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La principessa e il ranocchio riporta le favole dal lieto fine al cinema

Il ritorno all'animazione in 2D.
di Gabriele Niola

La Disney senza disegni non è davvero Disney

venerdì 11 dicembre 2009 - Incontri

La Disney senza disegni non è davvero Disney
C'è un nuovo logo, un nuovo management, un nuovo team di art director ma le storie sono sempre quelle. Con La principessa e il ranocchio la Disney torna a fare animazione disegnata a mano, torna a fare i cartoni di una volta, quelli con le canzoni, quelli che raccontano storie morali di personaggi (spesso principi o principesse) in cerca di un domani migliore che raggiungono solo imparando una lezione.
"Tutto è iniziato circa 5 anni fa quando la Disney comprò la Pixar e Lasseter diventò capo degli studios" ricorda Andreas Deja storico disegnatore di celebri personaggi Disney degli anni '90 "venne nei nostri studi in visita il primo giorno e chiese che fine avessero fatto i tavoli da disegno. Gli dicemmo che erano stati buttati perchè quelle cose non le facevamo più. E lì decise che invece saremmo tornati a farle, disse che la Disney senza disegni non è davvero Disney".
Si ricomincia dalle sicurezze: un principe, una principessa e un incantesimo che trasforma in ranocchio, "il resto è venuto dopo" ricorda l'animatore, la principessa afroamericana, la location di New Orleans e il tipo di disegno sono state scelte conseguenti, il primo atto è stato richiamare i registi storici di Aladdin e La sirenetta (Ron Clements e John Musker) che hanno proposto 6-7 storie possibili. La prima è diventata La principessa e il ranocchio.

Ritorno agli anni '90
Dopo l'ubriacatura di animazione in CG portata al successo dalla Pixar e consolidata da molti altri studi che sono emersi in questi ultimi 15 anni (dalla Dreamworks alla Blue Sky) ora proprio John Lasseter, colui che sembrava aver ucciso l'animazione 2D, è fermamente deciso a riportare in vita il vecchio Disney style quello che avevamo abbandonato negli anni '90.
"Dentro di noi sapevamo tutti quanti che se l'animazione disegnata a mano era morta non era perchè quel modo di raccontare storie avesse fallito ma perchè le storie che avevamo raccontato negli ultimi tempi non erano buone" lo confessa con molto candore Andreas Deja, che in carriera ha concepito il look e i movimenti di personaggi come Scar, Jafar, Hercules, Lilo e Roger Rabbit e che per La principessa e il ranocchio ha scelto di creare Mama Oodie, la 191enne esperta di Voodoo.
Lasseter è stato da subito molto coinvolto in questo nuovo film, il primo della Disney che ha fatto partire lui e quello del ritorno al 2D, "ma non pensiate che ci siano troppi richiami espliciti ai vecchi film" ammonisce il disegnatore "in molti ci hanno fatto notare somiglianze tra questi personaggi e altri del passato ma la verità è che con la storia che si ritrova il nostro studio fare cose completamente originali non è semplice!".
Ma la storia e i concetti sono nuovi, quelli sì, anche se su un impianto e una struttura che non mutano nè sono mai mutati per lo studio fondato da Walt Disney: "Amo molto la morale di questo film, è un package molto classico di materiale Disney che ricorda i film con cui siamo cresciuti ma poi ha un messaggio moderno. La protagonista è una malata di lavoro che scopre come non sarà mai felice senza l'amore".

Dai cattivi a Mama Oodie
Come mai New Orleans? "Quella è stata una decisione di John Lasseter, a lui piace molto come città e in più non ci era stato ancora mai ambientato un cartone Disney", racconta Andreas Deja, una scelta che temporalmente è venuta prima dell'abbattersi dell'uragano Katrina e che ha dato agli animatori il tempo di recarsi in loco per i sopralluoghi "il regista, l'art director e i ragazzi degli effetti speciali sono andati a fare disegni e foto per cercare di riportare quel feeling nello studio e trasmetterlo a noi, che abbiamo appunto cominciato da quello".
Da quello e dalle voci utilizzate per il doppiaggio, una volta tanto prive di "talent" ovvero di personaggi noti (se si esclude la partecipazione di Oprah Winfrey nella parte della madre di Tiana), il resto è inventiva dei singoli disegnatori, tra i quali Deja solitamente era specializzato in cattivi: "I cattivi sono molto più divertenti da disegnare perchè sono più espressivi e guidano la storia più dell'eroe. L'eroe vuole che le cose siano normali mentre il cattivo vuole andare contro la normalità, insegue una propria motivazione e un propria visione del mondo".
Con l'entrata della Pixar nella Disney si potrebbe pensare che il flusso di lavoro sia cambiato per far posto a nuove tecnologie ma non è così: "La cosa che mi piace nel ricominciare a fare animazione a mano è che non è cambiata davvero. E' lo stesso processo degli anni '30, abbiamo ancora i tavoli di quell'epoca. Prendi un foglio alla volta e cerchi di scarabocchiare un movimento o qualcosa che abbia dell'emozione. Ciò che è cambiato è solo quello che si fa dopo aver disegnato, come la colorazione".

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