Titolo originale | Kraben Rahu |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Tailandia, Francia, Cina |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Phuttiphong Aroonpheng |
Attori | Wanlop Rungkumjad, Abhisit Hama, Rasmee Wayrana . |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Mariposa Cinematografica |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,13 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 17 ottobre 2019
La storia di un uomo che comincia a vivere come il suo salvatore. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Manta Ray ha incassato 17,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
In un villaggio sulle rive del mare, un giovane pescatore trova un uomo ferito, a cui presta soccorso e con cui sviluppa un legame tacito. Perché Thongchai, come lo chiama il pescatore assegnandogli il nome di una pop star tailandese, non parla. Forse muto o forse traumatizzato da un dolore lontano, Thongchai si lega profondamente al pescatore che un giorno prende il mare e non fa più ritorno. Rimasto solo, Thongchai assume progressivamente la vita del pescatore. Ma il mare restituisce sempre.
Le grandi foreste della Tailandia, verdi e lussureggianti, oscure e penetrate dalla luce, abitate da bestie selvagge e creature fantastiche, echeggianti di suoni inquietanti e di voci divine, nutrono il film di Phuttiphong Aroonpheng e costituiscono il suo décor principale.
Contrappunto alla città, come nel cinema magico di Apichatpong Weerasethakul, la giungla per il giovane autore è il regno dei sogni e dei fantasmi, il tempio segreto di forze invisibili, il terreno fertile del suo immaginario. E ancora. In Manta Ray diventa il motore che regola la circolazione tra il regno dei vivi e dei morti, tra l'umano e l'animale, tra l'ombra e la luce. Niente di quello che vediamo sembra scappare al suo filtro creando mondi nuovi e alternativi. Tra questi mondi si muovono i due protagonisti, in un eterno alternarsi di ruoli e di riattivazione delle memorie. Due uomini che sono uno solo dentro notti di veglia e fluorescenza, che dona al film l'allure di un'installazione d'arte contemporanea.
Trip dispensatore di languori e melodie, Manta Ray invita al viaggio e al cuore di una notte tropicale rifulgente di luci dell'altro mondo. Luminarie dai cromatismi cangianti che procurano un effetto fisico che passa da una sensualità inusitata a una potenza zen incomparabile. Ma allo stesso tempo Manta Ray è anche mentale e politico, in presa diretta con la realtà del suo paese.
Phuttiphong Aroonpheng, regista sciamano, sa incantare il reale al contatto con un immaginario libero e ipnotico. Combinando voluttà, desiderio, piaga, consunzione, macerazione dei corpi e trasmigrazione delle anime, Manta Ray pesca sotto i rami e i crepitii della giungla un distillato splendido di misteri, inscritti nella cultura nazionale e nelle leggende popolari.
A misura della tristezza, della collera e della profondità meditativa dei suoi protagonisti, il film cresce in bellezza e in una foresta che si fa paesaggio mentale, culla dell'anima. Di due anime riunite in una sola e dentro un mondo che non è che un'immagine transitoria, che alimenta altre immagini, altri racconti, altre vite. Tra primitivismo e sofisticazione estetica, Manta Ray inventa un sonnambulismo in piena luce e a cielo aperto. Un cinema radicale, un pianeta a sé, senza GPS, senza spiegazioni né direttive ma con una grande fiducia nello spettatore.
MANTA RAY disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€12,99 | – | |||
€12,99 | – |
Esce sugli schermi Manta Ray del thailandese Phuttiphong Aroonpheng, che oltre ad aver vinto la sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia 2019 è stato premiato in altri 18 festival, da Mumbai a Thessaloniki, da Taipei a Cabourg, dov'è stato preferito dal pubblico dei giovani. Fin dal suo incipit, il film dichiara l'intenzione di ricordare al mondo la tragedia del popolo rohingya, poco più di un milione [...] Vai alla recensione »
Vincitore del Premio Miglior Film a Venezia 75 - Orizzonti, Manta ray, del thailandese Phuttiphong Aroonpheng è un film molto intenso, suggestivo e personale, che trabocca di una poesia esotica, che scorre con pazienza, per essere intervallata all'improvviso da picchi visionari e profondi di immagini, che sembrano provenire direttamente dai sogni o dall'anima degli elementi naturali da cui scaturiscono, [...] Vai alla recensione »
C'è un mondo invisibile che cerca di affiorare tacitamente in superficie in Manta Ray, misteriosa opera d'esordio del regista tailandese Phuttiphong Aroonpheng, uscito nelle sale italiane con il patrocinio di Amnesty International Italia e, precedentemente, premiato come miglior film della sezione Orizzonti nell'edizione 2018 della Mostra di Venezia.
Un pescatore trova nella foresta di bestie e tribali abitanti notturni un uomo ferito, lo cura, lo avvia al lavoro, alla sua modestissima vita, al suo culto per le mante giganti, simbolo di oscurità e magia. Quando scompare in mare, l'uomo prende il suo posto... Il cinema orientale di Tsai Ming-liang o Kim Ki-duc ci ha portato storie minime e profonde di vagabondi labili, storie "spesse" e di poche [...] Vai alla recensione »
Il fatto che Manta Ray suoni un po' come panta rei non è casuale. Forse. Perché il concetto filosofico del "tutto scorre" aderisce fedelmente all'opinione di questo film, vittorioso l'altr'anno alla sezione Orizzonti della Mostra di Venezia. Medaglietta meritata e giustamente promozionale per il prezioso costrutto cinematografico dell'esordiente thailandese Phuttiphong Aroonpheng, altrimenti a rischio [...] Vai alla recensione »
Un film di grande fascino e mistero. Inafferrabile, silenzioso, che parla di vivi e morti, di gente che prende il posto di altre persone, di una tragedia che si consuma nella seconda metà degli anni '10 (quella dei Rohingya, ai quali il film è dedicato, gruppo etnico islamico, che vive nel Nord del Myanmar, oggetto di repressioni continue). Un giovane pescatore trova un uomo ferito: lo soccorre e tra [...] Vai alla recensione »
Mentre cerca minerali in una foresta, un pescatore soccorre uno sconosciuto in fin di vita e lo cura. Tra i due nasce un legame che non si incrina nemmeno quando il samaritano scompare improvvisamente in barca. Sorpresa: il malcapitato finisce per assorbire fisionomia e ruolo del suo benefattore in una giungla che nasconde sogni, fantasmi e segreti di forze occulte.
Il manta ray del titolo è un imponente pesce degli oceani caldi. Un giovane pescatore che vive in una capanna sulla riva del mare trova, ferito, uno straniero della sua stessa età. Lo cura, gli dà un nome (Thongchai, una popstar tahilandese) e lo invita a restare presso di lui. Un giorno il pescatore esce in barca e scompare. Poco a poco l'altro, che sembra non avere l'uso della parola, si sostituisce [...] Vai alla recensione »
Inoltrandosi nella foresta in cerca di minerali, un pescatore si imbatte in un uomo stremato e ferito. Lo trascina a casa, lo cura e stringe amicizia con lui. L'uomo però non parla, anche se mostra di capire quello che gli si dice. Il pescatore decide di chiamarlo Thongchai (come un famoso cantante) e mentre lo introduce alla vita del luogo, gli racconta il suo passato, di come è stato abbandonato [...] Vai alla recensione »
La dedica in apertura, "al popolo Rohingya", porta un po' fuori strada. Ci si potrebbe aspettare, fermandosi alla sinossi, un film politico sull'odissea di una delle minoranze più per-seguitate al mondo, costretta a lasciare il nord della Birmania per ammassarsi nei campi profughi del Bangladesh o a tentare la fuga per mare nella vicina Thailandia, lasciandosi dietro una scia di morte.
Troppo comodo credere a una concessione internazionale e di puro mercato. A un sentimento di deferenza, e quindi prevedibilmente di venerazione ossequiosa, nei confronti delle star Catherine Deneuve e Juliette Binoche. Comodo e un po' miope. Come quando allo spettatore viene rivelato che dietro la casa in cui si svolge buona parte della vicenda, dimora dell'attrice Fabienne Dangeville, c'è una prigione: [...] Vai alla recensione »
Un giovane pescatore dà rifugio a uno sconosciuto ferito. Mentre il pescatore lentamente scomparirà inghiottito dai flutti silenziosi di una trama enigmatica, il profugo senza nome ne prenderà il posto, colorandosi i capelli come lui e vivendo la sua vita. Finché tutto si aggroviglierà in un'inestricabile matassa, oscura e impenetrabile. Chi è l'altro? E cos'è l'altro diverso da sé? Manta Ray procede [...] Vai alla recensione »
Manta ray, con la sua natura di racconto che ricerca nella ambiguità della doppiezza l'equilibrio tra l'umano e il mitico, ridefinisce quel luogo di confine, privo di qualsiasi coordinata geografica, in cui avviene lo scambio e si consuma un desiderio che sembra eterno. Il giovane regista tailandese che rivendica per se la qualità di artista, costruisce una realtà evanescente che sembra dovere scomparire [...] Vai alla recensione »