Quasi amici |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet.
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Titolo originale Intouchables.
Commedia,
durata 112 min.
- Francia 2011.
- Medusa
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
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Quasi amici
di catcarloFeedback: 13499 | altri commenti e recensioni di catcarlo |
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lunedì 4 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Philippe è un riccastro collezionista di sfighe, dall’amatissima moglie che non può avere figli e poi se ne va per un cancro all’incidente in parapendio (un po’ cercato?) che lo paralizza dal collo in giù. In cerca di un badante, sceglie Driss, delinquentello di banlieu con famiglia incasinata che si è presentato all’audizione solo per mantenere il sussidio di disoccupazione: la scommessa è vinta perché tra i due scatta una reazione chimica che porterà l’esistenza di entrambi a una svolta. Tratto da una storia vera (in cui Driss è maghrebino e non senegalese) e dal libro che ne ha ricavato lo stesso Philippe, il film di Nakache e Toledano è una commedia agile in cui il divertimento è assicurato per tutti i cento minuti di durata. Certo, qualcuno potrebbe lamentare un utilizzo eccessivo degli occhiali rosa – e poi i soldi di Philippe aiutano in una situazione che per altri sarebbe certo più drammatica e Driss è un burbero ma dal cuore d’oro che più classico non si può – però è davvero difficile non lasciarsi coinvolgere dall’andamento della storia fino al sorridente lieto fine in quello che è un buddy-movie a tutti gli effetti malgrado le premesse inconsuete, con l’incontro di due uomini diversissimi tra loro che imparano a convivere e ad apprezzarsi a vicenda. Del tutto realizzata è poi la principale intenzione espressa dal vero Philippe, ossia la cancellazione di qualsiasi patetismo (in fondo, la scelta del vero Driss fu dovuta anche alla sua irrispettosità nei confronti della malattia): la condizione di tetraplegico è fonte di battute da parte di ambedue i protagonisti in una sceneggiatura – a firma dei due registi – che non conosce quasi momenti di stanca. Al risultato contribuisce non poco la bella interpretazione che caratterizza i due ruoli principali: Cluzet, costretto a recitare solo con la testa e con gli occhi, sa rendere gli sbalzi d’umore e di stato d’animo di Philippe mentre Sy disegna un Driss molto fisico (del resto dev’essere le braccia e le gambe dell’altro) e dall’immediata simpatia. In un film simile, è inevitabile che i personaggi secondari siano poco più che di contorno – anche se Audrey Fleurot si fa notare, e la nota pure Driss – ma sarebbe veramente difficile chiedere di più a una pellicola leggera in senso buono, malgrado l’argomento ‘pesante’, mai volgare e – vale la pena di ripetersi – divertente: ridere fa bene e uscire dalla sala riscaldati, almeno ogni tanto, da un po’ di ottimismo (ovvero ‘effetto ‘La vita è meravigliosa’’) è anche meglio.
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