Anno | 1972 |
Genere | Poliziesco |
Produzione | Italia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Fernando Di Leo |
Attori | Mario Adorf, Philippe Leroy, Barbara Bouchet, Frank Wolff, Lionel Stander Gastone Moschin, Ivo Garrani, Fernando Cerulli, Luigi Pistilli, Gastone Pescucci, Ettore Geri, Sergio Serafini, Mario Novelli, Ernesto Colli, Empedocle Buzzanca, Rossella Bergamonti, Giorgio Trestini, Mauro Vestri, Omero Capanna, Fortunato Cecilia. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,92 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 marzo 2022
La storia di un piccolo delinquente che cerca vanamente di superare in furbizia i capi della malavita ma deve affrontare una violenza inaspettata. In Italia al Box Office Milano calibro 9 ha incassato 151 .
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Accusato di aver tentato di fregare il boss, il gangster Ugo è costretto a uccidere per non essere ucciso. Un ragazzo si mette dalla sua parte e lo vendica quando la sua donna lo tradisce e lo fa uccidere dal nuovo amante.
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Ferdinando Di Leo è uno di quei registi italiani, come Dario Argento e Lucio Fulci, oggetto di recente rivalutazione in seguito alla stima all'estero e alla riscoperta di nuovi critici. Di Leo, che ha ben imparato la lezione del noir francese e americano, inaugura con questo film un trittico (la cosiddetta “Trilogia del milieu”), una specie di rinnovata epica della malavita, tre film d'azione di altissimo [...] Vai alla recensione »
nel suo genere è un capolavoro uno dei più riusciti nell'intero filone.Ispirato a una serie di racconti di scerbanenco, è senz'altro anche il film più importante per cui viene ricordato il grande FERNANDO DI LEO insieme ad altri titoli non meno incisivi:la mala ordina,il boss,il poliziotto è marcio,la città sconvolta e il pulp la bestia uccide a sangue freddo poco amato dal regista(si veda l'intervista [...] Vai alla recensione »
A suo modo, un capolavoro. Film dove il senso del tempo(il coté francese, che individuavo), componente violenta, funzionale però alla rappresentazione dell'epoca in cui la vicenda si svolge, anche con attenzione agli anni Settanta in cui viene girato e alll'architesto letterario di Scerbanenco, plot e "pura visività"(lo"specifico filmico", con l'uso [...] Vai alla recensione »
Mi rendo perfettamente conto che parlare di Milano Calibro 9 nel 2018 rischia di essere un esercizio poco utile. L'opera di Di Leo rappresenta una vetta talmente alta nella cinematografia di genere italiana degli anni settanta da non avere nemmeno bisogno di presentazioni. In un epoca in cui le produzioni gradivano infarcire le sale di ogni tipo di film, questo lavoro, costato [...] Vai alla recensione »
Ferdinando di Leo porta a compimento il primo capitolo della trilogia del milieu, composta successivamente da La Mala ordina e IL Boss. La sceneggiatura è tratta da un’antologia di racconti di G. Scerbanenco. Il protagonista della vicenda è Ugo Piazza, interpretato dal magnifico G. Moschin, attore di talento e notevole statura professionale.
Sono passati 43 anni dall'uscita al cinema di Milano Calibro 9, ma il tempo che passa sembra non aver intaccato alla base della potenza del cinema di genere italiano degli anni '70. Perché, davanti a pellicole come Milano calibro 9, non si può non notare quanto allora tale modello cinematografico era profondamente radicato nella sensibiltà di quell'epoca: la sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
Quattro stelle abbondanti. Quando il soggetto é di alta qualità e la messa in scena in sintonia con esso,la differenza la fanno gli attori. Ecco,diciamo che forse,dall'Olimpo dei caratteristi del genere,mancano solo T.Milian ed Henry Silva. Adorf unico,un gigante,commovente nell'epilogo. Moschin serafico,azzeccatissima scelta. Leroy credibile siciliano.
un film che regge gli anni. mario adorf e gastone moschin e barbara bouchet da oscar. fernando di leo è un regista sottovalutato. molto sottovalutato
Bene se questi film come Milano Calibro 9 li avessero fatti negli USA avrebbero celebrato gli attori come star, qui abbiamo dovuto aspettare che Tarantino sdoganasse i film noir di quell'Italia che purtroppo non c'è più. Non esiste più cinema di denuncia a meno che non si denunci quello che ormai è già condannato, si potrebbero fare chilometri di pellicola [...] Vai alla recensione »
La trama è confusa, il film è pasticciato (una brutta copia del noir americano), ma la regia è buona e Moschin sorprende disegnando una maschera credibile. Finale banale. Recitazioni di altri ridicole per eccessive caratterizzazioni di personaggi cattivi.
Finalmente rivalutato, questo film, insieme con tutta la filmografia di Di Leo e di altri autori, a suo tempo semplicemente bistrattati-ignorati- forclusi da una considerazione più attenta. Dietro, in questo casso, c'è uno scrittore come Scerbanenco, comunque "importante"e in quanto tale sempre escluso, anche a livello di critica letteraria, da una considerazione più [...] Vai alla recensione »
La vetta del poliziesco italiano; attori e personaggi ( a partre il commissario democratico, ma chissenefrega) stratosferici, ambientazione sublime, storia serrata, tutto in questo grande film! E poi c'è la sublime Barbara Bouchet, e scatta l'amore.............
Lo manda Tarantino: “La cosa che mi piace nei personaggi di Di Leo è che sono dei delinquenti figli di puttana, ma mai stereotipati o fasulli. I miei debiti nei confronti di Fernando sono tanti, di passione e anche cinematografici”. E dove lo manda? In homevideo con Rarovideo: Milano Calibro 9, La mala ordina, Il boss e I padroni della città, quattro Blu-ray, più documentari a pioggia e un libro di [...] Vai alla recensione »