Realizzato circa un anno prima di Star Wars, questa space opera della Germania
dell'Est è un esempio di fantascienza sorprendentemente unico, in cui la Terra non
è mai menzionata, mentre l'universo è abitato da culture umanoidi con nomi che
suonano palesemente inventati. Una navicella spaziale arriva dal pianeta Cyrno sul
pianeta Tem 4 in risposta ad un grido d'aiuto inviato anni prima, soltanto per scoprire
che i Temiani non sembrano, in realtà, volere nessun aiuto. Mentre l'equipaggio
fedele, comandato dalla sensibile Capitan Akala (Jana Brejchova), cade vittima
dell'incantesimo dei padroni di casa edonisti, si insinua il sospetto che c'è qualcosa
che non va, così vien fuori che persone apparentemente autoctone sono in realtà
dei colonizzatori che sfruttano i Tiri, ovvero gli indigeni veri e propri, obbligandoli a
lavorare duramente in un'enorme miniera. La vicenda potrebbe essere facilmente
interpretata come un'allegoria dello scontro tra il capitalismo [...] e il comunismo,
con la gente di Cyrno che aiuta i rivoltosi a fomentare una rivoluzione [...]. Le risorse
garantite da una collaborazione con il Blocco Orientale (la Romania era uno dei
partner della produzione) consentono di dar vita a scenografie straordinarie, come
deserti scavati dal vento ed enormi miniere, oltre a folle di comparse che riempiono
lo schermo.