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Film 2000 | Drammatico 154 min.

Titolo originaleZhan Tai
Anno2000
GenereDrammatico
ProduzioneHong Kong, Cina, Giappone, Francia
Durata154 minuti
Regia diJia Zhangke
AttoriHong Wei Wang, Zhao Tao, Jing Dong Liang, Tian Yi Yang, Bo Wang .
TagDa vedere 2000
MYmonetro 3,18 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jia Zhangke. Un film Da vedere 2000 con Hong Wei Wang, Zhao Tao, Jing Dong Liang, Tian Yi Yang, Bo Wang. Titolo originale: Zhan Tai. Genere Drammatico - Hong Kong, Cina, Giappone, Francia, 2000, durata 154 minuti. - MYmonetro 3,18 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 11 luglio 2017

Consigliato sì!
3,18/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,85
CONSIGLIATO SÌ
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Recensione di Emanuele Sacchi
Recensione di Emanuele Sacchi

Dal 1979 in avanti, una compagnia teatrale cinese vive diverse vicissitudini e adatta il suo repertorio al cambiamento negli usi e nei costumi di una società in continua evoluzione.
Con la spavalderia propria dei grandi autori, già al suo secondo film Jia Zhang-ke sceglie di confrontarsi con un tema quantomai ambizioso, quello dei cambiamenti occorsi nella società cinese dalle ultime propaggini del post-Rivoluzione Culturale sino alla modernizzazione della Cina. Per farlo sceglie di occuparsi dell'estrema periferia dell'Impero, dello Shanxi - da cui lui proviene e a cui è ovviamente legato - provincia povera e lontana dalle faccende che contano. Ma è proprio da una prospettiva così defilata che Zhang-ke può osservare con il dovuto distacco l'evolversi della vicenda, indugiando su due storie d'amore, entrambe travagliate e disfunzionali, ma esemplari per i destini della Cina tutta.
Sotto lo sguardo lontano, apparentemente distaccato quando non distratto, di una mdp che rifugge i primi piani e predilige il movimento orizzontale, come dovesse riprendere un paesaggio infinito, si scatena una guerra dei sessi fatta di silenzi assordanti, in cui uomo e donna non riescono a comunicare, come esemplifica un muro godardiano in una delle sequenze di maggiore impatto. L'uomo o la tradizione, l'incapacità di uscire da schemi consunti e di adattarsi all'inevitabile progresso, che implica la perdita di privilegi consolidati; la donna come confusa consapevolezza che esiste un'altra via rispetto ai matrimoni combinati e all'impossibilità di dormire insieme senza essere sposati, anche se i passi in avanti sono timidi e malfermi.
Come per i giovani alunni del professor Keating la consapevolezza arrivava attraverso i transistor di una radio, così è per i ragazzi di Fenyang nello Shanxi, con il (proibito) pop taiwanese di Teresa Teng a far da nocchiero per le delizie della modernità. E mentre la privatizzazione avanza e comincia a divorarsi tutto, in nome del progresso e della realizzazione del piano di sviluppo pensato da Mao, queste minuscole esistenze vanno in scena come una reiterata pochade, di palcoscenico in palcoscenico, tra ingenuo rock'n'roll e improbabili balletti su camion in disuso, in una mise en abîme potenzialmente infinita.
Le pagine ormai ingiallite del libro sono state girate ma le nuove sono bianchissime e nessuno pare avere la forza né il coraggio di imbrattarle per primo.

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