non protagonista quindi, utilizzando la classica terminologia per descrivere i ruoli degli attori nel cinema (utilizzata anche per premiarli, gli attori e le attrici). Una non protagonista che con la sua figura di basso profilo attraversa tutto il film di Olivier Nakache: un ruolo capace, lungo le linee del corpo e del viso di Anne Le Ny (per la voce, dipende dal doppiaggio), di mettere in relazione tra loro sia le figure della dr. Fitoussi che di Yvonne, sia La guerra è dichiarata che Quasi amici, sia la figura del piccolo Adam, afflitto da un carcinoma al cervello che Philippe, costretto a vivere il resto della sua vita su una sedia a rotelle, dipendendo per tutto da qualcun altro (ma è proprio in questa dipendenza dagli altri, e soprattutto da chi è molto diverso da lui, come Driss, sia come pelle, educazione, formazione, cultura e classe sociale, che Philippe riscoprirà una sincera voglia di vivere ed amare, perché è "negli altri che si cela il volto di Cristo"), delineando una sorta di metacinema (anche se la formula metacinema non ha senso, perché il cinema è "meta" per definizione, perché nel suo farsi ed essere fatto, il cinema, se veramente tale, parla di cinema, della lingua del cinema, altrimenti non sarebbe arte, ma un semplice elemento ornamentale/decorativo della vita di tutti i giorni), dove è la storia stessa del cinema ad essere tirata in ballo, una storia che si ripete all'infinito, una storia fatta di corsi e ricorsi storici (solo l'aver vissuto la Nouvelle Vague, ed averla metabolizzata, permette ai francesi di mescolare con tanta maestria commedia e tragedia, in storie di tutti i giorni), una storia che nel ripetersi all'infinito (anche grazie all'utilizzo di facce che pur non essendo facce di divi, sono e/o diventano comunque note) disegna dei centri concentrici che come gli anelli di accrescimento di un albero vanno a costituirsi come la storia secolare del cinema.
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