Anno | 1995 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Wayne Wang, Paul Auster |
Attori | Harvey Keitel, William Hurt, Forest Whitaker, Stockard Channing, Ashley Judd, Victor Argo Giancarlo Esposito, José Zúñiga, Stephen Gevedon, Jared Harris, Daniel Auster, Harold Perrineau, Deirdre O'Connell, Michelle Hurst, Vincenzo Amelia, Erica Gimpel. |
Uscita | giovedì 16 novembre 1995 |
Tag | Da vedere 1995 |
Distribuzione | C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione |
MYmonetro | 3,87 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 febbraio 2020
Premiato al Festival di Berlino con l'orso d'argento. Hurt è uno scrittore che ha perso la giovane moglie, incinta, Keitel un tabaccaio di Brooklyn. N... Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha ottenuto 1 candidatura a SAG Awards, Al Box Office Usa Smoke ha incassato 70,7 mila dollari .
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Premiato al Festival di Berlino con l'orso d'argento. Hurt è uno scrittore che ha perso la giovane moglie, incinta, Keitel un tabaccaio di Brooklyn. Nella sua tabaccheria passa il mondo, per lo più poveracci. Mentre Hurt dà asilo a un giovane nero in cerca di un padre mai visto, Harvey affronta una drogata che forse è sua figlia. Nel frattempo si racconta: vicende nella vicenda, pure parole. Keitel ha riempito decine di album della stessa fotografia. Da oltre dieci anni, alle otto del mattino, nella stessa posizione, fotografa l'incrocio davanti al suo negozio, col caldo, col freddo, con tanta gente diversa. Casualmente viene inquadrata anche la moglie dello scrittore, che si commuove fino a piangere. Il "New York Times" commissiona a Hurt il racconto di Natale, è una grande occasione per lui, ma non ha l'ispirazione. È Harvey che lo aiuta, raccontandogli una storia straordinaria, di un certo natale di molti anni prima. Nel frattempo tutti i personaggi, proprio tutti, stanno sempre fumando qualcosa. Il film ha anche questa funzione, è una grande promozione del fumo. Film straordinario, il migliore dell'anno insieme a Lisbon Story. Film di parole, dove per una volta vale più lo scrittore del regista. Non è un caso infatti che il film rechi la firma di entrambi. Paul Auster, lo scrittore, è uno dei grandi talenti emergenti nel panorama americano. Si dimostra che la qualità vera, l'intelligenza, il talento recitativo, valgono sempre, e moltissimo. Per lunghe sequenze i due protagonisti raccontano a macchina ferma sul primo piano. Gli ultimi cinque minuti, che visualizzano il racconto natalizio di Keitel, possono entrare nella leggenda del cinema. Un omaggio infine a Harvey Keitel, presente in tanti film decisivi del nostro tempo. La ragione c'è: è il migliore attore cinematografico del mondo.
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Ho scoperto un film commovente ed inteso. Ottime le interpretazioni di H. Hurt ed H. Keitel ed in particolare quest'ultimo, con il suo racconto di Natale e gli incredibili primi piani sul suo viso segnato, danno un notevole valore e spessore a tutto il film.
“Il raccontare è un vero talento. Per fare una bella storia devi sapere quali bottoni spingere: tu sei al pari dei maestri”. “Se non confidi i tuoi segreti agli amici allora che amico sei?”. Ecco racchiuso, in sole due battute, il cuore di questo film indipendente ed umanissimo, in cui uomini e storie gravitano attorno alla tabaccheria di Auggie Wren (Keitel), a Brooklyn: [...] Vai alla recensione »
La recente scomparsa di Paul Auster, scrittore fra i più abili nel creare l’iconografia di New York a livello mondiale, ha gettato nello sconforto buona parte dei suoi ammiratori che l'avevano conosciuto anche grazie a questa pellicola datata 1995. Basata su un racconto dal titolo: Il racconto di Natale di Auggie Wren (Auggie Wren's Christmas Story; 1990) nato dal desiderio [...] Vai alla recensione »
Ho rivisto ieri il film a 4 mani di Wang e Auster, e ancora una volta a fatica. Secondo me eccede nella narrazione, violando quello "show, don't tell", che è già un must nella narrativa, rendendo a tratti il film soporifero e ripetitivo. C'è chi parla di oscar e invece neanche gli attori mi hanno convinto. Interessanti alcune riflessioni sul punto di vista e [...] Vai alla recensione »
Basterebbe l’ultima scena, coi primi piani di Harvey Keitel e William Hurt, che parlano, si osservano, sorridono, si capiscono, pensano, creano. Da mostrare in tutte le scuole di recitazione. La scena appena raccontata a parole viene rivissuta in bianco e nero coi protagonisti muti (perché tutto è già stato detto) e la musica di Tom Waits (You’re innocent when you dream) [...] Vai alla recensione »
Nella recensione c'è scritto che la tabaccheria sta a Brooklin "nella zona di Park Slope". Non sono riuscito a trovare l'indirizzo esatto e volendo prima o poi andare a New York, mi piacerebbe poter fare una delle fotografie quotidiane di Auggie.
Tutto ruota attorno ad un luogo semplice, la tabaccheria, con personaggi reali, né brutti né belli, impersonati in modo molto intenso e coinvolgente, dialoghi molto profondi, ma che non appesantiscono: molto interessante, ma non indimenticabile. Lo rivedrò, ma non troppo presto.
Ritmo altissimo per il film-manifesto di Auster(e wang).il polo attrattivo delle sequenze narrative é la tabaccheria di Auggie-keitel-, dove passano uno scrittore che sta elaborando il lutto di sua moglie, un ragazzo di colore alla ricerca delle sue origini e di un'esistenza futuribile e la storica ex di auggie, che lo vuole convincere ad aiutare la figlia che-forse-hanno in comune e che é schiava [...] Vai alla recensione »
Sir Walter Raleigh non era solo un grande avventuriero ma anche un uomo di spirito filosofico (e un importato-re di tabacco). Così che un giorno decise di misurare... quanto pesava il fumo. Riuscendovi, secondo una tecnica che non vi raccontiamo per non togliervi il piacere della storiella che racconta William Hurt all’inizio di Smoke, Orso d’argento a Berlino 1995 (ma avrebbe meritato l’Orso d’oro, [...] Vai alla recensione »
Piccole scene di vita quotidiana a Brooklyn. Auggie Wren (Harvey Keitel) è il proprietario di una tabaccheria: da lui si vendono fumo e chiacchiere. Un negozietto come ce ne sono sempre meno - anche da noi, purtroppo -, il posto ideale per rallentare lo scorrere del tempo. Lo sa bene Paol Benjamin (William Hurt), scrittore di mezz'età che vive nei paraggi.
Premiato con l'Orso d'argento al Festival di Berlino, Smoke va visto insieme al suo secondo "capitolo", Blue in the Face. mentre il primo è serio serio, I'altro gioca tutto sul sorriso. Ma già assistendo solo alla prima parte, si può essere più che soddisfatti. Non è poi tanto frequente vedere un film ambientato a New York con tempi così antitelevisivi, "europei", con grande attenzione ai sentimenti. [...] Vai alla recensione »
Un film bello e anche caro, caldo, pieno di quelle storie private e di quel sentimento della famiglia che nella cultura dei Novanta hanno sostituito ideologie e ideali, esempio d'un cinema umanistico e metropolitano magari a volte volontaristico o melenso ma affettuoso, trascrizione delle vicende immaginate da uno scrittore molto newyorkese, Paul Auster, diretta da un regista sinoamericano, Wayne Wang, [...] Vai alla recensione »
In Smoke varie storie si intrecciano intorno al fulcro del negozio del tabaccaio Auggie a Brooklyn. Lo scrittore in crisi Paul Benjamin, sempre sovrappensiero, viene salvato da un ragazzo di colore, Rashid Cole, fuggito di casa in cerca del padre, cui si riunirà prima con un nome falso, dichiarandogli in seguito la sua vera identità grazie all’aiuto di Paul ed Auggie.