Julianne Moore (Julie Anne Smith). Data di nascita 3 dicembre 1960 a Fayetteville, Arkansas (USA). Al cinema il 5 dicembre 2024 con il film La stanza accanto. Julianne Moore ha oggi 63 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.
La rossa attrice di Fayetteville, North Carolina, prima di approdare al cinema di alto livello, conduce una lunga gavetta televisiva che la vede impegnata per tutti gli anni Ottanta. Le sue prime apparizioni, di una certa importanza, sul grande schermo cominciano nel 1993 quando inanella tre film che, per una ragione o per l'altra, entrano nell'agone della critica e dei gusti del pubblico: il successone Il fuggitivo (1993), il flop madonnaro Body of evidence (1993) ed il curioso Benny and joon (1993). Notata da Altman, nel pessimistico affresco dell'America contemporanea America oggi (1993), interpreta una "scena culto" con Mattiew Modine in cui recita nuda dalla vita in giù. Il coraggio e l'oggettiva bravura dell'attrice vengono finalmente riconosciuti e da allora è un susseguirsi di presenza in film di grande successo come Nove mesi (1995), Jurassik Park 2 (1997) e Hannibal (2001), in cui eredita lo scottante testimone di Jodie Foster, alternate a interpretazioni in pellicole di maggiore spessore come Vania sulla 42 strada (1996), Il grande Lebowski (1998), Magnolia (1999), The shipping news (2001). Carismatica, attraente e valida attrice non ha purtroppo mai ottenuto soddisfazioni nella note degli Oscar, ma la carriera è ancora lunga.... Il suo piccolo ruolo, quello della casalinga americana frustrata di The Hours, che dopo aver sfiorato il suicidio decide di abbandonare un marito che non ama più, è in sé un piccolo capolavoro che annuncia quello, più centrale, di Lontano dal paradiso, film di Todd Haynes. Il ruolo dell'algida signora mdio borghese della provincia americana ha rilevato la grande capacità drammatica di quest'attrice appartata e poco appariscente. Per questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi al festival di Venezia ed è stata candidata all'Oscar, caso raro, come migliore protagonista, concorrendo anche come non protagonista con The Hours.
Julianne Moore è bella e brava, ha capelli rossi, lentiggini sulle braccia e sulle mani e una stupenda luminosità del viso, ha44 anni, si veste troppo spesso di lilla o verdolino. Nei film gliene capitano sempre d’ogni genere, e anche in The Forgotten di Joseph Ruben si trova in una situazione scomoda è una donna di New York straziata dalla morte del suo bambino piccolo in un incidente aereo e dal conseguente distacco del marito; lo psichiatra le dice però che soffre di allucinazioni, che quel bambino non è mai esistito; lei tenta di provare l’esistenza del piccolo, ma tutto di lui è scomparso, indumenti, filmini, fotografie, oggetti, tutto. Eccetera. A un certo punto porta un paio di orecchini di Bulgari (o copiati da quelli di Bulgari), d’oro pieno, rotondi, con un piccolo quadrato vuoto al centro, bellissimi: e così si ha la conferma che è una persona di gran gusto.
Come attrice, fa impressione: non perché ostenti sussiego o pretenziosità, ma perché la sua bravura intimidisce come di fronte a una dama aristocratica e rigorosa. Nata a (figuriamoci) Fayetteville in Carolina, figlia di un giudice militare e di una psichiatra, è cresciuta in 23 città diversa s’è laureata benissimo alla Boston University; ha studiato recitazione, a 24 anni s’è trasferita a New York lavorando a Broadway e nelle soap operas televisive. Per quasi dieci anni è stata sposata con l’attore John Gould Rubin, dal quale ha avuto un figlio; ora sta con il regista Bart Freundlich, dal quale ha una figlia. I suoi film più belli sono di Paul Thomas Anderson, Boogie Nights, Magnolia Poi Il grande Lebowsky dei fratelli Coen, e soprattutto Lontano dal Paradiso di Todd Haynes: ha preso la Coppa Volpi per la migliore attrice a Venezia recitando una signora provinciale perfetta degli anni Cinquanta americani, emblema d’un mondo rassicurante percorso da massima inquietudine e in-soddisfazione, una moglie che scopre d’essere sposata con un gay e di provare attrazione per un giardiniere nero, una donna compulsivamente, perennemente sorridente («Sorrido sempre. Non smetto mai di sorridere. Sorrido a tutti. Doveva essere un dovere mantenere il sorriso sulle labbra»).
Dice che reciterà sino alla morte, e probabilmente ha ragione. Ma adesso? Un thriller fantascientifico con Nicolas Cage, Next la madre di una ragazzina rapita in Freedomland la vittima di un omicida atroce in Savage Grace una ricca newyorkese senza amore in Trust the Man la mamma di dieci figli in The Prize Winner of Defìance Ohio. Speriamo che sopravviva.
Da Lo Specchio, 5 marzo 2005
Attrice di straordinaria versatilità, Julianne Moore ha interpretato una lunga serie di film – sia commerciali che indipendenti.
Ha da poco finito di girare Blindness (Cecità), trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo dello scrittore premio Nobel José Saramago, per la regia di Fernando Meirelles; il thriller d’azione NEXT, accanto a Nicolas Cage; il film indipendente Savage Grace, sull’efferato delitto Beakeland nella Londra degli anni ’70; e Io non sono qui, il film di Todd Haynes in cui 7 personaggi incarnano ognuno un diverso aspetto della vita e del lavoro di Bob Dylan.
Tra i suoi film più recenti ricordiamo anche I figli degli uomini, diretto da Alfonso Cuaron e con Clive Owen; Uomini & donne, scritto e diretto da Bart Freundlich, con David Duchovny, Billy Crudup e Maggie Gyllenhaal; e Il colore del crimine, accanto a Samuel L. Jackson e diretto da Joe Roth.
La Moore è la nona persona nella storia degli Oscar ad aver ricevuto due nomination nello stesso anno per i suoi ruoli in Lontano dal paradiso (Migliore Attrice Protagonista) e The Hours (Migliore Attrice Non-Protagonista). Per Lontano dal paradiso, il film di Todd Haynes in cui compare accanto a Dennis Quaid e Dennis Haysbert. Quello stesso ruolo le è valso un Independent Spirit Award per la Migliore Attrice, e le candidature al Golden Globe e allo Screen Actors Guild Award nella stessa categoria. Anche The Hours, il film di Stephen Daldry tratto dall’omonimo romanzo Premio Pulitzer di Michael Cunningham e interpretato anche da Nicole Kidman e Meryl Streep, le è valso numerosi riconoscimenti, tra cui le candidature all’Oscar e allo Screen Actors Guild Award come Migliore Attrice Non-Protagonista.
Tra i suoi altri titoli ricordiamo The Forgotten di Joe Ruben, con Dominic West; la commedia romantica Laws of Attraction – Matrimonio in appello, con Pierce Brosnan; The Prizewinner of Defiance, Ohio di Jane Anderson; The Shipping News di Lasse Hallstrom, con Kevin Spacey, Cate Blanchett e Judi Dench; World Traveler e I egreti del cuore di Bart Freundlich; Hannibal, in cui ha interpretato ‘Clarice Starling’ accanto a Anthony Hopkins; Evolution con David Duchovny; Fine di una storiA di Neil Jordan, con Ralph Fiennes (candidata all’Oscar, al Golden Globe e al SAG Award come Migliore Attrice); Boogie Nights – L’altra Hollywood (candidata all’Oscar, al Golden Globe e al SAG Award come Migliore Attrice Non-Protagonista) e Magnolia (candidata al SAG Award come Miglior Attrice Non-Protagonista) di Paul Thomas Anderson; La fortuna di Cookie, con Glenn Close e Liv Tyler, e America oggi (candidata all’Independent Spirit Award come Migliore Attrice Non-Protagonista) di Robert Altman; il remake Psycho di Gus Van Sant, con Vince Vaughn; Un marito ideale (candidata al Golden Globe come Migliore Attrice) con Rupert Everett; La mappa del mondo con Sigourney Weaver; Il mondo
perduto: Jurassic Park di Steven Spielberg; Il Grande Lebowski dei fratelli Coen, con Jeff Bridges; il film di Todd Haynes SAFE (candidata all’Independent Spirit Award come Migliore Attrice); Vanja sulla 42ma strada di Louis Malle; Surviving Picasso di James Ivory; oltre a La mano sulla culla… E’ la mano che governa il mondo; Benny & Joon; Il fuggitivo; Nine Months – imprevisti d’amore e Assassins.
Tra i tanti riconoscimenti ottenuti dalla Moore ricordiamo l’Excellence in Media Award ai GLAAD Media Awards del 2004; l’Actor Award ai Gotham Awards del 2002, e ilTribute to Independent Vision al Sundance Film Festival del 2001.
Dopo una laurea alla Boston University, la Moore ha interpretato una serie di produzioni off-Broadway, tra cui Serious Money e Ice Cream/Hot Fudge di Caryl Churchill al Public Theater. E’apparsa nell’ Amleto al Guthrie Theater di Minneapolis, e ha partecipato a produzioni sperimentali di Il padre di Strindberg, accanto ad Al Pacino, e An American Daughter di Wendy Wasserstein, accanto a Meryl Streep. Nel 2006 ha debuttato a Broadway nella commedia di David Hare The Vertical Hour.