Dopo mezzanotte |
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Un film di Davide Ferrario.
Con Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, Francesca Picozza, Silvio Orlando.
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Commedia,
durata 93 min.
- Italia 2004.
MYMONETRO
Dopo mezzanotte ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Esasperata dal padrone del locale in cui lavora, Amanda fugge nella Mole Antonelliana dove trova Martino, custode del Museo del Cinema di Torino segretamente innamorato di lei.
![]() Ferrario strizza l'occhio allo spettatore con scenette totalmente fuori contesto in un film troppo citazionista |
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Andrea Chirichelli
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Ma alla critica italiana basta che un film contenga una scena contro Berlusconi per far piovere su di esso lodi sperticate ? Pare di sì, altrimenti non si spiegherebbe il perché degli entusiastici commenti che si elargiscono a profusione per l'ultima fatica di Ferrario, indubbiamente un buon regista, ma qui, onestamente al suo nadir. Dopo mezzanotte, al di là di tutto, è un clone povero di Jules et Jim in cui tre personaggi bizzarri, sarebbe meglio dire pensati male e realizzati peggio si inseguono per un'ora e mezza vagando per il film tra dialoghi assurdi e una sceneggiatura plasmata su una fetta di emmenthaler. Ferrario strizza l'occhio allo spettatore con scenette totalmente fuori contesto (l'aggressione al capo del fast-food, la cantata comune sulle note di "Ricominciamo", l'assurda trovata finale) e induce al sonno lo spettatore, cullato dalla monocorde voce fuori campo, inutile artifizio, di Silvio Orlando (ma che c'azzecca un napoletano a Torino?). Si voleva citare lo slapstick? Ma per piacere. Le comiche con Pozzetto e Villaggio erano più sincere e divertenti. Il romanticismo? Gli omaggi al cinema del passato lasciamoli fare a chi sa come gestire la materia che maneggia. Dopo Mezzanotte è epifanico dei limiti congeniti del cinema italiano contemporaneo: senza idee, senza spessore, sempre pronto a citare il passato per non confrontarsi con il futuro. Non confondiamo film "piccoli" con i "piccoli" film : anche questi ultimi possono essere inutilmente arrogantelli e pretenziosi. Tutto da buttare?: no, per fortuna c'è la Mole Antonelliana ed il Museo del cinema che recitano meglio di Pasotti (che almeno qui non parla), l'eccellente colonna sonora di Daniele Sepe, e il volto ed il corpo di Francesca Inaudi, splendida, insolita e sprecata. E attenzione a dedicare siffatte opere a Keaton... è vero che i morti non possono risorgere, ma rivoltarsi nella tomba sì. E il povero Buster lo sta sicuramente facendo. ![]()
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premi nomination |
David di Donatello 1 1 |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Da rivedere più volte
venerdì 17 febbraio 2006
di Calime
Bello vederlo, spettacolare rivederlo. La trama semplice viene trattata in modo molto originale. Di un delicato romanticismo, non scade mai nella stucchevolezza. Fantastiche le citazioni cinematografiche e la Mole che fa la sua bella figura. Un film che nel suo piccolo ti fa venir voglia di apprendere qualcosa di più sul cinema, che riesce ad intenerire e divertire. continua » |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Bello a metà
domenica 29 maggio 2005
di Jonny Merenda
Magnificamente fotografato e splendidamente commentato dalla colonna sonora è un film girato e raccontato in modo davvero originale. Tenero e spiritoso, ma anche amaro e profondo, racconta le storie che si incrociano di singolari protagonisti in una Torino per lo più notturna. Tuttavia, verso la fine, il film perde qualche colpo, proponendo alcune situazioni che scadono nel ridicolo; ed è un vero peccato perché fino a quel momento la delicata armonia tra il serio e il faceto reggeva splendidamente. continua » |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Storie d''amore di giovani infelici a torino
sabato 8 agosto 2020
di woody62
Davide Ferrario cinefilo, prima che regista, realizza un film per cinefili tutto incentrato sul Museo del Cinema all'interno della Mole Antonelliana a Torino e nel quartiere malfamato della Falchera. Lì si intrecciano le storie dei tre giovani protagonisti: l'enigmatico e solitario Martino, guardiano notturno del Museo, l'insoddisfatta Amanda, impiegata in un fast food e fidanzata con Angelo, ladro d'auto di mezza tacca, accompagnato da un paio di amici balordi. Il film continua » |
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Fabio Troiano e Francesca Inaudi | |
È come la benzina e l’inquinamento, no? Cosa? La coppia. Rovina il mondo, ma non si è ancora trovato niente di meglio. |
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Fabio Troiano e Francesca Inaudi | |
È come la benzina e l’inquinamento, no? Cosa? La coppia. Rovina il mondo, ma non si è ancora trovato niente di meglio. |
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Il narratore (Silvio Orlando) | |
Gli esseri umani tentano da sempre di applicare regole matematiche alle questioni di cuore, e costantemente con scarso successo. | |
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DVD | Dopo mezzanotteUscita in DVD
Disponibile on line da martedì 19 marzo 2019
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di Paolo D'Agostini La Repubblica
Un piccolo film squisito, che valorizza tutto quello che tocca. La città di Torino, l'idea di cinema come consolazione della vita, i giovani attori. Appassionatamente autoprodotto dal regista Davide Ferrario, ma impreziosito dalla tecnologia dell'alta definizione che ne raccomanda la visione su schermo grande. Lieve come una piuma una voce narrante e un po' filosofa (Silvio Orlando) ci accompagna nella conoscenza delle circostanze e dei personaggi. Martino (Giorgio Pasotti) è il guardiano notturno del Museo del cinema. » |
di Lietta Tornabuoni La Stampa
LA scelta degli interpreti Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, non è certo un merito minore di Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, torinese, 48 anni, già autore di La fine della notte, Anime fiammeggianti, Tutti giù per terra. È invece una sorpresa e un piacere poter vedere facce così belle e integre, immuni da ogni contagio della volgarità banale, delinquenziale o bordellesca dell'estetica televisiva, senza manierismi né artifici superflui, perfette per i personaggi d'un film geloso, misterioso, elegante. » |
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di Bruno Fornara Film TV
Davide Ferrario viaggia da sempre tra fiction e documentario. Stavolta sceglie la fiction senza dimenticarsi di catturare l’incanto di una città misteriosa Come Torino e di un posto straordinario come la Mole Antonelliana con dentro il Museo del Cinema più fantastico del mondo. Tre personaggi: il solitario Martino, custode notturno del Museo, che rivede di notte i vecchi film; l’Angelo che fa il ladro d’auto e il tombeur de femmes nella periferia più malfamata; l’Amanda, sua donna “ufficiale”, che non ne può più di lavorare in un fast food, si ribella al capo e, per sfuggire alla polizia, si rifugia nella Mole. » |
di Fabio Ferzetti Il Messaggero
Piccolo film, gradito ritorno: Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, già accolto al Forum della Berlinale con applausi, risate, emozione. Dai tempi dello sfortunato Guardami , incursione d’autore nel mondo del porno, il regista di Tutti giù per terra non faceva fiction. Ma Dopo mezzanotte è un esempio di cinema a basso costo così riuscito e vitale che andrebbe studiato nelle scuole. Tre personaggi, tre ambienti. Giorgio Pasotti (nella vita campione di arti marziali) è il lunare custode del Museo del Cinema di Torino, un solitario tutto sogni e capitomboli come nei suoi amati film muti (Buster Keaton in testa, inutile dirlo). » |
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