Titolo originale | Francophrenia (Or Don't Kill Me, I Know Where the Baby Is) |
Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 70 minuti |
Regia di | James Franco, Ian Olds |
Attori | Julie Marie Berman, Sara A. Bibel, Steve Burton, James Franco, Vince Jolivette Julie Berman, Kalup Linzy, Roger Newcomb, Karen E. Wright. |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 giugno 2014
CONSIGLIATO SÌ
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Un attore chiamato James Franco interpreta un personaggio pazzo chiamato James Franco in una soap pomeridiana. Durante le riprese di una scena in cui cerca di dimostrare come la realtà sia un'illusione lentamente l'attore comincia a perdere contatto con la realtà e a chiedersi cosa sia vero e cosa no. Per interpretare il ruolo di un attore di soap in uno dei suoi prossimi film James Franco ha deciso di fare sul serio una piccola parte in General Hospital, l'unica condizione che ha posto è che interpretasse un artista pazzo. Durante le riprese è stato seguito da Ian Olds che ha registrato tutto quel che succedeva: le prove, i ciak e i momenti in cui non accadeva nulla. L'obiettivo era montare tutto quanto con una voce off che crea dei pensieri di finzione nella testa dell'attore che interpreta un attore nell'atto di recitare. James Franco da tempo gioca con la sua immagine e in questo film sperimentale con l'aiuto di Ian Olds mette in scena il delirio dell'attore in un gioco di realtà e finzione non banale per quanto alla lunga noioso. Il fatto che le riprese siano vere e che ci sia la sovrapposizione di diversi "James Franco" aiuta lo spettatore a perdere contatto con il concetto di "vero", che poi dovrebbe essere l'obiettivo di tutta l'operazione: creare un deragliamento nella testa di chi guarda che lo avvicini ai possibili labirinti mentali di chi per lavoro finge di essere altre persone. Di certo Francophrenia è tirato troppo per le lunghe, autocompiaciuto e indulgente. Ha il merito di sfruttare l'ironia connaturata alla situazione (inserire a posteriori dei pensieri in voce off su immagini che non li prevedevano) ma amplifica di continuo il medesimo concetto, reitera la medesima idea e non riesce a creare la minima evoluzione per tutti i 70 minuti di film. Per quanto rimanga l'indubbio interesse nei confronti di quello che James Franco ha deciso di fare con lo status che gli deriva dalla partecipazione a film di grande successo, è anche evidente che Francophrenia è molto più interessante sulla carta, per come è concepito e messo in piedi, che poi nella sua realizzazione pratica.