Anno | 2024 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Alice Lowe |
Attori | Jacob Anderson, Alice Lowe, Nick Frost, Aneurin Barnard, Kate Dickie Tanya Reynolds, Mike Wozniak, Dan Renton Skinner, Boyd Clack, Gerald Tyler. |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 16 agosto 2024
Un viaggio karmico che vede la sfortunata eroina Agnes reincarnarsi ogni volta che commette lo stesso errore: innamorarsi dell'uomo sbagliato.
CONSIGLIATO NÌ
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Una donna è ossessionata dalla stessa figura maschile attraverso le epoche, che siano la Scozia del Seicento, il periodo della rivoluzione francese o l'età vittoriana, per arrivare infine alla New York degli anni ottanta. Agnes si reincarna ogni volta, e ogni volta trova sulla sua strada un uomo che assume le vesti più disparate, dal predicatore eretico alla popstar in declino, che la strega conducendola però alla morte. Un destino ciclico nel segno di Eros e Thanatos a cui la donna cerca di ribellarsi fino alla fine.
L'esordio alla regia dell'attrice britannica Alice Lowe, nel 2016 con Prevenge, portava con sé una carica sovversiva che in qualche modo cavalcava lo spirito del tempo con lodevole entusiasmo: una commedia femminista dark che sconfinava nello slasher, con un bambino ancora non nato che guidava la follia omicida della madre.
A distanza di quasi un decennio il suo secondo film mantiene un tono simile ma più positivo, tra la farsa e la satira, che mescola l'umorismo tipicamente inglese con una sanguinolenta fascinazione per l'horror.
Girato ancora una volta con mezzi modesti, Timestalker soffre la natura di sketch comico gonfiato a lungometraggio, ma senza prendersi troppo sul serio indovina un'allegoria sull'ossessione romantica e sulla donna che finisce per "perdere la testa" dietro a un uomo mediocre.
Come sempre Lowe si ritaglia il ruolo della protagonista, scelta saggia e inevitabile perché probabilmente nessun altro potrebbe tenere vivo il delicato mix di assurdo, finta ingenuità e dedizione totale richiesto dal film; attorno a lei si muove un cast di volti noti e caratteristi britannici che si diverte a giostrare tra le macchiette da un secolo all'altro - su tutti Nick Frost e Kate Dickie. Parrucche, trucco esagerato ed effetti sonori la fanno da padrone, in un'opera dai colori accentuati e dalle scenografie che sembrano eccessive e scarne al tempo stesso.
Animato da un tangibile senso di casereccia spontaneità, il nuovo lavoro di Lowe non ha filtri di alcun tipo e si regala qualche tormentone ben riuscito, anche se alcune delle risate sono piuttosto facili.
Al centro di tutto c'è una riflessione sulla crescita personale e sulla difficoltà di liberarsi dai meccanismi ripetitivi e deleteri che si affacciano dentro ciascuno di noi. Ma più di ogni altra cosa rimane un'opera squisitamente personale in cui è riconoscibile il marchio dell'autrice, una di quelle personalità massimaliste dietro le cui storie non si fatica a riconoscere le nevrosi e le circostanze del vissuto autentico, nel bene e nel male.