Titolo originale | Alamar |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Messico |
Durata | 73 minuti |
Regia di | Pedro González-Rubio |
Attori | Jorge Machado, Roberta Palombini, Natan Machado Palombini, Nestór Marín . |
Uscita | giovedì 25 maggio 2017 |
Distribuzione | Ahora! Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,04 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 novembre 2017
Prima di dirsi addio, un giovane di radice maya e suo figlio Natan, per metà italiano, intraprendono un lungo viaggio in mare aperto. In Italia al Box Office Alamar ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 24,5 mila euro e 24,3 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Matraca è un uomo anziano ed esercita la pesca con metodi antichi nel Banco Chinchorro, un'estesa barriera corallina nei mari del Messico. Un giorno suo figlio Jorge lo raggiunge con il nipotino, Natan, nella sua piccola palafitta. Natan ha cinque anni e vive a Roma con la mamma, Roberta. Prima che il piccolo inizi ad andare a scuola, Jorge vuole fargli conoscere il suo mondo. Giunti a Banco Chinchorro, Natan e Jorge accompagnano ogni giorno il nonno a pescare. Natan scopre una profonda connessione con la natura, imparando a perlustrare l'affascinante mondo che si cela sotto la superficie marina.
Ci sono film che nascono da un'urgenza più che da un progetto esclusivamente cinematografico. L'urgenza in questo caso è quella del regista Gonzàlez-Rubio il quale ha compreso, vivendo nell'area, che il Banco Chinchorro, dichiarato Riserva Naturale della Biosfera nel 1996 dall'UNESCO, sta diventando sempre più un'eccezione in un ambiente sempre più contaminato dalla distruzione della barriera corallina per lasciare spazio a navi da crociera che trovano sulla costa catene di hotel certamente non rispettose dell'ecosistema.
Non altrettanta urgenza ha provato la distribuzione cinematografica nazionale che, nonostante i premi vinti da questa docufiction in numerosi festival, ha dovuto attendere Barz and Hippo che, in collaborazione con Rossosegnale e Ahora Film, ha fortemente voluto un'uscita nelle sale italiane.
Il film non risente per nulla degli 8 anni di attesa perché l'intensità della narrazione e la qualità delle immagini sono rimaste comunque efficaci. Il rapporto tra Jorge e Roberta è mutato ma l'amore nei confronti del piccolo Natan è rimasto uguale da parte di entrambi. Gonzàlez-Rubio non vuole proporre una contrapposizione manichea tra la vita che il bambino trascorre in città con la madre e ciò che condivide con il padre. Il suo obiettivo è diverso: vuole mostrarci come il rapporto parentale (ivi compreso il nonno) trovi nella Natura incontaminata una Grande Madre capace di dare vita e significato alla quotidianità di uomini (le donne in questi microcosmo sociale non compaiono anche se sono determinanti per la vita dei loro compagni).
Torna alla memoria il cinema del grande Folco Quilici con in più lo sguardo di un regista che vive in loco e che quindi non solo sa fondere finzione e realtà ma trova in quest'ultima l'occasione per lanciare un messaggio in una bottiglia che è universale ma si rivolge anche a chi non vorrebbe rispettare in loco un sistema di relazioni Uomo-Natura che invece va preservato con cura.
Non sono un gran intenditore di questo genere di pellicole (a metà tra finzione e documentario), tuttavia questo piccolo film è riuscito a catturarmi fin dall'inizio per la sua semplicità (la storia) che diventa prima bellezza (la fotografia) poi universalità (il messaggio...o forse lo spunto per una riflessione). Ogni cosa scorre nel tempo dell'Uomo prima e della [...] Vai alla recensione »
Alamar contiene due storie, che possono essere definite entrambe come due diverse espressioni dell'amore. La prima è quella di un rapporto tra padre e figlio: in un "mondo fuori dal mondo" dove leggerezza e poesia, ma anche la realtà cruda di una natura incontaminata, fanno da scenografia alla storia di formazione di un bimbo perché possa conoserne i segreti [...] Vai alla recensione »
Alamar è la semplice storia, realizzata con pochi mezzi e una troupe ridottissima, di un padre, Jorge, e un figlio, il piccolo Natan, che passano l'estate con il nonno pescatore in uno splendido atollo nei caraibi messicani, isolato e protetto dalle grandi correnti del turismo di massa. In una palafitta in mezzo al mare i tre passano il tempo con semplicità, rafforzando il legame [...] Vai alla recensione »
Il titolo non vuole essere un gioco di parole ma un estremo riassunto del film stesso che parte da un sentimento fortissimo e urgente: l'amore. L'amore di una madre separata ma che ama quello che è stato il suo compagno. che ama suo figlio al quale regala l'esperieneza più bella: la libertà pura. lontano dalla casa romana, dalla vita scandita da rumori meccanici [...] Vai alla recensione »
Commovente immersione nella natura in cui tre generazioni di uomini si confrontano senza nessun bisogno di parlare. A parlare sono le loro scelte, tra risate, giochi, scelte, luoghi e incontri con animali e altri uomini. Davvero bello e godibile da chiunque. E che posti: una vera finestra su un mondo incontaminato che speriamo resista continui ad esistere (non solo sullo schermo).
Felicissimo che finalmente arrivi anche in Italia. Forse il contrasto tra Berlino e l'atollo messicano in cui è ambientato il film, ha determinato fortemente il mio giudizio "film capolavoro" ... forse proprio un capolavoro non è, ma sicuramente un ottimo film, fotografia splendida ma non banale come potrebbe suggerire l'ambientazione, la storia oltre ad essere molto [...] Vai alla recensione »
un film delicato e paziente capace di farti tornare bambino regalando la riscoperta di un mondo bellissimo e semplice in cui i rapporti umani si muovono in sintonia con la natura, senza per questo divenire melenso o stucchevole. paesaggi e personaggi incredibili. vien voglia di partire alla ricerca di Blanquita.
Si esce da questo minuscolo, toccante, melò caraibico abbagliati da luci e colori tropicali nel modo verginale in cui il piccolo protagonista li scopre. Da Roma, dove vive con la mamma italiana, alla costa corallina dell'atollo Bancho Chinchorro (Yucatan, Messico), dove ritrova padre e nonno, pescatori, il piccolo Natan incontra i segreti del mare, la caccia, le leggi della natura, soprattutto si ricongiung [...] Vai alla recensione »
Alamar (ala mar, al mare in spagnolo) è un documentario intimo, potremmo dire. Al centro un bambino di cinque anni, Natan, figlio dell'amore appassionato ma non duraturo tra un'italiana e un indio messicano. Prima che Natan inizi ad andare a scuola a Roma dove vive con la mamma, il padre vuole tenerlo un po' con sé per fargli esplorare il mondo fatato della propria infanzia.
Ci sono voluti otto anni prima che questo appassionato, piccolo film messicano trovasse una distribuzione. Un'ingiustizia inspiegabile. È la storia, breve, tenera e intensa, dell'incontro fra tre generazioni vicino alla barriera corallina di Banco Cinchorro, in Messico. Il giovane Jorge ha portato il figlio Natan, cinque anni, che vive con la mamma a Roma, a conoscere il nonno pescatore.
Pedro González-Rubio's shimmeringly beautiful "Alamar" tells of a young Mexican father, Jorge Machado, taking his 5-year-old son Natan on a two-week vacation at Banco Chinchorro, a coral reef in the Mexican Caribbean, so the boy can experience living close to nature before he returns to Rome, where he lives with his Italian mother, Roberta Palombini.