La disputa intorno al nome della protagonista la porta a confrontarsi con due mondi a loro modo convenzionali: il cattolicesimo ed il socialismo. Espandi ▽
Estate del 1976. Manuela (Eva Mayu Mecham Benavides) è una bambina di 9 anni dallo sguardo vivo
da cui traspare un'energia potente, quasi fisica. Con suo fratello minore Camilo (Markus Mecham
Benavides) trascorre le vacanze nella fattoria dei nonni nella valle delle Ande dell'Ecuador, insieme ai
suoi cugini, dove la nonna cattolica conservatrice (Juana Estrella) insiste che porti il nome che tutte le
prime figlie femmine della famiglia portano da generazioni. Decisa a difendere le idee del padre, ateo e
socialista, affronta fieramente i comportamenti privi di gesti di cura dei suoi parenti, decisa a non perdere
il senso della propria integrità. La disputa intorno al suo nome oltre a cambiare per sempre le relazioni
con il suo ambiente, la porta a confrontarsi con due mondi a loro modo convenzionali: il cattolicesimo ed
il socialismo. Un ritratto vivido e realista costruito intorno ad una figura che fa venire in mente certi
personaggi femminili delle fiabe. Le fiabe vere, quelle dove un personaggio deve essere abbastanza
straordinario da attraversare alcuni secoli senza un graffio.