Titolo originale | Sparring |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Regia di | Samuel Jouy |
Attori | Mathieu Kassovitz, Olivia B. Merilahti, Souleymane M'Baye, Billie Blain Lyes Salem, Tomy Leconte, Ali Labidi, David Saracino, Jolente De Keersmaeker, Malik Bine, Guillaume Clemente, Amir El Kacem, Moïse Santamaria, Mohamed Belhamar, Zakariya Gouram, José Chacon, Guillaume Hauet, Tarak Labiodh, Adriani Vastine, Franck Teissedre, Martial Dutordoir, Max Geller, Abkari Saitouli, Sullivann Leconte, Jérémy Bonola, Jérôme Boyer, Patrick Baillivet, Norredine Belhadi, Pamela Anthonée, Alain Vastine, Nader Baraia, Sylvain Soroush Markazi, Gérard Scemama, Camille Plichard, Alex Skarbek, Lou-Elie Nguea Makongo, Rubic Gevorgyan, Jack Sery, Tanguy Farruggia, Fathi Benarbia, Laurent Van Theemst, Marc Ségala, Saïd Skouma, Yves Afonso, Alban Lenoir, Alexandre Boumbou, Alexandre David Lejuez, Celian Varini. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 6 agosto 2017
Un pugile che ormai non vince da tanto tempo ha l'occasione per dimostrare a se stesso e alla sua famiglia che è ancora capace di combattere.
CONSIGLIATO SÌ
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Steve Landry è un pugile vicino alla fine della carriera (attende l'ingaggio per il suo cinquantesimo e ultimo incontro) che ha nel suo bagaglio un numero di sconfitte decisamente molto superiore a quello delle vittorie. Ha una moglie e due figli e non è facile per lui far quadrare i conti della vita quotidiana. Venuto a conoscenza del fatto che Tarek M'Barek, una stella emergente della boxe, cerca sparring partners per prepararsi a un incontro fondamentale per la sua carriera, si propone e, seppur tra molte perplessità, viene assunto.
Ci sono film che cambiano la vita degli spettatori e altri che invece offrono un'occasione di svolta agli interpreti.
Per Mathieu Kassovitz è quanto accaduto con Sparring perché si è tanto appassionato alla boxe al punto di iniziare a praticare seriamente questa disciplina sportiva che, come afferma, "è il primo sport che sia esistito ed è la cosa che più si avvicina alla natura umana". Samuel Jouy, attore al suo esordio nella regia di un lungometraggio, non ha avuto remore nel mettergli di fronte nel ruolo del campione in ascesa un vero pugile come Souleymane M'Baye già campione WBA dei pesi leggeri che ha al suo attivo 48 incontri con 42 vittorie, 22 delle quali prima del limite. Non è facile filmare la boxe, come sanno tutti coloro che hanno tentato l'impresa. Se sul set si finge la finzione appare evidente a meno di non avere abilissimi montatori. In questo caso invece gran parte delle riprese propongono incontri accuratamente preparati ma poi girati senza trucco e senza inganno. Interessante poi è il punto di vista secondo il quale si sviluppa la storia. È quello di un uomo che è pienamente consapevole di andare incontro ad umiliazioni ben pagate che accetta tutto ciò perché fortemente attaccato a moglie e figli a cui vorrebbe offrire una vita migliore di quella attuale.
Se si esclude il finale, che cade un po' nella retorica, il film ci propone con verosimiglianza il rapporto tra due atleti che hanno imboccato due percorsi opposti. Uno sta salendo con quel tanto di arroganza che è necessaria per convincersi di essere il migliore mentre l'altro sembra destinato a una discesa senza possibilità di inversione di marcia. Kassovitz regala a Steve un fisico adeguato al ruolo ma soprattutto lo sguardo di un uomo che può essere stato segnato dalla vita e dai pugni ma che moralmente non è stato ancora messo al tappeto. È proprio sul rapporto con il KO che imposta la sua relazione sportiva con Tarek. Gli ricorda che c'è un prima è un dopo e che il 'prima' non deve contemplare la paura. Altrimenti il 'dopo' (se il KO si dovesse verificare) sarà durissimo da superare. Steve conosce bene la materia e proprio per questo (e nonostante le apparenze) non è un perdente.