Titolo originale | Plein Sud |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Sébastien Lifshitz |
Attori | Yannick Renier, Léa Seydoux, Nicole Garcia, Théo Frilet, Pierre Perrier Micheline Presle, Gérard Watkins, Marie Matheron, Luis Hostalot, Ludo Harlay, Samuel Vittoz. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 25 novembre 2011
CONSIGLIATO SÌ
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Estate. Il ventisettenne Sam ha dato un passaggio, in direzione sud della Francia a Léa e a suo fratello Mathieu. La ragazza, che sappiamo essere incinta, cerca di sedurlo senza risultato mentre Mathieu, che ne è attratto, tenta di far emergere la sua omosessualità. Léa convince a mettersi in viaggio con loro Jérémie, incontrato casualmente. Sull'auto Sam ha nascosto una pistola che Mathieu scopre.
Sébastien Lifshitz continua la sua attenta esplorazione di psicologie sprofondando lo sguardo all'interno di solitudini ormai desolatamente auto recluse. L'incontro di personalità così diverse ma unite da un assoluto bisogno di riconoscimento da parte dell'altro trova nell'immagine del viaggio una sua consistenza dissolutoria. Di ognuno percepiamo l'angoscia esistenziale ma di uno solo viene svelato progressivamente il passato. È come se le storie della Lolita ormai troppo cresciuta Léa (interpretata magistralmente da Léa Seydoux) del fratello gay impaziente e dello sconosciuto Mathieu fossero lì per ricordarci che per ognuno di noi ci sarebbe una storia da narrare ma che una sceneggiatura deve saper scegliere. Ecco allora che i flashback si fanno più numerosi e premono sul presente per mostrarci l'infanzia di Sam e di suo fratello, bambini impotenti dinanzi al suicidio del padre e alla follia materna. Una follia che ha imposto una distanza che ora Sam vuole colmare portando con sé un'arma simile a quella con cui il genitore si tolse la vita. Lifshitz è ben attento a non cadere nella trappola del thriller (chi vuole uccidere Sam?) attento com'è a portare in superficie il male di vivere che tormenta i suoi personaggi. Il suo lavoro è esattamente l'opposto di quello di Mathieu. Mentre quest'ultimo riprende qualsiasi cosa senza cercare di dare un senso al suo agire, il regista sceglie con estrema precisione ogni inquadratura quasi che ad ogni ciak stesse cercando quella giusta con cui finire il film. Che poi sa trovare.