Disponibile in streaming su VatiVision il film che racconta la storia della prima pittrice professionista nota nella storia dell’arte. GUARDALO ORA »
di Rossella Farinotti
Artemisia Gentileschi (Roma, 1593; Napoli, 1656) è la prima pittrice professionista nota nella storia dell’arte. Non è un dettaglio banale. Oggi anche in Italia è di nuovo acceso il dibattito sulla difesa dei diritti delle donne. Un discorso per cui, ancora, devono essere affrontati tanti ostacoli e ogni esempio è buono.
Il lieve ma denso racconto sulla figura di Artemisia del documentario Artemisia Gentileschi - Pittrice guerriera - disponibile in streaming su VatiVision - rappresenta un motore per tante donne, non solo artiste, che hanno intrapreso una strada dedicandosi alla propria carriera, al proprio talento. E di talento Artemisia Gentileschi ne aveva.
Figlia del pittore Orazio Gentileschi, la giovane impara, fin da subito nella bottega del padre, a utilizzare materiali e nozioni per la pittura: pigmenti per creare il colore giusto; soggetti inizialmente tradizionali come ritratti o temi religiosi; la raffigurazione perfetta del corpo umano nei suoi pregi e difetti della carne; l’uso già raffinato di ombre e luci che, via via negli anni, la pittrice perfezionerà fino a giungere a quegli ambienti che solo Caravaggio, prima di lei, riusciva a comporre; il gesto deciso; il rigore nella resa di una certa perfezione.
E così Artemisia non può fare altro che la pittrice: è brava e decisa nella sua scelta. Un grande ostacolo però la pone nel rischio della vergogna e della segregazione. A 18 anni Artemisia viene aggredita da un amico del padre, Agostino Tassi, che abusa di lei. Orazio, che ha cresciuto la figlia da solo, non cede agli usi del tempo e denuncia l’atto in tribunale. Artemisia, dopo aver subito violenza anche da questo luogo dedicato alla “giustizia” – l’uso della “Sibilla”, un marchingegno utilizzato per torturare le vittime, non fa perdere per miracolo le dita ad Artemisia che porta avanti la sua difesa dell’innocenza – è libera.
La Gentileschi diventa nota inizialmente per aver subito quest’azione orrenda ma, grazie alle nozze riparatrici con Pierantonio Siattesi, la virtù è salva e Artemisia può intraprendere la sua carriera. Da Roma a Firenze, dove l’artista si sposa a Borgo Santo Spirito, il documentario intraprende un’avventura tutta italiana, attraverso narrazioni per immagini dove i soggetti dipinti, sempre forti e un po’ fuori dagli schemi, rappresentano il focus principale.
A Firenze Michelangelo Buonarroti il Giovane la introduce al mondo artistico fiorentino, aiutandola a trovare le prime vere commissioni. L’Allegoria dell’Inclinazione (1615-16), commissionata proprio dal Buonarroti, rappresenta il primo grande tripudio della pittura della Gentileschi: un’allegoria dedicata all’arte che è qui una procace, ma romanticissima, donna che guarda oltre la tela, con una stella a vegliare in alto e una bussola saldamente tenuta tra le mani.