QUASI AMICI (INTOUCHABLES)
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 10
Driss, uno sbandato che cerca di sopravvivere grazie ai sussidi statali, con sua sorpresa si ritroverà ad essere il fidato assistente personale di Philippe, ricco tetraplegico, che vede in lui qualcosa di più di due braccia e due gambe necessarie per il suo sostentamento. Il primo un impertinente e nullafacente ragazzo di un quartiere scomodo, quartiere che tenta molti giovani nelle facilità dello spaccio e del crimine, il secondo un colto e raffinato miliardario che prima perde la moglie e poi si troverà ad essere vittima di un brutto incidente che lo obbligherà alla completa immobilità, due opposti ma, come la fisica ci insegna,l’ uno essenziale all’altro.
Driss, presentatosi al colloquio solo per poter dimostrare di cercare un lavoro, requisito necessario per ottenere il sussidio di disoccupazione, colpisce sin da subito Philippe che vuole dargli ,ma soprattutto darsi, una possibilità, possibilità per il ragazzaccio di trovare la sua strada e possibilità per lui di non essere più compatito. Emblematica e riassuntiva la frase in cui Philippe, ai dubbi sorti dal suo avvocato, risponde “è proprio perché gente come lui non prova pietà che lo voglio con me”.
La trama sembra quella di un film drammatico e invece SORPRESA: è un’avvincente e irriverente commedia che non lascia spazio all’ipocrisia e alle banalità, il tutto viene affrontato con le maniere forti e sincere di Driss che scuotono la vita di Philippe ridandogli quelle sensazioni ed emozioni che la malattia, ma soprattutto le persone, non gli restituivano più, d’altro canto la dolcezza e la raffinatezza di quest’ultimo che porterà Driss alla riscoperta di sé stesso e delle sue priorità.
La disabilità affrontata senza pietà, a testa alta, dove la trasgressione non assume un senso peccaminoso ma esclusivamente di VITA da vivere, ben lontana dal tentativo di Awakenings (Risvegli) con Robert DeNiro seppure inizialmente si possa provare a cercarne qualche somiglianza.
Una comicità incalzante, quasi scomoda per quanto insolente, non c’è la ricerca della commiserazione, né da una parte né dall’altra, non c’è differenza sociale, handicap, o questione razziale di fronte all’umanità dei due “intoccabili”, il film non fa commuovere, assurdamente fa divertire ma allo stesso tempo riflettere, a maggior ragione se si pensa che è tratto da una storia vera .
Il cinema Francese ci ha offerto un ulteriore capolavoro e ennesima prova che è possibile produrre grandi film, seppur di commedia, senza sfociare nella volgarità e nei beceri stereotipi di cui ultimamente il cinema Italiano sembra essere gran sostenitore, un tocco Italiano però è presente: le meravigliose musiche di Ludovico Einaudi che ne ha realizzato un a fine e superba colonna sonora.
Consigliata la visone a tutti.
Diego Pigiu III
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