Anno | 2021 |
Genere | Poliziesco, Drammatico, Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Antoine Fuqua |
Attori | Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Ethan Hawke, Peter Sarsgaard, Christina Vidal Adrian Martinez, Riley Keough, Da'Vine Joy Randolph, Beau Knapp, Edi Patterson, David Castaneda. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,27 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 1 ottobre 2021
Un ex agente di polizia si trova a dover aiutare una donna rapita.
CONSIGLIATO SÌ
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Joe Baylor è un agente di polizia di Los Angeles che lavora come operatore al numero per le emergenze 911. La sua vita personale è in crisi. Si sta separando dalla moglie Jeff cerca appena può di parlare con la figlia. Inoltre il giorno dopo dovrà andare in tribunale per un processo che lo vede coinvolto come imputato in cui si gioca il futuro della carriera. Quella sera, gli operatori della polizia ricevono molte richieste di aiuto anche a causa dei numerosi incendi che stanno devastando alcune aree della metropoli statunitense e della California. Tra le chiamate che riceve Joe, c'è quella di Emily, una donna vittima di un rapimento. L'agente capisce sin da subito che non c'è tempo da perdere e deve fare affidarsi alle sue capacità e alla sua intuizione per cercare di salvarla.
Remake del solidissimo polar danese Il colpevole - The Guilty diretto nel 2018 da Gustav Möller e scritto da Nic Pizzolatto, lo sceneggiatore di True Detective che aveva già collaborato con Antoine Fuqua per I magnifici sette, The Guilty conserva la forza dell'originale rimanendo molto fedele alla sua struttura che potenzia l'unità di luogo, tempo e azione.
Il film si svolge infatti tra due stanze e un corridoio, nell'arco di poco meno di 12 ore. Le indicazioni dell'orario sono sullo smartphone di Joe. Dalle 7:08 di sera alle 6: 22 del mattino. Dalle strade di Los Angeles di Training Day e quelle di New York di Brooklyn's Finest, il cineasta statunitense sposta abilmente il poliziesco tutto in un interno e si affida quasi completante a un'intensa prova di nervi di Jake Gyllenhaal. Il suo personaggio sta precipitando all'inferno come il pugile di Southpaw - L'ultima sfida. E come spesso avviene nel cinema di Fuqua, il cinema d'azione s'incrocia con la parabola umana dei suoi protagonisti che si portano dietro le sofferte tracce del loro passato e si trovano davanti a scelte cruciali che potrebbero cambiare il corso della loro vita.
The Guilty, come del resto l'originale danese, ribalta le regole del poliziesco. Si affida infatti alla voce, la descrizione di quello che sta accadendo dall'altra parte del telefono e dai rumori di fondo: si sentono quelli del traffico, dell'irruzione degli agenti in un appartamento. La forza del film è quella di creare l'illusione di poter vedere quello che sta accadendo solo dagli elementi sonori e alimentare un cinema sensoriale come quello di Robert Zemeckis in cui l'immaginazione del protagonista e dello spettatore può coincidere oppure essere completamente diversa. Ed è proprio sullo scarto tra quello che sta accadendo e quello che non si vede che Fuqua conferma la sua abilità a tirare fuori il meglio da sceneggiature che sono già scritte benissimo.
Nel caso di The Guilty poi non c'è stato nessun tentativo di manipolare lo script danese ma, al contrario, di valorizzarlo ulteriormente. Forse per questo è anche superiore all'originale. La tensione è mantenuta altissima anche grazie alla presenza invisibile di Ethan Hawke (uno dei fedelissimi del cinema di Fuqua), Paul Dano Riley Keough, Peter Sarsgaard che prestano la voce rispettivamente al sergente Miller, all'uomo rapinato, alla donna rapita e al marito violento di lei. Un cinema senza respiro e senza nessun cedimento, novanta minuti che tengono incollati allo schermo.
The Guilty si basa su un meccanismo accattivante, ma anomalo. Un’opera che trova la sua complessità narrativa in una struttura semplice, minimalista. Un setting circoscritto, elementare, capace di generare una serie di intricati percorsi emozionali in grado di colmare quello che gli occhi in realtà non vedono. In pratica il film si svolge in un’unica location, sullo schermo [...] Vai alla recensione »
Noioso , assurdo. Attratto dall'autore principale,mi sono scelto questo film. Errore madornale. Sconsiglio.
Come da oggetto, intriga all'inizio e coinvolge. Personalmente, infastidisce il fatto che, come la stragrande maggioranza delle film di questo genere, il protagonista abbia il solito cliche di problematiche familiari/lavorative, un ritornello che ormai snoia. Nella seconda metà della pellicola, comincia a salire il fastidio di vedere che tutto il film è girato in sole 2 stanze, con assenza di scene [...] Vai alla recensione »
Film pesante, per tutto il tempo di vede solo lui con la cuffietta in centrale. Davvero noioso 🤐
non è facile che il remake di un buon film europeo - basato su una solida sceneggiatura e su dialoghi ben scritti, soprattutto se l'originale è danese e le atmosfere molto nordiche - funzioni, ma il ticket Gyllenhaal Fuqua ci riesce e il passaggio a LA (una LA ammantata di fuoco) rende il plot caldo e coinvolgente merito di un Gyllenhaal con sguardo (allucinato) in macchina [...] Vai alla recensione »
Un enorme incendio divampa nelle foreste intorno a Los Angeles. La città si trova in uno stato di emergenza che sta facendo intasare il centralino della polizia. Joe Bayler (Jake Gyllenhaal) è uno degli agenti che prestano servizio telefonico, ma è subito chiaro che non si trova lì per scelta. In tono irritato rimprovera un tossicodipendente che chiama delirante, oppure lascia in sospeso un altro uomo [...] Vai alla recensione »
"The Guilty", remake fedele del film omonimo danese è il nuovo film Netflix con come unico (o quasi) protagonista Jake Gyllenhaal, ed è una delle pochissime pellicole dignitose distribuite dalla piattaforma. La trama è semplice e ricalcata dall'originale, diretto da Gustav Möller e vincitore di tre premi al Torino film festival 2018. Un poliziotto, Joe Baylor, in attesa di un'udienza in tribunale, [...] Vai alla recensione »
Il senso dell'industria per il cinema. A volte è inesistente, o solo utilitaristico. Seguitemi nel ragionamento: i rifacimenti americani di film di successo non anglofoni sono all'ordine del mese o quasi dai tempi di Tre scapoli e un bebè. Era il 1987. Ce ne sono stati alcuni, molto rari, che sono sembrati intelligenti perché hanno lavorato sulle sfumature (su due piedi mi viene in mente solo I miei [...] Vai alla recensione »
Non c'erano molti margini di manovra per questo remake de Il colpevole di Gustav Möller, film danese del 2018, di cui Jake Gyllenhaal aveva acquistato immediatamente i diritti. Un thriller in cui la tensione corre sul filo del telefono, di impianto "teatrale", unità di tempo e di luogo, tutto girato in interni, quasi completamente retto dalla sceneggiatura e dalla performance attoriale.
È il remake del film danese Il colpevole (2018), che sorprese per la sua originalità. Il detective Joe Bayler (un convincente Jake Gyllenhaal), in attesa di un processo che lo vede coinvolto, risponde alle chiamate d' emergenza del dipartimento. Quando gli telefona una donna, che sembra in pericolo di vita, l' uomo cercherà in tutti i modi, dalla sua postazione, di localizzarla e salvarla.
Antoine Fuqua su sceneggiatura di Nic Pizzolatto maneggia il bello, perfetto e sobrio film danese, Il Colpevole, presentato in Concorso al Torino Film Festival del 2018, adattandolo con elementi "hollywoodiani" che ne opacizzano la brillantezza originale. Prodotto da Netflix, vede una performance eccezionale di Jake Gyllenhaal (praticamente solo in scena).