Titolo originale | Zhan Tai |
Anno | 2000 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Hong Kong, Cina, Giappone, Francia |
Durata | 154 minuti |
Regia di | Jia Zhangke |
Attori | Hong Wei Wang, Zhao Tao, Jing Dong Liang, Tian Yi Yang, Bo Wang . |
Tag | Da vedere 2000 |
MYmonetro | 3,18 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 11 luglio 2017
CONSIGLIATO SÌ
|
Dal 1979 in avanti, una compagnia teatrale cinese vive diverse vicissitudini e adatta il suo repertorio al cambiamento negli usi e nei costumi di una società in continua evoluzione.
Con la spavalderia propria dei grandi autori, già al suo secondo film Jia Zhang-ke sceglie di confrontarsi con un tema quantomai ambizioso, quello dei cambiamenti occorsi nella società cinese dalle ultime propaggini del post-Rivoluzione Culturale sino alla modernizzazione della Cina. Per farlo sceglie di occuparsi dell'estrema periferia dell'Impero, dello Shanxi - da cui lui proviene e a cui è ovviamente legato - provincia povera e lontana dalle faccende che contano. Ma è proprio da una prospettiva così defilata che Zhang-ke può osservare con il dovuto distacco l'evolversi della vicenda, indugiando su due storie d'amore, entrambe travagliate e disfunzionali, ma esemplari per i destini della Cina tutta.
Sotto lo sguardo lontano, apparentemente distaccato quando non distratto, di una mdp che rifugge i primi piani e predilige il movimento orizzontale, come dovesse riprendere un paesaggio infinito, si scatena una guerra dei sessi fatta di silenzi assordanti, in cui uomo e donna non riescono a comunicare, come esemplifica un muro godardiano in una delle sequenze di maggiore impatto. L'uomo o la tradizione, l'incapacità di uscire da schemi consunti e di adattarsi all'inevitabile progresso, che implica la perdita di privilegi consolidati; la donna come confusa consapevolezza che esiste un'altra via rispetto ai matrimoni combinati e all'impossibilità di dormire insieme senza essere sposati, anche se i passi in avanti sono timidi e malfermi.
Come per i giovani alunni del professor Keating la consapevolezza arrivava attraverso i transistor di una radio, così è per i ragazzi di Fenyang nello Shanxi, con il (proibito) pop taiwanese di Teresa Teng a far da nocchiero per le delizie della modernità. E mentre la privatizzazione avanza e comincia a divorarsi tutto, in nome del progresso e della realizzazione del piano di sviluppo pensato da Mao, queste minuscole esistenze vanno in scena come una reiterata pochade, di palcoscenico in palcoscenico, tra ingenuo rock'n'roll e improbabili balletti su camion in disuso, in una mise en abîme potenzialmente infinita.
Le pagine ormai ingiallite del libro sono state girate ma le nuove sono bianchissime e nessuno pare avere la forza né il coraggio di imbrattarle per primo.