Anno | 1980 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 124 minuti |
Regia di | Ettore Scola |
Attori | Ombretta Colli, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Jean-Louis Trintignant, Marcello Mastroianni Stefano Satta Flores, Carla Gravina, Serge Reggiani, Stefania Sandrelli, Marie Trintignant, Galeazzo Benti, Leonardo Benvenuti, Agenore Incrocci, Milena Vukotic, Francesco Maselli, Venantino Venantini, Ugo Gregoretti, Olimpia Carlisi, Graziella Galvani, Fabio Garriba, Ritza Brown, Mauro Micheli, Remo Remotti, Maurizio Micheli. |
Tag | Da vedere 1980 |
MYmonetro | 3,28 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 9 gennaio 2021
Il lungo film (dura due ore e mezzo) presenta le storie intime di alcuni personaggi che, nelle sere d'estate, si riuniscono su una terrazza romana riservata a intellettuali borghesi. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 2 Nastri d'Argento,
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CONSIGLIATO SÌ
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Una cena su una terrazza romana è occasione di incontro per un gruppo di intellettuali che parlano, discutono, litigano anche. Da questa cornice si sviluppano poi le storie di uno sceneggiatore a corto di idee, di un giornalista incapace di rinnovarsi, di un consigliere Rai incline alla depressione, di un volgarotto produttore cinematografico e di un deputato comunista dubbioso e adultero. Un anno dopo, quando il tempo avrà cambiato qualche equilibrio, si rincontrano nello stesso luogo, forse più consapevoli.
In maniera più sotterranea rispetto a C'eravamo tanto amati, Ettore Scola dà vita ad un altro affresco umano idealmente orientato al passato, pullulante di personaggi che vivono nella continua nostalgia per un periodo in cui la vita poteva essere percepita nella sua pienezza. Nonostante ciò, La terrazza ha il merito di non essere mai un lavoro piagnucoloso, costruito sul teorema del rimpianto e della rinuncia, sfoggiando, invece, uno sguardo lucido e sempre consapevole su ogni elemento messo in scena. Con la sua struttura episodica eppure omogenea, questa saga generazionale di largo respiro e collaudato mestiere, difatti, ha un importante valore simbolico per quella commedia all'italiana di cui è spesso considerata il canto del cigno, a partire dalle intenzioni del regista: "Volevo che fosse la commedia per eccellenza, la commedia sulla commedia, la commedia autocritica degli autori della commedia, di una generazione di intellettuali romani"» (I grandi generi cinematografici - Non ci resta che ridere, Mondadori).
Con pregevoli variazioni di tono, pur nella comunanza del medesimo orizzonte di frustrazione, ciascuno dei cinque episodi dimostra la felice mano di un autore che sa alternare, come pochi altri, momenti di umorismo, rasoiate di cattiveria e attimi di reale e profonda commozione: su tutti Serge Reggiani che si lascia andare sul set di una produzione televisiva di Il Capitan Fracassa, testo che lo stesso Scola porterà al cinema, dieci anni più tardi, con Massimo Troisi. Inevitabilmente quanto volutamente, a fare i conti con il passato non sono soltanto i personaggi, ma anche gli stessi attori, impegnati in un match, anche doloroso, con la loro riconoscibilità di "tipi" oltreché di divi ormai maturi. All'assortito reparto maschile, tutti davvero grandi, corrisponde uno femminile, altrettanto interessante, in cui spiccano Carla Gravina e Stefania Sandrelli.
Premiata al Festival di Cannes, la sceneggiatura porta le firme del regista e di Age & Scarpelli, penne di diamante del nostro cinema che, in La terrazza, misero molto della loro esperienza personale. La durata fuori dal normale non ingolfa il motore di un film che può contare su una scrittura oliata a meraviglia. Ottima fotografia di Pasqualino De Santis.
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IL Maestro Scola nel 1980, in compagnia dei fidi sodali Age e Scarpelli, dà vita a quest'opera incentrata sulle feste che si svolgono , da anni , all'interno di una dimora dell'alta borghesia romana, provvista di una magnifica terrazza. IL luogo è sorta di agorà ideale , di palcoscenico sul quale va in scena puntualmente la commedia umana alla quale prendono parte [...] Vai alla recensione »
Riunendosi in una terrazza romana persone di simile caratura sociale discutono, si sfoggiano e litigano sulle loro esistenze, un puzzle impegnativo di un grande regista come scola che racconta senza sconti il percorso fragile e tormentato di uomini e donne in cosrsa contro il tempo e la noia, un confronto in cui l'uomo ne esce sempre a pezzi, l'episodio di tognazzi (grande) ne è l'esempio [...] Vai alla recensione »
"La Terrazza"(Ettore Scola, scritto con Age e Scarpelli, 1980)è un film a episodi: nel primo uno sceneggiatore deve realizzare un film.-commedia che ormai gli"incombe"quasi come l'ombra di Banco nel"Macbeth"-sarà iperdpresso e sull'orlo di una"crisi di nervi"(protagonista Jean--Luois Trintignant), nel secondo un gaudente e maturo giornalist [...] Vai alla recensione »
Un film sopravvalutato dalla critica, inguardabile e noioso, non soltanto perché mette in scena la classica commedia all’italiana, un genere ormai al tramonto negli anni ‘80, ma pretende di dare il meglio di sé nella sua versione intelligente, quella che addirittura voleva essere satirica e pungente all’insegna del motto castigat ridendo mores, ma anche per il [...] Vai alla recensione »
Film intelligente, colto, anche perché ironico e autorionico, "La Terrazza"(Ettore Scola, anche autore-sceneggiatore, insieme con Age e Scarpelli, storici collaboratori, 1980)è probabilmnete l'ultimo o quasi("La Famiglia", in realtà, è di un decennio dopo, circa)esempio di quel cinema che è di commedia(detta"all'italiana"9che [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di amici si ritrova ad una cena organizzata in una terrazza romana. Questa è l'occasione per fare bilanci e riflessioni sulla propria esistenza. Scola riflette amaramente sulla crisi di una cera società italiana. Un dirigente RAI che non riesce a sentirsi più parte della propria azienda. Uno sceneggiatore in crisi di identità con un produttore di commedie [...] Vai alla recensione »
Dopo Amici miei di Monicelli, dopo Tre amici, le mogli e (affettuosamente) le altre di Sautet, ecco ancora dei quaranta - cinquantenni in crisi. Non soltanto, però, questa volta, a causa del passaggio dell’età. Gli anziani di questo film, scritto e diretto da Ettore Scola in collaborazione, per la sceneggiatura, con Age e Scarpelli, sono in crisi anche per altre ragioni.
Dice uno dei personaggi della Terrazza: «Chi è più infelice, lo sceneggiatore o il critico cinematografico?» In questo momento il critico, perché deve affrontare un film che mescola con impudicizia e sincerità disarmata la confessione e il luogo comune, il paradosso e la quotidianità, la politica e la battuta corriva. Quando s'allenta il freno del mestiere e di quel cinismo che aiuta a sfrondare le [...] Vai alla recensione »