Anno | 2005 |
Genere | Thriller |
Produzione | Italia, Spagna |
Regia di | Dario Argento |
Attori | Cristina Brondo, Chiara Conti, Elio Germano, Giuseppe Lo Console, Ivan Morales Elisabetta Rocchetti. |
MYmonetro | 2,32 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un universitario troppo curioso si reinventa investigatore dopo il delitto della sua dirimpettaia.
CONSIGLIATO NÌ
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Nei Paesi scandinavi Ti piace Hitchcock?, frase che viene pronunciata da una delle protagoniste del film, è arrivato nel 2005. Noi italiani, abbiamo dovuto aspettare il 24 agosto 2007 per vederlo su Rai Due. Non al cinema, dunque, ma in televisione. Dario Argento, infatti, signore incontrastato dell'incubo cinematografico italiano, ritorna al tubo catodico dirigendo un film tv per Rai Fiction, prodotto dalla Genesis Motion Pictures. Film tv che dovrebbe essere il pilot di una serie di 8 pellicole: esperimento artistico che aveva già collaudato nel 1973 con gli episodi de La porta sul buio.
Lui è un universitario che prepara la sua tesi sull'espressionismo tedesco nella storia del cinema, ma che nasconde forti velleità voyeuristiche. Lei è la sua bella, ricca e viziata vicina di casa che lui spia dalla finestra di fronte. Incontrata casualmente nella videoteca del quartiere, quasi sempre semideserta, ascolterà (più o meno volutamente) il dialogo di questa con una sconosciuta riguardo al film L'altro uomo - Delitto per delitto (1951) di Alfred Hitchcock e sarà proprio questo breve scambio di parole, culminato con una veloce amicizia delle due, a catturare l'attenzione del giovane. Nel giro di pochi giorni, la madre isterica e manesca della dirimpettaia spiata muore. A questo punto, il ragazzo comincia a elaborare un'ipotesi che si fa sempre più viva nella sua mente: e se la sua vicina avesse chiesto alla sconosciuta di uccidere sua madre promettendo di fare altrettanto per qualcuno che la misteriosa ragazza della videoteca odia?
La discesa sfrenata verso l'abisso della suspense e della paura affiora minuto per minuto, con continue citazioni alle pellicole del re inglese del brivido: dal già citato L'altro uomo - Delitto per delitto a Psyco (1960), da Intrigo internazionale (1959) a La donna che visse due volte (1958) fino a quello principale La finestra sul cortile (1954). Peccato perché questo inferno a tinte gialle, a momenti, risulta intollerabile per lo spettatore. Lo stile di Argento è sì chiaramente visibile - affiora la sua personalità nell'ottima fotografia (affidata a Frederic Fasano), nella scelta delle inquadrature e nelle scene di suspence (a volte fin troppo fantastiche, tanto da risultare quasi patetiche) -, ma si palesa prestissimo la delusione.
Si storce il naso per la statica e imbarazzante sceneggiatura scritta a quattro mani da Dario Argento e Franco Ferrini; pessimo il doppiaggio che gli stessi attori fanno di se stessi, minando fortemente a una buona recitazione, e non giova nemmeno la direzione di alcuni interpreti che sembrano essere poco convincenti, due nomi su tutti Cristina Brondo, nei panni della ragazza del protagonista, e Chiara Conti, la sconosciuta della videoteca che sembra anche estranea al suo stesso personaggio. Il migliore è senza alcun dubbio Elio Germano, attore principale del film con il fisico da ragazzo della porta accanto, che in certe scene apparirà anche caldo e sensuale agli occhi delle fans! Accanto a lui va decisamente promossa Elisabetta Rocchetti, nel ruolo della vicina fatale. Frustra persino il doppio finale. Insomma, Dario Argento non convince, poteva fare di meglio. La domanda alla fine del film risulta essere non tanto "Ti piace Hitchcock?", ma "Ti piace Argento?". La risposta è sicuramente sì nella sua complessiva filmografia, ma se si prende in esame questo film, ci duole tuonare nelle nostre orecchie una forte risposta negativa. Rivogliamo Profondo Rosso (1975)!
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Per me è un buon thriller televisivo, non paragoniamolo ai film da cinema. Sì, si poteva fare di più prendendo attori più validi, ma la suspance c'è, la storia è carina, le tipiche inquadrature old style alla Dario Argento ci sono e la colonna sonora è bella: perchè dire queste cattiverie? Quindi condivido la recensione di Robert Pocket.