Un saga cinematografica dove il personaggio è un involucro narrativo in cui convogliare stili differenti. Su FAREASTREAM.
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di Emanuele Sacchi
Grazie al cinema di Hong Kong degli ultimi decenni di Ip Man si sa ormai quasi tutto. Anzi si sa anche troppo, visto quanto la sua vicenda biografica è stata romanzata, alterata e distorta, fino ad assumere i contorni di un’epopea mitologica. Il punto di partenza del culto che ha investito Ip Man consiste nella sua nomea di “maestro di Bruce Lee”: poco importa quanto effettivamente sia durato il periodo in cui i due hanno cooperato e come si sono lasciati. Per lo sterminato popolo di orfani di Bruce, Ip Man è “il maestro”. E quindi il modello per uno dei miti per eccellenza della storia del cinema d’azione.
Da qui ad arrivare all’Ip Man cinematografico la strada è lunga e passa attraverso saghe contemporanee e talora contrapposte, protagoniste di anni in cui sono usciti, quasi contemporaneamente, anche due o tre film dedicati al maestro di wing chun.
La piattaforma FAREASTREAM propone quattro dei titoli più emblematici in assoluto dedicati a Ip: Ip Man (2008), Ip Man 2 (2010), Ip Man: The Final Fight (2013) e The Grandmaster (2013). Paradossalmente è quest’ultimo, benché uscito solo nel 2013, a vantare la primogenitura tra gli adattamenti biografici. Wong Kar-wai, regista di In the Mood for Love, avvia il progetto già nel 2001 ma, mentre gli anni passano e i tempi di realizzazione si dilatano, l’astuto Raymond Wong si mobilita, affidando al consolidato duo Donnie Yen-Wilson Yip il progetto di The Grandmaster Ip Man, biografia del maestro. Seguiranno schermaglie legali, in cui Wong Kar-wai otterrà solo la rimozione di The Grandmaster dal titolo del film.
Ip Man e Ip Man 2 sono stati successi straordinari, tra gli ultimi di queste proporzioni per il cinema di Hong Kong: la ragione è da individuare nel target a cui si rivolgono, popolare e vicino nello spirito a quello che un tempo riempiva le sale per Dalla Cina con furore o L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. I segmenti narrativi sono visti quasi come intermezzi tra uno scontro e l’altro, in cui il campione – qui uno straordinario Donnie Yen, massimo interprete del sincretismo di arti marziali miste – sfida nemici di crescente abilità, sconfiggendoli con la forza e la saggezza. L’Ip Man di Donnie Yen e Wilson Yip è un inverosimile incarnazione di molteplici virtù: un marito premuroso, un padre affettuoso, umile e parco nelle ambizioni personali, sempre disposto ad aiutare i più deboli. Una figura quasi monastica, sacerdotale, costretta a esercitare la violenza ma solo ai fini di difendere la giustizia o i diritti dei più svantaggiati.